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La natura, le ombre (qui in particolare Chiusaforte con il suo presente e il passato sulla

II. Gli Autor

4. Gianni Rodari poeta per bambin

5.1 Il fumo della novità: Alfonso Gatto e Il sigaro di fuoco

La raccolta di Alfonso Gatto, Il sigaro di fuoco, pubblicata da Bompiani nel 1945 (copertina di Luigi Veronesi), ha rappresentato un punto di riferimento ineludibile per tutte le generazioni successive. Unico caso di poeta ermetico393 che abbia scritto per l’infanzia, Alfonso Gatto presenta una considerevole novità rompendo con i moduli tradizionali della lacrimevole, ‘bamboleggiante’ e melensa poesia per l’infanzia di fine Ottocento inizi Novecento e offrendo, fra le altre, poesie di impegno, inviti all’indipendenza, alla trasgressione e alla ribellione394 Redatta mentre il poeta era occupato nell’attività giornalistica antifascista e nella scrittura delle prime poesie (che entreranno poi nella raccolta Capo sulla neve del 1947) - nel 1944 Gatto si era iscritto al Partito comunista ed era diventato, a Milano, collaboratore di Rinascita, (poi, dopo la Liberazione, giornalista e inviato speciale per «l’Unità»), - il libro viene elogiato da Andrea Zanzotto, e Gianfranco Contini lo definisce «una delle migliori estensioni della poetica moderna alla letteratura per l’infanzia eseguita da un poeta vero».395 Ma l’apprezzamento più significativo gli viene da Gianni Rodari, che sottolineando del volume la levità ma anche la «vigorosa ispirazione civile e antifascista», afferma come il poeta, «in epigrammi di incisiva violenza», abbia incoraggiato la visione di un’infanzia che si ribella agli sterotipati modelli dell’adulto, promuovendo la diffidenza verso ogni tipo di autoritarismo. Ancora nel 1972, in un articolo dedicato ai bambini e alla poesia, Rodari ritorna sull’importanza dell’antologia e su Gatto quale esempio di poeta.396 Diciotto anni dopo, nel 1963, quel libro, accresciuto di nuovi (13) componimenti, illustrato da sedici disegni di Graziana Pentich, la pittrice (e scrittrice) compagna del poeta, e accompagnato da un disco con l’incisione di dodici poesie lette/recitate dall’autore medesimo, viene ripubblicato (con l’eccezione della poesia eponima) presso l’editore Nuova Accademia con il nuovo titolo Il Vaporetto, dedicato ai bambini d’ogni età. Anche la prefazione subisce qualche modifica, con l’eliminazione della dedica ‘A tutti i bambini poveri’ (in caratteri più grandi) che aveva suscitato non poche perplessità fra i recensori. 397

Nella prefazione Alfonso Gatto dichiara:

Ho dedicato queste mie poesie, fiabe, rime, ballate ai «bambini d’ogni età». Che voglio dire? Voglio dire che il primo sapore della vita, la sorpresa di avere gli occhi e le mani, questo vedere pulito e luminoso il mondo delle nostre giornate, sono doni di verità che ogni uomo piccolo o grande, vecchio o bambino, porta con sé e nella sua anima, se egli è veramente libero nella libertà di tutti, e con tutti rinnova l’amore e il desiderio della vita. «Il vaporetto» vi accoglie a bordo per la traversata. E che siate inquieti, impertinenti, irriverenti persino, pur di non restare seduti e comodi nel luogo comune, è l’augurio con il quale io vi invito a apparire sul ponte, a «prendere» con le vostre mani, come vorreste, con tutte le nostre mani, come vogliamo, le cose che ci sfuggono, le parole che sono lì lì per essere dette, l’emozione d’essere, di vivere, che è nella vita la ragione della vita, la terra nuova da scoprire nel viaggio.398

393 Nel 1938 aveva fondato con Vasco Pratolini la rivista «Campo di Marte». Cfr. Alfonso Gatto, Tutte le poesie, a cura

di Silvio Ramat, Mondadori, Milano 2005.

394 Alfonso Gatto, Il sigaro di fuoco, poi Il Vaporetto. Illustrazioni di Graziana Pentich, Nuova Accademia, Milano

1963.

395 Gianfranco Contini, Letteratura dell’Italia unita (1861-1968), Sansoni 1968, p. 804.

396 Gianni Rodari, Il vaporetto del poeta alza il pavese della rivolta, in «Paese Sera», 15 maggio 1964. Cfr. anche

Gianni Rodari, I bambini e la poesia, in «Il Giornale dei Genitori», a. XIV, n. 6-7, giugno-luglio 1972, poi in Il cane di

Magonza, cit., pp. 156-176, e Mariarosa Rossitto, Non solo filastrocche, p. 77.

397Come Libero Bigiaretti nel 1946 ed Elio Pecora; cfr. Francesca Mugnaini, Un poeta “per i bambini d’ogni età”, in Alfonso Gatto. “Nel segno di ogni cosa”, Atti del seminario di Firenze (Università degli Studi di Firenze, 18-19

dicembre 2006), a cura di Anna Dolfi, Bulzoni, Roma 2007, pp. 221-251. Sulle varianti del Vaporetto si rinvia a Mariarosaria Spinetti, “Il sigaro di fuoco” e “Il vaporetto”, in Stratigrafia di un poeta: Alfonso Gatto, a cura di Pietro Borraro e Francesco D’Episcopo. Atti del convegno nazionale di Salerno-Maiori-Amalfi (8-9-10 aprile 1978), Congedo, Galatina 1980, pp. 255-263.

La raccolta viene ripubblicata di nuovo nel 2001 (purtroppo tuttora fuori catalogo) nella collezione «Contemporanea» di Mondadori con nuove illustrazioni di Fabian Negrin, CD audio e un’importante postfazione di Antonella Anedda, di cui vale la pena riportare alcune riflessioni critiche:

Questo libro di poesie è per bambini, cioè degno della loro intelligenza. Non è pero un libro infantile: Gatto non fa finta di essere piccolo. Fa una cosa diversa che può essere paragonata a un gesto: quello di parlare a un bambino accovacciandosi sulle ginocchia. In questo modo non si diventa certo piccoli, ma si comunica a chi è più piccolo di noi che per lui, per essere alla sua altezza, il corpo di un adulto si può trasformare. Quella posizione precaria, goffa e scomoda può, per usare le stesse parole di Gatto impedirci di “stare seduti e comodi nel luogo comune”. Le poesie di questo libro infatti sono scomode: non fingono, non consolano. Sono affettuose, coraggiose, ma non sentimentali. Hanno rime, ma soprattutto ritmo: quello delle altalene lanciate nell’aria, quello delle corse, dei girotondi. Non alludono, ma raccontano. Al posto dei buoni sentimenti ci sono voci, cose, colori, emozioni, odori: “il sole odora di pane croccante”, pensieri velocissimi che vanno avanti e si perdono o ritornano, senza pero pesare, senza scandalizzare. In senso etimologico: cioè non trasformando l’infanzia in uno spazio pieno di pietre-paure-pregiudizi-prepotenze dove i bambini inciampano. Qui al contrario lo spazio è sgombro e il linguaggio è coerente: diretto e spoglio.399

Rocco Taliano Grasso sottolinea come «il poeta-fanciullo del Vaporetto non possiede, tuttavia, la parvenza e l’essenza candida del fanciullino pascoliano; qui l’aspetto è aggressivo, profano, irriverente, vive la poesia e la vita come un gioco, uno sberleffo, un soffio anarcoide. Il capitano del Vaporetto, lo dice il poeta stesso in prefazione, non invecchia, “ha addosso il demone della gioventù”; proclama: “Ho preso tutti i bambini per mano,/ andiamo in corsa per la città./ Alto più alto, nano più nano,/ evviva evviva la libertà”» (da Girotondo)400. Fra le poesie che sottolineano questo aspetto innovativo, dell’adesione vitalistica alla libertà, riportiamo qui di seguito Un consiglio e Ogni uomo è stato un bambino:

Un consiglio:

Non date retta al re, non date retta a me. Chi v’inganna

si fa sempre più alto di una spanna, mette sempre un berretto,

incede eretto

con tante medaglie sul petto. Non date retta al saggio al maestro del villaggio al maestro della città, a chi vi dice che sa. Sbagliate soltanto da voi come i cavalli, come i buoi, come gli uccelli, i pesci, i serpenti che non hanno monumenti e non sanno mai la storia. Chi vive è senza gloria;401

399 Il vaporetto, cit., p. 85.

400 Il vaporetto, le poesie per bambini di Alfonso Gatto nel più ampio dibattito della letteratura per l’infanzia Ogni uomo è stato un bambino... Dal Sigaro di fuoco al Vaporetto, ne «Il fiacre», 9, ora anche in:

http://www.lietocolle.com/2014/03/alfonso-gatto3/

401 La coppia di rima storia : gloria si trova già in Operetta buffa con ritornello finale, dove il poeta mette alla berlina la

retorica del militarismo. Mentre il finale è lo stesso di Vivi, in Amore della vita (1944), che riportiamo per intero: «Una casa da nulla, una ragazza alle persiane/ e il meriggio era dolce di vivere,/ d’aver speranze e paure.// Il meriggio era vapori che lavorano/ e gli uomini del canale/ che mostrano il bianco degli occhi, ma vivi.// Una casa da nulla pareti accostate/ fragile ma viva,/ e sera che lascia aperta la porta/ e s’ode la fontanina/ s’ode la lampada apparsa sulla tovaglia.// Non venga la notte, non venga la morte/ degli oziosi re di pietra,/ non venga la legge delle paure./ Chi vive è leggero,/ è stanco in tutto il mondo.// Chi vive è senza gloria».

e Ogni uomo è stato un bambino :

Ogni uomo è stato un bambino - pensate - un bel bambino. Ora ha i baffi, la barba, il naso rosso, si sgarba per nulla... Ed era grazioso ridente arioso

come una nube nel cielo turchino. Ogni uomo è stato un monello pensate - un libero uccello tra alberi case colori. Ora è solo un signore fra tanti signori, e non vola,

e non bigia la scuola. Sa tutto e si consola con una vecchia parola «Io sono».

Chi è?

Ditelo voi, bambini ignari

che caminate con un sol piede sui binari, e scrivete « abbasso tutti

gli uomini brutti » col gesso e col carbone sul muro del cantone. Ditelo voi. bambini. Egli è...

«... un gallo chioccio che fa coccodè!»402

5.2 Due viaggi per l’Italia: la «via» della Resistenza di Giovanni Arpino e l’avventura

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