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Il governo regionale

Nel documento deliberazione n. 62 (pagine 27-30)

II I L SISTEMA ORGANIZZATIVO II.1 Introduzione

II.3 Le aree di intervento organizzativo

II.3.1 Il governo regionale

La Regione orienta il suo comportamento verso un modello di indirizzo strategico e di monitoraggio e verifica che accentui la sua capacità di governo complessivo, al fine di evitare la variabilità dei comportamenti aziendali e potenziando altresì gli elementi di cooperazione e condivisione.

In particolare assicura condizioni di maggiore equilibrio nell’offerta di servizi e prestazioni, indirizzando iniziative ed interventi in relazione alle specifiche esigenze presenti nelle singole Zone e secondo una modulazione che tenga conto del bacino di utenza a livello di Area Vasta. Attua altresì l’integrazione degli strumenti di programmazione ai diversi livelli istituzionali, al fine di

omogeneizzare i contenuti, dal più alto livello strategico e di indirizzo fino al livello più operativo degli strumenti di programmazione territoriale.

Sull’assetto organizzativo del sistema il livello regionale esercita la propria funzione con l’approvazione degli atti aziendali, la gestione del percorso di autorizzazione / accreditamento e l’autorizzazione delle sperimentazioni gestionali. Quest’ultimo strumento offre la possibilità di creare adeguati spazi di collaborazione fra soggetti del sistema; la sperimentazione costituisce uno strumento per superare gradualmente, attraverso processi monitorati, la rigidità del sistema e introdurre in esso, attraverso forme di collaborazione con altri soggetti, strumenti e modelli gestionali efficaci ed efficienti.

Il sistema di governo

L’obiettivo fondamentale del sistema di governo riguarda l’organizzazione di un “sistema della conoscenza”, che mirando all’innovazione, permetta l’apertura verso il territorio, l’orizzontalità di modelli organizzativi, la condivisione delle esperienze e delle culture e di rendere circolare il processo di fruizione, a tutti i livelli istituzionali, delle informazioni sul sistema sanitario e sulla copertura dei livelli essenziali di assistenza (LEA). In questo modo, si vuole consentire la verifica tempestiva delle reali condizioni del sistema e agevolare il processo decisionale per la definizione di azioni ed interventi, rafforzando così il ruolo di indirizzo strategico e coordinamento della Regione. La realizzazione di un tale sistema richiede azioni quali:

• definizione di variabili e indicatori nell’ambito delle aree di indagine e delle dimensioni di analisi;

• definizione, regolazione ed eventuale revisione dei processi per la raccolta dei flussi informativi, in particolare per livelli di assistenza;

• realizzazione dell’archivio regionale dei dati e delle informazioni di governo (datawarehouse);

• definizione dei modelli statistici di analisi e di previsione;

• procedure di analisi e interpretazione e predisposizione di strumenti di reporting.

Per il sistema strategico del livello regionale si dovrà curare la gestione della conoscenza per gli effetti che può avere sull’innovazione nelle sue varie angolazioni: tecnologica, di processo, di prodotto, gestionale, manageriale, nonché per evitare la riproposizione degli errori commessi e per non dissipare forze ed esperienze per affrontare problemi già risolti, quindi procedere alla definizione degli indicatori fondamentali per la corretta interpretazione del quadro di bisogni, domanda, offerta e risultati del SSR. Nello stesso tempo, a livello di area vasta e di zona, per il consolidamento del sistema informativo, si dovrà effettuare l’analisi dei processi operativi e dei loro contenuti informativi oltre alla verifica delle modalità di raccolta delle informazioni attraverso l’ampliamento delle basi dati.

Si dovrà dare l’avvio ad una mappatura completa delle informazioni e dei dati attualmente disponibili, anche se con diverse modalità, in Regione. A questa deve seguire l’identificazione del fabbisogno informativo necessario per poter conoscere e monitorare in modo esaustivo le varie linee di attività ed i livelli di assistenza, a cui far seguire il completamento ed il consolidamento

delle basi dati per l’elaborazione di indicatori significativi e la produzione di report utili ad azioni di governo ed indirizzo mirate, tempestive ed efficaci.

In questa logica deve essere assicurata all’organo consiliare e ai soggetti istituzionali la massima possibilità di accesso all’insieme delle informazioni e dei dati. Per garantire maggiormente i cittadini sono da prevedere specifici indicatori di successo degli operatori sanitari.

L’analisi delle variabili e degli effetti che su queste producono gli interventi organizzativi, tecnologici ed economici, conferisce al sistema di governo il ruolo di strumento per la guida del SSR, dapprima in termini di indirizzo, in secondo luogo in termini di monitoraggio e valutazione, al fine di attivare in un circolo virtuoso il processo di continuo miglioramento ed evoluzione del SSR.

Il coordinamento delle attività

Per il coordinamento operativo delle attività progettuali previste dal presente Piano dovranno essere istituite alcune cabine di regia.

La cabina di regia concentra la propria attività su specifiche linee di intervento, all’interno delle quali si svilupperà l’analisi dei processi e l’elaborazione delle proposte di riorganizzazione.

Ciascuna linea di intervento si potrà articolare in gruppi di progetto (GP) che saranno le sedi nelle quali verrà approfondita l’attività di analisi e di sviluppo per le specifiche tematiche.

I temi sui quali costituire i gruppi di progetto che perseguano gli obiettivi previsti dal presente PSR, dovranno essere stabiliti all’interno di ciascuna linea di intervento coerentemente con gli indirizzi fissati.

La metodologia di lavoro della “cabina di regia” regionale si qualifica per essere “collegiale”,

“partecipata” e “trasparente”. Una metodologia collegiale perché manterrà alto il livello di comunicazione e di scambio tra i componenti della “cabina di regia” e con i funzionari regionali coinvolti, una metodologia partecipata perché privilegerà il coinvolgimento e la partecipazione, in particolare, dei professionisti dei servizi sanitari e dei servizi sociali in una logica multiterritoriale e multiprofessionale, che aiuterà a sviluppare delle azioni che partono dai bisogni dei territori e a far nascere l’indispensabile senso di appartenenza della persona al sistema integrato dei servizi sociali e sanitari nella Regione Marche. In questa prospettiva la “cabina di regia”, nello svolgimento delle proprie attività, favorisce il coinvolgimento degli organismi di rappresentanza regionali, delle istituzioni locali, delle organizzazioni sindacali, delle associazioni professionali, delle formazioni sociali.

Alla “cabina di regia” competono in particolare i seguenti compiti:

- individuazione dei bisogni informativi necessari per il governo del settore di competenza;

- analisi congiunta dei dati e delle informazioni dei molteplici aspetti;

- individuazione dei punti critici e delle azioni correttive;

- proposta di progetti operativi per l’attuazione delle indicazioni del PSR;

- proposta degli atti necessari ad implementare la programmazione regionale sanitaria e l’armonizzazione delle normative in materia;

- supporto ai territori nella applicazione delle normative e delle strategie per il conseguimento degli obiettivi condivisi.

Le proposte delle “Cabine di regia” regionali sono approvate dagli organi competenti in base alla normativa vigente. In particolare gli atti aventi natura programmatoria sono approvati dal Consiglio, i restanti atti di competenza della Giunta regionale sono approvati sentita la competente Commissione consiliare. Le proposte delle “Cabine di regia” diverse da quelle suindicate sono trasmesse alla competente Commissione consiliare anche per le iniziative di cui all’articolo 73 del regolamento interno del Consiglio.

A livello territoriale il luogo del governo diventa l’Area Vasta, che è in grado, in sintonia e in raccordo con la programmazione centrale, di coordinare gli apporti alla costruzione delle reti clinico-assistenziali e socio-sanitarie. L’attività di coordinamento e concertazione avverrà con periodici allineamenti con i Coordinatori di Area Vasta, per garantire il maggior livello di collaborazione con le AV limitrofe.

L’Area Vasta costituirà la dimensione ottimale affinché la strutturazione delle reti di servizi si costruisca su obiettivi di salute che nascano da una ricognizione dei bisogni e della domanda espressa e che siano attuati attraverso una complessiva riprogettazione della offerta, sia nei suoi aspetti qualitativi che in quelli che riguardano i luoghi e le modalità della sua erogazione.

Entro il 30 novembre 2007, la Giunta regionale presenterà al Consiglio una proposta organica di revisione dei provvedimenti inerenti l’organizzazione di Area Vasta. In particolare la proposta dovrà disciplinare le seguenti tematiche:

a) le competenze del coordinatore di Area Vasta;

b) la funzione di programmazione delle Zone / Aree Vaste e la sua applicazione;

c) il ruolo della Conferenza dei Sindaci di Zona in rapporto alle dimensioni di Area Vasta;

d) gli indirizzi organizzativi e gestionali delle strutture di supporto in Area Vasta (Centri servizi, ATL, ICT, ecc.);

e) il monitoraggio della funzionalità dell’organizzazione su Area Vasta in rapporto alla strutturazione giuridica stabilita dalla L.R. 13/2003 ai fini di un’eventuale modifica.

Nel documento deliberazione n. 62 (pagine 27-30)