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Analisi geometrico dimensionale della fabbrica

Nel documento Il castello di Pietrabuona (pagine 114-117)

Il rilievo dell’edificio ha consentito di analizzare minuziosamente i caratteri geometrici e compositivi della fabbrica, comparandoli con l’unità di misura su cui è impostata (il braccio fiorentino). La facciata, larga 12 braccia, raggiunge in gronda37la medesima quota (fig. 9). Il quadrato di base è poi spar- tito in 9 parti uguali; il portale di ingresso, posto al centro della facciata, è 1/3 della misura totale. Seppur in presenza di notevoli manomissioni, risulta di particolare interesse l’analisi geometrica di quest’ultimo: trac- ciando infatti la circonferenza che descrive l’intradosso dell’arco in pietra si osserva che tale misura definisce sia l’altezza, compresi i gradini, del portale (pari a 2d, dove con d si intende il diametro della circonferenza), che la soluzione adottata per definire gli ele- menti architettonici che rialzano l’arco stes- so. La sua imposta è rialzata mediante alcu- ne cornici fino a raggiungere una quota tale per cui la distanza tra l’intradosso e la fine dell’apertura risulta pari a d. La ghiera del- l’arco, realizzata con conci di pietre irregola- ri il cui taglio non permette di evidenziare alcuna regola geometrica che abbia guidato il lavoro degli scalpellini, è calcolata in mo- do che risulti a spessore variabile.

Fig. 9 - Fronte principale con indicazione dei principi proporzionali generatori della composizione del prospetto stesso

Questi aspetti compositivi, propri dell’architettura romanica della Toscana Nord occi- dentale, così come descritti sia dal Redi38che dal Tigler39, si trovano chiaramente espres- si anche nella realizzazione di questa architettura periferica ed evidenziano un legame culturale con i centri maggiori (Pisa, Lucca e Pistoia). Quindi, nonostante questa chiesa risponda alle unità di misura introdotte dalla dominazione fiorentina, tipologicamente resta ancorata alla lezione delle scuole Lucchese e Pistoiese.

NOTE

* Dal contributo originario “La chiesa di San Matteo e Colombano, ex oratorio di San Michele a Pietrabuona” di Erica Ganghereti nel DVD allegato al volume.

1 Il Bicciuccolo è la parte più alta ed antica dell’insediamento di Pietrabuona (cfr. par.Indice della

toponomastica popolare otto-novecentesca di Pietrabuona, in questo stesso volume.).

2 Tale intervento deve essere fatto risalire al consolidamento post-terremoto realizzato nel 1928

(cfr. AVPE,Visite pastorali n. 17, Diocesi di Pescia, Questionario 15 luglio 1930, canonico di Pietrabuona Narciso Pagni, Fascicolo n° 23, nel quale si legge: “Chiesa di San Michele […] Gravemente lesionata specialmente nella parte dell’abside per il terremoto del 1920, fu restaurata con la demolizione e riedi- ficazione totale dell’abside l’anno 1928 con un contributo governativo”).

3 Per questo specifico argomento e più in generale per quanto riguarda le opere d’arte presenti

nella chiesa cfr. par.L’immagine descritta, in questo stesso volume.

4 ASFI,Relazione n. 19, Ingegnere Maurizio Zanetti. 5 AALU,Libri Antichi n. 66, c. 52, 22 novembre 1354.

6 AALU,Libri Antichi n. 34, c. 12r., 27 maggio 1381. Il documento sottolinea la volontà da parte

dei parrocchiani della chiesa di San Lorenzo di Cerreto di essere uniti alla chiesa di Pietrabuona che, pur in pessimo stato, ha come rettore il presbitero Pietro che, visto il momento di difficoltà di entrambe, avrebbe amministrato sia i beni spirituali che materiali di entrambe le chiese.

7 Per approfondimenti in merito alla datazione degli apparati murari cfr. par.Indagine archeologi-

ca sulle architetture, in questo stesso volume.

8 Nonostante il caratteristico impianto romanico, le volute dei capitelli, realizzate in foglie d’acan-

to dalle forme semplificate, sono presumibilmente ascrivibili alla fine del XV inizio del XVI secolo. La presenza di caratteri riferibili a periodi diversi è indice di come il portale principale sia stato più volte modificato nel corso dei secoli.

9 Facciate di questo tipo si ritrovano nelle chiese di Monsummano Alto (documentata dal 1260),

Buggiano (ricostruita in forme romaniche nel XII secolo e poi ampliata e trasformata a più riprese tra il XV e il XVI secolo) e Serravalle (XIII secolo).

10 Cfr. Redi,Chiese medievali del pistoiese, cit.

11 AALU,Visita Pastorale n. 5, cc. 57v.-58r., 15 aprile 1450. 12 AALU,Visita Pastorale n. 8, c. 222v., 25 aprile 1467. 13 Ibid.

14 Cfr. AVPE,Visita Apostolica n° 1, s.12, cc. 209r., 1575. 15 SASPE,Archivio del Comune di Vellano n. 325. 16 Ibid.

17 SASPE,Archivio del Comune di Vellano n. 328, c.nn. 113

18 La compagnia del Santissimo Rosario non ebbe altra sede all’infuori di questo altare. Solo dopo

la costruzione della chiesa ottocentesca la compagnia trovò ubicazione all’interno della nuova canonica (“Congregazione di Maria del Santissimo Rosario […] Fu eretta da tempo immemore nella chiesa par- rocchiale, non ha sede propria ed usufruisce della canonica”, cfr. AVPE,Visite pastorali n. 17, Diocesi di Pescia, Questionario 15 luglio 1930, canonico di Pietrabuona Narciso Pagni, Fascicolo n° 23).

19 SASPE,Compagnie Soppresse n. 1029, c. 69r.

20 SASPE,Compagnie Soppresse n. 1029, c. 50v.-51r., 5 novembre 1611.

21 Resta comunque il dubbio sull’esistenza e l’eventuale collocazione di una precedente sacrestia. 22 ACVPE,Propositura, Visite Pastorali n. 1, cc. 666v.-667r., 20 novembre 1629.

23 Cfr. par.L’ospedale di San Matteo, in questo stesso volume. 24 SASPE,Archivio del Comune di Vellano n. 308, c. 73r.

25 Soprattutto nel pistoiese le absidi venivano rese più profonde introducendo una parte rettilinea

prima della semicirconferenza. Non sono documentati però casi in cui la circonferenza superi l’ampiez- za dell’arco absidale in maniera evidente ed irregolare come in quello in analisi.

26 SASPE,Archivio del Comune di Vellano n. 308, c. 102v., 9 agosto 1688. 27 ASFI,Capitani di Parte Guelfa Cartone XXVI, n. 36.

28 La sacrestia ha invece una forma più irregolare dell’attuale; questa differenza, quasi certamente,

è da imputarsi ad una errata rappresentazione della stessa.

29 ASFI,Commissione per il recupero delle chiese parrocchiali n. 64, fascicolo non numerato. 30 Cfr. par.La chiesa dei Santi Matteo e Colombano, in questo stesso volume.

31 AALU,Visite Pastorali n.5, c. 58r., 15 aprile 1450.

32 ASFI,Commissione per il restauro delle chiese parrocchiali n. 64, fascicolo non numerato, 1 mar-

zo 1839.

33 ASFI,Relazione n. 19, Ingegnere Maurizio Zanetti.

34 ASFI,Commissione per il recupero delle chiese parrocchiali n. 64, fascicolo non numerato. 35 ASFI,Relazione n. 19, Ingegnere Maurizio Zanetti.

36 Si veda la descrizione delle Istituzioni Religiose di Pietrabuona contenuta in: AVPE,Visite pasto-

rali n. 17, Diocesi di Pescia, Questionario 15 luglio 1930, canonico di Pietrabuona Narciso Pagni, Fascicolo n° 23.

37 Questa considerazione può essere assunta con sufficiente attendibilità vista la continuità dei

cantonali.

38 Cfr. Redi,Chiese medievali del pistoiese, cit. 39 Cfr. G. Tigler,Toscana Romanica, Milano 2006.

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Nel documento Il castello di Pietrabuona (pagine 114-117)