• Non ci sono risultati.

Area disabilità

Nel documento deliberazione n. 62 (pagine 119-124)

VII R ETE SOCIO - SANITARIA

VII.6 Integrazione Sociale e Sanitaria: Interventi di Settore

VII.6.3 Area disabilità

La complessità del fenomeno e la necessità di adeguare il sistema posto in essere in particolare grazie alla L.R. 18/96 (Promozione e coordinamento delle politiche di intervento in favore delle persone disabili), alle indicazioni del Piano regionale per un sistema integrato di interventi e servizi sociali 200-2002 e della legge 328/00 ha portato a rilevare le seguenti criticità:

a) le funzioni valutative e di presa in carico svolte dalle UMEE/UMEA;

b) a strutturazione e dimensionamento dei servizi.

Ad una indicazione più dettagliata delle criticità sopra riportate seguiranno alcune indicazioni strategiche da realizzare nel periodo di vigenza del presente Piano sanitario e da integrare con il Piano sociale regionale.

Funzione di valutazione e presa in carico

Da un’indagine conoscitiva, realizzata nel 2005 dall’ASUR, sulle modalità organizzative e di funzionamento delle UMEE e UMEA nelle diverse Zone Territoriali si evidenziano, accanto a punti di forza e singole buone pratiche, le seguenti criticità e disomogeneità sul versante organizzativo, metodologico, formativo:

a) organico sottodimensionato rispetto alla popolazione potenziale;

b) carenza, precarietà o inadeguatezza del personale, soprattutto delle figure professionali quali neuropsichiatra infantile e psicologo;

c) inadeguatezza della collocazione strutturale e logistica;

d) insufficiente investimento sulla formazione e sulle metodologie di lavoro multi-interprofessionale; e) scarsa integrazione istituzionale con gli altri soggetti e servizi territoriali.

L’utenza “seguita” nell’anno 2004, pur in assenza di criteri univoci per definire la “presa in carico”, è pari a n. 10.971 soggetti, suddivisi come segue: UMEE: n. 6.127 con un’incidenza di 1.816 nuovi utenti nell’anno 2004; UMEA: n. 4.844 con un’incidenza di 479 nuovi utenti nell’anno 2004.

Comparando i dati complessivi (10.971) dei soggetti “seguiti” dalle Unità Multidisciplinari con il numero dei beneficiari degli interventi di cui alla LR 18/96 nell'anno 2004 (6.971), appare evidente uno scarto difficilmente giustificabile se non per carenze nel processo di valutazione, presa in carico e progettualità.

Strutturazione e dimensionamento dei servizi.

È ancora molto fragile la connessione tra la programmazione territoriale prevista nei Piani di ambito sociale e nei Programmi delle Attività Distrettuali e gli interventi specifici nell’area della disabilità. Si seguono percorsi diversi che spesso non tengono conto delle esperienze realizzate e dei risultati raggiunti. Ciò porta alla disomogeneità degli interventi, dei servizi e dei percorsi assistenziali sia all’interno degli ambiti/distretti che tra ambiti/distretti vicini. In particolare si notano squilibri nella distribuzione territoriale dei “Centri diurni e delle comunità residenziali per il “dopo di noi”.

Linee di intervento

Le indicazioni relative alle strategie da seguire devono tenere conto, nel caso delle politiche sulla disabilità, delle normative in vigore (in particolare la L.R. 18/96) e degli atti conseguenti che fino ad oggi hanno costituito il fulcro del settore che ha usufruito di disponibilità finanziarie significative sul fronte delle politiche sociali.

Le azioni da attivare sono:

a) consolidamento dell’assetto istituzionale e operativo del livello territoriale (integrazione ambito/distretto) per esprimere le più alte potenzialità nella programmazione e gestione unitaria del sistema dei servizi;

b) superamento degli squilibri territoriali e della frantumazione degli interventi che determinano condizioni di disuguaglianza nell’accessibilità e fruibilità dei servizi tra cittadini di ambiti diversi e all'interno dello stesso ambito;

c) integrazione socio-sanitaria e sviluppo del sistema a rete per garantire la presa in carico territoriale e livelli uniformi di assistenza secondo modelli organizzativi adeguati ed efficaci;

d) promozione della qualità e dell’appropriatezza dei percorsi assistenziali, dei servizi, delle prestazioni e degli interventi che incidono in modo determinante sul profilo e sulla qualità del progetto di vita;

e) formazione e professionalizzazione degli operatori dei servizi territoriali socio-sanitari.

Un’attenzione particolare va posta al problema dell’autismo.

Il “Progetto Autismo”, che ha il riferimento per l'età evolutiva presso l’Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile della Zona Territoriale 3, è esteso a tutto il territorio regionale e rappresenta un positivo e implementabile esempio di integrazione nella gestione di una problematica che comporta gravi disturbi per l’utente e un peso assistenziale a carico della famiglia. In questa prospettiva va previsto lo sviluppo di un analogo percorso per l'autismo in età adulta.

Processi di accesso, valutazione, presa in carico Criticità

Difformità sul territorio regionale rispetto ai processi di accesso, valutazione, presa in carico e continuità dell’assistenza per le persone disabili

Obiettivo

Individuare le strategie specifiche per la disabilità nell’ambito della riorganizzazione dei processi di accesso, valutazione, presa in carico

Azione

- Analisi delle modalità di accesso al sistema dei servizi sociali e sanitari da parte delle persone disabili e dello stato di funzionamento dell’Ufficio di Promozione Sociale (UPS) e Sportello della Salute in questo settore, con la sperimentazione forme di coordinamento specifico;

- Potenziamento delle funzioni integrate di accesso, valutazione e presa in carico in una prospettiva di continuità dell’assistenza: accesso integrato UPS/SdS; utilizzo di strumenti omogenei di valutazione; presa in carico come responsabilità del sistema dei servizi;

progettazione e valutazione partecipata del percorsi assistenziale; monitoraggio del percorso.

Sistema integrato dei servizi sociali e sanitari per i disabili Criticità

Allocazione dei servizi per i disabili spesso non rispondenti ai bisogni dei diversi territori.

Disarmonie nelle relazioni e nelle continuità tra le diverse tipologie di servizi. Rischi di inappropriatezza dovuti anche alla mancanza di servizi corrispondenti ai bisogni.

Obiettivo

Potenziare il sistema dei servizi per la disabilità con particolare attenzione per quelli domiciliari e territoriali diurni, soprattutto nelle Zone Territoriali meno attrezzate.

Azione

- Individuazione del fabbisogno nel territorio regionale dei servizi di aiuto alla persona, servizi di riabilitazione, centri socio-educativi riabilitativi (CSER), servizi per l’integrazione scolastica,

servizi per l’integrazione sociale, servizi di mediazione culturale, servizi per l’integrazione lavorativa, servizi di sollievo. Elaborazione di ipotesi operative di riequilibrio nella distribuzione dei servizi.

- Individuazione del fabbisogno nel territorio regionale di comunità alloggio, comunità socio-educativo-riabilitative, comunità protette. Elaborazione di ipotesi operative di riequilibrio nella distribuzione dei servizi.

- Potenziamento e dimensionamento della rete dei servizi sulla base dei bisogni del territorio (ambito/distretto e, per i bacini maggiori: zona territoriale e area vasta).

- Accreditamento delle unità d’offerta a valenza socio-sanitaria con la elaborazione del regolamento previsto dalla L.R. 20/02 orientato allo sviluppo della qualità come processo dinamico che investe tutti gli attori che interagiscono nel sistema dei servizi.

- Adeguamento delle Unità Multidisciplinari per l’Età Evolutiva e per l’Età Adulta (UMEE/UMEA) costituite da professionalità dell’area sociale e dell’area sanitaria affinché operino sempre di più come “servizio integrato territoriale”. In tale prospettiva e necessario che le suddette unità:

a) siano collocate a livello di ambito/distretto sotto la responsabilità congiunta del Coordinatore di ATS e del Direttore di distretto;

b) siano dotate di personale dedicato comprendente tutte le figure professionali necessarie a realizzare l’integrazione e la multi-interdisciplinarietà della presa in carico;

c) siano adeguatamente dimensionate in rapporto alla popolazione ed al territorio secondo parametri uniformi sul territorio regionale;

d) siano formate all’uso degli strumenti di valutazione, sulle metodologie di presa in carico ed al lavoro di gruppo;

e) garantiscano tempi certi per la valutazione e per tutti i passaggi conseguenti alla presa in carico;

f) abbiano potere decisionale (proprio o delegato) sul percorso assistenziale;

g) rispondano collegialmente della progettazione e verifica degli interventi programmati.

Percorso assistenziale Criticità

Difformità, carenze, inadeguatezza nella definizione del percorso assistenziale del soggetto disabile tra i diversi territori della regione

Obiettivo

Ridefinizione condivisa su base regionale del percorso assistenziale del soggetto disabile, garantendo la necessaria contestualizzazione individuale e territoriale.

Azione

Elaborazione di Linee guida condivise che definiscano livelli uniformi ed essenziali del percorso assistenziale, misure, processi e procedure di: sostegno alle persone e alla famiglia, promozione

della salute e sviluppo autonomie personali, integrazione scolastica, formazione professionale e inserimento lavorativo, integrazione e inclusione sociale, accoglienza semiresidenziale e residenziale;

Accesso ai servizi e compartecipazione alla spesa Criticità

Mancanza di riferimenti regionali nell’accesso ai servizi e nella compartecipazione alla spesa con conseguenti disparità di opportunità per i cittadini disabili

Obiettivo

Armonizzazione delle modalità di accesso alla rete dei servizi in termini di compartecipazione alla spesa

Azione

- Sostenere l’utilizzo dello strumento ISEE per il calcolo del reddito.

- Riorganizzare e armonizzare il sistema tariffario delle Residenze Protette e dei Centri Diurni per disabili regolamentati dalla LR 20/02.

- Calcolare il costo dei servizi offerti, individuare i costi dei livelli di assistenza sanitaria e dei livelli di assistenza alberghiera minimi da garantire ai sensi della LR 20/02 citata.

- Definire le tariffe delle prestazioni/servizi con attribuzione percentuale della spesa in quota sanitaria e sociale rapportandola alla natura ed entità del bisogno, all’appropriatezza dell’intervento, all’intensità e complessità delle prestazioni/servizi.

Personale

Criticità

Scarso collegamento interdisciplinare e interprofessionale degli operatori sanitari e sociali nel settore della disabilità. Mancanza di comunicazione tra il personale dei diversi territori impegnato in questo settore.

Obiettivo

Favorire una formazione e un aggiornamento integrati e unitari per il personale sociale e sanitario impegnato nel settore della disabilità.

Azione

Costruzione di opportunità ed eventi formativi e di aggiornamento del personale coerenti sul territorio regionale, con l’individuazione di profili e percorsi formativi degli operatori dell’area socio-sanitaria.

Nel documento deliberazione n. 62 (pagine 119-124)