• Non ci sono risultati.

Area delle cure primarie

Nel documento deliberazione n. 62 (pagine 149-153)

VIII R ETE TERRITORIALE

VIII.6 Area delle cure primarie

VIII.6.1 Processi

I processi nei quali è coinvolta nel suo complesso l’area delle cure primarie sono la presa in carico, la valutazione, case/desease mangement. Il coinvolgimento in tali processi rappresenta di fatto una opportunità di migliorare il rapporto con l’utenza ed il governo della salute mediante la collaborazione dei medici di scelta del cittadino.

VIII.6.2 Assessment organizzativo, tecnologico e strutturale

Ai sensi dell’Accordo Collettivo Nazionale gli studi dei MMG e PLS rappresentano presidi del SSR e pertanto, nelle modalità di organizzare e svolgere il lavoro, influenzano il rapporto con l’utenza ed il governo del sistema. Lo studio medico può essere, tenendo conto anche dei relativi incentivi economici:

• semplice, in cui il titolare svolge l’attività da solo e non in associazione con altri medici;

• associato, in cui viene strutturata l’attività di più medici;

• con presenza di collaboratori di studio e infermiere.

VIII.6.3 Criticità e punti di forza

Punti di forza

La “complessità dell’ambulatorio”

L’applicazione del precedente accordo integrativo ha portato al potenziamento delle strutture associative dei MMG, compreso l’uso, seppur limitato, di collaboratori di studio (Infermieri e personale di segreteria). L’incrementata complessità organizzativa ha consentito di sviluppare sia l’informatizzazione degli studi che le attività programmate e di migliorare l’accessibilità per l’utenza.

Su tale base è possibile impostare un ulteriore percorso volto verso l’Equipe Territoriale e la individuazione di un rapporto strutturato con l’ambito complessivo delle cure primarie e del distretto.

Le esperienze pilota

A partire dal precedente accordo integrativo regionale e tenendo conto delle “domande del territorio” sono nate alcune esperienze “ Pilota” che costituiscono un modello di riferimento per il futuro, fornendo indicazione di buone pratiche professionali ed organizzative. Ci si riferisce in particolare alle seguenti esperienze: Picenum study, Integra, Rete informatizzata, Ospedale di Comunità di Arcevia, Castelfidardo.

La costruzione di reti informatiche di condivisione dei pazienti, in primo luogo quelli fragili, dovrà essere uno strumento che sulla scorta delle esperienze sopraccitate, diventi metodo ordinario di lavoro per consentire adeguata conoscenza del soggetto in trattamento a prescindere da chi sia l’operatore che in quel momento interviene.

Gli Ospedali di Comunità, definiti come” struttura residenziale intermedia”, devono dare risposta ai bisogni di salute per quella fascia di pazienti che non necessita dell'Ospedale per acuti ma che, parimenti, non riveste caratteristiche tali da poter essere trattato in un livello assistenziale domiciliare (ADI).

La tipologia elettiva di paziente trattato nell’Ospedale di comunità può così essere riassunta:

• gestione a breve / medio termine di pazienti anziani, disabili, con patologia cronico - degenerativa instabile o riacutizzata che richieda un intervento efficace di medicalizzazione;

• gestione a breve / medio termine di pazienti anziani disabili, in fase di convalescenza post - acuta o post - chirurgica o, in ogni caso, con la necessità di eseguire terapie programmate in un ambiente con assistenza infermieristica;

• riabilitazione in fase post - acuta;

• gestione a medio / lungo termine di pazienti non autosufficienti o in condizioni di fragilità sociale.

Pur nell’ottica di una presa in carico estensiva e non intensiva è opportuno che l’ospedale di comunità mantenga idonee funzioni di scambiatore con la rete configurando degenze medie nell’ordine dei 15 giorni.

All’interno dell’Ospedale di comunità permangono funzioni sistemiche di continuità assistenziale e copertura dell’emergenza (118) e la possibilità di eseguire autonomamente indagini strumentali o di laboratorio.

La Casa della Salute

Visto lo sviluppo delle esperienze pilota di cui al punto precedente e dell’ampia presenza di forme associative in medicina generale, è evidente come sarà facile sviluppare la sperimentazione della Casa della salute sulla base delle indicazioni che vengono dal Ministero della Salute e da esperienze di altre regioni.

La Casa della Salute, che si struttura su un bacino di utenza di norma intorno ai 20.000 abitanti, riunisce in un unico luogo diverse funzioni, favorendo interdipendeze e collaborazioni e attuando nella pratica e al livello più opportuno, una reale e fattiva integrazione socio-sanitaria. In particolare la Casa della salute raccoglie:

ƒ il punto unico di accesso;

ƒ servizi territoriali quali consultorio, SERT, servizi psichiatrici;

ƒ ambualtori e strutture dedicate alle cure primarie;

La Casa della salute costituisce il luogo fisico dei processi partecipativi dei cittadini e fornisce:

ƒ risposte ai livelli più bassi dell’emergenza;

ƒ i servizi della prevenzione.

Lo sviluppo di tale sperimentazione dovrà tenere presente:

1. lo stato di avanzamento nell’applicazione dell’istituto dell’Equipe territoriale come previsto dall’ACN della medicna generale e dal relativo Accordo Intergrativo regionale;

2. la distribuzione della popolazione e la disponibilità di strutture nei vario ambiti di sperimentazione della Casa della Salute;

3. la valutazione dei bisogni emergenti dai singoli bacini di utenza della Casa della salute adottando una strutturazione flessibile alla domanda e coerente con la presenza di punti di erogazione nell’ambito.

Elementi di criticità:

- Le modalità di gestione delle convenzioni da parte del sistema sanitario

La presenza dell’alto livello associativo non ha ancora generato un modello gestionale che faccia riferimento non al singolo convenzionato ma al bacino di utenza gestito dalla forma associativa e,

in futuro, dall’equipe Territoriale. Va comunque ribadito come la scelta del medico sia individuale e non di associazione e tale discrepanza è base di discussione anche sul livello nazionale.).

- Il coordinamento tra la dirigenza medica del distretto e la relativa struttura amministrativa.

- I sistemi informativi ed i sistemi di monitoraggio.

- L’integrazione nella struttura territoriale/distrettuale del medico di medicina generale e la sua partecipazione al sistema.

VIII.6.4 Definizione della strategia e delle linee di intervento

L’Accordo Integrativo Regionale di cui alla DGR 751/07 individua il modello strategico di sviluppo marchigiano della medicina generale, a cui si rinvia per la definizione delle azioni.

Nel documento deliberazione n. 62 (pagine 149-153)