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Aspetti geologici e geomorfologici*

Nel documento Il castello di Pietrabuona (pagine 52-55)

Il rilievo digitale di Pietrabuona ha consentito di documentare con precisione l’anda- mento delle superfici del piano di campagna del paese e, conseguentemente, di ricono- scere all’interno della points cloud le linee che si vengono a determinare laddove vi è una concentrazione di punti appartenenti ad uno stesso piano (“lineazioni”).

La lettura in chiave geologica e geomorfologica di tali “lineazioni”, assieme ad una valutazione qualitativa sul litotipo affiorante, ha permesso di stabilire quali superfici di edificazione all’interno di Pietrabuona siano di origine naturale e quali di origine antro- pica, anche quando non siano presenti tagli di cava o documenti scritti che localizzino i punti di estrazione.

Dal punto di vista geologico il poggio è costituito da rocce appartenenti alla Formazione del Macigno e la giacitura degli strati rilevata è pressoché omogenea, con immersione verso Nord-Ovest e circa 35-45° di inclinazione1.

Geomorfologicamente, nel versante Ovest della collina l’erosione dovuta al fosso di Cerreto (rio di San Rocco) ha inciso la valle dove attualmente scorre, creando dei ripiani in corrispondenza degli strati più resistenti e scavando i livelli più erodibili; l’inclinazione dei fianchi si aggira attorno ai 30°2. Il torrente Torbolino e la Pescia di Pescia hanno a lo- ro volta creato le scarpate che delimitano il paese ad Est e a Sud. Queste risultano più ri- pide della precedente, con pendenze di circa 40° in virtù dell’assenza dei ripiani struttu- rali degli strati. La sella presente sul crinale sembra avere un’origine gravitativa, proba- bilmente legata all’erosione al piede del versante operata dal torrente Torbolino.

Per ciò che concerne l’estrazione della pietra a fini edificatori, la bibliografia esistente parla di piccole cave poste in prossimità dell’abitato. Nel 1841 Emanuele Repetti scrive- va: “pietra serena, di cui veggonsi aperte alcune cave nel poggio alla sinistra della Pescia sopra la riva del fiume dirimpetto al castello di Pietra Buona”3. In una recente pubblica- zione Publio Biagini4ipotizza che gli abitanti della Svizzera Pesciatina si servissero di ca- ve di modesta entità aperte nei versanti collinari, adesso nascoste dalla vegetazione.

In questa sede invece è stata presa in considerazione l’ipotesi che la pietra utilizzata per la costruzione degli edifici più antichi di Pietrabuona, derivi da cave aperte nella por- zione a valle del versante Sud e, in maggior misura, dai lavori di spianamento del terreno

per la realizzazione della piazza di Castello. Gli strati di arenarie che affiorano nella scarpata (con inclinazione di circa 40°) sotto la Rocca presentano infatti caratteri- stiche compatibili con quelle dei conci utilizzati per la costruzione degli edifici del paese.

Nella sottostante tabella sono state riportate le unità relative ai due cicli rilevabili nell’affioramento di Macigno sotto la Rocca (fig. 1), partendo dal più giovane.

Nella successione stratigrafica rilevata sotto la Rocca, lo strato Tapresenta caratteristiche adatte ad un utilizzo come pietra da costruzione, sia per la facilità nell’estrazione, sia per le qualità geomeccaniche. La roc- cia infatti, dove non alterata, può essere rotta con un unico deciso colpo di martello, ma non può essere scal- fita con il coltello.

La particolarità estetica dello strato grossolano, data dalla presenza di numerosi cristalli di mica bianca (pic- coli fogli pseudoesagonali che riflettono al sole di luce metallica) orientati con il piano di sfaldatura posto per- pendicolarmente al piano originario di deposizione (ca- ratteristico dei fillosilicati), che si nota sulla maggior parte dei conci utilizzati per la costruzione degli edifici (compresi quelli della Rocca), pur non consentendo di

individuare il punto di estrazione delle rocce, contribuisce anch’essa ad avallare tale ipo- tesi. Considerando l’assetto strutturale dell’area in prossimità della sella, l’estrazione

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Fig. 1 - Affioramento sotto la rocca

CICLO SPESSORE5 BOUMA DESCRIZIONE

>10 cm Tb Sabbia medio-fine in lamine pianoparallele di colore marrone chiaro-

avana. 2

25 cm Ta Sabbia grossolana di colore grigio-marrone dove il colore marrone

aumenta con l'aumentare del grado di alterazione, priva di gradazione interna. Presenza di abbondanti miche chiare. 10 cm Td Sabbia medio-fine in lamine pianoparallele di colore grigio scuro.

200 cm

Tc Strato di sabbie da medie a fini a lamine pianoparallele di colore

grigio chiaro-avana. All'interno dello strato è presente un livello di circa 10 cm con struttura a convolute (fig. 2).

1

> 50 cm Tb Sabbia medio-fine in lamine pianoparallele di colore marrone chiaro.

della pietra, avvenuta seguendo l’andamento degli strati, ha consentito inoltre di am- pliare agevolmente il ripiano, permettendo nel tempo la realizzazione dell’attuale piazza. Il risultato dell’analisi viene presentato in figura 3, dove sono state tracciate due linee: una in giallo che approssima il profilo del versante, ed una in rosso che schematizza i due ripiani suborizzontali (la sella su cui si imposta la piazza e la sommità del crinale dove si sviluppa la parte alta del paese, compresa la Rocca) e le due superfici inclinate del versan- te Sud (dovuto all’azione erosiva del torrente Pescia) e della scarpata sottostante la Rocca. Quest’ultima si sviluppa in altezza per circa 8 metri ed immerge in direzione oppo- sta allo sviluppo del crinale. Anche se la presenza nella zona di faglie dirette potrebbe aver creato piani inclinati, gli affioramenti dell’area non mostrano zone di frattura e nelle rocce che affiorano nella scarpata non si rilevano segni caratterizzanti il piano di faglia. Per questo motivo si ritiene molto probabile che la scarpata rappresenti il limite di un punto di estrazione da cui attingevano le pietre per la costruzione dei fabbricati.

NOTE

* Dal contributo originario “Studio dell’evoluzione geologica nel paese di Pietrabuona con consi- derazioni in merito ad un’attività estrattiva all’interno della cinta muraria” di Serena Di Grazia nel DVD allegato al volume.

1 Cfr. par.Evoluzione geologica del paesaggio, in questo stesso volume. 2 Tale inclinazione è di poco inferiore a quella dell’immersione degli strati.

3 E. Repetti,Dizionario geografico, fisico, storico della Toscana contenente la descrizione di tutti i

luoghi del Granducato, Ducato di Lucca, Garfagnana e Lunigiana, Firenze 1835-1846, vol. IV, p. 207.

4 P. Biagini,Cave e pietra, pubblicato sul sito: www.svizzera-pesciatina.com/it/pdf/Cave%20e%

20pietra.pdf.

5 Tenendo conto che tra le varie unità del ciclo di Bouma il passaggio è graduale, gli spessori so-

pra riportati sono approssimati, anche in considerazione della variabilità laterale che possono presenta- re tali unità.

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Capitolo II - Il castello di Pietrabuona

Nel documento Il castello di Pietrabuona (pagine 52-55)