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Gli interventi idraulici e le prime modificazioni ambiental

environmental transformations as depicted in archival documents and the photography of Consorzio di Bonifica

E NRICA P ETRUCCI , F RANCESCO D I L ORENZO Università di Camerino

2. Gli interventi idraulici e le prime modificazioni ambiental

I primi interventi di carattere idraulico volti al miglioramento delle condizioni dell'alveo e alla razionalizzazione dei terreni vallivi sono testimoniati dalla fine del XVII secolo. Solo nel XIX secolo assumeranno però un carattere stabile attraverso gli interventi programmati dalla Delegazione Apostolica per il miglioramento della strada Salaria, la cui cura era tra i compiti della Congregazione del Buon Governo. Nel 1801, a seguito dell'editto del cardinale Ignazio Busca, l'arteria diviene oggetto di un piano di generale restaurazione e manutenzione. Il provvedimento segna l'avvio di un processo di ammodernamento della rete viaria e comporta diverse modifiche anche all'assetto idrogeologico, morfologico e agricolo della valle del Tronto [Ciaffardoni 1997, 5]. In questo periodo, vari provvedimenti

La bassa valle del Tronto tra XIX e XX secolo: le trasformazioni al contesto rurale

ENRICA PETRUCCI, FRANCESCO DI LORENZO

riguardano il tratto di strada Salaria denominato “Inferiore” che dalla città di Ascoli si snoda verso il mare. Il 20 dicembre 1801, l‟architetto Agostino Cappelli redige per la Congregazione una relazione nella quale si stima la spesa occorrente per la manutenzione degli otto tratti che compongono la Salaria “Inferiore”, sottolineando più volte la centralità dell‟infrastruttura nel contesto della valle. Nel documento viene illustrata la difficoltà di gestione di alcuni tratti, a causa della vicinanza col fiume, fra i quali quello denominato “Ripe e Ripette”, dove nel corso dei decenni successivi si susseguiranno numerosi interventi idraulici1. Tra il 1819 e il 1821, sotto la direzione dell‟Ingegnere pontificio Luigi Bianchi, sono realizzate consistenti opere che modificano il corso del fiume allo scopo di scongiurare il pericolo di ulteriori frane2. Negli stessi anni si porta a termine la costruzione di diversi ponti sugli affluenti nord del Tronto; per i torrenti Chifenti, Lama e Fiobbo sono innalzate strutture in muratura di mattoni e travature in legno, alcune rinnovate nel giro di pochi anni, a causa di piene o di piogge intense3. Il ponte sul fosso Riosecco è ricostruito tra gli anni 1837 e 1838, quello detto “della Stella”, nel 1832, mentre il ponte sul fosso Arcione è riedificato con struttura muraria dall'ingegnere provinciale Gabriele Gabrielli nel 1848 [Ciotti 1997, 56-67]. Gli sforzi maggiori sono profusi per il tratto fluviale denominato “Ripe e Ripette”, ad Est di Ascoli Piceno, alla confluenza dei torrenti Bretta e Marino. In quel punto, le pendici di natura argillosa continuamente erose dal fiume, sono soggette a periodici eventi franosi. Le problematicità sono acuite dal fatto che, in corrispondenza di quella località, il corso d‟acqua trova uno sfogo vallivo alla fine del percorso d‟altura, allargandosi in un terreno pianeggiante dove si accumulano i sedimenti. I primi interventi sono effettuati dai proprietari dei terreni limitrofi, con rimedi spesso provvisori e poco adatti, attuati per proteggere i possedimenti o per strappare al fiume nuove aree da coltivare [Cavezzi 1997, 70]. I documenti relativi a tutto l‟Ottocento restituiscono un campionario di soluzioni tecniche di natura ingegneristica, volte ad arginare il dilagare del fiume, che rientrano in un piano generale di assidua manutenzione, preferito ad un'operazione più consistente e definitiva. Strutture di difesa sono eseguite, nei primi decenni del secolo, dall‟architetto Pietro Bracci, poi da Luigi Bianchi tra il 1822 e il 1837 e, dal 1834, dall‟ing. Gabriele Gabrielli. I lavori, che si protraggono fino agli anni Settanta, portano alla realizzazione di sbarramenti “a forte” o “a pennello” o di barriere di difesa denominate “cavalli”, formate da pali battuti di rovere, unitamente alla definitiva deviazione della strada Salaria4 (figg.3-4).

Durante l‟occupazione napoleonica, quando il Dipartimento del Tronto assumerà una notevole rilevanza, verranno intraprese le prime opere di rilevamento sistematico di tutto il territorio, che porteranno alla compilazione delle mappe del catasto napoleonico, confluito poi in quello Pio-Gregoriano (1813-1835). Dal confronto fra gli elaborati catastali ottocenteschi e le cartografie attuali è possibile evidenziare gli incrementi, i decrementi e le persistenze di alcune macro-categorie di uso del suolo. In generale i seminativi (arborati e non) hanno mostrato una forte riduzione; al contrario invece si denota un incremento degli appezzamenti interessati esclusivamente dalle colture a seminativo semplice. Nelle mappe, lo spazio occupato dal corso del fiume risulta assai maggiore rispetto all'attuale; l'alveo è segnato da rigagnoli che si diramano dal corso principale e le aree paludose, regolarmente inondate dalle piene, coprono una parte considerevole della superficie della valle5 (fig. 5).

Per tutto l'Ottocento, i proprietari laici ed ecclesiastici, prevalentemente ascolani, occupano la campagna con una fitta rete di case coloniche, di residenze e ville, di poderi

Delli Aspetti de Paesi

Vecchi e nuovi Media per l‟Immagine del Paesaggio / Old and New Media for the Image of the Landscape - I

Fig. 3: Piante, prospetti e sezioni relativi al progetto di deviazione della Strada Salaria nel tratto di “Ripe e Ripette”, s.d. (Ascoli Piceno, Archivio di Stato, Amministrazione Provinciale, Ufficio Tecnico, b. 1).

Fig. 4: Tipo che dimostra quattro stati del fiume Tronto, 1830, 1836, 1841, 1853, 1857 (Ascoli Piceno, Archivio di Stato, Amministrazione Provinciale, Ufficio Tecnico, b. 13-14, fasc. 2).

La bassa valle del Tronto tra XIX e XX secolo: le trasformazioni al contesto rurale

ENRICA PETRUCCI, FRANCESCO DI LORENZO

Fig. 5: Il fiume Tronto presso "Ripe e Ripette" nella mappa del catasto Pio-Gregoriano (1813-1835) (Ascoli Piceno, Archivio di Stato, Ufficio Tecnico Erariale, mappa di Ascoli Piceno, sezione territoriale di Poggio di Bretta, unione ff. 13-14-15).

dove, accanto alle colture cerealicole e arboricole proprie della mezzadria marchigiana, si valorizzano le risorse idriche disponibili attraverso la coltivazione di ortaggi e soprattutto di canapa e lino. Il carattere prettamente agricolo del territorio condiziona una struttura sociale a totale predominanza contadina.

Alcuni equilibri vengono alterati dal significativo incremento demografico che si registra nella provincia di Ascoli dalla metà del XIX secolo, implicando nette trasformazioni del paesaggio, non solo in termini di immagine ma anche attraverso modificazioni fisiche che contribuiscono ad alterare l‟assetto naturale del fiume. Si vanno a creare nuovi fondi attraverso disboscamenti e bonifiche; inoltre, i miglioramenti zootecnici e l'intensificazione delle colture favoriscono un uso più razionale dei terreni [Pescosolido 2009, 97].

3. Le trasformazioni del paesaggio fluviale nel XX secolo e la nascita dei Consorzi di