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Ipotesi ricostruttiva del recinto funerario

Del recinto funerario si conserva in situ

di quello meridionale per un’estensione di ca. 14 x 12,5 m364. Negli ambienti più tardi, costruiti a

nord e a est del complesso funerario365, non si rinvengono tracce dell’antico peribolo per cui non è

possibile stabilire l’originario sviluppo dei muri e le dimensioni dell’area delimitata da esso. È evi- dente, tuttavia, che la Tomba Bella, costruita in prossimità del muro ovest del recinto funerario, si trovasse in una posizione decentrata366 e, come documentano i lacerti pavimentali conservati a sud

del podio e in parte nell’ambiente A2, l’intera area funeraria doveva essere pavimentata con lastre di marmo bianco367

ortostati sono semplicemente accostati tra loro, senza ricorso a grappe metalliche368, mentre i piani

di attesa sono lavorati ad anathyrosis

di leve funzionali alla messa in opera dei blocchi soprastanti; le facce a vista sono lavorate sia con

rivestimento parietale. Gli elementi in situ documentano lo sviluppo rettilineo dei muri del recinto per i quali non sono attestati particolari rinforzi strutturali369.

- mento dei muri, costituito da sette cornici di travertino a doppio spiovente370 (T20-T26; H: 0,46 m).

A partire dal primo ricorso (Sp: ca. 0,44 m), man mano che si sale di quota, lo spessore delle pa- reti doveva diminuire gradualmente371

può essere ricostruito sulla base della lavorazione ad anathyrosis presente sui piani di posa delle cornici (Sp: ca. 0,40 m)372. Questi elementi architettonici, sollevati e messi in opera con il sistema

ad ulivella373, erano collegati ai blocchi sottostanti con perni verticali, inseriti in appositi incassi e

364 Per una descrizione dettagliata dei resti del recinto in situ e degli elementi architettonici ad esso attribuiti vedi in questo

volume, 37-41.

365 Vedi in questo volume, 12-18. 366

in situ, è di ca. 4,50 m.

367 Piano pavimentale attualmente conservato per un’estensione di ca. 4 x 4 m.

368 Questo aspetto è stato possibile documentarlo solo su sette blocchi del muro occidentale del recinto; i restanti elementi sono

di reimpiego, mentre i piani di attesa degli ortostati del lato meridionale sono coperti dai blocchi delle strutture più tarde.

369 Non sono presenti, infatti, pilastri, speroni o contrafforti all’interno o all’esterno della struttura, tantomeno in corrispondenza

dello spigolo conservato.

370

costruzione dell’ambiente A8 (vedi in questo volume, 16). L’uso delle cornici a doppio spiovente è ampiamente attestato nell’architettura antica, in fasi storiche e contesti diversi; il loro impiego prevalente sembra essere quello a coronamento dei muri di recinzione, com’è il caso del c.d. tribunale della Heliaia di Atene (GINOUVÈS LIPPOLIS, LIVADIOTTI,

ROCCO WIEGAND, SCHRADER 1904,

costituiscono gli elementi conclusivi dei muri di analemma (da ultimo FRAISSE, MORETTI

371 Come documentato per le ante del podio (vedi in questo volume, 72 e nota 216).

372 Le cornici, in questo modo, aggettavano di 0,40 m (l’aggetto è di 0,20 m se si fa riferimento al solo piano di posa di tali

elementi).

sigillati con il piombo374. La disposizione di perni orizzontali e la lavorazione ad anathyrosis delle

- versi blocchi di coronamento375.

Lungo il muro meridionale del peribolo si apre un varco con luce di 1,60 m376, originariamente

chiuso da una porta, di cui si conservano in situ

soglia è formata da due blocchi contigui (di ca. 0,90 e 1,40 m) e presenta un passo profondo quanto i piedritti, dietro ai quali si sviluppa una fascia, larga 0,24 m, ribassata di ca. 0,06 m. L’attribuzione di questi elementi litici, e della stessa apertura, all’originario impianto funerario non è certa, ma si basa su alcuni elementi indiziari377. Da notare, per esempio, come il varco sia stato ricavato lungo

il muro meridionale del recinto, lo stesso lato sul quale si affaccia la Tomba, e risulta essere quasi

è posto alla medesima quota di quello del peribolo; inoltre, in prossimità di tale apertura non sono attestate manomissioni del paramento originario378 e i piani di contatto della soglia, degli stipiti e

dei blocchi contigui del peribolo sembrano trovare tra loro una perfetta corrispondenza.

- luppo prosegue, dall’alto verso il basso, con una leggera inclinazione verso l’esterno, sullo stipite T19379

sono riferibili all’apertura del recinto; T19, infatti, presenta le stesse caratteristiche dimensionali

374

(in particolare su T20-T21, T24-T25).

375 Le cornici presentano le stesse dimensioni ad eccezione della lunghezza che varia per ciascuno dei pezzi rinvenuti. 376 Misura questa molto vicina a quella delle aperture presenti nelle due torri della Porta di Frontino (con luce alla base di 1,65

m; vedi DE BERNARDI FERRERO ATLANTE HIERAPOLIS, 83). 377

- presente nel recinto funerario fu utilizzata in età bizantina per accedere alle unità abitative costruite a ridosso della Tomba

378 Interventi che sono invece attestati sul lato occidentale del recinto dove all’asportazione dei blocchi del paramento ha fatto

seguito il reimpiego di alcuni elementi architettonici del complesso funerario.

379 -

lare della Porta di Frontino (DE BERNARDI FERRERO 1965, 394), nella facciata della Casa Fiorentini (VERZONE 1965, 640; DE BERNARDI FERRERO 1965, 399-401) e nella tomba A18 della Necropoli Nord (SCHNEIDER EQUINI 1972, 118, 122).

Fig. 107

Tratto meridionale del muro di recinzione. Soglia e stipiti in situ. Prospetto lato interno (in alto) e pianta (in basso).

Ipotesi ricostruttiva del recinto funerario 121

degli stipiti conservati in situ (Sp: 0,40 m; P: 0,58 m), mentre T18 conserva sul lato posteriore due incavi rettangolari la cui distanza (1,54 m) corrisponde a quella misurata tra gli incassi presenti sul margine ribassato della soglia.

L’architrave, in corrispondenza del lato posteriore, sporge rispetto allo stipite di 0,08 m. L’agget-

fermo della soglia, costituisce il piano di appoggio dei battenti. Sulla faccia posteriore degli stipiti, in corrispondenza dei margini interni, non sono documentate riseghe o incavi per perni, in altri casi

380.

380 Sui sistemi di chiusura degli ingressi con l’impiego di telai lignei e più in generale sulle diverse soluzioni adottate per le porte

ISMAELLI 2009a, 237-263. Fig. 108 Architrave T18, piano di posa. Fig. 109 Ipotesi di ricostruzione della porta di accesso al complesso funerario.

L’assenza di tali tracce anche sull’architrave consente di proporre la ricostruzione di una porta, priva di telaio, dotata alle estremità delle valve di perni di rotazione dei battenti381

superiori erano inseriti nei cardini; questi ultimi erano verosimilmente alloggiati per una estremità

382. I perni inferiori dovevano, invece, ruotare

negli occhi delle bandelle inserite nelle mortase presenti sul piano di attesa della soglia383.

381 Per il tipo di chiusura con perni metallici di rotazione disposti alle estremità dei battenti, cfr. HEUZEY

1189-1190; WIEGAND, SCHRADER HOEPFNER, SCHWANDNER LEHMANN 1969, FRAISSE, MORETTI GINOUVÈS

382 Si noti a tal proposito la presenza di due ulteriori incassi (di 0,06 x 0,12 m; P: 0,06 m) ricavati all’interno degli incavi (di 0,12

x 0,24; P: 0,06 m) disposti sulla faccia posteriore dell’architrave T18.

383

funerari ierapolitani; tale sistema prevedeva l’impiego di due anelli metallici i cui apici, posti in linea retta tra loro, erano RONCHETTA 1999, 155-156, 161).

Fig. 110 Assonometria ricostruttiva del tratto meridionale del muro di recinzione; vista dall’interno.

Ipotesi ricostruttiva del recinto funerario 123

Fig. 1

11

Ipotesi ricostruttiva del re

I battenti erano alti quanto l’intera luce della porta e, come attesta l’incavo per il paletto di bloc- caggio verticale presente sulla fascia ribassata dell’architrave (0,10 x 0,05 m; P:0,06 m), a rimanere chiusa era l’anta di sinistra, per chi guarda dall’esterno.

L’altezza complessiva del recinto, in assenza di ulteriori elementi chiaramente riconducibili ad

quello dei muri del peribolo e nei quali si riscontra lo stesso tipo di lavorazione dei piani di contatto

I muri del podio, escluso il coronamento marmoreo, sono costituiti da sei ricorsi di blocchi per un’altezza complessiva di 3,88 m384.

Sulla base degli elementi architettonici sporadici attribuiti all’apertura presente nel muro meri- dionale del peribolo 385 e delle cornici di coronamento dei muri386 è possibile per lo meno calcolare

l’altezza minima raggiunta dal recinto funerario. La somma delle altezze dei singoli elementi (so- - sura è solo parziale in quanto lo stipite T19 è spezzato in corrispondenza del piano di posa. Tenendo comunque conto di questo dato, considerata la probabile presenza di almeno un ricorso di blocchi posto tra l’architrave della porta e le cornici di coronamento, l’altezza complessiva del recinto non

D.P.

384 Vedi in questo volume, 73-74. 385 Come visto, T18 e T19. 386 T20-T26.

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duvara aittir.

La Tomba Bella nell’architettura funeraria