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dell’innovazione digitale: il caso del Comune di Milano Dai dati emersi nel rapporto ISTAT 2018 sull’innovazione digitale

nelle amministrazioni locali italiane, il Comune di Milano appare come uno dei più virtuosi in materia di innovazione digitale, collo- candosi in terza posizione nella classifica delle città metropolitane per utilizzo delle ICT. Tale valutazione, compiuta sulla base di dodi- ci indicatori rilevati nel 2018, tra i quali la formazione ICT dei dipen- denti, il monitoraggio della soddisfazione degli utenti e il numero di servizi richiedibili integralmente online, è confermata dall’ottima performance realizzata dal Comune con riferimento all’offerta di servizi online, sia per livello di disponibilità, che per interventi di miglioramento posti in essere nel triennio 2016-2018.

Il processo di innovazione digitale, già ampiamente in corso nel Co- mune di Milano, ha ricevuto un’accelerazione importante in seguito all’insorgere dell’emergenza sanitaria da Covid-19.

Le sfide principali poste dall’emergenza sono state rappresentate dall’esigenza, in primo luogo, di rendere lo smart working la modali- tà tendenzialmente ordinaria di svolgimento del lavoro per i dipen- denti del Comune: tale circostanza ha reso necessaria l’individua- zione di nuove modalità di erogazione delle prestazioni lavorative e

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di controllo della performance, attraverso l’elaborazione di soluzioni tecnologiche e la digitalizzazione dei processi di back e front office.

In secondo luogo, l’emergenza sanitaria ha imposto al Comune, da una parte, di adattare le modalità di erogazione dei servizi essen- ziali e ordinari offerti ai cittadini alle misure di contenimento del contagio e, dall’altra, di rispondere ai nuovi bisogni generati dall’e- mergenza sanitaria.

Infine, l’emergenza ha fatto sorgere la necessità di comunicare in modo efficiente con i cittadini, al fine di fornire loro informazioni utili e affidabili, in un contesto di grande incertezza e difficoltà psicologica ed economica. Tali sfide sono state efficacemente affrontate mediante il potenziamento di strumenti digitali in larga parte già esistenti o, più raramente, attraverso la creazione di nuovi strumenti.

2.1. Le sfide dello smart working e la digitalizzazione delle attività di back office

Al fine di adattare le modalità di erogazione dei servizi alle misure di contenimento dell’epidemia e di preservare la salute e la sicurezza dei propri dipendenti, il Comune ha sin dall’insorgere dell’emergen- za adottato una politica di smart working diffuso.

La transizione allo smart working era stata anticipata da un im- portante investimento del Comune sulla cultura organizzativa e manageriale, sulla riorganizzazione dei processi e sulle necessarie infrastrutture tecnologiche, che risale a ben prima dell’insorge- re dell’emergenza sanitaria. A partire dal 2016, infatti, il Comune di Milano ha intrapreso una sperimentazione dello smart working, nell’ambito di un progetto pilota svolto in collaborazione con il Di- partimento della Funzione pubblica. La sperimentazione è stata av- viata mediante la previa individuazione delle Direzioni più pronte a sostenere l’innovazione, realizzata sulla base di alcune caratteristi- che, quali la cultura manageriale, il tipo di lavoro svolto e la disponi- bilità delle infrastrutture tecnologiche necessarie. Una volta indivi- duate le nove Direzioni pilota, è stato fondamentale l’investimento del Comune nella formazione della dirigenza alla gestione manage- riale del lavoro agile, nonché la regolamentazione, attraverso l’uso di linee guida, della disciplina del lavoro agile.

L’insorgere dell’emergenza sanitaria ha forzato la transizione allo smart working anche nelle altre Direzioni del Comune, che però hanno potuto contare sugli investimenti già realizzati negli anni precedenti, sia in formazione, sia in tecnologie informatiche: fonda- mentale è stata, per esempio, l’implementazione della tecnologia di

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95 virtualizzazione degli schermi Citrix, che consente l’accesso da re- moto al computer dell’ufficio, e dunque a tutti i software, gestionali e database normalmente disponibili al dipendente. Diverse sono sta- te le iniziative volte a coadiuvare lo smart working dei dipendenti, in particolare per quanto riguarda le attività di back office: ad esempio, la sistematica digitalizzazione della posta in arrivo e il potenziamen- to del software Auriga, usato per la protocollazione e la gestione del- la documentazione amministrativa o ancora per la digitalizzazione dei flussi documentali. Nelle singole direzioni incaricate di attività di front office (es. Direzione Casa o la Direzione Quartieri e Munici- pi), poi, sono state sperimentate diverse soluzioni volte a limitare il più possibile gli accessi di dipendenti e cittadini agli uffici comuna- li, dall’integrazione della piattaforma regionale per i servizi abitativi per i procedimenti di assegnazione degli alloggi, allo sviluppo di una piattaforma ad hoc per la programmazione e la gestione degli inter- venti manutentivi.

Per contribuire alla buona riuscita della transizione allo smart working, anche alla luce del periodo di crisi attraversato, il Comune di Milano ha, da una parte, messo a disposizione dei dipendenti un servizio di assistenza e counseling e, dall’altro, organizzato un labora- torio teso a formare la dirigenza sui rischi di burnout e sulla gestione della fragilità dei dipendenti, allo scopo di rispondere alle criticità legate al cambiamento repentino delle modalità di lavoro durante il lockdown e accompagnare i dipendenti nel cambiamento.

Per fare fronte ai problemi di digital divide, la Direzione Risorse Umane ha garantito la continuità delle attività di formazione del per- sonale mediante la predisposizione di video sull’uso degli applicativi più diffusi, e implementato il servizio di help desk informatico, sia telefonico che online. Sono state inoltre sperimentate forme inno- vative di partecipazione sindacale da remoto. Anche il recruiting del personale è stato adattato alle esigenze del distanziamento sociale, mediante una digitalizzazione delle procedure concorsuali e di sele- zione del personale.

L’attento inquadramento della transizione allo smart working sembra avere sortito ottimi risultati: in un sondaggio realizzato dal Comune al termine del lockdown, è emerso un alto tasso di soddisfa- zione dei dipendenti per l’esperienza dello smart working, special- mente perché ha rappresentato l’occasione di ampliare le competen- ze informatiche.

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2.2 L’erogazione dei servizi essenziali e ordinari alla cittadinanza ai tempi del Covid-19

Dal punto di vista dell’erogazione dei servizi al cittadino, il Co- mune ha, sin dai primi giorni di lockdown, attuato delle politiche di semplificazione, accelerazione e ampliamento dei servizi digita- li. La digitalizzazione di alcuni servizi è stata assicurata mediante un adattamento mirato di applicativi già impiegati per attività dalle caratteristiche simili, mentre l’accessibilità ad alcuni servizi, prima disponibili solo sul web, è stata ampliata grazie alla loro migrazio- ne sulla applicazione del Fascicolo del Cittadino, che garantisce la fruibilità da parte di una platea più ampia di utenti, nonché una maggiore usabilità.

Al fine di garantire il distanziamento sociale, il Comune ha inol- tre implementato alcuni sistemi e applicazioni già esistenti, a sup- porto dei servizi di prenotazione degli accessi e taglia code per l’ac- cesso degli utenti agli uffici comunali (come la app Ufirst), in modo da rendere sistematica la prenotazione degli appuntamenti, nei casi in cui il servizio non possa essere erogato online. Sono stati inoltre organizzati, in alcune Direzioni, dei servizi di ricevimento online dei cittadini.

Alcuni particolari attività, i cui servizi si svolgono normalmente di presenza, hanno costituito una particolare sfida per l’amministra- zione comunale. Ad esempio le attività della Direzione Cultura sono state in parte ripensate per continuare ad offrire alla cittadinanza servizi museali, bibliotecari, eventi e le mostre, malgrado le limita- zioni imposte dal distanziamento sociale, attraverso lo sviluppo o l’implementazione di piattaforme digitali per la fruizione del patrimo- nio artistico e bibliotecario, o piattaforme e apps per la prenotazione degli accessi a musei e biblioteche.

2.3 Rispondere ai nuovi bisogni della cittadinanza:

il sostegno ai cittadini e alle attività economiche in difficoltà Alla luce della crisi economica e sociale provocata dall’emergenza sanitaria, il Comune ha fortemente investito nel settore delle politi- che sociali.

Le iniziative per il sostegno della cittadinanza in difficoltà sono infatti state diverse. In particolare, attraverso la piattaforma Wemi, il

portale per i servizi di welfare del Comune, e il nuovo portale Milano

Aiuta, il Comune ha assicurato l’incontro della domanda e dell’of- ferta di diversi servizi di assistenza e welfare, garantiti da volontari e associazioni, cooperative, istituzioni o aziende: dai servizi di assi-

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97 stenza informatica, assistenza a domicilio per anziani e persone non autosufficienti, alla consegna a domicilio di farmaci o di spesa, a servizi di apprendimento o di intrattenimento forniti da biblioteche, musei e associazioni culturali, o ancora di trasporto delle persone sui taxi della rete comunale.

Per fare fronte al digital divide, che colpisce le fasce più vulnera- bili della popolazione, il Comune ha garantito l’erogazione dei ser- vizi di sostegno anche a coloro che non hanno accesso alle ICT, me- diante la predisposizione di un call center attraverso il quale attivare servizi di aiuto e di assistenza, e di un servizio di assistenza digitale, organizzato in collaborazione con Samsung.

Quest’ultima iniziativa, particolarmente interessante, ha lo sco- po di promuovere l’educazione digitale della cittadinanza, incenti- vandone l’accesso ai servizi online offerti dal Comune: la riduzione del digital divide rappresenta infatti uno dei passaggi fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Piano triennale per l’informatica nella pubblica amministrazione dell’AgID.

Sempre attraverso il portale Milano Aiuta, sin dai primi giorni di lockdown, il Comune di Milano ha inoltre organizzato un fondo di mutuo soccorso, che ha raccolto 14 milioni di euro, destinato a sostenere le famiglie e le attività economiche in maggiore difficoltà. Il portale ha ricevuto più di 44.000 richieste, prevalentemente di

assistenza alla persona (44% circa del totale)1.

2.4 I feedback dei cittadini: la consultazione “Milano ti ascolta” Il Comune di Milano ha aperto una consultazione online dal 12 al 25 maggio 2020, al fine raccogliere le esperienze e i bisogni vissuti dai cittadini durante il lockdown: lo scopo era quello di orientare le iniziative future del Comune sulla base delle esigenze espresse dalla cittadinanza. Globalmente, 55% dei partecipanti alla consultazione hanno fruito dei servizi online offerti dal Comune: la maggioran- za di coloro che ne hanno fruito si è dichiarata soddisfatta. Dalla consultazione è emersa anche la consapevolezza dei cittadini che le innovazioni sperimentate durante l’emergenza sanitaria potrebbero cristallizzarsi in riforme permanenti: 45% dei partecipanti alla con- sultazione hanno infatti ipotizzato per il futuro un cambiamento nei loro rapporti con uffici pubblici e istituzioni.

1 Cfr. https://analyticsplatform-test.comune.milano.it/anonymous/extensions/

MilanoAiutaInCifre/MilanoAiutaInCifre.html.

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3. Conclusioni

La crisi sanitaria insorta nel 2020 è stata sicuramente un fattore di grande accelerazione dell’innovazione digitale, sia nel settore pub- blico che nel settore privato. Una delle innovazioni più importanti è senz’altro rappresentata dalla diffusione del lavoro flessibile, che co- stituisce un fenomeno ormai irreversibile, anche alla luce del tasso di soddisfazione espresso dai lavoratori, al netto delle criticità legate all’isolamento creato dal lockdown. Per il futuro, la vera sfida, per le PA, sarà rappresentata non solo dall’adattamento dei processi e dell’organizzazione del lavoro alle esigenze del lavoro agile, ma an- che a radicale un ripensamento dell’impianto dei contratti di lavoro, ancora troppo ancorati alla «logica del cartellino».

La crisi sanitaria è stata altresì il banco di prova della capacità delle PA di sviluppare soluzioni originali per rispondere ai bisogni di cittadini e dipendenti durante il lockdown. Gli importanti inve- stimenti già realizzati dal Comune di Milano sull’innovazione di- gitale e sullo smart working, che hanno permesso di riutilizzare o implementare applicativi già disponibili e di assicurare una rapida transizione al lavoro da remoto, sono stati fondamentali per un adat- tamento rapido ed efficiente alla situazione di crisi. I risultati conse- guiti in questi mesi dal Comune di Milano costituiscono, in questo senso, un esempio virtuoso di risposta agile alle richieste di innova- zione digitale promosse a livello istituzionale, attraverso il riuso mi- rato di strumenti già a disposizione. La corretta pianificazione degli interventi rappresenta infatti un fattore decisivo per un’innovazione davvero efficiente. Una modellazione delle amministrazioni ispirata al metodo della enterprise architecture, basata su un approccio di tipo olistico e di sistema alle funzioni esercitate dell’ente e ai vincoli re- golatori, organizzativi e di processo che lo caratterizzano, potrebbe consentire una ottimizzazione delle dotazioni digitali e tecnologiche disponibili, al fine di individuare le sinergie conseguibili mediante la condivisione delle soluzioni tecnologiche, infrastrutture, risorse umane e materiali che ne definiscono il sistema informativo inte- grato.

Si tenga conto, infine, che l’innovazione digitale potrebbe non richiedere necessariamente investimenti economici della portata di quelli realizzati dal Comune di Milano negli scorsi anni. Una delle priorità identificate dal Piano triennale per l’Informatica nella Pub- blica Amministrazione dell’AGID consiste nella promozione del riuso, da parte delle PA, di software sviluppati per conto e a spese di altre amministrazioni, che appare ancora decisamente limitato: a

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99 tal fine, il 9 maggio 2019 sono state adottate le linee guida AGID sul riuso, volte a promuovere l’acquisto e l’uso di software open source e la diffusione di soluzioni riusabili mediante la messa a disposizione delle stesse sulla piattaforma nazionale Developers Italia. La prati- ca del riuso potrebbe rappresentare la chiave di un aumento della capacità di adattamento del sistema amministrativo alle nuove esi- genze di innovazione digitale, consentendo un risparmio di tempo e di risorse, sia attraverso l’uso più razionale di risorse esistenti, sia attraverso il riutilizzo di strumenti già sperimentati e collaudati.

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