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Per un approccio “behavioural” alle app di contact tracing In che modo è dunque possibile far fronte ad alcune criticità di Immu-

I problemi della app Immun

3. Per un approccio “behavioural” alle app di contact tracing In che modo è dunque possibile far fronte ad alcune criticità di Immu-

ni e renderlo uno strumento di lotta alla pandemia? Alcune indicazio-

FuturAP. Rapporto sul Futuro e l’innovazione dell’Amministrazione Pubblica – 2021

85 ni potrebbero derivare dalla behavioural law and economics. Strumenti come il nudge (che “sfrutta” l’esistenza dei bias) e l’empowerment co- gnitivo (che, invece, mira al “superamento” del bias) potrebbero gui- dare l’operato dei pubblici poteri nel rendere più effettive leggi, poli- tiche pubbliche e prescrizioni dell’autorità (Alemanno e Spina, 2014; Di Porto e Rangone, 2015; Rangone, 2018). Le scienze cognitive sono infatti considerate molto importanti per incentivare gli individui al rispetto delle altre regole di contenimento della pandemia (Sunstein, 2020b). Quali forme di nudge e di empowerment cognitivo possono contribuire a un maggiore utilizzo di Immuni?

In primo luogo, potrebbe non essere condivisibile la soluzione, inizialmente proposta, di subordinare la mobilità dei cittadini durante le fasi 2 e 3 all’utilizzo di Immuni (Il Corriere della Sera, 26 aprile 2020). Il cittadino si sentirebbe infatti “costretto” a scaricare la app, spinto dal timore delle possibili conseguenze (May 2004; Scholz e Pinney 1995), ma potrebbe essere portato a nutrire sfiducia e risen- timento nei confronti dei pubblici poteri (Tyler, 1997), se non com- prende realmente l’importanza del download della app (salvare la propria vita, quella dei propri cari e dei consociati; prevenire una re- crudescenza della pandemia). In un esperimento, è emerso come gli incentivi “influenzavano” i partecipanti a scaricare la app in misura maggiore rispetto alle rassicurazioni sull’affidabilità delle misure di privacy (Frimpong e Helleringer, 2020). Tuttavia, un sistema basa- to unicamente su incentivi e disincentivi economici (lotterie, premi/ ricompense a chi scarichi e utilizzi la app), suggerito da alcuni per le app di contact tracing in generale (Tamma 2020), potrebbe rivelar- si non del tutto soddisfacente. Sebbene gli incentivi economici siano spesso determinanti nel modificare comportamenti relativi alla salu- te (Vlaev, King, Darzi et al., 2019), potrebbero comunque non avere sempre efficacia: si pensi agli esperimenti cognitivi sulle donazioni di sangue, che hanno dimostrato gli effetti negativi correlati al ridurre a merce di scambio un comportamento virtuoso (Titmuss, 1971; Feld- man e Lobel, 2010). Allo stesso modo, potrebbe rivelarsi poco utile anche il nudge del c.d. comparative feedback (ossia l’informazione com- parativa sul numero di persone che hanno già scaricato la app), che ha invece contribuito in altre occasioni a ridurre i consumi energetici (Siero, Bakker, Dekker et al., 1996), dal momento che i downloads della app sono molto pochi.

Per converso, alcune forme di empowerment cognitivo potrebbero rivelarsi più incisive. Significativi in questo senso potrebbero risultare le foto e i video pubblicati dal Ministero della Salute su come lavare le

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I problemi della app Immuni e le indicazioni delle scienze comportamentali

mani (“Per prevenire l’infezione bastano 60 secondi”) e la campagna di sensibilizzazione all’uso delle mascherine da parte della Regione Lazio (attraverso un video registrato dai protagonisti di una nota serie per adolescenti che ne raccomandano l’utilizzo per poter continuare ad uscire e a incontrare gli amici), sebbene nessuno di questi due casi menzionati sia espressamente informato ad esperimenti di tipo beha- vioural svolti “ad hoc”.

Sarebbero poi utili forme di empowerment cognitivo, volte ad “aiu- tare” il superamento di bias come quelli dell’inerzia e procrastinazio- ne: si pensi alla pubblicazione di tutorial (foto e video) sull’utilizzo di Immuni, con una grafica chiara e accattivante, secondo l’approccio ‘making things easy’ (Behavioural Team, 2014). Ancora, sarebbero ne- cessarie campagne pubblicitarie, basate sul c.d. framing effect, per cui gli individui tendono a comportarsi a seconda di come le informa- zioni vengono loro presentate (Tversky e Kanheman, 1981). Queste non dovrebbero basarsi su messaggi “statici” come quelli già utilizzati (“Immuni non sa dove sei” oppure “Immuni è gratis e lo sarà per sempre”) o sulla mera indicazione di dati numerici (come oggi avvie- ne sul sito ufficiale), ma dovrebbero valorizzare piuttosto gli effetti positivi che la app ha già avuto (“Immuni ha già salvato n. ... persone”) oppure il grado di rischio che una determinata attività potrebbe avere, richiedendo pertanto un ruolo più “attivo” ai cittadini. Ad esempio, è stato osservato, in un esperimento di tipo behavioural sulle app di contact tracing, come alcune informazioni provenienti dalla stessa app sul grado di rischio più o meno elevato che gli utenti stavano cor- rendo potessero influenzare i comportamenti di questi ultimi (por- tandoli, a seconda dei casi, a evitare assembramenti e luoghi affollati, a indossare la mascherina o a non frequentare persone fragili: Ayres, Romano e Sotis, 2020).

Da ultimo, le norme sociali e l’imitazione possono rivelarsi assai importanti per la compliance (Sunstein, 1996; Cialdini, 1984). An- drebbe dunque valorizzato (ma sembra invece ancora non sfruttato adeguatamente) anche il ruolo dei personaggi pubblici nel “pubbliciz- zare” e incentivare l’utilizzo di Immuni.

4. Conclusioni

Immuni può considerarsi uno strumento utile per il contenimento della pandemia? Finora, si è dimostrato uno strumento non del tutto soddisfacente, anche perché è stato scaricato/utilizzato da pochissime persone, per diversi motivi che sono stati analizzati in questo contribu-

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87 to. Eppure, questa app meriterebbe di essere utilizzata di più. Sarebbe pertanto opportuno risolvere alcune problematiche tecniche relative a Immuni (e dunque ampliare il numero di modelli di smartphone che sono compatibili con la app), fornire informazioni più precise e puntare su una maggiore diffusione, grazie ad alcuni suggerimenti da parte delle scienze cognitive. Inoltre, è molto importante il ruolo della comunicazione pubblica per incentivarne l’utilizzo.

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