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La natura, le ombre (qui in particolare Chiusaforte con il suo presente e il passato sulla

8.2. Elio Pecora, Davide Rondoni, Anna Maria Farabbi, Annalisa Macchia

Si apre nel nome della fiaba il contributo di Elio Pecora (1936) alla letteratura per l’infanzia, con un programma in venti puntate andato in onda nel 1989 per la Rai-Dipartimento Scuola- Educazione, fiabe poi raccolte nel volume La ragazza con il vestito di legno e altre fiabe (Frassinelli, Milano 1992), a cui seguirà, più di dieci anni dopo, Fiabe scelte e riscritte da Lu cunto de li cunti di Giambattista Basile, (illustrazioni di Paolo Altan, Mondadori, Milano 2003). Nello stesso anno, pubblica per Mondadori l’antologia, La strada delle parole: poesie italiane del Novecento scelte per i bambini e i ragazzi della scuola primaria (2003, disegni di Fabian Negrin), con un’indicazione programmatica che è tutta nelle scelte operate, poiché quasi nessuna di quelle poesie indirizzata ai bambini, è scritta «per bambini» (cfr. cap. 3). Poeta e scrittore, curatore di antologie di poesia italiana, Pecora collabora a quotidiani, settimanali, riviste e programmi Rai e dirige la rivista internazionale «Poeti e poesia», ma è attivo animatore e fomentatore di poesia (per dirla con Chiara Carminati) anche nelle scuole. Esordisce in poesia nel 1970 con La chiave di vetro, cui seguono numerose altre raccolte, fra cui ricordiamo Motivetto (1978), Interludio (1990),

Simmetrie (2007 e 2008) e la più recente Dodici poesie d’amore (2012), ma si è dedicato anche allo studio della poesia di Sandro Penna, e ha curato varie monografie poetiche dedicate a molti altri autori (fra cui Gabriele D’Annunzio e Dino Campana).249

Tre le raccolte di poesia dedicate ai bambini, L’albergo delle fiabe e altri versi, con le illustrazioni della bravissima pittrice argentina Luci Gutierrez (Orecchio Acerbo, Roma 2007), menzionata al BolognaRagazzi Award for Children’s Poetry della quarantacinquesima edizione (2008)250, Un cane in viaggio: due filastrocche (con disegni di Giuseppe Giacobbe, Orecchio Acerbo, Roma 2011, che contiene i due racconti in versi Filastrocca di un cane in viaggio e la Filastrocca romana e, sempre per Orecchio Acerbo, Firmino e altre poesie (2014, illustrazioni di

Mirjana Farkas), dove mondi e personaggi favolosi vengono evocati dalla penna di Firmino che scrive su un foglio “parole che accendono l’immaginazione”.

L’albergo delle fiabe contiene diciotto poesie (La lettura qui antologizzata al cap. 4 Antologia, p.), il cui filo conduttore è la fiaba: tre ne esplicitano l’appartenenza fin dal titolo, e cioè L’albergo delle fiabe, La fiaba degli inquieti, La fiaba dei quieti, altre lo suggeriscono dai primi versi, con un « C’era… », spesso ripetuto ad anafora, come nelle poesie La camicia della felicità («C’era una volta un re/ con castelli e soldati;/ sette figli obbedienti,/ sei ministri fidati […]»), In viaggio («C’era un cane, c’era un gatto, / c’era un uomo mezzo matto, […]»), C’era una scuola («C’era una scuola con due finestre,/ c’era una classe con due maestre […]»), Tanto di più («C’era

249La chiave di vetro, Cappelli, Bologna 1970; Motivetto, Spada, Roma 1978 (con uno scritto in quarta di copertina di

Sandro Penna e un disegno in copertina di Domenico Colantoni); Interludio, prefazione di Giovanni Raboni, Empiria, Roma 1987 (in copertina una tempera di Fabrizio Clerici), Poesie 1975-1995, Empiria, Roma 1997 (e 1998) fino alle più recenti Per le altre misure, introduzione di Nicola Merola (con una incisione di Giosetta Fioroni), San Marco dei Giustiniuani, Genova 2001, Simmetrie, Mondadori, Milano 2007 (e 2008) e Dodici poesie d’amore, acquerelli di

Giorgio Griffa, Frullini, Pistoia 2012. Ha trdotto poesie di Marcia Theophilo, Anise Koltz, Jean Portante. Cfr. L’avventura di restare (Le scritture di Elio Pecora), a cura di Roberto Deidier, San Marco dei Giustiniani, Genova 2009.

250La menzione recita: «Con rara coerenza tipografica, le immagini del volume ritmano davvero i versi, tanto da

proporsi in una dimensione sempre unitaria che attua un preciso gioco di rinvii. Un’attenta scelta stilistica, fondata su un limpido segno e su temperate armonie, ha stabilito una connessione profonda fra disegni e parole, che davvero s’intrecciano, che spesso si abbracciano in un tessuto unitario dotato di quelle stesse valenze artistiche capaci di dar vita, un tempo, alla poesia visiva. E come il poeta accorda i versi secondo una memoria lieve, spesso dolcemente ironica, così il disegnatore fa scorrere morbidi contorni, improvvise leggerezze, intime note appena sussurrate. Un omaggio alla poesia che nasce da una sincera vocazione tipografica, un’eleganza grafica pronta a suggerire parole», A

Garden of Verses, BolognaRagazzi Award for Children’s Poetry, Giannino Stoppani, Bologna 2008, p. 7; cfr. anche

Luci Gutiérrez, L’albergo delle fiabe e altri versi, in cui si sottolineano gli aspetti reali e surreali dei suoi disegni, in ideale dialogo con Magritte e Pollock: pp. 18-21.

un luccio dentro il lago, / c’era un secchio ed uno spago, / c’era un asino, un maiale,/ c’era un grillo sul guanciale[…]»), Vanterie («C’era un lupo su in montagna, / c’era un cane giù in campagna, / una rosa nel giardino / ed un ciocco nel camino»). I versi sono in prevalenza settenari e ottonari, spesso organizzati in quartine a rima baciata o alternata, ma si trovano anche poesie in endecasillabi (anche in alternanza con settenari) e noverari/endecasillabi.

Illustrazioni di Mirjana Farkas per Firmino e altre poesie di Elio Pecora

La raccolta di Davide Rondoni251 (1964), Le parole accese. Poesie per bambini e non, (illustrazioni di Sara Donati, Rizzoli, Milano 2009 tratta temi della vita quotidiana come Ode al gelato, Autobus, Il treno, Il telefonino, La partita, ma arriva a toccare anche temi diversi, da quelli più giocosi (La patata lessa, Il gatto tra le foglie), ai più seri come l’amicizia, la crescita, la religione (L’amicizia, Quando i fratelli, Il segno di croce). Non sempre, a nostro avviso, la quotidianità, o le novità (assai relative, ormai) degli argomenti o degli oggetti tema delle poesie -

251 Poeta, saggista e scrittore, traduttore (Baudelaire, Rimbaud, Péguy e altri) fra le raccolte di poesia ha pubblicato: Il bar del tempo, Guanda, Modena 1999, Compianto, vita, Marietti, Bologna 2001, Avrebbe amato chiunque, Guanda, Modena 2003, Apocalisse amore, Mondadori, Milano 2008, La natura del bastardo, Mondadori, Milano 2016. Collabora a programmi di poesia in tv e radio, ha fondato e dirige il Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna e la rivista «clanDestino»; dirige le collane di poesia per Marietti e cartaCanta. Per ragazzi i romanzi Se tu fossi qui, San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 2015, premio Andersen 2016, e I bambini nascono come le poesie, Rizzoli, Milano 2011.

espressi in un linguaggio volutamente accattivante e informale (e un po’ “furbo”, potremmo dire) -, costituiscono spunti veramente originali o innovativi. Basta scorrere una poesia come Il telefonino:

È un aggeggio meraviglioso

che fa stare più vicini anche gli amici che son lontani.

Ma può esser fastidioso come un cugino se diventi schiavo del telefonino.

Ci sono di quelli, poveri fessi, che spendono gran denaro per aver il modello più raro per giocarci come cretini.

Se tu vedessi come stan chini bimbi adulti o ragazzini, sembrano scimmie ammaestrate nel digitare tutte rapite.

Se usato con testa vuota

è un aggeggio che ti fa più idiota. Ma se usato con testa piena è utile al lavoro, a una vita più serena;

dove il punto di vista dell’adulto (scelto come privilegiato) in senso didattico e moraleggiante, prevalica in modo evidente su tutto il resto.

Anna Maria Farabbi252 (1959), poeta, saggista, traduttrice pubblica nel 2014 la raccolta Talamimamma (illustrazioni di Giulia Incani, Terre d’Ulivi) di cui, in un’intervista a Costanza Lindi dice: «In dialetto significa alla mia mamma. Indico più che la mia madre biologica, la cultura della grande madre, ben altra da quella che stiamo vivendo. Non tanto una destinataria a cui viene dedicato il pensiero e l’opera, ma una direzione di cammino e di canto. Che sia contratta la parola, in me, è solito: così come in leièmaria. Creo una parola organica, unica, un’unità di fiato e di significato» e, aggiunge sulla scrittura per bambini: «In prosa uscì nel 2013, Caro diario azzurro, per Kabaedizioni, un racconto ambientato nella seconda guerra mondiale. La storia di Talamimamma, oltre a essere un mio atto creativo, si inserisce al mio lavoro di sensibilizzazione della poesia verso i bambini e i ragazzi. Non si tratta solo, secondo me, di andare nelle scuole, cosa che faccio costantemente, ma di cantare anche in registri poetici uscendo da retoriche, filastrocche, facili e fruibili rime, tematiche nostalgiche e incantatorie: immettendo problematiche e attualità, senza l’abbaglio di un’illustrazione spettacolare. Se nelle scuole elementari la poesia è tessuta con vivacità e creatività, nelle medie si genera una frattura. Così il mio invito a lavorare, noi poeti, anche per i bambini e i ragazzi. Se il canto ha qualità, poi, raggiunge qualsiasi pubblico, indipendentemente dall’età. Con Talamimamma ho cercato questo.»253 La raccolta, in versi liberi, presenta attraverso tre poesie per ogni mese, una sorta di diario di versi e disegni (in bianco e nero):

252Ha pubblicato, tra gli altri, con Mondadori, Sellerio, Lietocolle, Il Ponte del Sale e altri, dirige la collana “Un’altra

via di pane, vino, tavola e molto silenzio” per Lietocolle e la collana “Segnature” per Terra d’ulivi. Ha tradotto

253 Costanza Lindi intervista Anna Maria Farabbi, in «Insula europea» 1 ottobre 2017:

Il nido contro vento

vola il vento sul lago ghiacciato scintilla nella notte

la sciabola sonora del suo fiato

trema dalla fame e dal freddo la luce del mio piccolo cuore

passerotto

ascolto l’inverno così senza cantare

Annalisa Macchia (1950), poeta, scrittrice e saggista, ha pubblicato diverse raccolte di poesia, tra cui ricordiamo la più recente, Interporto Est (Moretti & Vitali, Milano 2014), collabora con l’associazione culturale fiorentina Pianeta Poesia, alla rivista «Erba d’Arno» con recensioni e racconti ed è nella redazione fiorentina della rivista internazionale «Gradiva».254 L’interesse, a tutto tondo, per la poesia, Macchia lo evidenzia soprattutto nel saggio (che è però anche una sorta di laboratorio scolastico, un avviamento alla poesia dedicato ai giovani) A scuola di poesia, per capirla, per spiegarla, per scriverla, per amarla (collana “Saggi e ricerche”, Florence Art Edizioni, Firenze 2009), dove, inserendosi idealmente nella riflessione inaugurata abbastanza recentemente da Hans Magnus Enzensberger e Alfonso Berardinelli con Che noia, la poesia. Pronto soccorso per lettori stressati, (Einaudi, Torino 2006), riapre il discorso sulla popolarità della poesia in Italia e sulle sue possibilità oggi

.

Nel 2002 escono i quattro quadernetti (di 8 pagine) di brevi storie destinate ai bambini: La gattina dalla coda blu, La formica giramondo, Il fantasmino, e Il pesce palla e la nave pirata, contenenti una composizione ciascuno; le illustrazioni sono state affidate a un amico ingegnere, Roberto Silvestroni.255 Si tratta di storie in quartine di versi liberi (ma con un andamento che ricorda l’alessandrino) a rima alternata, i cui protagonisti sono animali antropomorfizzati, come nelle favole di Fedro e di La Fontaine. Lo scenario tuttavia è reale e l’autrice rinuncia a una morale conclusiva, preferendo affidare la conclusione a molteplici riflessioni, come avviene nel raccontino La formica giramondo:

Un giorno una formica che a stento trascinava un grosso tondo seme al proprio formicaio, decise che un riposo infine meritava. Si scaricò del peso, però successe un guaio.

Il seme piano piano cominciò a rotolare ripercorrendo indietro tutta la strada fatta. Ansante, la formica si ritrovò a guardare la corsa di quel chicco, sconvolta e esterrefatta.

Mancava così poco! Ed ora, che disdetta! Si buttò a capofitto per la lunga discesa, scivolando sui sassi, scavalcando l’erbetta, ma presto si accorse che era inutile l’impresa.

Il chicco era lontano, non si vedeva più e lei, stanca e delusa, allora si fermò.

Voltò indietro lo sguardo, puntando gli occhi in su e il suo bei formicaio a osservare cominciò.

Le brave formichine, schierate in fila indiana, portavan pesi enormi, senza nessun sostegno. Quella per noi sarebbe fatica disumana;

per loro altro non era che il quotidiano impegno.

Tutte con gli occhi bassi. In quale aiuto sperare? Ma lei, col capo alzato, si ritrovò di fronte un mondo tutto nuovo, stupendo, da esplorare, sconosciuto, invitante, fin laggiù all’orizzonte.

254 Tra le sue pubblicazioni anche il saggio Pinocchio in Francia, Quaderni della Fondazione Nazionale “Carlo

Collodi”, Pescia 1978 e. Fra le altre raccolte di poesia ricordiamo La luna di Cézanne, a cura di Antonio Spagnuolo, prefazione di Plinio Perilli, Kairòs, Napoli 2008. cura inoltre la collana per l’infanzia della casa editrice CFR Poiein.

255 La gattina dalla coda blu, La formica giramondo, Il fantasmino, Il pesce palla e la nave pirata: tutti del 2002, con le

illustrazioni di Roberto Silvestroni, Pietro Chegai, Firenze. In prosa per ragazzi ha pubblicato recentemente Robot, Aracne, Roma 2017.

Così, su sei zampette, decise lì per lì

che al formicaio nessuno l’avrebbe più veduta. “Ma chi me lo fa fare di vivere così?”

disse la formichina “La vita va vissuta.”

Senza nessun fardello, pimpante e baldanzosa, si mise presto in marcia finché un muro trovò. Già stufa di fatiche lo valutò dubbiosa.

“Magari lo costeggio. Da qualche parte andrò.” Con gli occhi verso il cielo, quasi avesse le ali, superò fili d'erba, rametti, sassolini,

inseguendo le nubi dai contomi irreali e quei monti lontani, stranamente azzurrini. Camminò, camminò e poi camminò ancora, ma il cielo affascinante non raggiungeva mai. Si rinfrancò con rugiada e con succo di mora; riprese il suo cammino, ma era stanca oramai.

Sempre verdi le foglie, sempre bruno il terreno. Guardò bene intorno la formica giramondo; ora ogni cosa sembrava la stessa più o meno. Vacillò per un po' l'animo suo vagabondo.

Dopo il roseo tramonto calò giù il buio, in fretta. Un brivido la colse. Di freddo o di paura? Ripensava pentita alla sua vecchia casetta. Ah! Se avesse potuto portine all'avventura!

Si preparò stremata, con le foglie, un cuscino, quando apparve una squadra di nere formichine. Non portavano un chicco, ma solo un lumicino. “Ditemi che non sogno. Son le mie sorelline...”

“Finalmente! Era l’ora. Ti abbiamo ritrovata! Abbiamo chiesto aiuto anche alle lucciolette ed ognuna di loro sopra noi si è posata... Che hai fatto per scorticar così le tue zampette?” “Ho camminato tanto. Sapete, è grande il mondo. Si stende lungo il muro ed io, con gran pazienza, l’ho attraversato tutto. È vero. È proprio tondo. Infatti son di nuovo al punto di partenza.

Viaggiare è assai istruttivo. Si imparan tante cose. E tutto è cominciato col ruzzolar di un seme...” “Non preoccuparti adesso. Ci hai reso così ansiose! Domani, riposate, lo cercheremo insieme.”

Intanto lassù in cielo si era alzata la luna. In fila verso casa marciavan le formiche, però, fra tutte quante, ce ne fu solo una che, guardando su in alto, seguendo le amiche, disse: “Come sei bella! Rotonda come il mondo.” Questa è la storia della formica giramondo. 256

Del 2004 è Mondopiccino, piccole storie in rima (illustrazioni di Roberto Silvestroni, Florence Art Edizioni, Firenze), una raccolta di trenta storie, - spesso organizzate in quartine di

versi di varia misura, con prevalenza di endecasillabi a rima alternata - che confermano la vena narrativa dell’autrice, mentre del 2015 l’antologia dedicata al sonetto: Come si cucina un sonetto. Scopri la poesia divertendoti! (Illustrazioni di Roberto Silvestroni, Florence Art, Firenze).

9. Un maestro senza feticci: Giuseppe Pontremoli. Con una breve nota su maestri e

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