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Antefatti di un progetto di “agriculture agreable”

“Un magnifico parco tutto coltivo, della massima e più squisita fruttificazione” Efficienza produttiva e qualità estetica nella costruzione del paesaggio

M ARICA F ORNI Politecnico di Milano

1. Antefatti di un progetto di “agriculture agreable”

L’acquisto dei fondi agricoli in Velate, con alcuni terreni nelle località limitrofe di Lomagna, Arcore e Usmate, al prezzo complessivo di 634130 lire1 rappresentava per Rinaldo di Belgiojoso un’opportunità per mettere a reddito una quota della favolosa eredità lasciata nel 1797 dalla moglie Giovanna Mellerio che lo aveva nominato usufruttuario e amministratore per conto delle tre figlie minorenni Beatrice, Luigia, Carolina.

Entro il 1813 la proprietà si estende per 6263 pertiche milanesi, una superficie pari all’80% del territorio comunale [Pilotti 2004, 109], forse la più vasta tenuta del territorio, ma di gran lunga inferiore rispetto ad altri possedimenti della famiglia. Qui l’aristocratico avrebbe concentrato gli investimenti di maggiore entità nel quadro complessivo della gestione delle

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Figg. 1-2: G. Pollack, cascina per Belgiojoso, 1811 (Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli, Milano, vol. BB 46 - 27G.) Velate, Cascina Belgiojosa, 2009.

altre tenute (Terrazzano, Lecco, Belgiojoso e Chiaravalle), provvedendo comunque a valorizzare la “vocazione” d’uso di ciascuna, grazie all’azione coordinata sui fondi, sulle reti di infrastrutture, sulle componenti edilizie. Strategie diversificate quindi che gli avrebbero consentito di perseguire un decisivo incremento del reddito agrario, dimostrando nei fatti una gestione più avveduta di quella attuata dal padre Alberico, motivo non ultimo di conflitto in un rapporto logorato da un aspro scontro personale, oltre che generazionale, culminato in due successive azioni giudiziarie [Giacchi 2006, 35 sgg.]. Quando nel 1828 il patrimonio di Rinaldo di Belgiojoso sarà suddiviso tra le figlie, il latifondo di Velate, assegnato alla primogenita Beatrice Giulini, sarà valutato 1.258.016 lire milanesi, dedotti i carichi, le riparazioni e le passività. Le tracce materiali di questo sistema produttivo esemplare sono oggi difficilmente percepibili in un contesto di usi del territorio che ha conosciuto profondi mutamenti: solo la casa padronale e alcune cascine, per quanto impoverite, ancora compaiono stranite in un paesaggio omologato dalle urbanizzazioni del secolo scorso, prive dell’essenziale tessuto connettivo costituito da una trama di relazioni funzionali tra le reti di infrastrutture viarie e irrigue, la distribuzione di piantagioni e coltivi, gli oratori, le case da braccianti, i mulini, i torchi fino ai manufatti d’uso più minuti e seriali. Lo stato dei luoghi entrati a far parte del patrimonio delle sorelle Belgiojoso e l’insieme dei miglioramenti conseguiti per iniziativa del padre è ricostruibile attraverso la perizia estimativa stilata il 27 agosto 1821 dagli ingegneri Giosuè Piuri e Anastasio Calvi, corredata in origine di elaborati planimetrici non pervenuti. Nella premessa i due professionisti chiariscono il metodo seguito nell’analizzare: «le variazioni (...), si in decremento che in miglioramento, col soggiungere le nostre osservazioni di perizia intorno alla natura, valore ed effetti delle variazioni seguite in rapporto dell’utilità reale combinatamente anche, ove siane il caso, con quella convenevolezza che non può disgiungersi dai siti di nobile delizia» 2. A conclusione della stima il valore delle migliorie introdotte è così ripartito : 736623 lire sono attribuite ai fondi “ed ogni altro oggetto relativo ai medesimi” e 705547 ai caseggiati con un ricavo annuo di 38094 lire di cui è previsto nei

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quattro anni successivi l’incremento a 46059 lire. Tali previsioni troveranno conferma dal rendimento accertato nel 1824 pari 42737 lire, incrementato nel 1825 a 50987 lire, nonostante i danni alle coltivazioni dovuti alla grandine3.

I due ingegneri incaricati possiedono l’insieme delle competenze che trovano applicazione nel complesso delle opere condotte da Belgiojoso, tuttavia non è al momento documentabile un loro coinvolgimento diretto. Piuri tuttavia ha già prestato la propria opera per la famiglia e per il principe ha progettato opere idrauliche a Velate nel 1818-18194. Nella sua formazione univa “i principi della scienza ad utile applicazione nei più minuti particolari dell’arte sua” e le “sublimi teoriche del calcolo della fisica e dell’idraulica” acquisiti con la frequenza ai corsi presso l’Accademia di Brera e la Facoltà Filosofica di Pavia. Tra le personali attitudini sembra attagliarsi al caso Velate quella “filantropica” di indurre i proprietari terrieri “alla miglior costruzione delle cassine e delle case dei contadini, che pur troppo sono tuttora generalmente fra noi sudicie, ottuse e malsane“ [Gazzetta di Milano 15.12.1822, 1987]. Con analogo curriculum di studi, Calvi aveva partecipato nel 1810 al concorso per il ruolo di Ispettore e Sottoispettore dei palazzi e delle fabbriche della

Corona assegnato a Giacomo Tazzini [Rephisti 2002,110] e nel 1844 sarebbe intervenuto

al sesto Congresso nazionale di scienze, nella sezione di Agronomia, contribuendo alla

Relazione sull’agricoltura dell’alto e basso milanese [Rivista europea 1844].

All’atto di acquisizione delle proprietà fondiarie le destinazioni agrarie prevalenti risultano a brughiera boscata e cespugliata con zerbi nudi, pochi boschi cedui di castagni e con impianti di viti in numero ancora ridotto. Le iniziali condizioni di degrado dei poderi sono ricondotte da Piuri e Calvi all’inadeguatezza delle infrastrutture. Risultano impraticabili le strade poderali e il sistema di deflusso delle acque è insufficiente a preservare i campi dagli allagamenti, la conseguente scarsa redditività delle proprietà aveva ridotto progressivamente gli investimenti destinati alla manutenzione dei caseggiati colonici riducendoli in “vero stato di rovina”.

L’azione intrapresa dal principe risulta necessariamente coordinata nel tempo, in relazione alle differenti condizioni e disponibilità dei fondi. I primi provvedimenti interessano le proprietà acquistate dai Parravicini, le cascine Mongorio e Mongorietto e i relativi fondi agrari in “stato di deperimento”. Gli ultimi sono invece diretti alle proprietà Serponti, acquistate nel 1803, ma consegnate solo nel 1815 dall’affittuario, l’imprenditore cotoniero Adamo Kramer il cui tentativo di incrementare i coltivi era sostanzialmente fallito5.

Il risanamento conduce questi luoghi “all’apice della più elevata ed esatta conservazione ed al più elevato stato di floridezza e fruttificazione”, grazie al ricorso a metodologie razionali, “senza risparmio di spese in tutto ciò che poteva tornare vantaggioso per il miglior essere dei fondi”, attingendo a strumenti e pratiche indicati dalla recente scienza agraria. Le conoscenze divulgate dall’editoria specialistica [Fumi 1992; Idem 2003], un tempo appannaggio delle sperimentazioni di pochi cultori e delle società agrarie si andavano gradualmente imponendo nei programmi didattici nell’ateneo pavese [Gabba 2007; Brianta 2008]. Qui le nuove generazioni di ingegneri, a cui appartenevano gli stessi Piuri e Calvi, si formavano all’insegnamento di docenti di vaglio, Giuseppe Marchesi, Filippo Re, Giuseppe Bayle-Barelle, Giuseppe Moretti incaricati dei corsi di Architettura, Idraulica, Agraria e di Architettura Rurale [Gabba 2000; Idem 2007].

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