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L’heroon ierapolitano si contraddistingue anche per la forma e per gli elementi compositivi del

una facciata ionica, distila in antis, e da una breve gradinata che consentiva l’ingresso in un piccolo vestibolo occupato da sedili di marmo. Il nucleo, completamente costruito con blocchi di travertino, era rivestito con lastre e modanature marmoree mentre gli spigoli erano coperti da lesene angolari.

Nella Tomba Bella il podio, privo al suo interno di camera funeraria, forniva un solido piano di appoggio alla struttura naomorfa dell’ordine superiore e al contempo serviva a sorreggere il pesante sarcofago collocato nella cella418.

L’idea di elevare le spoglie mortali del defunto dal piano inferiore alla sommità del monumento ha origini molto antiche e, al di là della forma ad esso attribuita, implica tutto un complesso di ri- ferimenti allusivi e di motivi, non ultimo quello legato alla sicurezza, interpretabili principalmente dal punto di vista simbolico-cultuale e religioso419.

- to da terra, rappresentato da un numero svariato di esempi, ebbe un’ampia e uniforme diffusione nelle diverse necropoli dell’impero. Nel territorio microasiatico, in particolare nelle regioni sud- occidentali, essa, combinandosi variamente con tradizioni e atteggiamenti locali diede vita ad una molteplicità di forme architettoniche, in gran parte attestate nelle necropoli ierapolitane420, aventi

come elemento costitutivo comune l’alta base sul quale era innalzato il sarcofago.

monumen- tum, nell’accezione funeraria, in cui il principio della verticalità, sebbene assai meno marcato ri-

spetto alle tombe a edicola cuspidata o a torre421

ponendolo di fatto in una posizione privilegiata rispetto agli altri422.

Simbolicamente, la sopraelevazione del sarcofago segnava la distanza tra il mondo dei vivi del piano inferiore e quello dei morti, rappresentato metaforicamente dal piano elevato, e isolava questa parte della tomba restituendone l’immagine di un luogo impenetrabile, staccato dalla realtà

417 -

ziona due fratelli, Menodotos e Tedianos, titolari del sepolcro e alcuni familiari sepolti con loro (vedi CORMACK 2004, 209).

418 Non sempre però l’articolazione della tomba su più piani ha prevedeva la sopraelevazione del locus sepulturae che rimaneva

al piano più basso; cfr. CORMACK 2004, 112-116.

419 SCHNEIDER EQUINI 1972, 105-110. 420

trovò applicazione nelle svariate soluzioni architettoniche presenti soprattutto nella Necropoli Nord che prevedevano la disposizione del sarcofago su un basamento a gradini, su una piattaforma a esedra, su un podio con camera funeraria interna o su strutture a forma di casa con tetto piano (vedi SCHNEIDER EQUINI 1972, 98-138; RONCHETTA 1999, 131-164; da ultimo

ATLANTE HIERAPOLIS).

421 Per questi tipi monumentali vedi VON HESBERG 1994; BERNS 2003, 135-136.

422 Nelle aree cimiteriali particolarmente affollate o negli spazi ristretti, l’alto podio serviva a dare visibilità alla tomba e ad

urbano come nell’heroon di nord-ovest a Sagalassos (vedi in questo volume, 130-131, note 406-409) o nei diversi monumenti SPANU

intra moenia in Asia

terrena423, e col quale lo spettatore non aveva la pos-

sibilità di interagire direttamente424. Nel contempo

tale soluzione rappresentava uno dei tanti modi col quale i committenti, specie quelli più ambiziosi, cer- cavano di affermare la propria personalità e di ren- dere pubbliche le loro opere.

Il podio, in relazione anche al tipo di struttura che era chiamato a sostenere, poteva assumere for- me e dimensioni diverse; le sue pareti erano lasciate a facciavista o potevano essere rivestite con lastre marmoree, modanature, motivi ornamentali e scene

economiche del titolare della tomba. Negli esempi monumentali prevale l’uso di costruire podi con for- me semplici, lineari, privi di particolari articolazioni volumetriche, tanto in facciata come sui restanti lati. Lo documentano bene le numerose tombe a edicola di Termessos, datate tra II e III secolo425, così come

alcuni monumenti funerari efesini426, l’heroon di

Sagalassos427 e il mausoleo di Zoilos ad Afrodisia428, per citare solo alcuni degli esempi cronologi-

camente più vicini alla Tomba Bella.

423 L’idea che l’elevazione del defunto insieme alla inacessibilità dello spazio funerario fosse un modo per avvicinare i defunti

agli dei è proposta da MATZ 1928, 276-277 e poi ripresa da BORCHHARDT 1993, 21 per le tombe licie.

424 Nel caso della Tomba Bella la distanza tra monumento e spettatore era accentuata ulteriormente per la presenza del peribolo

che, da un lato, impediva ai passanti il libero accesso allo spazio funerario, dall’altro, limitava al solo piano superiore la visi- le stesse soluzioni architettoniche, i temi decorativi e i materiali impiegati per la realizzazione della parte soprastante (per la proposta ricostruttiva dell’ordine inferiore vedi in questo volume, 67-97).

425 Vedi in questo volume, note 321, 410.

426 Monopteros (per

BERNS 2003, 79-81, 194-198; CORMACK 2004, 222, con

427 Vedi in questo volume, 130-131. 428 SMITH 1993.

Heroon di Androclo. Assonometria

ricostruttiva (da GALLI 2007-2008).

Fig. 117

Demircili. Tomba n. 2, sezione longitudinale e planimetria del piano (da MACHATSCHEK

La Tomba Bella nell’architettura funeraria microasiatica: tipologia e confronti 135

Si distingue da essi il cd. heroon 429 dotato di un alto basamento decorato

con lesene e semicolonne doriche il quale presenta una caratteristica pianta ad “U” con due avancor- pi angolari disposti in facciata che servivano a sostenere un colonnato ionico e un loggiato destinato

Sono però ancora una volta le tombe n. 2 e n. 4 di Demircili430 a fornire anche per l’ordine in-

come la struttura soprastante, è articolato in maniera da accentuare la visione frontale del complesso architettonico segnato da una facciata ionica, distila in antis, preceduta da un piccolo vestibolo ri- cavato tra le ante431. I restanti lati sono invece formati da pareti lisce decorate con lesene angolari e

racchiudono un piccolo ambiente privo di passaggi o varchi di accesso, forse destinato ad ospitare delle sepolture aggiuntive432.