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Orientamento astronomico con funzione calendariale delle architetture medieval

Nel documento Il castello di Pietrabuona (pagine 182-188)

Sulla base del rilievo condotto a Pietrabuona, mediante l’utilizzo di strumentazioni in grado di mettere in relazione la dimensione dei manufatti con le relative aperture ango- lari rispetto agli allineamenti astrali, sono state impostate delle procedure di calcolo19 per verificare l’esistenza o meno di riferimenti celesti nelle architetture del paese.

La presenza di simboli solari a Pietrabuona, e diffusamente nella Valleriana20, ha con- tribuito a circoscrivere l’area della ricerca entro i momenti salienti del ciclo annuale sola- re: il tramonto e l’alba nei solstizi invernale ed estivo. L’affiancamento del glifo di un gi- glio (correlato al primo e all’ultimo raggio di sole) con quello di una rosetta a sei petali21 (connessa ai solstizi) ha supportato l’analisi degli allineamenti astrali rispetto alle archi- tetture medievali.

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Nella cultura medievale non era infatti inconsueto edificare manufatti architetto- nici orientati verso peculiari punti di riferi- mento nel movimento solare.

Il solstizio invernale costituiva il climax

del ciclo annuale e della vita: se il sole rappresentava la fonte della vita cosmica e il principio ordinatore dell’universo, de- finire il suo movimento in relazione alle stagioni significava, simbolicamente, ave- re un controllo sul tempo e sulle ritualità quotidiane della vita agreste.

L’orientamento delle architetture, spes- so relazionato a contenuti religiosi in quanto perlopiù relativo a strutture chie- sastiche22, risultava inoltre funzionale al computo del tempo (attraverso il rapporto tra luce, ombra e architettura), sia che ci si riferisse a sistemi di ore con origine mo- bile ma durata costante (come le ore itali- che, nel cui conteggio l’inizio della gior- nata coincideva con il tramonto), sia che si considerassero le ore temporarie della giornata, con origine fissa ma durata va- riabile23. La scansione delle ore canoni- che, oltre che per la liturgia, fungeva in- fatti da partizione temporale della giorna- ta sulla quale si imbastiva l’organizzazio- ne del lavoro: i momenti di alba e di tra-

monto rappresentavano pertanto, assieme alla culminazione solare, dei salienti riferi- menti giornalieri.

Analizzando i manufatti di fondazione romanica di Pietrabuona24, è stato verificato un allineamento tra la Rocca (fig. 5) e gli elementi astrali, in una congiuntura peculiare:

ab occasu solis nel giorno del solstizio d’inverno. Il solstizio invernale rappresenta il giorno nel quale il sole inizia a tramontare più tardi, allungando la durata diurna delle giornate:solis statio è infatti il punto di fermata del sole nell’inversione di moto nella

declinazione e rappresenta dunque il sorgere di un nuovo ciclo, la nascita di un nuovo 181 Simboli, epigrafi e segni di lapicidi

sole25. Questo “capodanno solare” ricopriva un ruolo importante nella cultura medieva- le, poiché rappresentava il superamento della stagione oscura e la rinascita della vita, e veniva celebrato con processioni luminose, soprattutto nei luoghi montani, in una so- vrapposizione di tradizioni popolari e di liturgie cristiane, eredi delle cerimonie pagane romane del Sol Invictus.

In base alle effemeridi relative all’anno considerato26, mediante procedimenti di calcolo si giunge alla valutazione degli allineamenti astrali nel luogo di latitudine, longitudine e al- titudine definiti (latitudine L = 43,930755°, longitudine l= 10,693238°, quota altimetrica

Q= 117m s.l.m.). Il valore computato dell’azimutdel sole – al suo tramonto (altezza sole a

= 0° 00’ 00’’) nel solstizio d’inverno (declinazione Sole d= -23° 27’ = -23,45°) – determi- nato rispetto al Sud con andamento orario, risulta Az= 59,8575° (fig. 6).

L’angolo ottenuto (30,1425° antiorari rispetto all’Ovest) coincide con quello che l’as- se longitudinale della Rocca definisce con l’Ovest (30° antiorari) determinato dal rilievo digitale, con oscillazioni in eccesso di alcuni primi dovute a tollerabili irregolarità per il deterioramento materico del manufatto. La Rocca appare dunque orientata longitudinal- mente verso il punto di tramonto del sole nel solstizio invernale.

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Capitolo II - Il castello di Pietrabuona

NOTE

* Dai contributi originari “Simboli, epigrafi e segni di lapicidi a Pietrabuona: l’analisi iconologica nella conoscenza dei manufatti architettonici” e “Orientamento astronomico con funzione calendariale delle architetture medievali di Pietrabuona” di Cinzia Jelencovich nel DVD allegato al volume.

1 L’iconografia fonda la sua analisi sul riconoscimento descrittivo delle immagini, l’iconologia sot-

tende ad un atto interpretativo dei contenuti; in merito al significato del concetto del simbolo, sull’ico- nografia e sull’iconologia nella storia dell’arte e dell’architettura, cfr. E. Panofsky,Studi di iconologia. I temi umanistici nell’arte, Torino 1975; H. Biedermann, Enciclopedia dei simboli, Milano 1991; G. Cairo, Dizionario ragionato dei simboli, Milano 1967; N. Cecchini, Dizionario sinottico di iconologia, Bologna 1982; J. Chevalier,Dizionario dei simboli, Milano 1986; J.E. Cirolt, Dizionario dei simboli, Milano 1985;. J.C. Cooper, Enciclopedia illustrata dei simboli, Padova 1987; V. Herder, Simboli (Herder lexikon. Simbole), Casale Monferrato 1993.

2 La presenza diffusa di simboli solari in molteplici borghi della Valleriana (tra cui Pietrabuona,

Sorana, Pontito) determina la necessità di un’analisi trasversale sul territorio. Inoltre, eventuali persi- stenze progettuali negli atti di fondazione di insediamenti limitrofi e dei loro circuiti murari possono es- sere riconosciute anche attraverso l’analisi dell’assetto interno e del suo peculiare orientamento.

3 Il regesto dei simboli, degli stemmi, delle iscrizioni e dei segni dei lapicidi a Pietrabuona è stato

Simboli, epigrafi e segni di lapicidi

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Fig. 7 - Grafico delle traiettorie del percorso del sole nel solstizio d’inverno e in quello d’estate nel secolo X: radialmente sono riportati i riferimenti agli angoli azimutali e concentricamente quelli relativi all’altezza sulla linea dell’orizzonte. Sulla planimetria di Pietrabuona è evidenziato l’orientamento longitudinale della Rocca, allineato con il punto di calata del sole nel solstizio invernale (e di alzata in quello estivo)

condotto tra il marzo ed il luglio 2011; per la schedatura completa degli elementi rinvenuti cfr. par. Analisi iconologica ed epigrafica a Pietrabuona. La schedatura dei simboli, delle epigrafi, delle marche lapidarie, nel DVD allegato al presente volume.

4 Sui concetti della disposizione di stemmi e armi sulle facciate dei palazzi di potere o sulle porte

urbiche e sul diverso livello – urbano e territoriale – della loro lettura e del loro significato, cfr. C. Jelencovich,Il castello di Sorana. Simboli, epigrafi e segni di lapicidi, in Il castello di Sorana, di A. Merlo, cit., pp. 171-185.

5 La dominante è presente nel paese a partire dalla seconda metà del Trecento (cfr. par.Note sto-

riche, in questo stesso volume).

6 Lo scudo a testa di cavallo è tra i fondi più antichi usati in Italia; presenta solitamente due an-

goli sul capo, ulteriori due per ciascun lato destro e sinistro, uno sulla punta; a Pietrabuona lo troviamo nella variante barocca a otto angoli (due sulla punta).

7 A Sorana lo troviamo incastonato sulla facciata di un edificio in borgo Paradiso; a Pietrabuona è

presente un ulteriore emblema di Firenze, ma di fattura moderna: il marzocco fiorentino, collocato alla cancellata d’ingresso del palazzo sull’Erta di San Rocco.

8 Lo stemma gentilizio è equiparabile a quello di alcune casate storicamente correlate con il

Pistoiese, Pescia e Firenze: i Salviati, i Sodogi, gli Arferuoli (cfr. par.Indagine archeologica sulle architet- ture, in questo stesso volume), Sull’argomento vi veda: G. Degli Azzi - G. Cecchini, Codice nobiliare aral- dico, Firenze 1928; G. Di Crollalanza, Enciclopedia araldico cavalleresca, Pisa 1876; P. Guelfi Camajani, Dizionario araldico, Milano 1940; O. Neubecker, Araldica. Origini, simboli, significato, Milano 1980; V. Spreti,Enciclopedia storico-nobiliare italiana, vol. I-VII, Milano 1928.

9 Cfr. par.L’immagine descritta, in questo stesso volume.

10 Il trigramma di Cristo IHS entro l’emblema del sole raggiato, ideato da San Bernardino da Siena

quale mezzo vivificante per la sua predicazione, sottende alla simbologia cristiana correlata al numero dodici dei suoi raggi che vengono a sovrapporsi con il numero degli apostoli e con gli articoli del Credo.

11 I quattro evangelisti sono rispettivamente identificati con un simbolo, riconducibile agli eventi

narrati all’inizio di ciascun vangelo: Marco con il leone, Luca con il bue, Matteo con l’uomo, Giovanni con l’aquila; tali simboli vengono di consuetudine raffigurati sulle facciate e nelle navate delle chiese, con funzione catechetica; in Toscana ne sono esempio le decorazioni dell’apparato scultoreo della fac- ciata del duomo di San Cerbone a Massa Marittima; cfr. C. Jelencovich,Regesto e schedatura dei sim- boli, delle iscrizioni e delle marche lapidarie a Massa Marittima, in Le mura di Massa Marittima, una doppia città fortificata, a cura di E. Mandelli, Pisa 2009, pp. 152-158.

12 Il nome della rosetta può variare a seconda dell’ambito culturale che l’ha prodotta: seme della

vita, germe della vita, stella delle alpi, stella a sei punte, rosa celtica, rosa dei pastori, rosa carolingia, sesto giorno della genesi, anche se il più diffuso e universale è quello di fiore della vita.

13 Il simbolo della ruota amplifica il suo significato in associazione al numero dei suoi raggi; se la

ruota a quattro raggi sottende all’espansione nelle quattro direzioni dello spazio dei punti cardinali (ma anche al ritmo quaternario delle stagioni, della luna e della giornata), quella a otto raggi evoca la sud- divisione dello spazio terreno e celeste in un doppio quaternario: quattro raggi a croce ortogonale per la posizione dei punti cardinali negli equinozi (sole ad Est all’alba e ad Ovest al tramonto, oltre al Settentrione e al Meridione) e quattro raggi a croce diagonale per il posizionamento dei punti di alba e tramonto del sole ai solstizi d’estate e d’inverno.

14 Per i calcoli inerenti l’orientamento delle architetture medievali su allineamenti astrali, cfr. par. C.

Jelencovich, Orientamento astronomico con funzione calendariale delle architetture medievali di

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Pietrabuona, nel DVD allegato al presente volume.

15 Il campo epigrafico è caratterizzato dall’aspetto dimensionale e materico del supporto utilizzato,

dalla tipologia di scrittura contenente o meno elementi tachigrafici e forme scrittorie di abbreviazione, dalla tecnica di scrittura, dalla forma grafica, dagli strumenti usati, dalla presenza di elementi ornamen- tali; il quadro di analisi viene integrato da indicazioni sullo stato di conservazione del bene in base al- l’osservazione autoptica ed alla contestualizzazione dei contenuti storici.

16 Cfr. par.L’ospedale di San Matteo, in questo stesso volume.

17 L’iscrizione presenta lacune a causa del degrado per esfoliazione del supporto lapideo. 18 Cantonale di equivalente lavorazione ed apparecchiatura muraria si ritrova sul tratto di mura fio-

rentine tra la Rocca e il cimitero.

19 Cfr. E. Proverbio, Archeoastronomia, Milano 1989; G. Romano, Archeoastronomia italiana,

Padova 1992.

20 Simboli solari sono documentati in tutta la Valleriana: fanno parte di tale famiglia la ruota, la ro-

setta, il disco solare raggiato, la stella a otto punte e il giglio, rinvenuti a Pietrabuona, Sorana, Pontito.

21 La rosetta a sei petali, assimilata alla generazione della vita e all’infinito perfetto movimento ro-

tatorio, risulta spesso raffigurata in composizioni tripartite su architravi affiancata dal sole e dal giglio e si sovrappone alla ruota a sei raggi nell’individuazione delle porte solstiziali. Fa parte dei simboli solari correlati all’esapartitura.

22 L’orientamento canonico delle chiese prevedeva il posizionamento ad Oriente dell’abside, affin-

ché la preghiera fosse rivolta al sole nascente del mattino, perfettamente ad Est nell’equinozio; trovia- mo descrizioni della preghiera ad orientem nei testi di Eusebio di Alessandria, di Sant’Agostino, di San Basilio, nel Didascalion, nelle Costituzioni Apostoliche. Non era però inconsueto l’orientamento in base alla posizione degli astri nelle festività religiose, in particolare quelle connesse con il culto del santo cui era titolata la struttura chiesastica. A Pietrabuona la titolazione della chiesa primigenia è rivolta a San Matteo Evangelista, celebrato il 21 settembre, in connessione con l’equinozio d’autunno. Anche la chie- sa di San Matteo e Colombano (ex oratorio di San Michele) presenta peculiari parallelismi con allinea- menti correlati all’architrave su cui sono scolpiti i glifi solari.

23 Le ore di durata costante erano un ventiquattresimo della giornata, ma la metodologia del loro

conteggio variava nel corso dell’anno in quanto iniziavano dal tramonto, che rappresentava un momen- to basilare per la gestione delle attività lavorative – in prevalenza agresti – che si svolgevano all’aperto. Le ore temporarie avevano di contro un’origine fissa, ma la loro durata risultava variabile: il tempo del dì e della notte veniva suddiviso rispettivamente in dodici ore. Ne derivava che d’inverno, quando l’arco diurnale era più corto, anche le ore del dì avevano durata minore rispetto a quelle della notte, mentre d’estate si verificava l’opposto.

24 Paritetico studio è stato condotto sulle architetture medievali di Sorana, con la scoperta dell’alli-

neamento delle porte urbiche con il punto di tramonto del sole nel solstizio d’inverno e quello di alba in quello d’estate; cfr. C. Jelencovich,Allineamenti astronomici nell’architettura medievale per il computo del tempo: le porte urbiche di Sorana, in Il castello di Sorana, di A. Merlo, cit.

25 Il Dies Natalis Solis Invictus coincideva, per molte religioni antiche, con il giorno di nascita della

divinità: i natali di Horus, di Mitra, di Gesù Cristo, cadevano tra il 21 ed il 25 dicembre.

26 La datazione del manufatto è stata determinata attraverso i documenti storici e la tipologia co-

struttiva (cfr. par.Indagine archeologica sulle architetture, in questo stesso volume).

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