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La natura, le ombre (qui in particolare Chiusaforte con il suo presente e il passato sulla

II. Gli Autor

4. Gianni Rodari poeta per bambin

5.3. I poeti degli anni Settanta fra sperimentalismo e avanguardia

La poesia per bambini negli anni Settanta, fra antologie e raccolte conosce una stagione di ricchissima fioritura, con la pubblicazione in volume, fra gli altri delle filastrocche di Gianni Rodari, le pubblicazioni di Toti Scialoja, Emanuele Luzzati, Pipin Carpi (cfr. cap. relativi).

Nel 1972 esce A-Ulì -Ulè. Filastrocche, conte, ninnenanne, illustrato da Bruno Munari 408 (cfr. capitolo dedicato alle antologie, 3.2), il curatore, Nico Orengo, ha vissuto e lavorato a Torino dov’è stato responsabile per quasi un ventennio di «Tuttolibri» l’inserto settimanale de «La Stampa». Dal 1964 al 1977 ha lavorato presso Einaudi presso cui ha pubblicato quasi tutti i suoi scritti (molti romanzi, specie ambientati in Liguria, e nell’estremo Ponente ligure, ed è stato traduttore di Tante riiiiime. Progettate e illustrate da Seymour Chwast, Emme, Milano 1975) e traduttore e prefatore della raccolta di poesie del regista Tim Burton, Morte malinconica del bambino ostrica e altre storie (pubblicato in Italia nel 1998 da Einaudi). Nico Orengo ha pubblicato diversi libri di poesia e prosa per bambini, ma un’attività spesso a torto dimenticata è quella della sua partecipazione alla TV dei ragazzi. Gli anni in cui Orengo pubblica le sue raccolte, sono infatti anni che vedono una grande stagione di sperimentazione legata alla «TV dei ragazzi». I programmi conoscono una stagione di sperimentalismo, innovazione e collaborazione raffinata con attori, scrittori per l’infanzia, musicisti. Orengo partecipa attivamente a questa purtroppo breve stagione - interrotta con la riforma del 1976 che vede la nascita di emittenti private e il prevalere di un’ottica di audience e costi - chiamato alla collaborazione da Donatella Ziliotto, già editor, scrittrice e traduttrice, entrata alla RAI nel 1970 come programmista-regista di programmi per ragazzi. Donatella Ziliotto, coinvolge anche altri due grandi scrittori quali Emanuele Luzzati, Toti Scialoja, gli attori Lucia e Paolo Poli e il musicista e arrangiatore Ettore De Carolis, dando vita a programmi quali Le fiabe dell’albero, Fantaghirò, Uoki Toki. E ancora alla trasmissione Buonasera con, in cui proprio Nico Orengo aveva il compito di intervistare personaggi famosi sulle letture infantili. Fra tutte possiamo ricordare quelle a Italo Calvino e a Gianni Rodari.409

Con Nochenò, del 1974, entra a far parte di quel progetto di Bruno Munari che è la collana “Tantibambini” ideata per Einaudi. Il libretto, arricchito dalle illustrazioni di Cristina Lastrego e Francesco Testa riceva il premio dell’Università di Pavia.410 Seguono, l’anno successivo, Andare per mare, e le due raccoltine Ping-pong e Raccontondo (entrambe del 1976), infine le filastrocche La scarpa in fondo al prato, del 1978, illustrate da Nicola Bayley, (Emme, Milano).

Quando, nel 1979, viene pubblicata la raccolta Canzonette (anche questa accompagnata dalle illustrazioni di Bruno Munari), troviamo un richiamo biografico che ricorda quello di A-Ulì- Ulè, mentre, poco più avanti, ci racconta cos’è una filastrocca:

Adesso mio figlio Simone è grande e A-ulì-ulè l’ha messo in soffitta e si preoccupa per Han Solo, Flash Gordon e la manutenzione della sua bicicletta, le filastrocche lo interessano in modo diverso : vuole conoscere le regole

408 Pubblicato per la prima volta nel 1972 da Einaudi, con i disegni di Bruno Munari, il libro ha conosciuto diverse

ristampe fino a quella Milano, Salani degli anni Novanta (1998), poi introvabile fino alla recente riedizione del 2011. Bruno Munari scrive a Nico Orengo : «Caro Orengo, come si fa a illustrare una filastrocca ? Legando tutte le immagini con un filo, con un segno, disegnato tutto d’un fiato. Ho meditato a lungo e ho disegnato velocemente […] Cordiali saluti. Bruno Munari. Milano, 6 ottobre 1972» lettera riportata in G. Maffei, p. 136.

409 Programma di Lucia Bolzoni, Nico Orengo e Donatella Ziliotto, regia di Vittorio Nevano, andato in onda su Rai

Due. Le due interviste sono del 1979. Lo scrittore ha collaborato anche negli anni successivi, per esempio al programma

L’albero azzurro andato in onda dal 1990. Sulla figura di Donatella Ziliotto come fautrice del rinnovamento della tv dei

ragazzi negli anni Settanta, si rimanda a Claudia Reggiani, Il volo di un martin pescatore. Ritratto di Donatella Ziliotto:

un’intellettuale per l’infanzia, dalla televisione all’editoria, alla narrativa, Einaudi Ragazzi, EL, Trieste 1998, in

particolare pp. 21-22 e alla bibliografia presente alle pp. 113-114.

410 Attraverso Bruno Munari, Nico Orengo prenderà la conduzione del programma La scatola dei giochi (febbraio-

novembre 1975), una trasmissione settimanale di 15 minuti circa: cfr. Franco Mello, Nico Orengo, La scatola dei

per costruirsele da solo. Allora gli ho spiegato che la filastrocca è una sorpresa che parte da una parola che continua a tornare alla mente, che va per una strada inaspettata e finisce chissà dove. Ma non è un disordine senza capo né coda, c’è un filo che la cuce e la appende alla memoria, il filo della rima. La rima e il ritmo - gli dico - vincono sempre, nel gioco della filastrocca; invece il buon senso e la logica non contano niente, e neanche le parole importano tanto, vanno benissimo anche delle lettere messe insieme fra di loro come capita, a-ulì-ulè, ambarabà, ale vale. Seguendo il ritmo e la rima nelle filastrocche può entrare tutto, anche cose perdute, troppo ingombranti, mai esistite, oppure nascoste in un cassetto o dimenticate al mare.411

Proprio in questa suggerita e caldeggiata sperimentazione ‘a partire da’, la breve prefazione si chiude con un invito ai giovani lettori ad una produzione in proprio, utilizzando lo spazio bianco che è messo «[…] lì apposta per essere disegnato e scritto da voi mentre guardate e leggete queste Canzonette» (p. 6). Le «canzonette» si presentano come brevi composizioni (dai due, massimo quattro versi) e il volume è suddiviso in cinque sezioni che illustrano, in modo fantastico e sonoro le meraviglie del mondo delle erbe e dei frutti, dei mari e dell’aria (Un po’ di frutta; Pesce che vai; Uccello che voli; Alfabeto con le erbe; Insetto con merletto): ma non è la varietà, né tantomeno l’esoticità, a interessare lo scrittore - tanto che nella sezione ‘ortofrutticola’, per esempio, troviamo ripetute mele, pere, pesche, albicocche, ciliegie per un totale di venticinque «canzonette», così come fra le erbe i nomi sono quelli dell’aglio, del basilico, del finocchio, della camomilla, della lavanda, domestiche e profumate compagne della cucina e della vita quotidiana:

L’Aglio che nel cuore si rosola d’amore non ha fortuna e muore

In una tazza la Camomilla si mette a dormire bionda e tranquilla, Il Finocchio che inciampa spesso

non ha l’occhio fino ma lesso,

La Lavanda profumata sospira con melanconia nel cassetto coricata.

Nico Orengo offre e illustra, attraverso la lente d’ingrandimento dell’antropomorfismo (gli elementi naturali acquisiscono caratteristiche umane) e della rima, un mondo solo apparentemente affine a quello del nonsense. Il procedimento dell’antropomorfismo, inoltre, evidenzia in modo immediato (e l’immediatezza della comprensione può essere considerata una delle caratteristiche peculiari della letteratura per l’infanzia), la familiarità amicale che sembrano avere gli elementi della nostra vita quotidiana. Quella di Orengo è insomma una versificazione al microscopio delle trame sottolissime che legano frutti, fiori erbe pesci e uccelli al territorio - umano e naturale - che

411 Il volume viene riedito nel 1981da Einaudi (IED Libri Ragazzi) e nel 1995 con le illustrazioni di Nicoletta Costa,

nella collana «Storie e Rime» (fuori catalogo), da cui si cita, pp. 5-6. Alcune poesie sono state antologizzate da Donatella Bisutti nella sua antologia L’albero delle parole Grandi poeti di tutto il mondo per i bambini, [1979], Einaudi, Torino 2002 che afferma: «[...] se anche le sue “canzonette”, a un primo sguardo superficiale, assomigliano a dei “nonsense”, in realtà sono qualcosa di diverso, e meritano appunto un altro nome. Orengo ne ha raccolte molte in un libro che si intitola proprio Canzonette, dividendole a seconda che parlino di frutta, di fiori, di pesci o di insetti. Dal polipo alle ciliegie, dall’albicocca al pettirosso, dalla pulce alla genziana, tutto il mondo dei prati e dei boschi, del mare e dei ruscelli, dei torrenti e dei sentieri, degli alberi e della sabbia popola questo libro e per ciascuno dei minuscoli protagonisti Orengo ha trovato una “canzonetta” che con affettuosa simpatia ce ne trasmette “l’anima poetica”, quello cioè che lo rende unico, commovente e straordinario.»: p. 105.

abitano e che i sottili e delicati disegni di Munari mettono bene in evidenza, spingendo la visione quasi al grado cellulare. In questo modo ciò che si trova esperibile nell’intreccio di versi e tratti appare, verosimilmente, ogni volta composto, ma anche componibile (e certo scomponibile), offrendo al lettore - e non solo al giovane lettore - la possibilità di una nuova inventio.

Infine, nel 2000, esce Spiaggia, sdraio e solleone (con le illustrazioni di Annamaria Passaro), che vede come protagonisti stagionali sabbie, secchielli, salvagenti, barche, costumi, asciugamani, palloni, creme abbronzanti, pesci, conchiglie, sandali e gelati, versi ora ironici, ora seri, e ancora giocosi e gioiosi, (cfr. la recensione di Isabella Bossi Fedrigotti su «Il Corriere della sera»).

Inserito attivamente nel dibattito sulla riforma della scuola, e nella lotta per la libertà di informazione, attento osservatore dei problemi sociali e internazionali, il politico e giornalista antifascista (e condannato al confino, ad Agropoli, a partire dal marzo 1935 fine ad agosto 1936), Franco Antonicelli, è stato senatore per la sinistra indipendente nel 1968 (nel PCI-PSIUP), legato a Piero Gobetti e Cesare Pavese e presidente del CNL piemontese. Traduttore (Racine), saggista, esperto di poesia del Novecento, da D’Annunzio a Pascoli e in particolare di Gozzano, è stato anche grande divulgatore e organizzatore culturale. Attraverso la collana di Frassinelli “Biblioteca europea”, di cui è stato direttore fino al 1937 e le Edizioni Francesco De Silva (da lui fondata nel 1942), ideale prosecuzione di quella collana, stampò per primo in Italia, fra gli anni Trenta e Quaranta, opere (e autori) prima sconosciute (o pochissimo conosciute) come Moby Dick di Hermann Melville (1933, nella traduzione di Cesare Pavese), Le avventure di Huck Finn di Mark Twain (1934), Dedalus di James Joyce (1933, nella traduzione di Cesare Pavese), Il processo di

Franz Kafka (1933), e ancora, Siddhartha di Herman Hesse(1945) e Se questo è un uomo di Primo Levi (1947), testo rifiutato da altri editori, fra cui Einaudi. Inoltre ha pubblicato per primo l’edizione italiana di Topolino di Walt Disney (1933) con due album dal titolo Le avventure di Topolino (Mickey Mouse), che in frontespizio recano la dicitura: “A cura di Antony” (cioè Antonicelli, alla cui traduzione, in ottonari, collabora anche Cesare Pavese).412 Ha fondato la casa editrice Francesco De Silva (1942) pubblicando libri quali La Germania di Madame De Stael e nel 1947 Se questo è un uomo, di Primo Levi che era stato rifiutato da altri editori, fra cui Einaudi). Nel 1973 pubblica la raccolta per bambini Le parole turchine (Einaudi, Torino), che si apre con la poesia omonima:

Le parole turchine son le parole turche, d’una lingua che non si sa, bizzarre e forse magiche, ma sono anche azzurrine color di cielo, belle di misteriosità.

Si possono dire ai bambini ai ragazzetti, anche agli uomini per incantarli, ma perdono il loro incanto, se vogliono tradire la verità.

Cesare Pavese, Leone Ginzburg, Franco Antonicelli e Frassinelli a San Grato di Sordevolo (Cn), in una fotografia degli anni Quaranta.

412 Appassionato collezionista di fotografie antiche e libri rari, in qualità di critico, ha svolto un’intensa attività di

recensore. Per una completa bibliografia si rinvia a Un baule pieno di carte. Bibliografia degli scritti di Franco

Antonicelli, a cura di Gennaro Barbarisi, Patrizia Lupi e Patrizia Pellegrini, Livorno 1980 (Quaderno n. 1 della Fondazione Franco Antonicelli di Livorno).

Protagonista della Neoavanguardia, fin dalla sua apparizione nell’antologia I Novissimi. Poesie per gli anni ‘60 a cura di Alfredo Giuliani nell’antologia del 1961413, Antonio Porta (pseudonimo di Leo Paolazzi 1935-1989) è stato poeta, ma anche traduttore (e fra le traduzioni ricordiamo Nel paese dei mostri selvaggi di Maurice Sendak, Emme 1963), ha scritto romanzi e opere teatrali. Oltre ad essere il curatore, insieme a Giovanni Raboni dell’antologia Pin Pidìn, poeti d’oggi per i bambini (Feltrinelli, Milano 1978, 2a ed., 1979, fuori catalogo, cfr. cap. 3.2), alcuni anni più tardi, nel 1982, ritorna alla poesia per bambini con il poemetto Emilio, pubblicato da Emme nel 1982 con le illustrazioni di Altan (ripubblicato da Nuages nel 2002), in cui narra l’aprirsi alla vita di un bambino, il suo incontro con le meraviglie .414 Testimonianza della non occasionalità della scrittura poetica rivolta anche ai bambini è la partecipazione di Porta, insieme a Andrea Zanzotto a una serie di interventi nelle scuole secondarie di Parma ancora nel marzo del 1980, nella profonda convinzione che la poesia sia un’esperienza di attraversamento del linguaggio in una forma (o forme) precise, e non mimesi, e che la poesia per bambini sia la radice della poesia stessa.415

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