SALUTE E SICUREZZA NEL COMPARTO LEGNO: DATI INAIL E PROGRAMMI DI ADEGUAMENTO IN PIEMONTE
2. ANALISI DEI PROGETTI
A livello regionale da questo comparto sono state presentate 89 domande, ripartite tra il primo bando (53 domande) e il secondo (36 domande); è opportuno sottolineare che 5 aziende hanno partecipato ad entrambi i bandi. Quindi, complessivamente, hanno presentato domanda 84 diverse aziende, pari al 1,4% delle aziende del settore in regione e al 4% delle domande pre-sentate complessivamente in Piemonte: queste percentuali indicano come da parte del com-parto vi sia stato maggiore interesse verso l’iniziativa, rispetto ad aziende di altri settori. Da notare come le aziende della provincia di Cuneo, che costituiscono un polo d’eccellenza nel-l’industria mobiliera italiana, siano state le più attive nel presentare domanda dimostrando dunque maggior sensibilità e disponibilità all’innovazione (Figura 1).
A
ATTTTII 44°° SSEEMMIINNAARRIIOO DDEELLLLAA CCOONNTTAARRPP
508
Figura 1 - Confronto tra la distribuzione del numero di aziende per provincia e del numero di domande presentate per Sede INAIL di competenza.
Le domande di finanziamento sono pervenute in prevalenza (89%) da aziende di seconda tra-sformazione del legno, classificate al gruppo delle Tariffe dei premi 5200. E’ interessante esa-minare, oltre alla tipologia di attività, le dimensioni e la natura sociale di queste imprese. Come previsto dal bando, sono state ammesse al finanziamento solo le piccole e medie imprese, così come individuate dalla normativa: in particolare per il settore legno hanno partecipato al bando in prevalenza aziende di tipo artigiano (il 58%) ed aziende di piccole dimensioni: 52 domande su 89 sono state presentate da aziende con meno di 10 lavoratori e 26 da imprese con un numero di dipendenti compreso tra 11 e 50, le restanti 11 contano da 50 a 200 dipen-denti.
Dalle informazioni riportate sulle domande risulta inoltre che a beneficiare direttamente dei miglioramenti degli interventi sarà il 60% dei lavoratori di queste aziende, cioè circa un migliaio di persone, ovvero il 6% dei lavoratori del settore in regione.
Dalle informazioni riportate nei progetti esaminati è stato possibile valutare il livello della cul-tura nella gestione della sicurezza, stimando il grado di attuazione del D.Lgs.626/94 tramite alcuni parametri oggettivi, come ad esempio la percentuale di imprese in cui è presente la figu-ra del Rappresentante dei Lavofigu-ratori per la Sicurezza (RLS): ne emerge un quadro non comple-tamente soddisfacente, in quanto solo il 66% delle aziende ha designato uno o più RLS e solo una piccola percentuale (7%) di imprese che non ha nominato il RLS ha un unico dipendente.
In particolare, delle 30 imprese senza RLS, 26 contano meno di 10 dipendenti e 4 hanno un numero di dipendenti compreso tra 11 e 50; inoltre il 77% delle aziende senza RLS sono di natura artigiana. In altri termini, le imprese artigiane e quelle di piccole dimensioni sono quel-le in cui si è maggiormente riscontrata la carenza della figura del RLS. D’altro canto, dai pro-getti è emerso che hanno presentato domanda anche società altamente organizzate, con più di 50 dipendenti e più di un RLS: il che fa comprendere come vi sia l’interesse verso interventi migliorativi per la sicurezza anche da parte di strutture ben organizzate.
Dall’esame delle domande pervenute è emerso che quasi la metà dei progetti finanziati si svi-luppa su più di un asse e quasi il 10% comprende tre assi di finanziamento (Figura 2), con-templando peraltro interventi sostanziali mirati ad una riduzione dei rischi a tutto campo.
Questi interventi di ampia portata sono stati volti a migliorare le condizioni di sicurezza degli impianti a servizio delle macchine, come ad esempio potenziare le aspirazioni localizzate, al contempo migliorare le stesse macchine, acquisendone di più efficienti dal punto di vista della sicurezza, e infine migliorare gli ambienti di lavoro.
IL SOSTEGNO DELL’INAIL ALLE AZIENDE: DALL’ASSICURAZIONE ALLA PREVENZIONE. IL RUOLO DELLA CONTARP
Figura 2 - Distribuzione dei progetti per assi di finanziamento.
In genere il tipo di progetti presentati, sia quelli di ampia portata sia quelli per singoli assi, hanno focalizzato gli interventi sull’ammodernamento delle macchine, l’adeguamento degli impianti e la bonifica e la ristrutturazione degli ambienti lavorativi. L’asse 1, relativo all’elimi-nazione e alla sostituzione di macchine, ha riscosso il maggiore interesse; la sostituzione delle macchine, a sua volta, ha comportato in molti casi l’adeguamento degli impianti elettrico e di aspirazione, ricompresi nell’asse 2. Anche il 4° asse ha suscitato un discreto interesse, mentre non sono stati presentati progetti per gli assi 3 e 5. Ciò dimostra che le aziende aspirano pri-mariamente a benefici immediati in ambito di sicurezza, quindi i sistemi di monitoraggio ambientale o di gestione della sicurezza sono ancora percepiti come poco concreti.
Scendendo nel dettaglio delle domande, è emerso che il numero di macchine sostitutive richie-ste è stato inferiore al numero di macchine eliminate, in quanto sono state predilette macchi-ne polifunzionali e più efficienti. Ciò ha consentito in taluni casi una riduziomacchi-ne delle movi-mentazioni di materiale e un guadagno dal punto di vista degli spazi in azienda, migliorando quindi non solo gli aspetti di sicurezza legati alla macchina, ma anche quelli conseguenti alla circolazione e alla movimentazione dei materiali in azienda. Le macchine maggiormente sosti-tuite sono state quelle per la rifinitura e per il taglio (Figura 3). L’età delle macchine sostitui-te era uniformemensostitui-te distribuita tra i 10 e i 45 anni di servizio, senza la prevalenza di una par-ticolare anzianità d’uso. Ciò fa presupporre che anche macchine di più recente costruzione siano state giudicate altrettanto insicure e che comunque nel settore ci sia stato un ricambio del parco macchine abbastanza costante nel tempo, dovuto alla necessità di adeguarsi all’evo-luzione tecnologica per mantenere la competitività.
Nell’ambito dell’asse 2 di finanziamento i progetti sono stati orientati prevalentemente alla riduzione del rischio di folgorazione ed innesco di incendi con l’ammodernamento degli impianti elettrici, alla diminuzione del rischio da esposizione a polveri di legno con l’adegua-mento o il rafforzal’adegua-mento degli impianti di abbattil’adegua-mento delle polveri, e all’adegual’adegua-mento degli impianti antincendio.
I progetti per l’asse 4 erano invece più vari, pur se nell’ambito specifico del miglioramento dei locali a servizio della lavorazione. Un gruppo di queste domande (48%) ha riguardato proget-ti per la rimozione di coperture in cemento amianto, dimostrando così l’attenzione da parte delle aziende anche verso rischi non propri del settore. In questo contesto sono stati
ammes-A
ATTTTII 44°° SSEEMMIINNAARRIIOO DDEELLLLAA CCOONNTTAARRPP
510
Figura 3 - Distribuzione del tipo di macchine sostituite.
si al finanziamento anche interventi di costruzione ex novo di ambienti lavorativi destinati al confinamento delle attività generatrici di polvere, considerando la riduzione del numero degli esposti un valido criterio di ammissibilità.
Riassumendo quanto esposto finora, i progetti si distribuiscono sul 1°, sul 2° e sul 4° asse di finanziamento. La tipologia e la distribuzione degli interventi attuati rispecchia la distribuzio-ne delle cause degli infortuni distribuzio-nel settore, come è evidenziato in Figura 4: il maggior numero di eventi è causato da macchine operatrici, il che è indice di come le aziende siano consapevoli delle priorità di investimento in termini di sicurezza. Naturalmente, una parte di infortuni (voce “altro” in Figura 4) è stata causata da agenti non riconducibili ad interventi previsti nel bando come, ad esempio, nel caso degli infortuni in itinere. Sul fronte delle malattie profes-sionali, la dispersione del dato non consente una valutazione similare, ma emergono netta-mente le patologie da polveri di legno (ANTONI et al., 2005); anche in questo caso le aziende, con il gran numero di progetti relativi all’adeguamento dell’impianto di aspirazione, hanno dimostrato consapevolezza dei rischi peculiari.
3. CONCLUSIONI
Dall’analisi delle domande pervenute, il primo dato interessante è rappresentato dalla mag-giore partecipazione alle iniziative di incentivazione della sicurezza aziendale da parte delle aziende del comparto legno rispetto ad altri settori della regione. Una delle ipotesi possibili per spiegare questa adesione ha origine nell’antica tradizione che caratterizza il comparto, in particolare nella provincia di Cuneo che, come si è visto, è stata maggiormente rappresentata.
Dallo studio di insieme delle domande è emersa una tipologia complessa ed articolata dei pro-getti presentati, che in molti casi hanno riguardato tre dei cinque assi proposti: sul fronte dei rischi specifici le aziende hanno rinnovato e adeguato macchine e impianti e sul fronte dei rischi generali sono state bonificate numerose coperture in cemento amianto e sono stati otti-mizzati i lay-out aziendali.
L’esame approfondito delle tipologie di interventi proposti e dei rischi connessi ne ha
mostra-IL SOSTEGNO DELL’INAmostra-IL ALLE AZIENDE: DALL’ASSICURAZIONE ALLA PREVENZIONE. mostra-IL RUOLO DELLA CONTARP
Figura 4 - Distribuzione degli agenti causali degli infortuni (dati INAIL) in Piemonte nel quinquennio 1999-2003, confrontati con la distribuzione degli assi di finanziamento richiesti.
to la buona corrispondenza con la distribuzione degli agenti causali degli infortuni e delle malattie professionali; ciò fa ritenere che vi sia una discreta consapevolezza, da parte dei dato-ri di lavoro, sulle pdato-riodato-rità da affrontare. D’altra parte, l’assenza di progetti inerenti interventi organizzativi e con risultati a lungo termine (assi 3 e 5) fa presagire la necessaria programma-zione di un’attività mirata di formaprogramma-zione e sensibilizzaprogramma-zione degli operatori del settore.
Le iniziative intraprese dall’INAIL hanno quindi concretizzato interventi con sicuri riscontri positivi sull’andamento infortunistico nell’immediato e tecnopatico sul lungo termine, ed è prevedibile che l’attuazione dei progetti porti beneficio alle aziende in termine di riduzione dei costi del lavoro.
Inoltre l’attivazione di un sistema di incentivazione della sicurezza sul lavoro ha avuto anche un ruolo importante nel sensibilizzare le aziende ad acquisire informazioni in materia di sicu-rezza e ad aggiornare le proprie conoscenze in merito; questo coinvolgimento rappresenta un risultato di notevole importanza e in linea con la politica dell’Istituto, da sempre attivo nel-l’attività di formazione e informazione attraverso numerosi canali (cartacei, multimediali), finalizzata ad una sempre più capillare diffusione della cultura della sicurezza.
BIBLIOGRAFIA
D. Antoni, E. Ferro, S. Nidasio: Il comparto legno in Piemonte: rischi, infortuni e malattie cor-relate, Atti Dell’xi Convegno Di Igiene Industriale “Le Giornate Di Corvara”, 2005.
DECRETO LEGISLATIVO 23 febbraio 2000, N. 38: Disposizioni in materia di assicurazione con-tro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, a norma dell articolo 55, comma 1, della legge 17 maggio 1999, n. 144, in G.U. n. 50 del 1 marzo 2000.
DECRETO LEGISLATIVO 25 febbraio 2000, N. 66: Attuazione delle direttive 97/42/ce e 1999/38/ce, che modificano la direttiva 90/394/cee, in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro, in G.U. n. 70 del 24 marzo 2000.
DECRETO LEGISLATIVO 19 settembre 1994, N. 626: Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro, in G.U. n. 265 del 12 novembre 1994 - Suppl. ord.
DECRETO MINISTERIALE 12 dicembre 2000: Nuove tariffe dei premi per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali delle gestioni: industria, artigianato, terzia-rio, altre attività, e relative modalità di applicazione, in G.U. n. 17 del 22 gennaio 2001.
E. Ferro, G. Fois, R. Luzzi, S. Nidasio: Tumori professionali riconosciuti nella provincia di tori-no: analisi degli agenti di rischio e riflessioni in termini di prevenzione, Rapporto Annuale Inail 2003 - Regione Piemonte, 2004, pagg. 45-61.
A
ATTTTII 44°° SSEEMMIINNAARRIIOO DDEELLLLAA CCOONNTTAARRPP
512