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Infanzia e poesia dal 1945 in Europa e in Italia Questioni e generi.

4. Tipologia, generi e forme della poesia per l’infanzia

4.1 Filastrocche, indovinelli, conte, nonsense

Dal secondo dopoguerra a oggi la produzione di filastrocche ha goduto e gode ancora di grande fortuna, in Italia.107 Le filastrocche sono fra i primi testi che il bambino ascolta, spesso in ambito familiare, legati all’esperienza uditiva e corporea i cui elementi costitutivi sono appunto il ritmo spesso in unione al movimento del corpo.108 Molto di questo materiale un tempo apparteneva ad una antica (e familiare) tradizione orale, che proprio per questo poteva essere caratterizzata da forti connotazioni regionali. Scrittori e poeti hanno poi rivisitato il genere, come osserveremo più avanti, componendo nuovi testi su temi nuovi, legati alla realtà contemporanea e alla vita quotidiana

106Vivian Lamarque, Il libro delle ninne nanne, illustrazioni di Aura Cesari, Paoline, Cinisello Balsamo 1989; Roberto Piumini, Ninne nanne di parole, illustrazioni di Antongionata Ferrari, Fabbri, Milano 1999 (poi 2011 con CD audio); Federico García Lorca, Sulle ninne nanne. Traduzione di Luciano Prada. Con un’introduzione di Vivian Lamarque, Salani, Milano 2005; Sylvia Plath, A letto, bambini! Traduzione di Bianca Pitzorno, illustrazioni di Quentin Blake, Mondadori, Milano 1992; Robert Louis Stevenson, Il mio letto è una nave. Poesie per grandi incanti e piccoli lettori. Testo inglese a fronte, traduzione e cura di Roberto Mussapi, Feltrinelli, Milano 2009, Id., Nella terra dei sogni,

traduzione di Paola Parazzoli, illustrazioni di Simona Mulazzani.Rizzoli, Milano 2012. 107 Rita Valentino Merletti, Luigi Paladin Libro fammi grande, Mondadori, Milano 1996, p.83.

108 Cfr. Rita Valentino Merletti, il capitolo Leggere poesia, nel volume Leggere ad alta voce (1996), pp, 108-120, in

particolare sulla filastrocca, pp. 110-112 e della stessa autrice Per farsi l’orecchio, fin dall’inizio che costituisce la prima parte del volume Racconti (di)versi (2000), pp, 17-39; Poesie e filastrocche. Gianni Rodari, Nico Orengo e Toti

Scialoja, in I libri per ragazzi che hanno fatto l’Italia, a cura di Hamelin, Hamelin Associazione Culturale, Bologna

- a partire da Gianni Rodari -, utilizzando spesso la medesima tipologia metrica, ovvero versi brevi e l’abbondante uso di rime.

La pubblicazione di due fra le più famose raccolte di Gianni Rodari Il libro delle filastrocche del 1950 (illustrazioni di Giulia Mafai, prefazione di Davide Lajolo, Edizioni del « Pioniere »), e Il treno delle filastrocche, del 1952 (illustrazioni di Flora Capponi, Edizioni di Cultura Sociale, Roma) che Einaudi ripubblica nel 1960 con il titolo di Filastrocche in cielo e in terra, con i disegni di Bruno Munari, (varie volte ripubblicate, e dal 1997 con le illustrazioni di Francesco Altan) segnano uno spartiacque decisivo rispetto alla produzione precedente, puntando al gioco e al piacere, come abbiamo esaminato nel capitolo a lui dedicato. Accanto all’aspetto ludico, diventato predominante da Rodari, Scialoja e Luzzati in poi, altri autori, nell’ambito più tradizionale del genere, hanno offerto raccolte interessanti, come quella di Angela Martini, Filastrocche a Drocchinella (1972), che presenta, nel divertissement del gioco, anche notazioni psicologiche prive di moralismo, innestate su un complice sguardo d’intesa con il giovane lettore.

Particolare fortuna ha conosciuto il genere fra gli anni Sessanta e Settanta; nel 1971 esce Amato topino caro di Toti Scialoja, Einaudi ripubblica le Filastrocche in cielo e in terra di Rodari, nello stesso anno Nico Orengo pubblica la raccolta A Ulì-Ulè con le illustrazioni di Bruno Munari (tutti e tre affermano di aver cominciato a scrivere per bambini per motivi personali), mentre nel 1972 esce la raccolta a cura di Lella Gandini 99 filastrocche (Editori Riuniti, Roma). Ritornando a Nico Orengo, lo scrittore racconta a proposito della filastrocca:

La filastrocca, saggia e scemotta, (stupidotta), fa giocare l’adulto e il bambino. È un ponte di parole che li trasferisce, ed è un caso raro che si ripeta, in uno spazio esterno, in quell’isola che non c’è. È sempre difficile parlare ad un bambino, c’è il rischio di cercare, per farsi capire, la regressione. È in questo atteggiamento che il bambino conosce l’adulto come falso. Ma il bambino sa di non poter «crescere» per cercare un contatto con l’adulto e rimane passivo, subisce e soffre se stesso come un essere da adorare. Nella filastrocca, su questo ponte che li trasporta insieme verso un luogo primario di ritmi e di parole, invece, l’incontro a pari parole può avvenire. È con la filastrocca che nascono e ritornano i ritmi del mondo e i suoi trabocchetti, che appaiono le stagioni e gli animali, i giorni della settimana e Cecco Bilecco che siede su uno stecco. Appaiono le parole come giochi, che si possono ripetere perchè sono corte e il fiato basta per dirle. Parole corte ma immense: cielo, mare, terra. Parole che si possono voltare: arret, eram, oleic e tutto si capovolge e chissà, da un’altra parte ancora, cosa vorrà dire. Ma intanto lo si può dire e non succede niente perchè chi lo dice o chi l’ascolta rimane ben fermo dov’è, in braccio, seduto, sdraiato. E quel ritmo che sprigionano le parole poi allarga i polmoni, trasforma la bocca, la faccia, si tramuta in riso, in stupore: è un gioco che fa vivere e cambiare. È un momento magico e razionale, doloroso anche, perchè adulto e bambino non lo ritroveranno più.109

Abbiamo già ricordato nel capitolo iniziale le parole di Rita Valentino Merletti, studiosa di letteratura per l’infanzia, che nel suo volumetto dedicato alla lettura di poesia per bambini afferma l’importanza della «comunicazione totale» e la perorazione di Carmine De Luca, nell’intervento I giocattoli poetici fra ritmo e metro, sulla filastrocca (composizione in versi brevi, assonanzati o rimati, recitata o cantata dai bambini, o anche dagli adulti). Come precisato nell’Introduzione abbiamo limitato il nostro campo di indagine, a due fasce d’età, quella prescolare, ovvero ai bambini della fascia di età 0-5 - quella che riguarda i bambini a partire dal loro ingresso nella scuola elementare e a quella 6-11, non solo per ovvi motivi di ordine materiale (quantità e reperibilità dei testi), ma soprattutto perché da un punto di vista formativo, pedagogico, e, in particolare, di educazione estetica, i due momenti sono essenziali. Per quanto riguarda il «prodotto libro», Rita Valentino Merletti e Luigi Paladin considerando il «rapporto triadico bambino-libro- mediatore» propongono una «divisione di utilizzo» in due categorie funzionali:

[…] libri di contatto, libri che possono essere dati in mano direttamente ai bambini, chiaramente dopo essere stati mediati. Si tratta di libri affidabili, per una lettura autonoma rievocativa, che non richiedono necessariamente un successivo intervento di aiuto e di lettura. Sono libri pensati proprio per questa particolare fascia d’età. Libri di mediazione: libri da cui l’adulto trae i testi per una narrazione o per una lettura duale, dialogica. Si tratta di libri rivolti principalmente ai mediatori o individuati dai mediatori per effettuare delle narrazioni. Normalmente non vengono dati

109 Il gioco della rima. Poesia e poeti per l’infanzia dal 1700 ad oggi, a cura di Stefania Fabri, Francesca Lazzarato,

in mano ai bambini (ad esempio fiabe nella versione originale, libri di ninne-nanne, libri adatti a un’età superiore, ecc.). (pp. 57-58)

Per la fascia d’età prescolare Chiara Carminati parla di «poesia bambina», di attitudine all’ascolto, e da più parti, sia in ambito critico, sia in ambito psicologico e pedagogico, si sottolinea ormai l’importanza dell’offerta di poesia a bambini molto piccoli considerata come imprenscindibile incoraggiamento al piacere della lettura successiva. Si tratta di brevi, a volte brevissimi testi in versi, picture book110, fiabe che utilizzano cartonati, libri di piccolo formato, che spesso hanno angoli arrotondati, sono lavabili, atossici, oppure libri con i buchi. L’attenzione degli scrittori e degli editori a questa fascia di mercato per la prima infanzia parte da lontano, con l’attività della pioneristica casa editrice Emme (1933), ma conosce un grande impulso a partire dagli anni Settanta, con albi e libri originali di ottima qualtà.111

Difficile, per la mole delle pubblicazioni (e oramai diffusione smisurata di blog e siti internet dedicati che presentano, purtroppo, testi spesso senza indicazione d’autore o bibliografia di riferimento), dare conto della produzione di filastrocche a partire dagli anni Ottanta, che sempre più si raccolgono attorno a uno specifico nucleo tematico. Dopo le raccolte veramente innovative e originali per temi e lingua, di autori prima ricordati, come Gianni Rodari, Toti Scialoja, Emanuele Luzzati, e le antologie che, in particolare sul finire degli anni Settanta, hanno proposto la poesia dei poeti anche all’infanzia, la storia non sembra aver dato ragione a quelle ultime desolanti constatazioni (e previsioni) di Ignazio Drago, che parlando della poesia per ragazzi, afferma (1971): «[…] sono tuttora in corso, per la poesia, i lunghissimi anni delle vacche magre, né c’è segno ch’essi stiano per finire»112. Una quindicina di anni dopo, Pino Boero nel volume Alla frontiera (1997), in un denso capitolo dedicato al genere, Versi diversi, giunge a tutt’altre conclusioni, sottolineandone, al contrario, vitalità e ricchezza: «I casi significativi e importanti anche per il nostro ultimo decennio sono moltissimi e in parte si legano a una dimensione capace di unire teatro e poesia, rappresentazione scenica e lettura, quasi una conferma dell’assoluta priorità della parola pronunciata, detta, letta, scandita, variamente articolata sul suo immediato significato», e arrivando a lodare l’editoria «per essersi saputa muovere in sintonia con le idee più innovative, meno proponse ai vezzeggiativi e ai diminutivi di tante poesiole tradizionali» 113.

Valga, per tutti, il nome di Roberto Piumini (a cui , nella II parte è dedicato il capitolo 6.1 e di cui lo stesso Boero rivendica la centralità) una delle figure più interessanti e originali di scrittore e poeta per i bambini, felice scoperta di Gabriella Armando (Nuove Edizioni Romane) che nel 1978 pubblica il volumetto di racconti dal titolo Il giovane che entrava nel palazzo.

Una discreta fortuna, nell’ambito della poesia per l’infanzia, conoscono anche l’indovinello (enigma breve in versi facili e rimati), la cantilena (o nenia, ), la conta (utilizzata nel gioco per contare, estrarre a sorte i componenti di un gruppo, spesso rimata e cantata), lo scioglilingua (giochi di parole, spesso rimati e caratterizzati da forti allitterazioni e termini difficili da pronunciare), il calligramma (componimento la cui disposizione grafica delle parole realizza un disegno del soggetto del componimento stesso). Un tentativo di recupero dell’indovinello, è stato fatto da Luigi Grossi, con il volume Indovina indovinello, (illustrazioni di Nicoletta Costa, Einaudi Ragazzi,

110 Picture book (per la trad. francese Album, o Albo utilizzato fin dal 1931 con la pubblicazione delle storie di Babar di

Jean de Brunhoff per Hachette (Tra narrazione e lettura: il picture book, in Libro fammi grande, pp. 89-101) è un particolare libro illustrato che “racconta una storia usando contemporaneamente immagini e parole”: Cfr. Nathalie Beau, Les différentes composantes d’un album, Guide pratique de l’illustrateur, n. speciale fuori serie, gen-mar 2003. Cfr. progetto di Eric Carle: www.carlemuseum.org Formato rettangolare all’italiana prevale la dimensione dell’altezza, dell’alto-basso, anche titolo è cruciale e quarta di copertina, all’inizio rigido, in genere di 32 pagine.

111 Si legga, per esempio Pino Boero, Editoria per l’infanzia oggi in Italia, in «Italica Wratislaviensia», 8 (2), 2017, pp.

53-67.

112 Ignazio Drago, La poesia per ragazzi in Italia, cit., p. 92.

113 Pino Boero, Alla frontiera, Momenti, generi e temi della letteratura per l’infanzia, Einaudi Ragazzi, Trieste 1997, p.

Trieste 1996), indirizzato soprattutto ai bambini della II elementare, che propone nuove creazioni. Ma il genere è già presente nell’antologia di Antonio Porta e Giovanni Rabon Pin, pidìn. Poeti d’oggi per i bambini (1978) con i testi di Giancarlo Majorino, che in modo originale offre un esempio di indovinello-poesia visiva, Indovinello a forma d’alberello114:

Nella stessa antologia Andrea Zanzotto ci diverte con la Cantilena londinese, scritta in quella lingua fantastica e di pura invenzione che è il petèl, mescolanza di dialetto veneto e linguaggio infantile. Ecco la strofa finale:

Pin penin valentin pena bianca mi quaranta

mi un mi dói mi trèi mi quatro mi sinque mi sie mi sète mi òto buròto

stradèa comodèa - Pin penin fureghin

perle e filo par inpirar e pètena par petenar

e po’ codini e nastrini e cordèa - le xé le comedie i zoghessi de chéa che jeri la jera putèa.115

114 Pin, pidìn. Poeti d’oggi per i bambini, a cura di Antonio Porta e Giovanni Raboni, Feltrinelli, Milano 1978, p. 48. 115 Ibidem, pp.117-123.

Originale e divertente il libretto di Roberto Piumini, illustrato da Giulia Orecchia, I dovinelli (2000), ventuno testi di otto ottonari a rima baciata. Si deve a Mario Faustinelli scrittore di libri per ragazzi, disegnatore, studioso e appassionato d’arte il volumetto Le rime-figure o il gioco dei calligrammi del 1973 (Premio “Lina Schwarz”), che utilizza le tecniche del calligramma - già ampiamente sfruttate dai surrealisti -116

4.2 C’era una volta, una volta c’era…: favole, fiabe e storie in rima117

Nell’ambito delle narrazioni in versi, la favola in versi o verseggiata (composizione in versi avente come protagonisti generalmente gli animali e caratterizzata da una morale), era già nota come lettura destinata all’infanzia nel XVI secolo attraverso autori come Giovanni Mario Verdizzotti e Césare Pavesi, poi riprese nel 1700 e nella prima metà dell’Ottocento). Sergio Tofano ne ha riproposto il genere con sfumature umoristiche (come per esempio la riscrittura di Barbablù ne Le nozze di Barbablù, in Storie di Cantastorie, Rizzoli, Milano 1974). Ma hanno scritto divertenti favole in versi Emanuele Luzzati (favole che spesso derivano da una prima versione in cartone animato, cfr. cap. 2.4)118 che presenta testi - da lui stesso splendidamente illustrati - caratterizzati da un andamento veloce e allegro che riecheggia quello delle vecchie ballate popolari, o della filastrocca popolare (si legga l’inizio de La gazza ladra: «Trallalero, trallallà/ la gazza ladra eccola qua./ Trallallà, trallallero,/ viveva in un tempo che ancora non c’ero») e Gianni Rodari (cfr. cap. 2.5), il quale d’altronde, con il solito piglio antiautoritario e scanzonato, non rinuncia a riflessioni più profonde, come queste espresse in Marionette in libertà del 1974:

Per liberarsi non basta fuggire bisogna insieme costruire una terra senza padroni né brutti né buoni. Una terra felice ed onesta dove nessuno ha i fili in testa. Se questa terra ancora non c’è la faremo io e te!

Ancora, Letizia Galli, propone C’era una donna bella come il sole. Antico cantare fiorentino (raccontato e illustrato da L.G., Emme, Milano 1975), mentre, in tempi più recenti, Raffaele Crovi pubblica I fratelli Peste. Favole in versi e in prosa (disegni di Tinin Mantegazza, Aragno, Torino 2000), che raccoglie 32 favole in versi e in prosa, scritte negli anni Settanta per i figli e pubblicate via via nel «Corriere dei Piccoli» e su «Avvenire»119.

116 Mario Faustinelli (1924-2006) pubblica l’antologia presso Mursia, Milano. Si è occupato anche di fumetti con L’asso di picche (1945) e di cartoni animati. Sul calligramma cfr. anche M. Foucault, Questo non è una pipa, Studio

Editoriale, Milano 1988. Lunga la tradizione degli alfabeti figurati, cfr. per esempio il catalogo della mostra Alfabeto in

Sogno (dal carme figurato alla poesia concreta), Mazzotta, Milano 2002. 117 Rita Valentino Merletti, Luigi Paladin Libro fammi grande, cit., pp. 80-88.

118 Di Emanuele Luzzati sono I Paladini di Francia (Mursia 1962, poi Gallucci 2013; storia tratta dall’omonimo cartone

animato); La gazza ladra (Mursia 1964, poi Gallucci 2013; la storia è tratta da un cartone animato dallo stesso titolo, che ha avuto la nomination all’Oscar nel 1965); Alì Babà e i quaranta ladroni, (Emme, 1968, poi); C’erano tre fratelli, (Emme, 1977, poi Gallucci 2012); Tre fratelli, quaranta ladroni, cinque storie di maghi e burloni, (Emme, Milano 1983). Di Rodari: Castello di carte (illustrazioni di Emanuele Luzzati, Mursia, Milano 1963, più volte ristampato; riduzione del cartone animato Le carte parlanti di Giulio Gianini e Emanuele Luzzati) e Marionette in libertà, scritto per la radio nel 1974 (illustrazioni a colori di Paola [Rodari], Einaudi, Torino, poi con le illustrazioni di Francesco Altan, Einaudi Ragazzi, Trieste 1996).

119 Cfr. anche Favole apologhi e bestiari. Moralità poetiche e narrative nella letteratura italiana, a cura di Gino

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