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Infanzia e poesia dal 1945 in Europa e in Italia Questioni e generi.

5. Uno sguardo alla poesia per bambini e bambine di poete e scrittrici La rappresentazione del femminile nella poesia per l’infanzia: una questione di gender?

5.5 Ancora filastrocche

Dagli anni Settanta a oggi, come abbiamo già evidenziato, sono assai numerose le raccolte di testi di prime letture in versi: filastrocche, fiabe in versi, ninne nanne, ma anche conte, indovinelli e proverbi pubblicate da scrittrici e poete, con un picco negli anni Novanta che vedono la pubblicazione dei volumi di Francesca Lazzarato, Antonella Ossorio, Maria Antonietta Giraldo, Erminia Dell’Oro, Letizia Cella, Anna Lavatelli.186

185 Punta al capolavoro altrimenti lascia perdere, intervista di Alessandro Baricco a Rossana Ombres, «La Stampa:

Tuttolibri» 27 giugno 1993.

186 Di Lavatelli, divertente la raccolta Filastrane. Storie di rane, illustrazioni di Emanuele Luzzati, Interlinea Novara

2002, 26 “filastrocche rane” che girano l’Italia: «Filastrocche filastrane/ strane storie con le rane/ di campagna e di città/ vi presento (e sono lieta)/ dalla A fino alla Zeta» e si conclude: «Da Mazara a Vipiteno/ lo Stivale è tutto pieno/ (dentro e fuori) di ranocchie/ verdi, gialle, a strisce o senza./Non fa proprio differenza.», pp. 4 e 31. Pino Boero e Carmine De Luca propongono una interessante interpretazione al proliferare, negli anni Settanta, di tali raccolte e antologie, che considera anche «[…] l’esito di un inconscio disegno di noi adulti di risarcire l’infanzia di quel che non può più godere, di quel che le è stato tolto da una società che non lascia spazio (soprattutto fisico) alla creatività infantile»: La

Altre poete e scrittrici sono legate a doppio filo alla personalità di Gabriella Armando187 e alla casa editrice romana Nuove Edizioni Romane, nata nel 1977, che è stata fondamentale nella promozione - e nel rinnovamento - della poesia (e della letteratura) per l’infanzia, scoprendo e pubblicando autrici del calibro di Silvia Roncaglia, Gina Bellot, Sabrina Giarratana, Chiara Carminati e molte altre (ma anche autori come Roberto Piumini, Nicola Cinquetti, Piero Formentini, Giuseppe Pontremoli). Silvia Roncaglia, per esempio, nel volumetto Priciperse e filastrane (illustrazioni di Rosalba Catamo e Cristiana Cerretti, 1991) riesce a conciliare narrativa (La pricipersa188) e filastrocche divertenti ed estrose, che pure in una matrice brevemente narrativa, ricordano alcune trovate del nonsense, come si può leggere, per esempio in Filastrepitosa:

Filastrepitosa, vestita di rosa, irrompe nella stanza, poi ancheggiando avanza (p. 49);

e Giallo canarino (2003, vincitore il Premio Nazionale Libro per l’Ambiente 2006), un giallo in quartine di ottonari a rima baciata ambientato nel mondo dei colori che riprende l’andamento sonoro e ritmico delle vicende del Signor Bonaventura del «Corriere dei Piccoli», utilizzando giochi linguistici, rime e assonanze (ma l’autrice è attenta anche alle caratteristiche retoriche tipiche delle filastrocche più popolari, come l’anadiplosi) dove si celebra la vittoria della luce sul buio, con una conclusione comunque rasserenante:

Dunque non aver paura se la notte è nera e scura, dura solo poche ore

e anche il nero è un buon colore (p. 106).

Hanno scritto bellissime filastrocche, Gina Bellot, Sabrina Giarratana, Erminia Dell’Oro. Gina Bellot con il volumetto La torta storta (illustrazioni di Marilena Pasini, 1999) rinfresca la musicalità delle rime e delle filastrocche attraverso invenzioni poetiche che ricordano i limerick e i nonsense, ma sembrano strizzare l’occhio anche a Gianni Rodari e a Toti Scialoja; l’io poetico è femminile e i temi i più vari. Della scrittrice bolognese Sabrina Giarratana ricordiamo in particolare le due raccolte Filastrocche in valigia, viaggi dell’andata e del ritorno (illustrazioni di Pia Valentinis, 2009; Premio delle Palme 2010 come miglior albo illustrato di autore italiano, finalista del Premio un Libro per l’Ambiente 2010 di Legambiente) e Filascuola (illustrazioni di Valeria Facchini, 2012), che presentano temi nuovi, legati alla quotidianità. La prima, incentrata sul tema del viaggio, presenta filastrocche, conte (anche due rap) e si apre con la Filastrocca della valigia:

Cara valigia sporca di tela Mondo di cuoio, mondo di tela Dammi una mano, dammi un consiglio Sto per partire: che cosa piglio? Che cosa serve nelle stazioni? Cosa ci vuole nelle nazioni? Mi porto tutto ciò che ho?

187 Gabriella Armando, Le Nuove Edizioni Romane. Storia e libri degli anni Settanta, in I nostri anni 70. Libri per ragazzi in Italia, cit., pp. 69-75.

188 Principerse e filastrane. Illustrazioni di Rosalba Catamo e Cristiana Cerretti, Nuove Edizioni Romane, Roma 1991.

Il racconto La principersa, già pubblicato nella collana Autori Italiani per Ragazzi, è stato ripetutamente proposto in versione teatrale con grande successo. La storia rompe lo schema fisso e tradizionale della principessa in attesa del principe proponendo una serie di avventure divertenti. La seconda parte del volumetto, in una giustapposizione forse non riuscitissima è composta di versi: Filastrane (33 testi), Filastrocche sul filo (16 testi), Gli uomini primitivi (6 testi) ,

Mi basterà? Io non lo so.

Forse hai ragione, non porto niente Tanto a me basta la gente,

concludendosi con la Filastrocca tra partire e arrivare:

C’è un tempo che sta Né di qua né di là È un tempo a metà Si ferma e poi va Vicino e lontano Di corsa ma piano C’è un tempo che sta Tra sogno e realtà Tra partire e arrivare: Quel tempo è viaggiare.

Interessante l’utilizzazione del rap, qui costituito da un’unica strofa di versi di varia lunghezza, con una “base” di struttura orecchiabile a quattro tempi, e varie ripetizioni (come «libri» ai vv. 2, 3, 4, 5, 7 e utilizzazione di vari verbi all’infinito, - soprattutto in sede di rima -: vv. 1, 2, 4, 5, 6, 9, 10): Rap dei libri di viaggio:

In viaggio io voglio portare

Pochi libri che mi sanno accompagnare Solo i libri che sono scritti meglio Libri amici con cui restare sveglio Solo i libri con cui è bello parlare Silenziosamente stare ad ascoltare Con i libri io viaggio e mi proteggo Trovo casa tra le pagine che leggo Tra parole che mi fan desiderare Di viaggiare e poi viaggiare.189

Il tema del viaggiare è trattato con sensibilità e delicatezza, in versi che vanno dai sette/ottonari a un endecasillabo “lungo”, non sempre regolare, fra rime baciate e alternate. Più intimista, invece la recente raccolta Poesie di luce (2014; Premio Rodari 2015 per la sezione “Fiabe e filastrocche”, fa parte della collana di poesia “Il suono della conchiglia”, ideata e curata da Teresa Porcella, vincitrice del Premio Andersen 2015 come Miglior Progetto Editoriale), che presenta questa volta poesie vere e proprie, costantinella struttura (10 versi di endecasillabi più o meno irregolari) e caratterizzate da una quasi totale assenza di punteggiatura che imprime un andamento intenso eppure leggero, a volte malinconico (sottolineato dalle delicate illustrazioni di Sonia Maria Luce Possentini), come nella bella poesia La candela del poeta:

Quando le stelle saranno spente Quando dal sole non verrà più niente Quando nel buio più buio del mondo Con gli occhi aperti io toccherò il fondo Quando dei mostri avrò più paura E dentro me non vedrò più la cura Ci sarà un filo di fumo sottile A trasportarmi, ma senza una meta Sarà il mio volo fuori prigione La candela del poeta.

189 Sabrina Giarratana, Filastrocche in valigia, viaggi dell’andata e del ritorno, illustrazioni di Pia Valentinis, Nuove

(p. 60)

Nella raccolta del 1998 Filastrocche al ballo del perché, Erminia Dell’Oro raccoglie i temi più vari, da quelli più leggeri e divertenti, come quello del “non so”, espresso nella filastrocca in decasillabi a rima baciata che dà il titolo alla raccolta:

Filastrocca dei tanti perché, ce n’è uno e ne seguono tre,

perché il gatto non va anche lui a scuola, perché il pesce nuota e non vola, perché i denti mi debbo lavare e dal tetto non posso saltare, perché il merlo che è così nero non ha fatto il suo nido sul pero, perché i dolci non posso mangiare, se son buoni perché fanno male, perché al mio amato orsacchiotto tu non dai da mangiare il risotto, perché io chiedo sempre perché ce n’è uno, ne seguono tre;

a quelli più seri e impegnati - trattati comunque con leggerezza - de La terra oggi si è sentita male:

La terra oggi si è sentita male, all’improvviso ha smesso di girare, è debole, triste, molto stanca, sussurra: - Lossigeno mi manca, hanno bruciato i boschi, le foreste, l’aria che mi protegge, che mi veste, i fiumi, i mari mi hanno avvelenato, ho il cuore che non regge, si è ammalato! – Dice il sole alla luna: - Che facciamo? La nostra amica come la curiamo? – - Che fare? – si chiedono le stelle chiamando, in cielo, tutte le sorelle. Grida un bambino: - Ti proteggeremo, alberi, piante, noi semineremo, puliremo i fiumi, i laghi, il mare, ti prego, terra, continua a girare -. La terra commossa dal dolore dei bambini, del cielo, delle viole, riprende a girare piano piano. e la saluta il sole, da lontano. 190

190 Erminia Dell’Oro, Filastrocche al ballo del perché. Illustrazioni di Nicoletta Costa, Einaudi Ragazzi, Milano 1998,

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