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Le fasi di riutilizzo, di spoliazione e di riscoperta

non possono prescindere dalla valutazione delle profonde trasformazioni che la Tomba Bella subì nel corso del tempo. Tali cambiamenti possono essere visti come conseguenza non solo di eventi

53, ma anche delle

numerose manomissioni che interessarono direttamente il monumento, dalle varie trasformazioni urbanistiche della città frigia54

- stinguere, lì dove possibile, gli interventi operati nel corso del tempo sul monumento a partire

46 Vedi in questo volume, 38-39.

47 Sulle diverse fasi di occupazione del complesso funerario vedi in questo volume, 12-18.

48 Il tratto meridionale di tale muro, in corrispondenza di ciò che resta di una costruzione tarda, è costituito da blocchi di traver-

tino di reimpiego tra i quali architravi e due cornici a doppio spiovente.

49 Lo sviluppo di questo lato del muro di recinzione si interrompe in prossimità dei blocchi della facciata delle cosiddette “Case

Fiorentini” (si veda ISMAELLI 2009a, 232-233); non è possibile al momento stabilire se il muro meridionale proseguisse ancora verso est o se quello che è attualmente visibile costituisca l’originario limite orientale del recinto (il cui ultimo blocco conser- vato è posto a ca. 4,50 m dal lato est del podio).

50

e in alcuni casi reimpiegate nella stessa struttura muraria.

51 L’apertura del muro e gli elementi architettonici conservati sono stati verosimilmente utilizzati anche nelle successive fasi di

occupazione del sito per consentire l’ingresso alle strutture che avevano invaso l’area funeraria (vedi in questo volume, 37-41).

52 Ai blocchi in situ vanno aggiunti un grosso frammento di stipite (T18) ed un architrave (T19), anch’essi di travertino, rinve-

119-124)., si adattano bene a quelle dell’apertura e della relativa soglia.

53 Le attività sismiche a Hierapolis e nelle zone limitrofe sono documentate in GUIDOBONI, COMASTRI, TRAINA 1994; ALTUNEL 2000,

299-314.

54 ATLANTE

Il monumento e il suo recinto 13

dall’analisi delle strutture conservate in situ (podio, recinto, pavimentazione marmorea). Questo, tuttavia, consapevoli del fatto che lo sconvolgimento dell’area, conseguenza della continuità inse- diativa perdurata probabilmente sino all’abbandono dell’abitato55, non ci permette di individuare in

modo chiaro le diverse fasi di occupazione e le trasformazioni rese spesso necessarie dal ripetersi

e che sconvolse l’intera città. Non sappiamo dunque se, nel complesso, il monumento funerario subì danni e di che entità e se fu oggetto di lavori di consolidamento, di restauro e/o sostituzione degli elementi decorativi56.

Ciò che al momento è possibile stabilire, è che l’area occupata dalla Tomba Bella, o perlomeno

55 Cfr. ATLANTE HIERAPOLIS, 44-47,

56 Sono visibili delle lesioni su due blocchi del podio (P30 e P55) conseguenza verosimilmente del terremoto del 60 d.C. o di

successivi eventi sismici, mentre un tassello di restauro (0,14 x 0,055 m; P: 0,06 m), ricavato in prossimità dello spigolo sud- operato già in antico per il cedimento strutturale del pilastro soprastante.

Fig. 15

Regio I. Planimetria

complessiva del settore sud-occidentale; in evidenza i resti della Tomba Bella e delle botteghe di epoca ISMAELLI 2009a).

avviato dopo il terremoto del 60 d.C. che comportò la costruzione di numerose botteghe affacciate, con le loro imponenti facciate doriche, sulla Via di Frontino57.

L’analisi condotta proprio su alcune di queste botteghe costruite a ridosso del lato occidentale della plateia ha permesso di calcolarne la profondità verso ovest di 8,30 m58; il dato è utile a stabi-

lire se alcune di esse, in particolare quelle costruite a ridosso del limite sud-occidentale della Regio I59, abbiano invaso o meno lo spazio originariamente occupato dalla Tomba Bella. In particolare, la

bottega A160, che si affaccia a sud sullo stenopos lungo le Mura Bizantine, conserva per intero l’am- 61; sulla faccia

settentrionale di tale pilastro si appoggia un muro bizantino (m1) che sembra aver sostituito un setto murario più antico62, mentre a ridosso del suo lato occidentale è posto l’ultimo blocco visibile ad est

- vati alla Tomba63 o se, invece, tali spazi e le relative strutture siano state completamente risparmiate

Alla monumentalizzazione del principale asse viario della città, frutto probabilmente di un pro-

getto unitario64 -

no profondamente tanto l’aspetto quanto la destinazione d’uso di molte aree di Hierapolis, compresa

57 Vedi in questo volume, 3-6. 58 ISMAELLI 2009a, 232-237.

59 Si fa qui riferimento agli ambienti posti dietro le semicolonne con pilastro 55b-65b in un settore denominato “Case Fiorentini”,

che nel I sec. d.C. non costituiva una realtà unitaria; solo nella fase proto-bizantina tale area, posta a ridosso della Tomba, venne occupata da un’ampia abitazione (ambienti A1-A7); vedi supra ISMAELLI 2009a,

60

ISMAELLI 2009a, 189).

61

della bottega A1 e, verosimilmente, delle altre strutture coeve costruite lungo il limite occidentale della Via di Frontino.

62 ISMAELLI 2009a, 232.

63 Non si esclude, infatti, la possibilità che il recinto funerario possa aver subito danni in conseguenza del sisma del 60 d.C. e che

seppur in parte, l’originaria area funeraria della Tomba Bella.

64 ISMAELLI 2009a, 275, 445-454.

Fig. 16

Tratto sud-orientale del recinto funerario inglobato in una struttura bizantina (A2). Vista dall’interno.

Il monumento e il suo recinto 15

di vani su strutture preesistenti, il riutilizzo di muri antichi e la costruzione di nuovi setti murari65,

- meno, ci permette di porre in relazione tali interventi con quelli visibili sul monumento funerario.

residenziali bizantini66 del settore sud-occidentale della Regio I, ha permesso di individuare un’am-

pia abitazione di età protobizantina67 (ambienti A1-A7) che veniva ad inglobare l’area occupata 68.

Nella fase bizantina, però, le strutture che in misura maggiore invasero l’antico spazio riservato al monumento funerario furono gli ambienti A8 e A9, posti rispettivamente a sud e ad ovest della

65 La maggior parte di questi setti murari furono oggetto di restauro già in antico con il reimpiego di blocchi di marmo e di

travertino provenienti dalle strutture più antiche presenti nell’area.

66

reimpiego, uniti con malta poco tenace.

67 La struttura residenziale era provvista di un cortile interno con lastre di travertino e di un vestibolo con pavimento a tavelle

ATLANTE HIERAPOLIS, 39, 42, nota 69; ISMAELLI

68

tale parete fungeva anche da muro di fondo per l’ambiente A4.

Fig. 17 Tomba Bella, lato ovest. In evidenza gli spazi del complesso funerario occupati da strutture bizantine (A8-A9).

Dell’ambiente A8, ampio ca. 7,90 x 7,10 m, sono state messe in luce una soglia di travertino (US 11), disposta in senso nord-sud in prossimità del blocco P40 della crepidine, la pavimentazione esterna (US 10), di cui si conservano alcuni frammenti di lastre marmoree di reimpiego, che si ricol- lega al piano pavimentale dell’antica struttura funeraria (US 2), parte della pavimentazione interna in laterizio (US 3) e il crollo dell’alzato (US 4)69, con numerosi frammenti di tegole della copertura

Tale struttura ha riutilizzato come pareti perimetrali parte del muro occidentale del recin- to funerario, con il reimpiego di architravi e cornici a doppio spiovente di travertino, e parte di quello meridionale, con l’ingresso, posto a sud, che coincide con quello dell’antico complesso funerario70.

L’ambiente A9, separato dal precedente da un breve setto murario (m5 di 1,52 x 0,80 m; H: 0,80 m), è posto tra la parete occidentale del podio e il vicino muro di recinzione e presenta

69 Di cui è visibile in pianta un tratto risparmiato durante i lavori del 2006. 70 Vedi in questo volume, 37-38.

Fig. 18 Planimetria dell’area antistante la Tomba con l’antico piano pavimentale in marmo (US 2) e l’apertura ricavata nel muro meridionale di recinzione; in evidenza anche il tratto di terreno risparmiato durante gli scavi degli anni ‘60.

Il monumento e il suo recinto 17

un’ampiezza di ca. 6,70 x 1,87 m. L’in- gresso a questa struttura, da ovest, avve- niva mediante una scaletta, costituita da frammenti di marmo e di travertino di reimpiego, posta in prossimità dell’ulti- mo blocco conservato del tratto occiden- tale del recinto71.

-

inquadrare cronologicamente lo spoglio sistematico del suo rivestimento mar- moreo72; sono invece da ricollegate alle

fasi di costruzione dei due ambienti A8 e A9 le manomissioni presenti su molti dei blocchi di travertino conservati in situ. Tra questi interventi è possibile anno- verare l’asportazione di alcuni elementi della crepidine e del piano pavimentale posto tra le ante del podio, probabilmente

per la struttura antistante (A8)73.

P35-P37) presentano tre incassi a sezione semicircolare (in media 0,12 x 0,16 m; P: 0,07 m) all’interno dei quali erano inse- rite delle travi lignee funzionali al sostegno della copertura dell’ambiente A9; da notare, inoltre, sempre sullo stesso lato, la rilavorazione di P5 e l’asportazione del piano di attesa dei blocchi del

Sono ascrivibili alla medesima fase le rilavorazioni del lato orientale dove sono presenti due am-

Alle fasi di riscoperta della Tomba Bella sono, invece, da ricollegare gli ultimi interventi operati

- mente, ha completamente coperto e “sigillato” l’area del complesso funerario.

71 Tale scaletta consentiva di raggiungere il piano di campagna esterno, in questa fase posto evidentemente ad una quota più alta

di quella di I sec. d.C.

72

solchi incisi su tutte le pareti del podio dagli utensili utilizzati per il distacco degli elementi marmorei. Tali segni, riferibili probabilmente a scalpelli a punta, le cui tracce si sono in parte sovrapposte a quelle della lavorazione originaria, sono presenti

asportata completamente (come nel caso di P25-P27, P67, P68, P70-P72), lungo la quale erano agganciati gli elementi marmo- rei del rivestimento (vedi in questo volume, 61, 87-96).

73 Sul muro meridionale del podio, inoltre, è presente un’apertura (di ca. 1,20 x 1,00 m; P: 0,80 m), ricavata tra i blocchi P53-P54,

la funzione e la possibile relazione con le strutture bizantine circostanti.

Con la messa in luce del monumento si resero necessari alcuni interventi di restauro quali l’a- nastilosi delle ante del podio74, la risistemazione degli elementi architettonici caduti e la messa in

opera di blocchi realizzati ex novo75

lacune presenti lungo il primo gradino della crepidine76, mentre della malta, unita a piccoli inclusi

calcarei, fu gettata nel vestibolo posto tra le ante per livellare l’originario piano pavimentale. D.P.

74

75 I blocchi di restauro dell’anta occidentale sono P28 e P33, quelli dell’anta orientale P69 e P73, facilmente riconoscibili per il 76 Blocchi P38-P39, P41-P42.

Fig. 20

Anta orientale del podio; anastilosi eseguita dopo con l’inserimento di blocchi realizzati ex

novo (P69 e P73) per

tamponare le aperture presenti nel tessuto murario.

Il monumento e il suo recinto 19 Reghium - - - - - - -

ex novo

Il podio