• Non ci sono risultati.

Rural Sicily of the Fascist period : a story in black and white

E NZA E MANUELA E SPOSITO 1 , M ARILENA D I P RIMA

3. La Riforma Agraria

L’evoluzione della teoria dell’“assalto al latifondo” portò alla sempre più consolidata convinzione, anche per la politica agricola del dopoguerra, che per un riassetto del sistema agricolo fosse necessaria la realizzazione di un esteso complesso di piccole proprietà contadine. Oggi sappiamo bene che tutti gli sforzi fatti non portarono al tanto decantato rafforzamento del tessuto agricolo italiano e non impedirono la fuga del contadino dalle campagne. Questo fenomeno diventerà evidente negli anni Cinquanta quando, nonostante gli sforzi compiuti in materia di bonifica e di assegnazione delle terre, molti poderi si rivelarono non sufficientemente produttivi tanto da essere abbandonati. L’intervento pubblico nel campo dell’agricoltura assumeva un ruolo sempre più sistematico considerando l’attività agricola, non più solo dall’aspetto delle coltivazioni e delle condizioni dei contadini, ma anche di quelle fasi come la trasformazione industriale, la

La Sicilia rurale del Ventennio: un racconto in bianco e nero

ENZA EMANUELA ESPOSITO,MARILENA DI PRIMA

Fig. 5: Podere dimostrativo nei pressi di Borgo Schirò. Fondo Eugenio Bronzetti (CRICD).

commercializzazione e la valorizzazione e difesa dei prodotti nei mercati, in quest’ottica negli anni cinquanta prende il via una nuova fase di quel processo che, come ormai noto, la retorica fascista definiva “Assalto al latifondo”.

La riforma agraria, costruita sulle lotte del movimento contadino, era concepita non come punto di arrivo ma come punto di partenza per il rinnovamento della realtà agricola italiana. Secondo le sue componenti principali di smembramento dei latifondi e di assistenza tecnica agli agricoltori, la riforma fu intrapresa e gestita dall’ Assessorato Regionale all’Agricoltura e alle Foreste che si avvalse nei primi anni dell’Ente per la Colonizzazione del Latifondo Siciliano.

La vera svolta si ebbe con l’emanazione il 27 dicembre del 1950 della legge n. 104 intitolata “Riforma Agraria in Sicilia”, nata sulla scia di una serie di leggi e decreti promulgati in ambito nazionale che avevano alla base due aspetti fondamentali: da un lato il frazionamento delle grandi proprietà e la loro assegnazione ai contadini, dall’altro il miglioramento delle condizioni economiche e sociali dei fondi.

L’assegnazione dei lotti dei piani di ripartizione avveniva tramite sorteggio tra gli iscritti agli elenchi del comune, alla presenza di un notaio e di un funzionario dell’Ente per la Riforma Agraria in Sicilia. Il verbale di sorteggio costituiva l’atto di trasferimento.

La consegna delle terre agli assegnatari veniva fissata per la fine dell’annata agraria in corso all’atto del sorteggio. Essi avevano l’obbligo di eseguire tutte le opere di miglioria del fondo, sul quale vigilava l’ERAS. L’inosservanza dell’obbligo prevedeva, da parte

Delli Aspetti de Paesi

Vecchi e nuovi Media per l’Immagine del Paesaggio / Old and New Media for the Image of the Landscape - I

Fig. 6: Cerimonia di assegnazione dei lotti (Archivio privato).

dell’Ente, la possibilità di trasferire il fondo ad un altro assegnatario tramite sorteggio. Oltre alle migliorie tecniche apportate nei fondi e alla diffusione dell’innovazione nel campo dell’agricoltura, in applicazione della legge di riforma, furono costruite dall’ERAS, 3384 case coloniche per gli assegnatari, una per ogni lotto.

Questo in continuità con l’azione ideologica intrapresa dall’Ente di Colonizzazione per il Latifondo Siciliano nel decennio precedente che prevedeva l’insediamento stabile delle famiglie contadine nei fondi affinché avvenisse la reale redenzione fondiaria.

In questa fase vennero ripresi i concetti fondamentali che portarono alla nascita dei Borghi di servizio degli anni ’40; nello stesso tempo però vennero ampliati e rapportati alle nuove esigenze dovute sia all’affinarsi delle tecniche moderne per le colture, che richiedevano una sempre maggiore presenza e continuità dell’opera dell’uomo, sia a quelle della vita sociale del contadino; come per i borghi di servizio nati nel decennio precedente, anche per i borghi residenziali è necessaria una progettazione che tenga conto di alcuni aspetti fondamentali, come la scelta del luogo esatto dove farli sorgere, l’accentramento delle funzioni di servizio intorno alla piazza che costituirà il centro vivo del borgo, le residenze contadine con orti e cortili.

La Sicilia rurale del Ventennio: un racconto in bianco e nero

ENZA EMANUELA ESPOSITO,MARILENA DI PRIMA

Negli anni Cinquanta, come abbiamo già visto, all’idea del borgo puramente di servizio si andava sostituendo quella del borgo residenziale, che comprendesse oltre ai principali servizi anche le abitazioni per i coloni.

Secondo tale principio, per i borghi già costruiti dal Regime vennero previsti piani di ingrandimento con l’inserimento degli edifici residenziali. Di particolare esempio furono i progetti per Borgo Callea, Borgo Bonsignore e Borgo Cascino.

I nuovi borghi progettati e costruiti tra il 1950 e il 1960 riprendono, nelle linee generali, i principi sperimentati in quelli costruiti dall’ECLS in periodo fascista. L’incarico per i progetti venne affidato ai tecnici dell’Ente, poco attenti al linguaggio architettonico e che spesso utilizzavano progetti tipo adattabili alle diverse collocazioni.

Conclusioni

Attualmente I borghi risultano essere in uno stato di degrado fortemente avanzato, molte sono le iniziative che si è cercato di attivare per riportare l’attenzione su questi luoghi. Fondamentale inoltre è la riscoperta presso uno dei centri di un corposo archivio ancora in fase di organizzazione e studio.

Durante la fase di ricerca l’apparato iconografico analizzato ci ha permesso di studiare i complessi fenomeni che hanno portato alla realizzazione dei borghi secondo una chiave di lettura non prettamente architettonica ma affrontando anche tematiche sociali.

Le immagini recuperate dal Fondo Bronzetti, così come quelle forniteci dagli eredi degli assegnatari dei poderi, ci hanno mostrato speranze, fatica, abitudini di un’intera classe sociale, ma anche, sistemi e tecniche costruttive di un’epoca.

Ed infine, ma non meno importante, il repertorio iconografico e documentale, anche recente, ci ha permesso di effettuare un monitoraggio dello stato di conservazione e/o abbandono dei luoghi, diventando spesso testimonianza della loro memoria ve ormai la patina del tempo ha cancellato ogni traccia di questi luoghi.

Figg. 7-8: Borgo Schirò, prospetto posteriore salone, situazione negli anni 2012-2013 (Fotografia delle autrici).

Delli Aspetti de Paesi

Vecchi e nuovi Media per l’Immagine del Paesaggio / Old and New Media for the Image of the Landscape - I

Fig.9: Borgo Schirò, edificio scuola. 2014 (Fotografia di F.R. Lattuca-P.Bonanno Associazione Vacuamoenia.net).

Fig.10: Borgo Schirò, interno chiesa. 2014 (Fotografia di F.R. Lattuca-P.Bonanno Associazione Vacuamoenia.net).

Bibliografia

CARACCIOLO E.(1942), La nuova urbanistica nella bonifica del latifondo siciliano, in ENTE DI COLONIZZAZIONE DEL LATIFONDO SICILIANO, Il latifondo siciliano corso di lezioni svolte nel 1940-XVIII dalla sezione palermitana dell’Istituto di Cultura Fascista con la collaborazione dell’Ente di Colonizzazione, Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste, Palermo.

DUFOUR L.(2005), Nel segno del Littorio. Città e campagne siciliane nel ventennio, Caltanissetta, Lussografica.

DI PRIMA M., ESPOSITO E.E., L’assalto al latifondo siciliano: indirizzi di tutela e conservazione dei “borghi rurali” come rete sul territorio , Tesi di Laurea, Rel. M. G. Vinardi, F. Rinaudo, Facoltà di Architettura II, Politecnico di Torino, a.a. 2012-2013.

MAZZOCCHI ALEMANNI N. (1940), L’assalto al latifondo siciliano nel primo anno di azione. Rapporto al Ministro dell’Agricoltura, Borgo Schirò, 18 dicembre 1940.

ORTENSI D. (1931), Le costruzioni rurali in Italia, Roma, Società Anonima Poligrafica Italiana.

SERPIERI A. (1931), La legge sulla bonifica integrale nel primo anno di applicazione, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato.

Sitografia

www.cricd.it (maggio 2016)

Delli Aspetti de Paesi

Vecchi e nuovi Media per l’Immagine del Paesaggio / Old and New Media for the Image of the Landscape - I

La riforma fondiaria e le modificazioni territoriali attraverso le fonti visive: