• Non ci sono risultati.

L’attività di consulenza secondo lo schema miglioramento continuo

METODOLOGIA E RISULTATI

3. APPLICAZIONE AD UN CASO REALE 1 Descrizione dell’impianto

3.2 L’attività di consulenza secondo lo schema miglioramento continuo

Il progetto di consulenza all’Azienda è stato avviato con la fase di pianificazione (Plan) delle atti-vità da svolgere; a tale scopo è stato preliminarmente condotto uno studio dell’impianto attraver-so il quale è stato possibile analizzare sia le tecnologie sia il procesattraver-so attuato (esame iniziale), attraverso sopralluoghi, interviste ed acquisizione di documentazione, tra cui il documento di valu-tazione dei rischi, nonché l’analisi dell’andamento infortunistico e delle malattie professionali.

Tenuto conto delle tecnologie adottate e delle soluzioni impiantistiche introdotte sin dalla fase di progettazione dell’insediamento industriale, è stato valutato che un approfondimento sul-l’esposizione ad agenti di rischio chimico-fisico-biologico, individuati durante l’attività lavora-tiva, potesse consentire di individuare aspetti non completamente sviluppati in occasione della valutazione dei rischi.

Una volta identificato il problema, sono state pianificate le azioni necessarie per la sua com-pleta analisi, in modo da individuarne le cause tecniche, gestionali/organizzative o comporta-mentali e, successivamente, applicare gli interventi correttivi più idonei.

E’ stato stabilito un programma di indagini ambientali relative ai punti critici per la SSL, defi-nendone le professionalità dell’Istituto competenti e le strutture aziendali coinvolte (direttore tecnico, capo impianto, RSPP), nonché la strumentazione da utilizzare ed i tempi entro i quali il monitoraggio doveva essere svolto.

In particolare, per ciò che riguarda gli agenti microbiologici, sono state utilizzate risorse stru-mentali in dotazione al Laboratorio Biologico della CONTARP Centrale per campionamenti sta-gionali, al fine di individuare l’andamento della contaminazione batterica in funzione delle condizioni ambientali esterne. La valutazione dell’esposizione ad agenti chimici è invece stata affidata alla CONTARP Lombardia.

La determinazione e la valutazione degli indici di contaminazione ambientale e di origine antropica è stata effettuata individuando, preliminarmente, i punti di campionamento, posti in aree interne all’impianto e scelti in funzione delle diverse tipologie di ambienti lavorativi, delle mansioni e delle postazioni normalmente frequentate dai lavoratori.

Le aree di prelievo per la valutazione dell’esposizione ad agenti microbiologici sono state gli uffici direttivi, le sale di controllo dell’impianto (area ricezione e area raffinazione), l’area interna del capannone adiacente alla fossa di ricezione rifiuti.

A

ATTTTII 4° SSEEMMIINNAARRIIOO DDEELLLLAA CCOONNTTAARRPP

554

Figura 1: Schema di flusso del materiale trattato

L’esito di tali rilevazioni ha messo in evidenza un’alta carica fungina con potenziali effetti aller-gizzanti, infettivi e tossici, una contaminazione antropica elevata e, di conseguenza, scarsa qualità dell’aria indoor, oltre alla presenza di specie potenzialmente patogene e di mosche (vei-colo di infezione per contatto con superfici, oggetti e utensili da lavoro), nonché un’elevata contaminazione da agenti microbiologici negli uffici.

Quest’ultima situazione di rischio non era stata presa in considerazione in occasione della valu-tazione dei rischi compiuta dall’Azienda.

E’ stato inoltre possibile fornire all’Azienda un’ulteriore serie di informazioni, dopo aver valutato gli esiti delle indagini finalizzate all’individuazione di agenti chimici presenti nelle aree di lavorazione.

Potenziali situazioni di esposizione ad agenti chimici per gli addetti sono legate ad interventi di pulizia ed alla manutenzione in caso di guasto.

Tali attività sono straordinarie, di durata limitata e condotte utilizzando corrette procedure per ridurre il rischio di contaminazione, non sono state oggetto di ulteriori approfondimenti.

L’unica situazione esaminata è stata l’attività di pulizia ordinaria svolta, con cadenza settima-nale ad impianto fermo, da operatori di una Ditta specializzata che accedono alla zona di pro-duzione CDR dove operano mediamente tre ore. I lavoratori, dotati di mascherine antipolvere, utilizzano attrezzi manuali (spazzolone e badile) per la rimozione della polvere dal pavimento e dal punto di raccolta del cascame. I campionamenti hanno evidenziato quantità di polvere variabili secondo la postazione dell’operatore.

La fase attuativa (Do) è stata sviluppata, in collaborazione con il Servizio di Prevenzione e Protezione aziendale, attraverso l’identificazione e l’applicazione di soluzioni tecniche ed orga-nizzative, ed alla formulazione di una buona prassi da attuare durante le fasi lavorative.

In tale ottica, sono stati sviluppati insieme alla compagine aziendale, i contenuti di un percor-so formativo rivolto ai lavoratori ed agli operatori esterni presenti nel sito aziendale durante le operazioni di conferimento dei rifiuti.

Allo scopo di ridurre l’elevata contaminazione microbica, è stata consigliata l’adozione di pro-cedure estese a tutti i lavoratori per l’accesso agli uffici affinché pongano maggiore attenzio-ne al mantenimento della separazioattenzio-ne tra aree “contaminate” ed aree “pulite” e l’impiego di sistemi di prevenzione negli ambienti in cui sono presenti gli operatori.

Tali procedure prevedono la pulizia e la disinfezione delle mani e delle scarpe prima dell’acces-so, la deposizione dei DPI usati in aree lontane dagli uffici, l’ubicazione del punto di aspira-zione dell’aria in ingresso negli uffici e nelle sale controllo ed il controllo della tenuta delle aperture sul bacino di bioessiccazione, manutenzione dei sistemi di condizionamento e sanifi-cazione dell’aria, l’installazione di lampade e tappetini germicidi.

Il rischio biologico nell’impianto è intrinsecamente limitato per la tipologia di trattamento dei rifiuti; essendo il processo gestito con modalità remota dalla Sala Comandi attraverso video-terminali, il contatto diretto del personale con gli RSU è circoscritto alle operazioni di pulizia dei punti di scarico ed interventi di manutenzione.

Tuttavia, i monitoraggi ambientali eseguiti presso l’impianto, hanno rilevato una carica microbica aerodispersa importante all’interno delle aree utilizzate dal personale addetto alla conduzione.

Sono state, pertanto, poste in atto soluzioni tecniche ed organizzative:

- individuazione e selezione di presidi per la pulizia dell’ambiente di lavoro

- adozione di procedure per il controllo delle fonti di contaminazione esterna, generata in occasione di ingressi con indumenti e calzature sporche.

In una sala comando dell’impianto sono stati installati:

- tappetino bio-decontaminante con superficie adesiva addittivata con sostanza battericida posizionato all’ingresso della sala comando in modo da disinfettare le suole delle scarpe, - germodepuratore d’aria a flusso continuo, con lampada a radiazione UV completamente

schermata, con il quale abbattere i microrganismi.

IL SOSTEGNO DELL’INAIL ALLE AZIENDE: DALL’ASSICURAZIONE ALLA PREVENZIONE. IL RUOLO DELLA CONTARP

Il contenimento del rischio residuo prevede l’adozione di misure preventive e protettive ed organizzative per il personale:

- protocolli di sorveglianza sanitaria che, sotto il controllo del Medico Competente, prevedo-no l’obbligatorietà della vaccinazione antitetanica e la possibilità di accedere volontaria-mente alle vaccinazioni antiepatitiche

- adozione di DPI per tutte le attività che comportano il potenziale contatto con i rifiuti (per l’ingresso negli impianti è obbligatoria l’adozione di: scarpe antinfortunistiche, tuta e mascherina per polveri monouso). Tale obbligo, oltre ad essere riportato sulle procedure della gestione degli impianti, è ricordato con segnaletica di sicurezza istallata in corrispon-denza di tutti gli ingressi.

- procedure per l’eliminazione dei DPI monouso al termine delle attività all’uscita degli impianti e di pulizia personale prima di entrare all’interno di aree “pulite” (spogliatoi e sale comandi).

Le procedure sono illustrate nell’ambito dei programmi di formazione e di informazione del personale svolti a cura dal Servizio di Prevenzione e Protezione aziendale e sono rivolti agli addetti ed ai dipendenti delle aziende terze impiegate stabilmente presso l’impianto (manu-tentori).

I contenuti dei corsi puntano alla sensibilizzazione verso il rischio biologico, all’adozione siste-matica delle cautele e le buone norme igieniche e sanitarie (lavaggio frequente delle mani, pronta disinfezione e medicazione di eventuali piccole ferite, segnalazione ai responsabili in casi di puntura con aghi).

Al fine di ridurre la potenziale esposizione alle polveri respirabili durante la fase di pulizia e manutenzione, è stata suggerita l’aspirazione delle zone polverose prima di eseguire qualun-que intervento e l’elaborazione di idonee procedure da seguire durante gli interventi.

La fase di verifica (Check) è stata attuata svolgendo il monitoraggio sull’efficacia delle solu-zioni tecniche introdotte e della prassi organizzativa predisposta.

Sono state, pertanto, condotte:

- una nuova campagna di rilevazioni strumentale;

- una verifica sul campo dei comportamenti adottati da tutti gli operatori.

L’esito della verifica dell’efficacia dei sistemi e delle procedure adottate, ha evidenziato:

- la necessità di prolungare i tempi di accensione del germodepuratore;

- il posizionamento del germodepuratore in prossimità della porta di accesso della sala comandi;

- l’efficacia dell’aspirazione delle polveri durante la fase di pulizia.

La fase di riesame (Act), prevista per attuare il miglioramento continuo, è stata sviluppata sulla base dei risultati forniti che sono stati utilizzati per intervenire e correggere gli aspetti tecni-ci degli interventi proposti e quelli connessi con la percezione del rischio.

4. CONCLUSIONI

Gli obiettivi, individuati e condivisi in forma partecipativa con le Direzioni aziendali sono: la riduzione dei livelli di rischio nell’impresa e il miglioramento delle condizioni di lavoro, l’au-mento della percezione del rischio da parte degli operatori, la promozione di una gestione effi-ciente ed efficace della SSL, la costituzione di una cultura della sicurezza, l’integrazione “a regime” dei sistemi di gestione qualità, ambiente e sicurezza e l’accesso a forme di sconto, dagli Enti Assicuratori, e di incentivi, nazionali e comunitari.

Lo studio ha evidenziato la possibilità di esposizione ad agenti microbiologici e chimici per la riduzione dei quali esistono soluzioni efficienti, facilmente realizzabili.

A

ATTTTII 4° SSEEMMIINNAARRIIOO DDEELLLLAA CCOONNTTAARRPP

556

L’Azienda, coinvolta dalla attività di consulenza, ha recepito le proposte e le ha rapidamente attuate, ottenendo immediati benefici, sui quali esistono ancora margini di miglioramento.

L’esperienza può essere ritenuta positiva per la fattiva partecipazione, alle attività proposte, delle Direzioni aziendali, degli RSPP, degli RLS e degli Enti Locali; infatti, attraverso l’indagine su alcu-ni aspetti non compresi nella Valutazione dei Rischi aziendali, sono state proposte soluzioalcu-ni tec-nologiche di tipo SMART (Suitable, Measureable, Achievable; Result Based, Time Based) ed orga-nizzative che, valutate in un’ottica di tipo economico, hanno condotto, oltre ad un miglioramen-to delle condizioni di lavoro, un innalzamenmiglioramen-to del livello di competitività aziendale.

L’approccio alle imprese con modalità di consulenza, attuato con i criteri esposti, consente di utilizzare appieno le risorse disponibili all’interno della CONTARP.

RINGRAZIAMENTI

Gli autori intendono ringraziare i Colleghi che partecipano al progetto “Sicurezza negli impian-ti di gesimpian-tione dei rifiuimpian-ti”; senza il loro contributo al gruppo di lavoro, lo sviluppo del progetto e le attività effettuate in occasione dell’intervento descritto in questo lavoro, non sarebbero stati possibili.

BIBLIOGRAFIA

A. Guercio, M. Peverelli, B. Principe: “Rischi lavorativi nei sistemi complessi: gli impianti per la gestione dei rifiuti”- Convegno Scientifico Nazionale “Sicurezza nei sistemi complessi” - Bari 2001.

A. Guercio, B. Principe, P. Santucciu: “La gestione dei rifiuti in Lombardia: realtà produttiva e primi dati sui rischi lavorativi” - Atti del 20° Congresso Nazionale AIDII - Viterbo 2002.

P. Fioretti, L. Frusteri, R. Giovinazzo, A. Guercio, N. Todaro, B. Altamura, B. Principe, P.

Santucciu: “Aspetti tecnologici e rischi lavorativi in alcuni impianti di trattamento di rifiuti” -Atti dei Seminari di Ecomondo - Rimini 2003.

B. Altamura, P. Fioretti, L. Frusteri, R. Giovinazzo, A. Guercio, G. Petrozzi, B. Principe, P.

Santucciu, N. Todaro: “Lo studio sulla sicurezza negli impianti di gestione dei rifiuti: Primi risultati e prospettive”, Atti del III Seminario CONTARP - Napoli 2004.

F. Cavariani, A. Celli, M. De Rossi, P. Fioretti, L. Frusteri, R. Giovinazzo, A. Guercio, A. Serra, N. Todaro: “Valutazione del rischio professionale in un impianto di trattamento di RSU”, Atti del III Seminario CONTARP - Napoli 2004.

B. Altamura, L. Frusteri, R. Giovinazzo, A. Guercio, F. Pisanelli, M. Peverelli, C. Pontiggia, B.

Principe, M. Rossini, P. Santucciu, N. Todaro: “Salute e sicurezza negli impianti di trattamen-to di rifiuti solidi urbani: studio dei processi e delle fasi lavorative in un caso reale” - Atti dei Seminari di Ecomondo - Rimini 2004.

P. Fioretti, L. Frusteri, R. Giovinazzo, A. Guercio, N. Todaro: “Waste treatment plants: main aspects of technological processes and labour risks” - Atti del Work Congress 6 - Roma 2004.

IL SOSTEGNO DELL’INAIL ALLE AZIENDE: DALL’ASSICURAZIONE ALLA PREVENZIONE. IL RUOLO DELLA CONTARP