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Nel paese dei mostri selvaggi: l’editoria italiana per l’infanzia Orientamenti, manifestazioni, manualistica e prospettive

Infanzia e poesia dal 1945 in Europa e in Italia Questioni e generi.

3. Nel paese dei mostri selvaggi: l’editoria italiana per l’infanzia Orientamenti, manifestazioni, manualistica e prospettive

Gli anni Cinquanta e Sessanta sono gli anni del boom economico, dell’urbanizzazione, dell’avvento della televisione, ma anche anni contraddittori e oscillanti fra vecchio e nuovo. Nascono in questi anni in Italia alcune delle più importanti riviste di critica e informazione sulla letteratura per l’infanzia, quali «L’indice d’oro», «Puer», «Schedario» (1953, cessato nel 1997 che si collega all’IBBY di Jella Lepman), «Lo specchio del libro per ragazzi» (Padova, 1960, sospeso nel 1981), «Il Minuzzolo» (Genova, 1965, poi «LG Argomenti» dal 1977), vengono organizzati premi letterari come “Castello” di Sanguinetto (Verona), “Laura Orvieto” di Firenze, “Bancarellino” di Pontremoli, si comincia a riflettere sulla revisione degli spazi di lettura destinati ai bambini e ai ragazzi, sull’onda delle esperienze europee. Pino Boero e Carmine De Luca evidenziano come «[…] nei “percorsi dell’editoria” gli anni Cinquanta non offrono solo aperture sui nuovi orizzonti della letteratura per l’infanzia, poiché si continua a parlare di censure, di commissioni di controllo sulle pubblicazioni per bambini, di “battaglie” per la “buona stampa”. È giusto constatare, però, il carattere innovativo di molte iniziative, “le bon motif” - si sarebbe detto un tempo - attraverso cui transitavano ancora pregiudizi, angosce mai sopite, ossessioni contenutistiche».95 Nel dicembre del 1962 l’obbligo scolastico viene elevato ai quattordici anni.

All’inizio degli anni Sessanta il libro per bambini conosce un profondo rinnovamento - soprattutto dal punto di vista iconografico -, merito anche dell’acume, dell’intelligenza e dell’avanguardia di alcuni dei più grandi editori. Anche se le case editrici che si occupano dei bambini si contano sulla punta delle dita, spiccano le novità proposte dalla Emme Edizioni, fondata da Rosellina Archinto nel 1966, Einaudi con la collana “Tantibambini”, più tradizionali invece Mursia, in un panorama di generale mediocrità (La Sorgente, AMZ, Piccoli; cfr. cap. 1.4.1). Tuttavia di libri per l’infanzia se ne vendono pochi, come racconta Rosellina Archinto, che ricorda anche come il pubblico fosse in realtà costituito da intellettuali96. Emme ha avuto il merito di far conoscere illustratori e scrittori stranieri, come Tomi Ungerer, Maurice Sendak, Seymour Chwast, Eugène Ionesco, Etienne Delessert, Guy Monreal, Nicole Claveloux, Heinz Edelman, Guillermo Mordillo, Eric Carle, Yutaka Sugita, Mitsumasa Anno, Aoi Huber Kono e italiani come Leo Lionni, Emanuele Luzzati, Enzo e Iela Mari, Bruno Munari, Flavio Costantini, promuove in particolare un libro di immagini senza parole (come per esempio La spedizione di Willi Baum, del 1975) che non trova all’inizio un pubblico favorevole, e anche nella saggistica pedagogica (collana Puntoemme diretta da Graziano Cavallini) raccoglie il fermento in corso tra la fine degli anni Sessanta e Settanta pubblicando titoli come Il leggere inutile. Indagine sui testi di lettura adottati nella scuola elementare (primo titolo, del 1971, a cura di Egidia Barassi), e autori quali il pediatra e pedagogista Marcello Bernardi (Il problema inventato. Orientamenti di educazione sessuale dall’età prescolare all’adolescenza, 1971 e La maleducazione sessuale. Dalla repressione alla liberazione del piacere come premessa a una società non autoritaria, 1977), e ancora Arno Stern (Per una educazione creativa, 1973), Jean Piaget (Introduzione all’epistemologia genetica vol. I. Il pensiero matematico, 1982; Introduzione all’epistemologia genetica vol. II. Il pensiero fisico, 1984), François Faucher (La rivoluzione pedagogica di F. Bakule. Diario di lavoro di un pioniere: dal recupero degli handicappati ad una educazione per tutti, 1976), Célestin Freinet (La scuola del fare / 1: i principi; La scuola del fare / 2: metodi e pratiche, entrambi del 1978), Ivan Illich (Descolarizzare e poi?

95 Pino Boero, Carmine De Luca, La letteratura per l’infanzia, cit., p. 241. Vezio Melegari, Biblioteche per ragazzi a Genova, in «Schedario», n. 4-5-6, aprile-giugno 1954.

96 La casa delle meraviglie. La Emme Edizioni di Rosellina Archinto, a cura di Loredana Farina, Topipittori, Milano

2013, in particolare il capitolo La cultura a Milano negli anni Sessanta, pp. 41-53. Più avanti rivela: «Se avessi ricevuto un po’ più di rispetto da parte dell’Italia e degli italiani avrei continuato. Ad un certo punto era diventato per me un combattimento veramente senza fine. Adesso tutti vogliono sapere della Emme, allora non gliene importava niente a nessuno», p. 61.

Contro l’abuso conservatore del concetto di descolarizzazione, 1978), Janusz Korczak (Come amare il bambino. I principali scritti pedagogici del grande autore polacco, 1979; Janusz Korczak, Claude Lapointe, Re Matteuccio I. Prima parte, 1978) e Françoise Dolto (Quando c’è un bambino. Una grande psicanalista risponde alle domande dei genitori, 1979; Parlandone è più facile, 1982). Importanti sono poi le collaborazioni di Emme con il Movimento di Cooperazione Educativa e la pubblicazione di interventi specifici, come quelli di Antonio Faeti, Lucia Lombelli (1977, 1981) e Marc Soriano (Il caso Verne, 1982).

Fra le manifestazioni più importanti dedicate alla letteratura per l’infanzia un posto particolare spetta alla “Bologna Children’s Book Fair” (Fiera Internazionale del Libro per Ragazzi), alla cui nascita ha contribuito in modo decisivo Carla Poesio, figura di riferimento nell’ambito della stagione più innovativa dell’editoria del settore, esperta di letteratura per l’infanzia, autrice e critica letteraria (collaboratrice di «Schedario» dalla fine degli anni Cinquanta). All’inizio degli anni Sessanta, durante una sua visita alla Fiera del Libro di Francoforte - , si rende conto che i tempi sono maturi per una rassegna dedicata ai libri per ragazzi, nasce così la prima edizione della Fiera che si svolse nel Palazzo Re Enzo, dal 4 al 12 aprile 1964 e di cui Poesio è stata a lungo responsabile delle relazione internazionali.97

Nel 1972 Roberto Denti e Gianna Vitali fondano la Libreria dei Ragazzi di Milano (via Tommaso Grossi) che diventa un punto di ritrovo fondamentale per specializzati e non98

; nel 1979 viene proclamato l’anno internazionale del bambino da parte delle Nazione Unite, mentre all’università di Bologna viene istituita la cattedra di letteratura per l’infanzia.

Con Guardare le figure (1972) e Letteratura per l’infanzia (1977) di Antonio Faeti, l’attenzione si sposta dalla dimensione meramente letteraria a quella educativa; l’opera dello studioso costituirà un nuovo indirizzo di ricerca - quello della “scuola bolognese” - che ha continuato le sue ricerche attraverso Emy Beseghi che prende il posto di Faeti nella cattedra di Letteratura per l’infanzia all’Università di Bologna. Un nuovo modo di guardare alla letteratura per l’infanzia viene indicato

97 Bologna. Fifty Years of Children'sBook from Around the World,

Bologna cinquant’anni di libri per ragazzi da tutto il mondo, a cura di Giorgia Grilli, Bononia University Press, 2013 (http://www.bolognachildrensbookfair.com). Durante

l’ultima edizione della Bologna Children’s Bookfair si è tenuto il convegno “Carla Poesio, a woman of passion: studiare, interpretare, scrivere di libri per ragazzi”, - coordinato e moderato da Ada Treves, - che ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Pino Boero, Emy Beseghi, Silvana Sola e le principali riviste del settore: «Andersen», «Liber», «Pepeverde», «Hamelin». Nel 2018, in sua memoria, è nato il riconoscimento “Premio Carla Poesio” che dal 2019 premierà la miglior tesi di laurea italiana dedicata alla letteratura per l’infanzia. In tempi recenti, per quanto riguarda la poesia per l’infanzia segnaliamo l’attenzione che le è stata dedicata alla quarantacinquesima edizione della Bologna Children’s Book Fair97 (2008), con l’istituzione di una sezione speciale del BolognaRagazzi Award; fra i libri segnalati L’albergo delle fiabe di Elio Pecora, illustrazioni di Luci Gutiérrez (L’Orecchio Acerbo, Roma).

98 Tenuta per quarant’anni, cfr. Roberto Denti, I bambini leggono, Einaudi, Torino 1978 in cui l’autore rievoca

l’ideazione e l’avventura della libreria; Giovanna Zoboli, Quelli della Libreria dei Ragazzi. Un ricordo di Roberto

Denti, in Doppiozero, 27 maggio 2013: http://www.doppiozero.com/materiali/ricordi/quelli-della-libreria-dei-ragazzi https://www.lalibreriadeiragazzi.it/autori/roberto-denti/

anche dal volume di Pino Boero e Carmine de Luca La letteratura per l’infanzia (1995, nuova edizione accresciuta 2009) che approfondisce temi, autori, opere e questioni dall’Unità d’Italia al Novecento.99

Altre riviste specializzate del settore, negli anni Ottanta/Novanta sono «Andersen» (Genova, 1982), «Hamelin» (dell’omonima associazione culturale), «Leggere tutti, «LG Argomenti» (del Centro Studi Letteratura Giovanile del Comune di Genova, con questo nome dal 1977 prosegue «Il Minuzzolo» del 1965), «Liber» (Campi Bisenzio), «Pagine giovani» (Gruppo di Servizio per la Letteratura Giovanile, Roma), «Il Pepeverde» (dell’omonimo Centro di ricerca e documentazione di Anagni, 1999), «Sfoglialibro» (supplemento di «Biblioteche oggi»), «Scaffale professionale».

Logo della rivista «Andersen».

In generale si può affermare che oggi in Italia esiste un pubblico numeroso e partecipe che si interessa alla letteratura per l’infanzia. I più piccoli leggono molto di più della media italiana (se in media il 46% degli italiani arriva a leggere almeno un libro in un anno, per la fascia 2-5 anni si arriva al 63,3%, per quella 11-14 anni al 60,8 e per quella 15-17 anni al 59% (dati Nielsen 2013 per l’Associazione Italiana Editori - AIE).

Se i testi poetici per la prima infanzia (0-6) si vendono bene e costituiscono una fetta importante del mercato editoriale (oltretutto in lenta ma costante espansione), i libri di poesia e le antologie di poesia per i bambini dai 6 anni in poi non trovano grande successo.

Si tratta di un mercato molto ricco, ma differenziato. E tanti, anzi tantissimi, sono gli autori che scrivono per bambini - esiste un buon mercato di pubblicazioni di poesia per la prima infanzia, per esempio rime, filastrocche, albi illustrati - in uno spazio che spesso si colloca ancor prima della lettura, o poco a ridosso - e testi in poesia per i bambini della fascia successiva, cioè dalla scuola primaria in poi, fino alla medie inferiori (anche se in questa fascia di età la poesia si legge essenzialmente a scuola e si può notare una predilezione per la prosa e qui vale il discorso insomma che in Italia si legge poca poesia). Come se una volta diventati lettori, i giovanissimi e poi giovani perdessero il gusto della lettura di poesia, prediligendo quella di prosa e comunque via via crescendo perdessero il gusto della lettura.

99 Per il perido 1970-2009 si vedano le ricchissime pagine del volume già ricordato di Pino Boero e Carmine De Luca, La letteratura per l’infanzia, pp.278-288 e Anna Ascenzi, La storia della letteratura per l’infanzia oggi. Prospettive metodologiche e itinerari di ricerca, in La letteratura per l’infanzia oggi, Vita e Pensiero, Milano 2003, pp. 109-119 (e

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