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analisi stilistica degli elementi marmore

L’analisi della decorazione architettonica della Tomba Bella offre elementi utili sia all’inqua-

Per la prima volta, si propone l’analisi complessiva di tutti i materiali architettonici attribuiti

lo studio sistematico degli elementi architettonici rinvenuti nel corso delle recenti campagne (2006- 2007).

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ben datati dell’Asia Minore.

ricerca dal quale non si può prescindere in quanto consente di valutare le soluzioni formali impiega- te nel monumento ierapolitano, alla luce delle articolate tradizioni decorative di prima età imperiale attestate in Asia Minore.

Basi

Le basi attribuite alla Tomba Bella sono di tre tipi: di pilastro d’anta (se ne conservano due in

situ

42)468.

Si tratta di basi ionico-attiche che presentano la medesima sequenza di modanature composta da toro inferiore, scozia e toro superiore; quest’ultimo è conservato solo nella base di colonna (B1), mentre doveva essere lavorato insieme all’imoscapo dei sostegni verticali469 nel caso delle basi dei

pilastri (B2-B3) e delle lesene (B4-B8).

Le basi della Tomba Bella possono essere riferite alla cosiddetta variante “greca”, secondo la suddivisione proposta da L. T. Shoe e B. Wesenberg470.

468 B1-B8. 469

(databili tra l’età ellenistica e, al più tardi, 81 a.C.) e di Magnesia al Meandro nel tempio di Artemis (dopo il 221 a.C.) e nel

propylon del portico orientale dell’agora (datato su base stilistica ad età augustea); RUMSCHEID

470 La “variante greca” è costituita da una scozia posizionata tra due tori, di cui quello inferiore ha diametro maggiore rispetto

a quello superiore, mentre il diametro massimo del toro superiore risulta uguale o di poco inferiore al listello superiore della scozia. Per un approfondimento si veda SHOE 1952, 181; SHOE 1969, 186-204; STRONG, WARD PERKINS 1962, 10; WESENBERG 1984, 162; per la suddivisione delle basi ionico-attiche proposta da Rumscheid si veda RUMSCHEID 1994a, 297-298.

Questo tipo di base discende da modelli di età classica e conosce particolare fortuna in età elle- nistica e nel corso dell’età imperiale in Asia Minore471.

- zia che disegna un quarto di cerchio, non è un elemento diagnostico utile a stabilire una cronologia

sembrerebbero emergere alcune corrispondenze con modelli ben noti di prima età imperiale472.

più adeguato per la morfologia del toro superiore, con le basi di semicolonna dello pseudoportico settentrionale del Sebasteion

un rifacimento in età claudia a seguito di un terremoto473.

È da notare comunque che le basi ionico-attiche con toro superiore fortemente schiacciato appa- iono in Asia Minore già in età ellenistica474 e conosceranno un’ampia diffusione nel corso dell’età

imperiale, con una progressiva standardizzazione della forma durante il II e il III sec. d. C.

Capitelli

Per i valori dimensionali475 è stato attribuito alla Tomba Bella un unico capitello ionico (D1) di

cui, nonostante il cattivo stato di conservazione, si possono individuare i principali caratteri mor-

471 Si vedano, tra gli altri, gli esemplari del tempio di Zeus Sosipolis (221-180 a. C.) e del tempio di Artemis a

Magnesia al Meandro (per la cronologia cfr. in questa sede, nota 469) e del portico del santuario a Priene (155-125 a.C.); RUMSCHEID 1994a, 297-298; RUMSCHEID 1994b, tavv. 78, 88, 166.

472 Vi sono, infatti, analogie per la resa del toro inferiore e della scozia con alcuni esemplari di prima età imperiale di Stratonicea,

(ALZINGER 1974, 28-29, THEODORESCU 1990, 65; MERT 2008, 113)

473

html (num. 9.25); anche in ISMAELLI 2011, 149-201; ad un esame autoptico delle basi di semicolonna dello pseudoportico settentrionale del Sebasteion, il toro superiore risulta fortemente schiacciato come nell’esemplare della Tomba Bella di Hierapolis. Per l’analisi dei materiali architettonici e decorativi del Sebasteion si veda da ultimo SMITH 2013.

474 Già nell’esedra di Hermes (per la discussione cronologica v. RUMSCHEID 1994a, 100, nota 203, 102-104; per P. Schazmann la

datazione del monumento è coeva a quella dell’esedra di Diodoros Pasparos, 69-60 a.C. in RUMSCHEID 1994b, 61), nel tempio di Asclepio sulla terrazza superiore del ginnasio (dopo il 197 a. C.) e nel portico nord-ovest del santuario di Atena (197-159 a.C.) a Pergamo, e nel ginnasio di Rodi (età ellenistica); RUMSCHEID 1994b, tavv. 114, 131, 133, 172.

475 Si veda l’analisi proposta in questo volume, 81-83.

La decorazione architettonica: analisi stilistica degli elementi marmorei 147

Il capitello D1 è costituito da un echino decorato da un kyma ionico a cinque ovoli e lancette,

476. La morfologia degli

ovoli, come evidenziato dal Rumscheid, non presenta uno sviluppo formale lineare in quanto, già con l’età ellenistica, si rileva il ricorso a forme diverse e a molteplici varianti477. Si possono tuttavia

-

dell’età ellenistica478; gli sgusci, separati dagli ovoli con un netto solco, sono piuttosto sottili e, se-

guendo l’andamento degli ovoli, anch’essi hanno una terminazione appuntita. Da un punto di vista cronologico si può evidenziare una generale evoluzione di ovoli e sgusci dalla forma arrotondata a - po lineare delle forme479. Le lancette presentano una sezione triangolare e incrociano gli sgusci nel-

la porzione superiore. La presenza delle lancette nei kymatia ionici, nota già in età arcaica, prosegue senza soluzione di continuità sino alla prima età imperiale per poi essere generalmente sostituita da un motivo a punta di freccia480: questo cambiamento non costituisce però una discriminante cro-

delle lancette481, non mancano esempi di fregi ad ovoli e punte di freccia già nella prima età impe-

riale. Nella stessa Hierapolis il motivo è presente nei capitelli dorici del Portico del Santuario482 e

nei capitelli ionici e nel coronamento del fregio del Tempio di Apollo d’età tiberiana483 e ancora ad

Afrodisia nella peristasi giulio-claudia del tempio di Afrodite484.

Il tratto morfologico più carat- teristico del capitello ionico della Tomba Bella è però rappresentato dalla composizione del pulvino.

da un motivo decorativo a foglie d’acanto orizzontali, con balteo de- limitato da un nastro intrecciato e decorato da fogliette embricate485,

non trova diffusi confronti in Asia Minore nelle prime fasi dell’impe- ro, se non in due capitelli efesini di età augustea provenienti dal Clivus

476 BINGÖL 1980, 19-40; RUMSCHEID 1994a, 305.

477 A differenza di ciò che accade dall’età arcaica sino all’inizio del IV secolo a.C. in cui è ancora possibile seguire lo sviluppo

dei dettagli formali del fregio ad ovoli; RUMSCHEID 1994a, 254.

478 Per la tipologia degli ovoli si veda RUMSCHEID 1994a, 253-258.

479 Ovoli e sgusci con punte arrotondate sono documentati ancora in età ellenistica e nella prima età imperiale, così come è

RUMSCHEID 1994a, 253-258.

480 Tematica già discussa in passato da WIEGAND 1914, 40-42; EBERT 1922, 2464-2469; WEGNER 1957, 55-56; LEON 1971, 244-

245, 265-268; recentemente è stata ripresa per il periodo ellenistico da RUMSCHEID 1994a, 253-258 e per l’architettura di età imperiale di Sagalassos da VANDEPUT 1997, 143-147.

481

WAELKENS 1987, 124.

482 Prima età imperiale; ISMAELLI 2009a, 362-365.

483 Già in D’ANDRIA 2007, 19-26; recentemente in SACCHI, BONZANO 2012, 325-357. 484 THEODORESCU 1990, 62; RUMSCHEID

485 Si rimanda alla descrizione in questo volume, 46-47.

Sacer486 e dalla stoa-basilica487, mentre conoscerà

un’ampia diffusione nel corso del II secolo d.C.488.

Un dato molto interessante, però, è la presenza dello stesso schema compositivo anche in uno dei capitelli ionici dal Tempio di Apollo di Hierapo- lis489, sebbene in questo caso le fogliette embricate

che decorano il balteo siano rivolte verso l’alto. Il puntuale confronto con i materiali del tempio, quin- di, induce a considerare l’esistenza di una comune circolazione di modelli tra i cantieri giulio-claudi ierapolitani sulla cui rilevanza si discuterà ampia- mente più avanti.

L’elemento certamente più utile a stabilire un orizzonte cronologico di riferimento del capitello della Tomba Bella è offerto dalla conformazione - te agli esemplari più comuni, che presentano lobi articolati in lobetti delimitati da occhi d’ombra di diversa forma490, la foglia d’acanto si caratterizza

- mente concave e occhi d’ombra a goccia; la nerva- tura centrale è a rilievo e marcata da solchi incisi lungo i suoi margini.

Questo tipo di foglia d’acanto sembrerebbe de- rivare da alcuni esemplari noti in età ellenistica, i cui modelli sono di tarda età classica. Si tratta di fo-

Blattlappen»491; esempi microasiatici più antichi

sono offerti, tra gli altri, dai capitelli d’anta dell’ordine superiore del Charmyleion 492,

486 Clivus Sacer (per lo schema decorativo del capitello cfr. BINGÖL 1980, 101,

n. 124, tavv. 4-33) è pertinente solo dal punto di vista compositivo in quanto rappresenterebbe, con quello della stoa-basilica (si veda nota 487), il primo esempio attestato in Asia Minore in cui il pulvino con foglie d’acanto orizzontali è associato ad un balteo con fogliette embricate verso il basso e nastri intrecciati di delimitazione, mentre si differenzia dall’esemplare della Tomba Bella per la resa delle foglie acantine.

487 ALZINGER ALZINGER 1974, 28-29; RUMSCHEID

1994b, 17; SCHERRER 2000, 158. Per un generale inquadramento delle fasi della stoa-basilica si veda MITSOPOULOS-LEON, LANG-AUINGER 2007.

488

delle delimitazioni dei baltei e propone uno schema cronologico di riferimento stabilendo le associazioni tra i diversi motivi decorativi attestati in tutta l’Asia Minore; BINGÖL 1980, 101.

489 SACCHI, BONZANO

490 Questo tipo di foglia d’acanto è attestato diffusamente nei capitelli corinzi nel corso dell’età ellenistica (RUMSCHEID 1994a,

263-268), ma è presente soprattutto nei capitelli ionici di prima età imperiale in Asia Minore, tra i quali si ricordano quelli del tempio di Afrodite ad Afrodisia attestati in più varianti (BINGÖL 1980, 92), i capitelli del tempio di Stratonicea (MERT

2002, 187-203; MERT agora tetragona (RUMSCHEID 1994b,

ALZINGER 1972, 82-101; ALZINGER 1974, 48-49; SCHERRER 2000, 140-146;

HALFMANN SCHERRER, TRINKL

2006) e nella stoa-basilica (RUMSCHEID

491 RUMSCHEID 1994a, 266.

492 Stilisticamente databile al primo quarto del III sec. a.C.; RUMSCHEID 1994a, 78, 266; RUMSCHEID

Fig. 129a-b Particolare delle foglie d’acanto del pulvino di D1.

La decorazione architettonica: analisi stilistica degli elementi marmorei 149

dalla sima del Laodike-Bau a Mileto493, ma anche dal capi-

tello dal santuario di Atena a Priene494 e dalla sima rampan-

te del tempio di Atena sempre a Priene495; potrebbe essere

annoverato tra questi anche il capitello corinzio di pilastro d’angolo, attualmente conservato nel Museo di Bergama,

496

- semplare ierapolitano sono gli acanti realizzati sulle cor-

questo tipo di foglia compare sulla faccia inferiore delle cornici della c.d. Ara Augusti497 -

feriori dei modiglioni della palestra delle terme di Capi- tone498, per poi essere impiegato a Mileto anche nel corso

499

Quanto allo schema e alla resa della foglia d’acanto su pulvino, il confronto più immediato sembrerebbe essere offerto da un capitello ionico della peristasi del tempio di Afrodite ad Afrodisia500, attribuibile ad età giulio-claudia:

la foglia è caratterizzata, anche in questo caso, da una ner- vatura centrale a rilievo delimitata da solchi incisi, e lobet-

esempio, al momento noto, di foglia d’acanto con ampi lobetti attestata nei pulvini della prima età imperiale in am- bito microasiatico, dato che il tipo diventerà più frequente nei capitelli ionici solo nel corso del II e del III sec. d.C.501

La decorazione dell’abaco è costituita da un kyma ioni-

decorazione dell’echino, se ne differenzia per minore pla- sticità.

Anche se il kyma ionico rappresenta uno dei motivi decorativi meno utili per la determinazione cronologica, la presenza di ovoli e lancette sull’abaco costituisce una chiara continuazione dei moti- vi ornamentali di età ellenistica in quanto, generalmente, nel corso dell’età imperiale il kyma ionico viene progressivamente sostituito dal kyma lesbio502.

493 RUMSCHEID 1994a, 266, con datazione al 259-253 a.C. 494 Per la cronologia cfr. RUMSCHEID 1994a, 266; RUMSCHEID 495 Stilisticamente età augustea, v. RUMSCHEID 1994a, 42, 266.

496 Per la discussione cronologica si veda RUMSCHEID 1994a, 327; RUMSCHEID 497 Su base stilistica, inizio del I sec. d.C. (KÖSTER

498 KÖSTER 2004, 33-37, 41). 499 Ad esempio nelle cornici del ninfeo (KÖSTER

KÖSTER

veda KÖSTER 2004, 77.

500 THEODORESCU

501 Si ricorda però che gli esemplari di foglie d’acanto con lobetti che decorano i pulvini dei capitelli ionici di II e III secolo d.C.

sono realizzati con un massiccio impiego del trapano (BINGÖL 1980, 95 e 103), caratteristica questa assente nell’esemplare della Tomba Bella.

502 Per la continuità dei repertori ornamentali di tradizione ellenistica con kymatia ionici sugli abaci cfr. RUMSCHEID

1994a, 307.

Fig. 130 Pergamo, capitello d’angolo di provenienza incerta

(da RUMSCHEID 1994b).

Fig. 131 Cornice della c.d. Ara Augusti di Mileto (da KÖSTER 2004).

In conclusione, il capitel- lo D1 non presenta confronti

ambito microasiatico. La pre- senza di pochi caratteri crono- logicamente diagnostici, quali le foglie acantine dei pulvini, se induce ad un inquadramento dell’esemplare nella prima età imperiale, tuttavia impedisce di stabilire una datazione puntuale del pezzo, anche a causa del cat- tivo stato di conservazione del marmo. Inoltre, l’eccezionalità di certi schemi compositivi e del trattamento dei dettagli impone cautela nell’analisi dei singoli motivi decorativi che sembrerebbero rappresentare un tratto distinti- vo e forse sperimentale rispetto alle forme più comunemente diffuse in Asia Minore.