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Il Cabreo come strumento di controllo del territorio

The Order of Saint John of Jerusalem and the agricultural landscape

V ALENTINA B URGASS

5. Il Cabreo come strumento di controllo del territorio

La struttura dell’Ordine di Malta prevedeva che un certo numero di Ospedali e Commende costituissero un Baliaggio, che veniva posto sotto la giurisdizione di un Balì, mentre i raggruppamenti più numerosi o importanti formavano un Priorato o un Gran Priorato. Verso la metà del XVIII secolo l’Ordine di Malta arrivò a contare in Europa ben ventidue Priorati e questo le consentì di disporre di una rete di Precettorie che andava dall’Inghilterra alla Sicilia, dalla Francia all’Austria [Bartolini Salimbeni 1987, 167].

La descrizione parcellare dello stato dei patrimoni fondiari ecclesiastici con la ricognizione sistematica dei loro confini, registrata negli Atti di Visita che assumono valore di atti notarili, costituisce il Cabreo sin dal XIII secolo. Il termine, usuale in italiano, si estende anche alla mappa a scala catastale che in seguito correda il cabreo descrittivo, a differenza di quanto avviene in altre Lingue come quella francese e inglese, nelle quali la ricognizione descrittiva mantiene una denominazione propria (terrier e estate survey), distinta dal disegno del rilevamento cartografico, per il quale si usavano i termini plan

terrier e estate map [Sereno 1990, 58].

Si sviluppa nel Seicento-Settecento una manualistica, erede di quella Cinquecentesca, sempre più attenta alla restituzione cartografica della misura agrimensoria e alla strumentazione che ne consente una più esatta raffigurazione. Tale manualistica ha il suo culmine nella Francia di Luigi XV e Luigi XVI con la Science de l’arpenteur di Dupain de Montesson (1744) e il Traité de l’arpentage di Ozanam (1758): una nuova figura professionale, quella dell’agrimensore cartografo, si forma con la specificazione delle sue

Fig. 2: N. De Fer, Plan alt und Neuer Fortification von Malta gelegen auf der Insul gleiches Namens, (1693- 1696), Parigi (National Library of Malta, Valletta).

L’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme e il paesaggio agrario

VALENTINA BURGASSI

funzioni e delle sue conoscenze tecniche per rispondere alla domanda di una committenza interessata all’uso della cartografia del cabreo. Con la fine del Seicento e la prima metà del Settecento le grandi trasformazioni agronomiche sollecitarono gli Enti a richiedere una documentazione figurativa, i Cabrei, che permettessero la conoscenza del territorio e stimolarono in seguito l'Autorità Centrale del potere ad allargare questo dominio del conosciuto a tutto il territorio dello Stato, nel pieno Settecento, con la stesura dei Catasti Figurati.

«La guerre a ses voyageurs comme les sciences et comme les beaux-arts». Tale affermazione, contenuta in un saggio di età napoleonica sulle reconnaissances militaires, è veritiera soprattutto a partire dal momento in cui la guerra di posizione e la pratica dell’assedio è pressoché totalmente soppiantata dalla guerra di movimento, con le connesse operazioni di spostamento degli eserciti.

Nel 1691 la Francia di Vauban si trovava nelle condizioni di poter cominciare a destinare una parte dei suoi ingegneri militari all’esclusiva attività del rilevamento cartografico: la costruzione dell’immagine territoriale tratta dell’ordinamento e dominio concettuale della natura, realizzati attraverso trasformazioni che nelle corti europee dell’età moderna sono conferite in modo sempre più istituzionale a caste professionali.

Durante la seconda metà del XVII secolo (nel 1676) Sébastien le Preste de Vauban, Primo ingegnere del Re e comandante militare delle truppe di Luigi XIV, diresse il Corps des

Ingénieurs, cui venne immediatamente affidata la gestione del territorio, la ridefinizione dei

confini e la misurazione del territorio francese, ritenuta fondamentale per rinforzare il nuovo modello assolutista del potere.

Tale modello venne presto copiato in tutta Europa così che, per almeno due secoli, i testi di architettura militare occidentale riportarono le innovazioni che seguirono con l’adozione del modello francese: tra queste si sottolinea l’importanza di una formazione specifica degli ingegneri militari che includeva materie come tattica militare, matematica, geometria, topografia, idraulica, costruzione civile e militare; l’uso diffuso di sistemi poligonali di fortificazione teorizzati da De Ville, Pagano (che visitò Malta nel 1645) e Vauban stesso.

Conclusioni

Gli Archivi Magistrali e quelli di Stato dove giacciono le carte dell’Ordine sono ancora in larga parte inesplorati: l’archivio è deputato a conservare queste fonti documentarie, che consentono all’uomo di conoscere la storia e la topografia minuta di un luogo. Pertanto risulta importante conservare la memoria di questi beni, che ancora oggi sono presenti come tracce sul territorio: è necessario conoscere per evitare di cancellare, a volte inconsapevolmente, la traccia di una presenza antica di secoli, profondamente legata alla storia locale ma facente parte più ampiamente di una storia europea.

Nessuna azione di valorizzazione può prescindere da un progetto di conoscenza, in grado di individuare le specificità di un territorio e di discernere le sue trasformazioni nel tempo. La cartografia conservata nei registri patrimoniali ha dimostrato ampiamente di avere un ruolo fondamentale nel riconoscere le modifiche avvenute nei secoli dei beni culturali ed il paesaggio di cui fanno parte.

Il patrimonio archivistico è di per sé un bene culturale in quanto parte della nostra storia e identità di un popolo. Questa copiosa documentazione, diffusa sul territorio negli Archivi Centrali e negli Archivi di Stato, testimonia il carattere internazionale del Sovrano Ordine Militare (SMOM) e le fonti, sia materiali che immateriali, concorrono a documentarne la

CIRICE 2016 Delli Aspetti de Paesi Vecchi e nuovi Media per l’Immagine del Paesaggio / Old and new Media for Landscape Image

struttura gerarchico-amministrativa sino a delineare l’aspetto originario di contesti territoriali, a volte così profondamente modificati.

Bibliografia

BARTOLINI SALIMBENI, L. (1987). I Cabrei e i Processi di miglioramento dell'Ordine di Malta: una fonte per la storia dell’architettura fra XVI e XVIII secolo. In Aa.Vv. Architettura storia e documenti. 1-2. Roma:

Marsilio.

BLOCH, M. (1931). Les caractères originaux de l’histoire rurale française, Paris: Librairie Armand Colin. CASSATELLA, C., GAMBINO, R. (2005). Il territorio: conoscenza e rappresentazione. Torino: Celid. RICARDI DI NETRO, T., GENTILE, L.C. (2000). Gentilhuomini Christiani et religiosi cavalieri: nove secoli dell’Ordine di Malta in Piemonte. Milano: Electa.

SERENI, E. (1961). Storia del Paesaggio Agrario. Roma-Bari: Laterza.

SERENO, P. (1990). I cabrei. In L’Europa delle Carte. Dal XV al XIX secolo, autoritratti di un continente. A cura di Marica Milanesi. Milano: Nuove Edizioni Gabriele Mazzotta.

SETTIS, S. (2010). Paesaggio Costituzione Cemento. La battaglia per l’ambiente contro il degrado civile. Torino: Einaudi.

TOSCO, C. (2009). Il paesaggio storico. Le fonti e i metodi di ricerca. Roma-Bari: Laterza.

Sitografia

http://www.orderofmalta.int

Note

1 Roma, Archivio del Gran Magistero. 2 La Valletta, National Library of Malta. 3 Torino, Archivio di Stato, Sezioni Riunite.

Delli Aspetti de Paesi

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La memoria del paesaggio agrario attraverso uno strumento di misura e