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Infanzia e poesia dal 1945 in Europa e in Italia Questioni e generi.

5. Uno sguardo alla poesia per bambini e bambine di poete e scrittrici La rappresentazione del femminile nella poesia per l’infanzia: una questione di gender?

5.4 Sperimentalismo e novità in Giulia Niccolai e Rossana Ombres

Molto diverse fra di loro, Rossana Ombres e Giulia Niccolai, sono tuttavia entrambe legate alle esperienze del Gruppo 63, e le loro opere fortemente nutrite di sperimentalismo e ironia178.

Giulia Niccolai è stata l’unica poeta ad essere antologizzata nella raccolta del 1978 Pin Pidìn: poeti d’oggi per i bambini curata da Antonio Porta e Giovanni Raboni, che, ricordiamolo, rifiutano di considerare la poesia dell’infanzia come genere a sé. Traduttrice fra gli altri di Dylan Thomas, Virginia Woolf e Gertrud Stein, ha esordito come fotografa (il suo primo romanzo si intitola infatti Il grande angolo, 1966), per poi dedicarsi alla poesia179, sperimentando poesia concreta, visuale e sonora e dai primi anni Settanta collabora attivamente con Emme Edizioni, con vari riadattamenti e traduzioni 180, di cui forse merita ricordare la traduzione del volume di Kenneth

178 Nessun accenno alle due poete, per esempio, nel recente volume di Cosimo Rodia, La poesia per l’infanzia in Italia dal Novecento a oggi, Pensa, Lecce 2013.

179 Le poesie antologizzate da Porta e Raboni sono Piccolo legno & grande legno, brevi composizioni sugli alberi, fra nonsense e realismo, scritte insieme ad Adriano Spatola. Nel 1972 Niccolai fonda con Adriano Spatola la rivista «Tam

Tam», sperimentazione poetica (con omonima collezione). Fra le raccolte di poesia per adulti si possono ricordare la raccolta di poesia concreta Humpty Dumpty (Geiger, 1969: http://www.archiviomauriziospatola.com/prod/pdf_geiger/- G00047.pdf ); Greenwich (Geiger, 1971, con introduzione di Giorgio Manganelli e sei disegni di Giosetta Fioroni: http://www.archiviomauriziospatola.com/prod/pdf_geiger/G00223.pdf); Poema & oggetto (Geiger, 1974, raccolta di

poesia visiva); Facsimile (“Tau/ma” n. 5, 1976); Russky Salad Ballads & Webster Poems (Geiger, 1977); Harrys bar e

altre poesie 1969-1980 (Feltrinelli, Milano 1981, prefazione di Giorgio Manganelli); Frisbee. (Poesie da lanciare)

(Campanotto, Udine 1984), Frisbee. Poesie della vecchiaia (Campanotto, Udine 2012). Nel 2012 Le Lettere di Firenze ha pubblicato la raccolta completa delle sue poesie: Poemi&oggetti, con prefazione di Stefano Bartezzaghi e introduzione di Milli Graffi, nello stesso anno la casa editrice il verri (Milano) pubblica la raccolta di pensieri e riflessioni sulla poesia Cos’è la poesia. Cfr anche Alessandro Giammei, La bussola di Alice. Giulia Niccolai da Carroll

a Stein (via Orgosolo) fino all’illuminazione, saggio pubblicato sul numero 51 de «il verri», febbraio 2013, pp. 33-77. 180 Luciano Marco Boschini, Hendrika van den Berg, Caccia alla balena, testo di Giulia Niccolai, Emme, Milano 1973; La nave nel prato, ideato e illustrato da Luciano Marco Boschini e Hendrika van den Berg, testo di Giulia Niccolai,

Koch, poeta ed esponente della scuola di New York, Wishes, Lies and Dreams: Teaching Children to Write Poetry del 1970, (1980) con il titolo Desideri sogni bugie. Un poeta insegna a scrivere poesia ai bambini. Nell’antologia di Porta e Raboni sono antologizzate una serie di poesie sugli alberi (scritte insieme ad Adriano Spatola) e la favola Creonte camaleonte, di cui abbiamo voluto riportare le prime cinque strofe, perché sia pure nella trama narrativa del testo, si ritrovano tutte quelle caratteristiche di ironia, gioco, ampia utilizzazione della rima, delle assonanze che sono parte integrante della sua poesia:

Sugli alberi del Madagascar viveva Creonte Camaleonte, un gran sbruffone dall’aspetto feroce e un po’ cialtrone.

Era Creonte quasi un drago, quasi un marziano, molto più grosso ma pur sempre cugino lontano delle nostre docili, veloci, lacerte lucertole.

Ma, “sono invincibile”, pensava Creonte compiaciuto e soddisfatto di sé, tronfio, gonfio di vanagloria, convinto di passare alla storia.

E immobile, passava tutto il suo tempo da solo, proprio come un vero drago,

come uno che non dà spago a nessuno, sempre occupato a enumerare

le molte armi difensive e offensive sulle quali poteva contare.

“Ho tre corna”, diceva Creonte, “due in più del rinoceronte”. “Ho un bel cimiero

come quello sull’elmo di un guerriero”. “ho più bugni, bozzi, gnocchi IO di una clava”, si gloriava.

“Sono squamato, bardato, corazzato, saldo e tenace come un carro armato e sono anche ben mimetizzato!”. Era vero.

A suo piacere, secondo il suo volere Creonte diventava

giallo, rosso, verde o nero. “Cambio colore

secondo l’umore”.

“Sono introvabile perché per finire, posso addirittura SCOMPARIRE”;

e che trova nei versi finali della formula magica l’apice del suo sperimentalismo linguistico. Creonte cerca infatti di cambiare vita e pronuncia con intento propiziatorio:

Tibilissi fili fissi profilassi tutta prassi biribissi fitti passi sibilitti fiti lissi

Maurizio Osti, Francobolli francobolli (1976: http://www.archiviomauriziospatola.com/prod/pdf_flash/F00256.pdf ); Martin Leman, Angela Carter, Gatti gaudenti & gravi, testo reinventato da Giulia Niccolai, Emme, Milano 1980; Martin Leman, Colin Pearson, Bestie buone & beffarde, testo reinventato da Giulia Niccolai, Emme, Milano 1981;

Centouno indovinelli, illustrazioni di Monika Beisner, che presenta indovinelli tradotti e reinventati da Niccolai, Emme,

Milano 1984; a cui si devono aggiungere le traduzioni-adattamenti delle storie di “Ludovico coniglio” di Beatrix Potter compiute negli anni Ottanta.

tili fatti tili pitti.

[…].181

Un caso particolare (ed esemplare), quello rappresentato da Rossana Ombres che, nel 1975 pubblica con Einaudi Le belle statuine, una raccolta personale di poesie e filastrocche che si avvalgono del supporto di un vecchio album di cartoline illustrate (nello stile Art Nouveau di Alphonse Mucha), che l’autrice aveva iniziato a raccogliere da quando aveva dodici anni.182 Si tratta dell’ultimo libro di poesie di Rossana Ombres (anche se l’unico “per bambini”), che aveva esordito nel 1956 con Orizzonte anche tu, per arrivare al Bestiario d’amore (1974) che le aveva valso il «Premio Viareggio» per la poesia, prima donna a vincere il premio.183 Partecipe delle esperienze del Gruppo 63, di cui era stata co-fondatrice nel suo atto costitutivo all’hotel Zagarella di Palermo (3-8 ottobre 1963), fa dello sperimentalismo, soprattutto linguistico la cifra della sua scrittura in poesia (e in prosa). Tuttavia all’esperienza neoavanguardistica si affiancano anche tutta una serie di personalissimi rinvii letterari e folklorici insieme ad allusioni bibliche e cabalistiche. 184 Ne risulta una versificazione dall’andamento onirico e tuttavia narrativa che ricorda il garbo e la malinconia di certe esperienze crepuscolari, in particolare gozzaniane. La raccolta, suddivisa in dodici sezioni, rappresenta una sorta di delicata e garbatamente ironica rievocazione dell’ambiente, dei giochi, delle occasioni di un mondo ormai scomparso, quello che va dal primo Novecento ai primi anni successivi alla seconda guerra mondiale. Protagoniste di questo mondo sono quasi esclusivamente le bambine, narrate in terza persona - come in tutta la prima sezione Bambine - (ma anche capaci di prendere la parola per raccontare , come nelle sezioni Cara zia e L’album dei ricordi); così, per esempio, nella poesia Emma, non solo viene narrato un gioco certo inusuale per le bambine, il tiro con l’arco, ma Ombres riesce a operare una sorta di corto circuito fra l’immagine stereotipata e melensa della cartolina, e i versi, divertenti e dissacratori:

Se c’è una bambina

che non fa niente con flemma, questa è Emma.

181In Pin Pidìn: poeti d’oggi per i bambini. A cura di Antonio Porta e Giovanni Raboni, Feltrinelli, Milano1978. Cfr.

Alessandro Giammei, La bussola di Alice. Giulia Niccolai da Carroll a Stein (via Orgosolo) fino all’illuminazione, «il verri» 51 (2013), pp. 33-77.

182 Rossana Ombres, Le belle statuine, Einaudi, Torino 1975. Ombres viene ricordata (con le poesie Dodici da farfalla e Nove da faina!) nell’antologia Versi versetti rispetti, cit., pp. 83-84 e di nuovo nel saggio di Luciana Pasino Il libro di poesia per bambini negli ultimi dieci anni di editoria italiana, di cui l’autrice sottolinea l’apporto nel senso di uno

sperimentalismo linguistico e immaginativo (legato in particolare al nonsense): Se fossi un poeta scriverei poesie. Libri,

esperienze, riflessioni su poesia e scuola dell’obbligo, a cura di Claretta Marchi e Walter Fochesato, Sagep, Genova

1986, pp.35-36. Una divertente testimonianza (Ora innalzan le colonne) dell’autrice che racconta l’episodio legato alla scrittura di una delle sue prime poesie, è raccolta nel volume Il gioco della rima. Poesia e poeti per l’infanzia dal 1700

ad oggi, Catalogo della mostra tenuta a Roma nel 1984, a cura di Stefania Fabri, Francesca Lazzarato e Paola Vassalli,

Emme, Milano 1984, pp. 102- 107.

183 Rossana Ombres è una figura di poeta e scrittrice (ma anche giornalista, avendo collaborato per più di trent’anni alle

pagine culturali de «La Stampa» di Torino) poco nota e apprezzata in Italia. Sempre per bambini, scrive nel 1978 anche la fiaba fantastica Gaudenzio e la cosamau (con le illustrazioni di Tiziana Saputi) che racconta le vicende di un bambino dell’anno 5000 che, attraverso un vecchio filmato, scopre l’esistenza del gatto e ne vuole uno a tutti i costi, cfr.

Fiaba, teatro, fantasia… a cura di Stefano Fasulo, in «Il dramma», anno LVI, n. 5-6 settembre-ottobre 1980, pp. 6-7, in

cui la stessa Ombres afferma: «Il ragazzo ha bisogno della fiaba, della fantasia, del divertimento. Scrivere una fiaba oggi non è facile, perché si pensa che al bambino vada data la realtà, l’attualità in senso stretto. A mio avviso il bambino necessita ancora, come in tutti i tempi della narrazione in senso classico, del linguaggio fabulatorio». Ha pubblicato le raccolte di poesia: Le ciminiere di Casale, Einaudi, Torino 1962; L’ipotesi di Agar, Einaudi, Torino 1967 (nella famosa collana “rosa” einaudiana; precedentemente pubblicate in «Rendiconti», fasc. 11-12, Imola 1965);

Bestiario d’amore, Rizzoli, Milano 1974. Approda alla narrativa nel 1970 con Principessa Giacinta (Milano, Rizzoli,

premio “Sila” 1971) a cui seguono Memoria di una dilettante (1977), Serenata (1980) Un dio coperto di rose (1993, premio Grinzane-Cavour 1994), Baidera (1997). Per il teatro ha scritto il poema drammatico Orfeo che amò Orfeo (1975).

Ieri mattina

ha avuto, per il suo compleanno, un arco con le frecce:

una freccia è finita nella salsa di tonno un’altra nella torta guarnita e un’altra sul collo del nonno… Oggi, ha un grosso dilemma: se usare lo stemma

di famiglia, da tirassegno oppure coi fiammiferi di legno dare fuoco a qualcosa

per vedere una bella fiamma. Se non verrà a tempo la mamma, Emma incendierà la casa. (p.31)

Rossana Ombres, Emma, in Le belle statuine, p. 31

Anche quando invece immagine e poesia sembrano perfettamente collimare, come nel caso della poesia Bambola che dice “A-A”, i versi impongono uno sguardo divertito e ironico:

Bambola che dice “a-a”

(vorrebbe dire “mamma”) ma la voce

che ha nel pancino funziona poco) da uccidere in un gioco atroce:

buttandola giù da un tavolino. E pentirsi nello stesso istante e farla risuscitare

per poterla accarezzare. (p. 93)

Da sottolineare infine, nell’ultima sezione, Regina reginella, l’appropriazione linguistica e immaginifica del genere del nonsense, dove le associazioni sono giocate soprattutto al livello sonoro delle rime e assonanze, Due da civetta!:

Non è bella la civetta

se tra le piume non nasconde l’uvetta se nell’occhio giallo e grande non ha un moscerino

che gira in mutande. Non è bella la civetta

se al concerto va troppo in fretta se dice sempre: “Oh, che disdetta!” se mangia il riso con l’erbetta. Se vedendo le ragazze agghindate

pensa sian pazze e le aspetta nella sera quando van sulle terrazze a vedere il paesaggio in piazza: e le sbeffeggia

con fischi e schiamazzi (p. 110)

Intervistata da Alessandro Baricco nel 1993 Rossana Ombres afferma: «Non posso dire di avere maestri o modelli, e neppure compagni di strada, scrittori che sento vicini. Sono una scrittrice solitaria»185. Solo in parte questa confessione può spiegare l’isolamento e l’oblio che l’hanno avvolta già in vita. Fra la poesia sperimentale, soprattutto nelle sue prove più epigoniche e la poesia nel senso indirizzato da Rossana Ombres, ormai la via sembra segnata. Il colpo di grazia verrà anche con la nascita, di lì a poco, di una vera e propria industria editoriale, con le sue ferree leggi di mercato, e allora molto più semplice sarà riesumare di tanto in tanto il più trito e ormai davvero poco sperimentale sperimentalismo di gruppo, che percorrere cammini solitari.

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