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Il bosco Pantano di Policoro: da riserva di caccia ad area agricola

Land Reform and territorial changes as seen through audiovisual sources: the case of Metapontino, Italy

E LEONORA C ESAREO

3. Il bosco Pantano di Policoro: da riserva di caccia ad area agricola

L’azione della riforma nel Metapontino non è scevra di costi, soprattutto in materia ambientale. Il riferimento è alla distruzione del bosco Pantano di Policoro, biotipo dalle caratteristiche uniche in Europa e per decenni riserva di caccia del barone Berlingieri, distrutto quasi totalmente per lasciare spazio a nuovi terreni da destinare all'agricoltura. Nonostante le proteste di alcuni eminenti studiosi e i tentativi di opposizione dell'aristocratico ex proprietario, nessuno, in quegli anni, ebbe l'accortezza di valutare preventivamente l'importanza ambientale di una vasta foresta cresciuta nel corso dei millenni grazie al clima caldo, umido e stagnante degli acquitrini litoranei. La selva venne inesorabilmente avviata all'abbattimento, richiesto a gran voce da contadini e amministratori locali. Le caratteristiche di questo ambiente alla vigilia dell'azione di

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disboscamento sono immortalate in una serie di immagini fotografiche risalenti agli anni Trenta del Novecento, scattate in occasione delle battute di caccia organizzate dal Berlingieri. Il barone calabrese era particolarmente geloso dalla selva; pur avendo concesso in fitto la propria azienda, riservava per sé il diritto venatorio. Le battute al cinghiale erano veri e propri affollati rituali che si svolgevano secondo una cerimonia prefissata, come mostrano le fotografie d’epoca (figure 7-8).

L’esclusiva gestione del barone Berlingieri e la presenza di un vincolo di natura idrogeologica non evitano che il Pantano venga espropriato dalla Sezione speciale e destinato all’appoderamento. Nel dicembre 1952 la porzione più importante del bosco, 927 ettari occupati da alberi d’alto fusto ubicati nella località Pantano Soprano a monte della litoranea, diventa di proprietà dell'Ente riforma; i lavori di trasformazione vengono rallentati da alcuni ricorsi ma nel 1956 vengono avviate le procedure per il «taglio raso con dicioccamento», tra il plauso di contadini e amministratori4.

Per capire gli effetti devastanti di questa azione ancora una volta vengono in soccorso le immagini, in particolare una foto aerea di fine anni Cinquanta in cui si vedono i campi coltivati incunearsi nel manto verde dell'ultimo lembo del Pantano (figura 9). Degli originari 1.800 ettari ne sono sopravvissuti solo 500 (di cui 200 occupati dal bosco d'altro fusto) che, malgrado l'istituzione di una riserva regionale e di un’oasi Wwf, sono ancora oggi a rischio a causa dell'incuria e delle sempre più invasive attività antropiche.

Conclusioni

Gli esiti della riforma fondiaria riescono a cambiare il volto del territorio metapontino. Emblema di tale trasformazione diviene la località di Policoro che nel giro di pochi anni conosce un'inedita pressione demografica e un dinamismo del tessuto socio-economico che la portano ad attuare, nel 1957, le procedure per distaccarsi dal comune di appartenenza, Montalbano Jonico, per diventare amministrazione autonoma. Questo percorso viene completato nel febbraio 1959 quando Policoro può fregiarsi del titolo di

Fig. 7: Partecipanti a una battuta di caccia nel bosco Pantano. 1935 (Archivio privato Nicola Buccolo, Policoro).

Fig. 8: Cartolina con la baronessa Berlingieri e un'amica nel bosco Pantano. 1935 (Archivio privato Nicola Buccolo, Policoro).

La riforma fondiaria e le modificazioni territoriali attraverso fonti visive: il caso Metapontino

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«primo comune nato dalla riforma agraria»5. I cinegiornali d'epoca esaltano questo successo ancor prima che la borgata diventi municipalità: già nel maggio 1956 il presidente del Consiglio Antonio Segni visita un'affollatissima piazza Eraclea; le immagini mostrano come i lavori della costruzione della grande chiesa siano ormai terminati e il luogo centrale del borgo abbia assunto quella fisionomia che conserva ancora oggi. «Qui a Policoro – spiega il cronista – dieci anni fa era praticamente il deserto; oggi migliaia di ettari danno frutti fecondi». La stessa vivacità è testimoniata dalle fotografie che immortalano un agglomerato urbano in costante crescita,

Fig. 9: Appoderamenti nei pressi del bosco Pantano di Policoro. 1957 (Archivio privato Nicola Buccolo, Policoro).

Fig. 10: Veduta recente di Policoro (Archivio privato Nicola Buccolo, Policoro).

capace di andare ben oltre gli spazi definiti dai progettisti della Sezione speciale. Lo sviluppo di Policoro e di altre località vicine (Scanzano, Marconia, marina di Nova Siri) si affianca al crescente ruolo economico-sociale giocato dalla piana jonica negli ultimi decenni: le produzioni agricole tendono a essere sempre più specializzate e ad affermarsi sui mercati nazionali ed esteri mentre la valorizzazione delle spiagge e del ricco

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patrimonio storico-artistico alimenta una proposta turistica di qualità. Questo positivo percorso è proseguito con alti e bassi fino a oggi, consacrando il Metapontino come area trainante dell'economia regionale.

Il territorio conserva ancora (come mostrano immagini satellitari e foto aeree) la tipica lottizzazione a poderi che non ha subito modificazioni apprezzabili nella sua tessitura originale ed è ancora chiaramente leggibile. Trasformazioni consistenti hanno invece riguardato le strutture poderali poiché intorno all’originaria casa colonica si sono realizzati nel tempo interventi edilizi di tipo produttivo e residenziale più o meno evidenti, legati alle esigenze lavorative e abitative delle famiglie. Nel complesso la riforma fondiaria si è rivelata per il Metapontino un esempio di intervento pubblico riuscito poiché ha avuto l'importante merito di modificare in maniera incisiva il paesaggio agrario, liberando il territorio da gravi criticità per avviarlo verso un virtuoso percorso di leadership economica e sociale ben sancito dall'espressione ormai consolidata di “California d'Italia”.

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1Matera, Archivio Alsia, bb. 10900, 10918R, 9416C, 9987C. 2Ivi, b. 10824R.

3Ivi, bb. 10142C, 10821R, 10822R. 4Ivi, b. 6311.

5Ivi, b. 10941R.

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