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I grandi indicatori di salute

Nel documento deliberazione n. 62 (pagine 40-43)

III S ISTEMA EPIDEMIOLOGICO

III.2 I grandi indicatori di salute

Attività ospedaliera

Il passaggio obbligato per un processo di riorganizzazione della funzione ospedaliera è rappresentato dal presidiare l’appropriatezza delle prestazioni erogate. Negli ultimi anni sono stati realizzati rilevanti interventi: si è ridotto il numero dei ricoveri e delle giornate di degenza per alcune tipologie di ricovero a rischio di utilizzo inappropriato dell’ospedale. Un elemento critico rispetto alla necessità di garantire un’assistenza ospedaliera uniforme su tutto il territorio regionale è la forte disomogeneità tra le diverse zone territoriali, che si evince valutando i tassi di ospedalizzazione complessivi, il ricorso al ricovero in età pediatrica o il ricorso al ricovero in ambito psichiatrico. Altre significative aree di intervento sono rappresentate dalla rete delle strutture ospedaliere chiamate alla riclassificazione verso nuovi modelli assistenziali (quali lungodegenze, riabilitazioni, hospice) e dalle prospettive inerenti gli accordi contrattuali con le strutture di ricovero private nel contesto dell’offerta sanitaria di ciascuna zona, tenendo conto delle realtà territoriali più disagiate. La lettura delle tipologie di patologie /interventi che determinano il ricovero (aggregate per DRG) mostrano il forte impatto di patologie cronico-degenerative (chemioterapie, insufficienza cardiaca, patologie cerebrovascolari, patologia articolare); da segnalare il dato relativo al parto cesareo per elevata cesarizzazione nelle strutture regionali.

Mortalità generale

L’esame dei dati regionali di mortalità disponibili per gli ultimi anni ha evidenziato un tasso grezzo di mortalità annuale tra i residenti nelle Marche che si attesta attorno all’1% (circa 15.000 deceduti/anno), valore inferiore rispetto alla media nazionale e con tendenza alla progressiva diminuzione. Nell’anno 2003 (16.384 decessi) si è registrato un eccesso di mortalità nel periodo estivo, verosimilmente da collegare alle eccezionali condizioni climatiche osservate in tale periodo.

La mortalità per i tre principali gruppi di patologie (malattie del sistema circolatorio, neoplasie e malattie del sistema respiratorio), che sono le cause di morte più rappresentative dell’età avanzata, presenta tassi pressoché costanti. Correggendo questo ultimo dato per l’invecchiamento progressivo della popolazione si rileva, come tasso standardizzato, una spiccata tendenza alla riduzione della mortalità per cause cardiovascolari ed una riduzione, seppure meno marcata, della mortalità per tumori, più evidente nel sesso maschile.

Mortalità evitabile

La mortalità evitabile è un indicatore sentinella che considera l’evento morte quando esso si verifichi nella fascia d’età compresa fra i 5 e i 69 anni e quando esso sia determinato da cause che possono essere attivamente contrastate attraverso politiche sanitarie efficaci. L’indicatore appositamente costruito per classificare Regioni e Aziende Sanitarie sulla scorta del dato di mortalità evitabile è il numero medio di giorni perduti ogni anno per decessi evitabili (per abitante in età compresa fra i 5 e i 69 anni).

La Regione Marche risulta in posizione estremamente favorevole e figura al primo posto per la classifica dei giorni perduti per cause evitabili. Nel confronto fra i trienni in studio emerge un evidente miglioramento generale dell’indicatore. I giorni perduti per mortalità evitabile nelle Marche passano da 10,0 a 9,9, con una riduzione di circa un punto percentuale.

Solo per la causa “traumatismi e avvelenamenti” il dato regionale si presenta in eccesso rispetto al dato medio nazionale (3,59 vs 3,25).

Il percorso nascita (indagine 2002)

La qualità dell’assistenza prenatale è soddisfacente, perché più del 99% delle gravidanze sono state assistite da un operatore sanitario ed il 95% delle donne ha effettuato un controllo entro il primo trimestre. Il 33% delle donne che effettuano controlli tardivi sono immigrate.

Le donne che hanno partecipato ad un corso di preparazione alla nascita durante l’ultima gravidanza sono complessivamente il 33%, ma solo il 5% delle immigrate frequentano i corsi.

Si riscontra un elevato grado di medicalizzazione della gravidanza, come testimoniato dall’alto numero di ecografie eseguite anche in gravidanze normali ed a basso rischio e dall’elevata percentuale di taglio cesareo (più del 34% e trend in crescita). Il 75% delle donne che riferiscono un decorso regolare della gravidanza ha eseguito 4 o più ecografie, il 25% più di 7. La stragrande maggioranza delle donne manifesta propensione ad allattare. Durante il puerperio è risultata evidente la discontinuità dell’assistenza durante il percorso nascita. Va rilevato che in tutte le fasi assistenziali del percorso nascita vi è un deficit di informazione. In conclusione, occorre recuperare la fisiologia dell’evento nascita, senza negare quei benefici in termini di riduzione della mortalità e morbilità materna e neonatale raggiunti negli ultimi anni.

Uno strumento sicuramente efficace per ottenere tutto questo è costituito dalla partecipazione ai corsi di preparazione alla nascita. Per raggiungere le donne immigrate, sono necessarie strategie mirate. La mancanza di continuità assistenziale dopo il parto andrebbe affrontata ridando impulso ai consultori.

Età pediatrica e adolescenza (0-17 anni)

I dati regionali relativi alla mortalità infantile (del primo anno di vita) e neonatale (dei primi 28 giorni di vita) rispettivamente di 4,3 e 2,0 per 1000 nati vivi,si presentano di poco inferiori al dato medio

nazionale. Il numero totale dei nati nelle Marche è passato da 12564 nel 2001 a 12.994 nel 2005.

Sul totale dei nati lo 0.56% è nato con peso molto basso (VLBW); circa l’1% è costituito da neonati gravi pretermine che necessitano di terapia intensiva. Tutta la popolazione neonatale marchigiana è sottoposta a screening per le principali malattie metaboliche congenite (fenilchetonuria, fibrosi cistica, ipotiroidismo congenito); da rilanciare invece è la L.R. 11/2000 per gli screening audiometrici nei neonati e l’accertamento precoce delle ipoacusie infantili; in età scolastica in diverse zone sono garantiti depistage odontoiatrici, oculistici e ortopedici-posturali che dovrebbero essere uniformati per modalità operativa e implementati per distribuzione geografica. Inoltre i tassi di copertura vaccinale risultano fra i più elevati su tutto il territorio nazionale. Per quanto attiene all’adolescenza, i dati ISTAT relativi all’abitudine al fumo mostrano come per la classe d’età 15-24 anni la percentuale di giovani fumatori si attesti al 19,3% per i maschi e al 15,2% per le femmine, con trend in diminuzione e valori inferiori a quelli registrati a livello nazionale. Soprappeso e obesità rappresentano un problema di salute sempre più frequente.

Si registrano sempre più frequentemente forme di disagio adolescenziale segnalate dalle famiglie e dalle scuole che possono trovare risposta adeguata potenziando servizi specifici.

Gli anziani (>65 anni)

Nelle Marche gli anziani dall’1981 al 2005, sono continua crescita. Il 62% degli ultrasessantaquattrenni è sposato, 1 anziano su 3 ( il 33%) è vedovo. La vedovanza è una condizione tipicamente femminile, mentre gli uomini possono più frequentemente contare sulla presenza del coniuge. Il 15% degli anziani vive solo e la percentuale di anziani soli nelle Marche è una delle più basse tra le Regioni italiane. L’ultrasessantaquattrenne, anche quando presenta deficit funzionali, è ancora aiutato dall’ambiente familiare e dalla rete informale. Tuttavia i profondi cambiamenti, in atto nella struttura familiare, pongono una inevitabile riflessione sulla tenuta di questa tipologia di assistenza: diventa prioritario perciò pensare ad alternative valide. Il 36% degli anziani giudica positivamente il proprio stato di salute, il 48% lo definisce discreto, mentre un 15%

lo ritiene cattivo. Più frequentemente sono le donne, le persone che vivono sole e quelle che hanno il titolo di studio più basso a giudicare negativamente le proprie condizioni. Lo stato di salute degli anziani marchigiani è condizionato dalla presenza di malattie cronico-degenerative, spesso presenti in forma di pluripatologia, che influenzano in modo permanente la qualità di vita della persona.

Tra le malattie croniche autoriferite quella prevalente è la patologia a carico dell’apparato osteo-articolare: artrite ed artrosi soprattutto. I problemi osteo-articolari vengono pure segnalati, dai MMG, tra le patologie croniche a rilevante impatto sociale nella popolazione anziana, in particolare nel sesso femminile unitamente alle demenze/psicosi. Nel sesso maschile invece i MMG evidenziano la cardiopatia ischemica e la BPCO.

Nelle Marche la popolazione anziana ha determinato circa il 47% delle degenze ospedaliere.

Dall’analisi dei ricoveri spicca il peso delle malattie cronico-degenerative. Nelle Marche il 15% di anziani ha problemi di udito, il 16% ha difficoltà visive. Queste disabilità percettive influenzano in maniera rilevante la capacità di relazione dell’individuo e quindi la sua possibilità di integrazione nella vita sociale. I deficit visivi inoltre sono importanti fattori di rischio di caduta. L’ evento caduta,

non raro nella popolazione ultrasessantaquattrenne, visto che cade il 27% della popolazione anziana ogni anno, è una spia di una condizione di fragilità delle persone con più di 64 anni.

L’approccio corretto delle politiche socio-sanitarie ai problemi legati all’anzianità è allora quello complessivo di Promozione della Salute del soggetto anziano, attuata con azioni mirate alla:

prevenzione del decadimento psico-fisico; cura delle patologie; recupero (quando possibile) e mantenimento dell’autonomia. Una particolarità da tenere estremamente in evidenza nella programmazione delle reti socio-sanitarie a servizio dell’anziano è quella della forte concentra-zione di ultrasessantacinquenni entro la fascia appenninica, sub-appenninica e collinare delle Marche.

Nel documento deliberazione n. 62 (pagine 40-43)