• Non ci sono risultati.

La Tomba Bella nella decorazione architettonica microasiatica

- dere le problematiche relative alle botteghe attive nella città di Hierapolis nel corso della prima età imperiale, anche alla luce dei rapporti con i vicini distretti territoriali.

L’analisi sistematica dei materiali marmorei ha consentito, infatti, di individuare le caratteri-

decorative più diffuse in ambito microasiatico, dall’altro presentano tratti assolutamente originali e distintivi.

È necessario, pertanto, passare in rassegna le principali componenti della decorazione architetto-

l’origine delle maestranze attive sul monumento.

Le basi attribuite alla Tomba Bella rientrano nella più comune tipologia ionico-attica riferita alla c.d. “variante greca”, ma l’insolita morfologia del toro superiore, fortemente schiacciato, si carat- terizza come elemento distintivo nel panorama microasiatico di prima età imperiale e trova il suo confronto più adeguato solo nello pseudoportico settentrionale del Sebasteion di Afrodisia.

Quanto ai capitelli, lo schema ornamentale dell’unico esemplare attribuito alla Tomba Bella

materiali del Tempio ierapolitano di Apollo. La conformazione della foglia d’acanto sembra invece derivare da un patrimonio formale già noto in particolare nelle città ellenistiche della Ionia; tuttavia, sia lo schema che la resa della foglia d’acanto riconducono piuttosto a produzioni afrodisiensi691.

Nel coronamento parietale, invece, si assiste all’impiego di un patrimonio formale comune nel corso della prima età imperiale che affonda le sue radici nelle esperienze microasiatiche ellenistiche ma con ampi rimandi alla tradizione ornamentale occidentale. Del tutto consueti, infatti, sono i mo- tivi decorativi con astragali, kymatia ionici e anthemia che, seppure applicati in diverse soluzioni, si rifanno ad un repertorio decorativo piuttosto omogeneo in ambito microasiatico. In particolare gli

anthemia trovano un preciso parallelo per lo schema e per la resa dei singoli dettagli a Hierapolis

- ti dimostrano che le tipologie possono condurre a repertori di origine italica. Già Rumscheid ha evidenziato un rimando alla tradizione occidentale, soprattutto italica, per le numerose varietà di

692: sebbene per gli schemi decorativi si sia, in genere,

conservata la tradizione microasiatica, con l’età imperiale e l’instaurarsi dei nuovi rapporti politici con Roma si diffusero nuovi dettagli ornamentali derivanti da modelli italici che, applicati alle - architettonica di

691 In questo volume, 149. 692

dettagli e motivi ornamentali che, precedentemente assenti in Asia Minore, dall’età augustea si inseriscono nella tradizione decorativa microasiatica, assumendo una “funzione speciale” nella loro applicazione sui monumenti; si veda RUMSCHEID 1994a, 344; tema affrontato recentemente anche da PLATTNER 2007.

Mileto: egli ha notato come i motivi decorativi impiegati nel Tabernakelbau, realizzati da scalpel- lini microasiatici693, presentino chiari rimandi alla decorazione architettonica dell’Italia, in parti-

colare proprio nella realizzazione delle rosette694. Anche Mert è giunto ad un’analoga conclusione

sottolineando la diffusa presenza di schemi compositivi di tradizione microasiatica e di dettagli che si rifanno, invece, negli elementi vegetali, ad un repertorio ornamentale occidentale695.

decorazione della Tomba Bella e quelli del Portico del Santuario di Apollo, per i quali sembrerebbe riconoscibile appunto un’origine italica696, inducono a considerare la possibilità che le maestranze

operassero su un repertorio decorativo microasiatico, permeato però da elementi di un linguaggio ornamentale di diversa tradizione, che giunge nei centri d’Asia Minore proprio in età augustea697.

L’analisi del fregio-architrave del monumento ha permesso di individuare soluzioni decorative atipiche nel quadro delle produzioni microasiatiche coeve, anche in riferimento ai repertori deco- rativi di prima età imperiale documentati nella stessa Hierapolis. Infatti, mentre l’architrave rientra nella più frequente tipologia ionica composta da tre fasce lisce, lo schema decorativo del fregio con sequenza di foglie d’acanto non trova confronti puntuali e costituisce una formula sperimentale che enfatizza i dettagli dei più comuni fregi a tralci. Gli unici casi di prima età imperiale al momento - no uno schema compositivo diverso dagli esemplari della Tomba Bella698. Anche per la singolare

confronti puntuali in area anatolica se si prescinde da un interessante parallelo nel fregio dell’Okto-

gonbau

una volta numerosi i confronti con l’ambito efesino di prima età imperiale; tuttavia, i caratteri che emergono dalla resa delle pagine fogliacee sono riscontrabili soprattutto negli acanti dei capitelli e delle cornici provenienti dal Tempio di Apollo nella stessa Hierapolis699. Appare evidente, pertanto,

l’originalità del fregio della Tomba Bella per il quale emerge l’impossibilità di individuare modelli di riferimento, sebbene il rimando all’arte efesina di età augustea dimostri ancora una volta rinvii ad un ambiente caratterizzato da una radicata tradizione.

Le cornici si inseriscono fra le formule più diffuse in età imperiale nell’architettura microasiatica

essenzialmente con l’ambito milesio, come già nel caso del capitello ionico700. I lacunari ornati da

occidentale e, come nel caso dei materiali del fregio parietale, lasciano supporre l’esistenza di un repertorio ornamentale di tradizione italica giunto evidentemente in Asia Minore e noto alle mae- stranze attive nel monumento. È necessario, inoltre, mettere in evidenza la presenza dell’elemento

geisa della Tomba Bella: questa caratteristica diventerà

l’applicazione di articolati motivi ornamentali anche in questa porzione della trabeazione. L’ele-

chiusa, costituite dall’unione di due semi-palmette: esse derivano da un repertorio diffuso già nei

693 Già in KÖSTER 1994, 237-301; KÖSTER 2004, 163-168. 694 KÖSTER 2004, 9-12.

695 MERT 1999, 70, 93; MERT 2008, 126-127, 218-220. 696 ISMAELLI 2009a, 376.

697 Anche per i fregi vegetali cfr. ISMAELLI 2009b, 151. 698

699 SACCHI, BONZANO 2012, 325-357. 700 C.d. Ara Augusti e terme di Capitone.

La Tomba Bella nella decorazione architettonica microasiatica 179

fregi a tralci di età ellenistica, ma, in questo caso, si caratterizzano come elementi vegetali indipen- denti e autonomi. Dal punto di vista tipologico, gli unici esemplari che possono essere confrontati con i modelli ierapolitani si trovano nei fregi protoaugustei dal teatro di Afrodisia, con i quali le

- retta interpretazione della decorazione architettonica della Tomba Bella.

- mente trovano precisi paralleli, è certamente possibile individuare il riferimento a repertori orna- mentali ben noti in Asia Minore nel corso dell’età ellenistica e protoimperiale. Alcune delle tipo-

essenzialmente con quei centri permeati di una forte tradizione architettonica: in particolare, si è detto come l’inconsueto schema della foglia d’acanto applicata sui pulvini del capitello e sulle cor-

kymatia ionici e anthe- mia si può riconoscere il riferimento a questo comune patrimonio formale: data l’ampia diffusione

decorativo microasiatico701.

Nel quadro che si è delineato, sono evidenti anche rapporti con la vicina città di Afrodisia, il cui - ge il patrocinio di Zoilos. Sono stati individuati, infatti, alcuni rimandi essenzialmente per le basi ionico-attiche e per alcune tipologie vegetali, quali le foglie d’acanto del capitello e le palmette dei

geisa. Nonostante i confronti proposti inducano a considerare l’esistenza di un rapporto con la vici-

na città caria, non si può certamente ipotizzare tout court l’intervento di lapicidi afrodisiensi nella realizzazione della Tomba Bella. Infatti, ad un’analisi di dettaglio sembrano delinearsi solo limitate

Anche per il II-III secolo, del resto, il rapporto tra Hierapolis e Afrodisia è piuttosto complesso: infatti, è stata già suggerita la partecipazione di maestranze provenienti dalla vicina città per i gran- di cantieri della stoa-basilica dell’Agora Nord702 e della frontescena del Teatro severiano703, ma al

momento tale proposta non è accettata in modo concorde704.

Sono invece da considerare i rimandi stilistici con gli altri monumenti di Hierapolis come il vi- cino Santuario di Apollo. In particolare va ricordato lo schema del capitello ionico, che trova il suo confronto più puntuale proprio nel Tempio, e paralleli precisi sono proposti anche per le tipologie acantine, con la conformazione della pagina fogliacea a grandi lobi e profondi occhi d’ombra, ora a cuore ora triangolari, e per l’impiego di certi schemi decorativi dell’anthemion, con l’alternanza

non è insolito che artigiani attivi nei cantieri pubblici prendano parte anche alla decorazione dei

705. Pertanto,

è plausibile che gli scalpellini impegnati nel Santuario di Apollo siano stati coinvolti anche nella realizzazione della Tomba Bella706.

701 Si rimanda all’ampia discussione proposta in questo volume per il capitello, fregi parietali e modanature di coronamento,

146-161.

702 BARRESI 2003, 93; PENSABENE 2006, 44, 53.

703 PENSABENE 2006, 45, 53, 55-56; PENSABENE 2007, 303-307.

704 Stoa-basilica di Hierapolis in ROSSIGNANI,

SACCHI 2007, 405-406.

705 Si veda per Hierapolis la decorazione del fregio della Tomba di Flavio Zeusi in ISMAELLI 2009a, 400. 706

- - to della ricerca sulle decorazioni architettoniche dei monumenti ierapolitani di prima età imperiale

707.

Tuttavia, i frequenti rimandi agli ornamenti della peristasi del Tempio di Apollo e del Portico

botteghe qui operanti fossero probabilmente locali.

A tale conclusione è giunto anche T. Ismaelli nel recente lavoro sull’architettura dorica di Hiera- polis: dall’analisi dei monumenti dorici di prima età imperiale emerge, infatti, una chiara originalità

708. La coerenza dell’evoluzione di

questa tradizione architettonica ha suggerito l’attività di una o più botteghe locali, operanti in città

dato il carattere marcatamente omogeneo709.

Per quanto riguarda la Tomba Bella, i singoli elementi formali dei materiali architettonici non possono al momento essere inseriti in una linea evolutiva del tutto chiara e coerente: certi elementi - lizzate, attive nel medesimo lasso di tempo in più cantieri cittadini, sia pubblici che privati.

Questo dato sembrerebbe supportato anche dall’analisi della decorazione architettonica del sar- cofago della Tomba Bella. Infatti, se da un lato i confronti proposti per il sarcofago confermano il rimando ad un repertorio ornamentale ben radicato nella tradizione architettonica microasiatica, l’uso di soluzioni decorative originali710 e l’impiego di caratteri formali ricorrenti anche nella de-

711

lapicidi, probabilmente locali, che avrebbero operato sia nella decorazione del monumento che in quella del sarcofago712.

Queste botteghe, pertanto, formatesi su un repertorio ornamentale di tradizione microasiatica e ben consapevoli delle esperienze artistiche delle vicine città della Ionia e della Caria, hanno elabo- rato a Hierapolis un linguaggio architettonico che ha dato vita ad una produzione con tratti, a volte, del tutto originali.

R.U.

707 Si ricordano i recenti studi sui monumenti di prima età imperiale di Hierapolis: per il Ginnasio, la Stoa di Marmo e il Portico

del Santuario di Apollo, cfr. ISMAELLI 2009a; per il Monopteros del Santuario di Apollo, cfr. ISMAELLI 2009b; per la prima fase del teatro, cfr. SOBRÀ, MASINO 2010, 373-412; MASINO, SOBRÀ 2012, 207-235; POLITO 2012, 177-207; per l’area del Santuario di Apollo e per il Tempio di Apollo, cfr. SEMERARO 2005, 83-98; SEMERARO 2007, 433-454; SEMERARO 2008, 179-190; SACCHI, BONZANO 2012, 325-357; SEMERARO 2012, 293-324; per il sarcofago della Tomba Bella già ROMEO 2011, 199-210.

708 ISMAELLI 2009a, 399.

709 Per un approfondimento, si veda ISMAELLI 2009a, 394-400.

710 Si prenda ad esempio la serrata sequenza di fogliette acantine e lo schema con volute a “medaglione” dei girali d’acanto del

basamento; in questo volume, 188-191.

711

e gli anthemia.