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Il paesaggio agrario di Montella attraverso l’iconografia del XVIII secolo

F IORENTINO A LAIA 1 , S ABINA P ORFIDO 2 , E FISIO S PIGA

3. L’attuale forestazione a Montella

Tenendo conto di tutte le informazioni desunte dalla documentazione iconografica storica ed in modo particolare della mappa del 1741, si è proceduto innanzitutto ad individuare e posizionare l’area nel contesto morfologico attuale e a determinarne, per quanto possibile, la reale estensione. Le malte risultano un toponimo ancora oggi conosciuto a Montella ed identificabile nella piccola valletta che si sviluppa tra le alture del Santissimo Salvatore ed il contiguo monte che si eleva fino a 961m di altezza [http://www.montellanet. com/montella/storia.asp?id=4] (fig.5).

L’estensione dell’area in ettari, della selva castagnale, è stata calcolata facendo riferimento alle misure napoletane vigenti prima del 1840 [Massimino 1861], vale a dire al

Il paesaggio agrario di Montella attraverso l’iconografia del XVIII secolo

FIORENTINOALAIA,SABINAPORFIDO,EFISIOSPIGA

Fig. 5: In primo piano la veduta della località “alle Malte” ricoperta di castagneti (Foto E. Spiga, 2016). Fig. 6: Carta tematica della copertura del suolo A Nord Montella; contornata in rosso, l’area boschiva dei castagneti storici “Alle Malte” situata nell’area valliva tra l’altura del Santissimo Salvatore ed il rilievo gemello. (Corine Land Cover, 2012, modificata da http://www.isprambiente.gov.it/it/temi/biodiversita/documenti/corine- land-cover-clc).

palmo quadrato (0,26455026 x 0,26455026 m) e al tomolo (pari a 58.800 palmi quadrati), per cui l’estensione areale complessiva risulta essere circa 45 ettari essendo l’appezzamento di circa 111 tomoli.

L’area individuata, contornata in rosso, è stata riportata in fig. 6 utilizzando come base la recente cartografia tematica disponibile sul portale dell’ISPRA. In particolare, è stata utilizzata la mappatura delle coperture forestali così come proposto dal progetto Corine Land Cover 2012, progetto nato a livello europeo specificamente per il rilevamento e il monitoraggio delle caratteristiche di copertura ed uso del territorio, con particolare attenzione alle esigenze di tutela ambientale.

Dalla fig. 6 risulta chiaramente che la selva catagnale Alle malte ricade, in un’area ben più estesa adibita alla coltura del castagno da frutto, circondata a sua volta da boschi misti di conifere e latifoglie, mentre a nord si intravede la zona prettamente urbanizzata di Montella e a NE i vari tipi di colture intensivi presenti nella piana.

Delli Aspetti de Paesi

Vecchi e nuovi Media per l’Immagine del Paesaggio / Old and New Media for the Image of the Landscape - I

Fig. 7: Sullo sfondo il Monastero di San Francesco a Folloni e l’area degli attuali insediamenti produttivi (Foto E. Spiga, 2016).

Conclusioni

Studi recenti mettono in evidenza quanto sia importante per lo sviluppo dell’ambiente forestale l’interazione tra l’ambiente naturale e l’attività umana [Iovino et al. 2009]. Le selvicolture attuali quasi sempre sono il frutto, di una ben più antica tradizione, che deriva dal giusto connubio di una morfologia collinare, montana, come nel caso specifico di Montella, e le colture avviate centinaia di anni fa.

In generale il nostro Appennino è caratterizzato da fustaie di faggio, soprattutto quello settentrionale, mentre in quello meridionale riveste un carattere peculiare il bosco di Montella che comprende non solo faggeti ma anche castagneti. Questo si deve ad una ormai consolidata tradizione più che centenaria che ha permesso la conservazione e l’estensione di colture diventate pregiate non solo per le comunità locali: infatti proprio grazie alla sua peculiarità, la castagna di Montella IGP è divenuta una delle prime risorse economiche dell’Irpinia (fig.7).

Bibliografia

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CALCATERRA, D., DUCCI, D., SANTO, A. Aspetti geomeccanici ed idrogeologici nel settore sud-orientale del Monte Terminio (Appennino meridionale). In Geologia Romana. (1994). 30, 53-66.

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FIORENTINOALAIA,SABINAPORFIDO,EFISIOSPIGA

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IOVINO, F., MAETZKE, FG, MASE’, R., MENGUZZATO, G. (2009). Selvicoltura alpina e selvicoltura appenninica: elementi di contatto e di differenziazione. In Atti del terzo convegno internazionale per il miglioramento e la conservazione dei boschi italiani. A cura di Ciancio, O. Firenze: Accademia Italiana di Scienze Forestali, 3 voll.

MASSARO, A. Cospicue famiglie avellinesi nel catasto provvisorio del 1810. In Civiltà Altirpinia. (1983). 1-2. TRIFONE, R.(1959) I notai nell'antico diritto napoletano. In: Studi in onore di Riccardo Filangieri. A cura di AA.VV. Napoli: L’Arte tipografica. Vol. 1.

Sitografia http://www.isprambiente.gov.it/it/temi/biodiversita/documenti/corine-land-cover-clc (consultato 20/5/2016). http://www.montellanet.com/montella/storia.asp?id=4 (consultato 10/5/2016). http://www.parcoregionalemontipicentini.it/parco/scopri-il-parco/cartografia-del-parco/geologia (consultato 10/5/2016). http://www.complessosanfrancescoafolloni.beniculturali.it/index.php (consultato 10/5/2016). Note

1 Avellino, Archivio di Stato, Platea del Convento di san Francesco a Folloni di Montella, a. 1822, Vol.2. 2 Avellino, Archivio di Stato, Platea del Convento di san Francesco a Folloni di Montella, a.1741, Vol.1. 3 Avellino, Archivio di Stato, Notai del Distretto di Sant'Angelo dei lombardi, b. 1646, vol. anno 1800. 4 Avellino, Archivio di Stato, Catasto provvisorio, b. 65, vol. 235.

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