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Area materno-infantile, adolescenti e giovani

Nel documento deliberazione n. 62 (pagine 114-119)

VII R ETE SOCIO - SANITARIA

VII.6 Integrazione Sociale e Sanitaria: Interventi di Settore

VII.6.2 Area materno-infantile, adolescenti e giovani

Situazione

Al 31 dicembre 2005 nelle Marche risiedevano 238.647 minorenni, il 15,7% della popolazione totale; di questi oltre 52.000 nella fascia 0-3 anni, più di 78.000 in quella 4-9, 67.538 dai 10 ai 14 anni e oltre 40.000 compresi nella fascia d’età 15-17.

I servizi non residenziali attivi sul territorio regionale al 31 dicembre 2006 risultano complessivamente 678 di cui 163 Nidi d’infanzia e 98 Centri per l’infanzia, 201 Centri di aggregazione e 30 spazi per bambini e famiglie oltre a servizi di sostegno alle funzioni educative (116) e genitoriali (42) e ai servizi itineranti (28).

Il totale dei posti autorizzati inerenti i servizi Nido d’infanzia e Centro infanzia con pasto e sonno pubblici e privati, soddisfa il 14,9% della popolazione di riferimento (fascia d’età 0-3 anni)

Alcune differenze emergono se il dato viene elaborato per territorio provinciale:

• Provincia di Pesaro e Urbino: 15,2%

• Provincia di Ancona: 18,3%

• Provincia di Macerata: 13,4%

• Provincia di Ascoli Piceno: 10,7%.

Occorre considerare che la media nazionale è di circa il 10% e rammentare che l’obiettivo Europeo, stabilito dall’Agenda di Lisbona, è del 33% di posti nido rispetto alla popolazione in fascia d’età 0-3 anni entro il 2010.

Per quanto riguarda le situazioni di disagio negli ultimi quattro anni, dall’analisi effettuata dall’Osservatorio regionale politiche sociali e dal Centro regionale di documentazione e analisi per l’infanzia, l’adolescenza e i giovani, emerge un incremento di minori fuoriusciti dal proprio nucleo familiare ed affidati a famiglie o a comunità residenziali di cui non si può non tenere conto. Si è passati dai 714 interventi di affidamento a famiglie o comunità del 2003 ai 938 del 2006 con un incremento di 224 casi.

Un quadro importante su cui intervenire secondo modalità integrate tra componente sociale del sistema (in particolare gli enti locali) e la componente sanitaria per quanto riguarda i servizi territoriali gestiti dall’ASUR.

Linee di intervento

Le indicazioni relative alle strategie da seguire devono tenere conto, nel caso delle politiche per l’infanzia, di alcuni importanti atti di programmazione o norme regionali già approvati e che necessitano di essere portati avanti e completati nei loro obiettivi. Si tratta in particolare di:

- Piano “Sviluppo programmatico e organizzativo” per le politiche dell’infanzia, adolescenza e genitorialità. Il Piano suddetto rappresenta un primo passo verso una rivisitazione delle politiche adottate dalla Regione Marche, assumendo come focus la qualità della vita dei bambini, dei ragazzi e delle loro famiglie. Esso va verso la costruzione di politiche integrate, che dovranno ulteriormente estendersi e qualificarsi, sia attraverso un processo di pianificazione integrata tra sociale e sanitario, sia attraverso l’allargamento della pratica della concertazione ad altre aree della programmazione regionale;

- Legge Regionale del 13 maggio 2003, n. 9 (Disciplina per la realizzazione e gestione dei servizi per l'infanzia, per l'adolescenza e per il sostegno alle funzioni genitoriali e alle famiglie). Tale legge promuove la realizzazione di una rete di servizi integrati (sociale, sanità, istruzione) per l’infanzia e la adolescenza a sostegno dei diritti dei minori e delle responsabilità familiari per tutelare la crescita armonica delle nuove generazioni.

- Legge regionale 15 ottobre 2002 n. 18 (Istituzione del Garante regionale per l'infanzia e l’adolescenza”). Il Garante ha un ruolo di controllo, indipendente e imparziale, dell’effettivo rispetto delle normative vigenti, deve promuovere i diritti sia individuali che collettivi dei minori ed è un significativo interlocutore del mondo dei giovanissimi con quello degli enti locali e della rete dei servizi.

- La DGR 1896/02 e la DGR 869/03. Tali deliberazioni riorganizzano la equipe per le adozioni nazionali e internazionali, per l’affidamento familiare e per l’accoglienza residenziale. Le delibere suddette inoltre individuano un percorso metodologico fra le equipe stesse e gli attori territoriali.

Assistenza alla gravidanza e alla nascita Criticità

Eccessiva medicalizzazione del percorso nascita (eccesso di esami, taglio cesareo in crescita:

34,5% al 31.12 2005); abbandono dell'allattamento al seno; scarso sostegno a domicilio durante la gravidanza e dopo la nascita; carenza di informazione e sensibilizzazione; particolare svantaggio per le donne immigrate; assistenza non omogenea per le gravidanze a rischio.

Obiettivo

Miglioramento dell’assistenza nel periodo di gravidanza e al parto. Contenimento del ricorso al taglio cesareo per il raggiungimento nell’arco del triennio dello standard OMS. Riduzione della disomogeneità dell’offerta territoriale dell’IVG.

Azione

- Presa in carico della gravidanza fisiologica nei Consultori (garantendo in tempi dovuti i controlli e le visite in gravidanza) e nel rispetto dei LEA (gratuità corsi nascita per tutte le donne).

- Adesione ai programmi nazionali, europei e OMS/UNICEF; formazione agli operatori OMS/UNICEF.

- riconoscimento di Ospedale Amico del Bambino da parte dell’UNICEF (già ottenuta dal presidio di Osimo) per almeno 5 strutture.

- Applicazione delle raccomandazioni scientifiche per l'umanizzazione del parto (comprese le pratiche non farmacologiche di controllo del dolore nel travaglio); garanzia della continuità assistenziale ostetrica attraverso visite domiciliari nel puerperio.

- Collegamento funzionale tra Unità Operative di Ostetricia-Ginecologia, Unità Operative di Pediatria e Pediatri di libera scelta per condivisione protocolli allattamento al seno al fine di un suo forte potenziamento.

- verificare lo stato di attuazione della LR 22/1998 (Diritti della partoriente, del nuovo nato e del bambino ospedalizzato) con particolare riferimento al servizio di assistenza al parto a domicilio al fine di implementarlo.

- Garantire accesso e assistenza gratuita in gravidanza a tutte le donne immigrate (formazione interculturale degli operatori; interventi di promozione della salute culturalmente pertinenti;

impiego di servizi di mediazione interculturale; offerta mirata di corsi di preparazione alla nascita).

- Adeguamento e appropriatezza del trasporto materno assistito.

- Garantire l'assistenza di III livello per le gravidanze a rischio.

Consultori Familiari Criticità

Inadeguatezza o scomparsa dell'offerta territoriale delle principali prestazioni consultoriali (prevenzione, promozione della salute - sessuale e psichica - della donna, dei bambini e degli adolescenti; sostegno nel puerperio e nella menopausa; sostegno al disagio degli adolescenti e della famiglia).

Obiettivo

Riqualificazione della rete dei Consultori familiari (conferma e consolidamento dell’identità di struttura, distribuzione territoriale "adeguata" e ricostituzione delle équipe consultoriali) anche nella prospettiva di luogo privilegiato per la sperimentazione dell’integrazione socio-sanitaria.

Azione

Realizzazione di una rete di consultori organizzati come struttura socio-sanitaria territoriale con compiti di prevenzione, educazione e promozione del benessere psico-fisico relazionale della donna, delle coppie e delle famiglie attraverso:

a) la costituzione di almeno una struttura consultoriale per distretto con la presenza di una equipe completa, ai sensi della Delibera Consiliare 202/1998 per la corretta presa in carico delle persone;

b) potenziamento dei seguenti servizi consultoriali da attivarsi anche in sede decentrata:

- percorso nascita che dovrà essere caratterizzato da continuità assistenziali e interventi non direttivi; accompagnamento alla nascita e alla genitorialità; attivazione di corsi di preparazione al parto; promozione del parto naturale;

- promozione della maternità e della paternità responsabile; informazione sulla contraccezione in particolare rivolta alle donne immigrate e alle giovani generazioni;

- informazione sulle malattie sessualmente trasmissibili;

- interventi di educazione sessuale (anche nelle scuole) e prevenzione delle IVG, con particolare riguardo alle immigrate presenti sul territorio regionale;

- assistenza in materia di interruzione volontaria della gravidanza con particolare riferimento alle immigrate presenti sul territorio regionale;

- integrazione con i Dipartimenti di Prevenzione per la realizzazione complessiva degli screening per la diagnosi precoce dei tumori femminili e la sperimentazione del vaccino per la prevenzione del cancro al collo utero;

- informazione e assistenza in materia di procreazione medicalmente assistita;

- informazioni sulle tematiche della menopausa e attivazione di percorsi di accompagnamento alla menopausa e di riabilitazione uroginecologica;

- promozione della salute della donna con particolare riferimento alla educazione alla salute psicofisica, alla prevenzione e all’informazione;

c) coinvolgimento delle associazioni femminili nell’attività consultoriale sia nella fase di ascolto dei bisogni per la definizione delle modalità di erogazione dei servizi , sia nella fase del controllo dell’efficacia dei servizi effettuati.

Bambini e adolescenti Criticità

Aumento del disagio diffuso e difficoltà di corretta interpretazione dei bisogni di bambini e adolescenti. Criticità nei processi di valutazione e presa in carico con particolare riferimento ai minori a rischio di allontanamento dalla famiglia. Difficoltà di accesso ai servizi sociali e sanitari da parte di minorenni. Carenza di integrazione operativa tra gli interventi sociali e sanitari destinati a minori e giovani. Scarsa applicazione dei protocolli, ove presenti, di collaborazione tra i servizi sanitari e i servizi sociali in materia di infanzia e adolescenza.

Obiettivo

Sperimentare modalità integrate di lettura del bisogno, programmazione e gestione degli interventi per l’infanzia e l’adolescenza tra i servizi sanitari e i servizi sociali per le attività socio-sanitarie.

Azione

Definire percorsi e atti specifici per:

- rendere specificamente competenti per l’infanzia e l’adolescenza gli operatori degli sportelli di accesso ai servizi sociali e sanitari del territorio prevedendo percorsi facilitati e protetti per l’accesso dei bambini e delle bambine ai servizi sociali e sanitari del territorio;

- coordinare l’azione delle attività del Distretto/Ambito Territoriale Sociale con i Dipartimenti delle dipendenze patologiche, i Dipartimenti di salute mentale, coinvolgendo anche la scuola, nella definizione dei programma di intervento sulla popolazione giovanile, con particolare attenzione alle problematiche relative al disagio, alle dipendenze, ai disturbi del comportamento alimentare (anoressia e bulimia), alla prevenzione degli incidenti stradali.

Sulle tematiche della prevenzione attivare costanti collaborazioni anche con il Dipartimento di Prevenzione;

- potenziare e riqualificare l’area della presa in carico: coordinare e potenziare le equipes integrate d’ambito costituite ai sensi della DGR 1896/02 e 869/03 per adozioni internazionali, nazionali, affidi e istituti anche attraverso l’individuazione di un percorso metodologico omogeneo;

- individuare e condividere soluzioni alternative all’allontanamento del minore dal proprio nucleo familiare con azioni di sostegno delle competenze genitoriali;

- orientare la programmazione territoriale degli interventi alla deistituzionalizzazione dei minori;

- rafforzare qualitativamente l’offerta delle famiglie affidatarie e delle strutture residenziali;

- potenziare e sviluppare la rete delle famiglie affidatarie attraverso l’informazione e la promozione dell’affido, la formazione dei nuclei familiari, il sostegno ai nuclei familiari affidatari;

- qualificare, in attinenza a quanto previsto dalla L.R. 20/02, la rete delle strutture residenziali;

- potenziare la formazione degli operatori per qualificare l’offerta dei servizi;

- definire un percorso di gestione al ricovero urgente psichiatrico del minore che favorisca un corretto assetto istituzionale e un coordinamento operativo fra strutture ospedaliere e strutture territoriali e la individuazione di strutture intermedie per la fascia di età adolescenziale;

- monitorare e valutare costantemente la situazione dei servizi territoriali sociali e sanitari rivolti all’infanzia e all’adolescenza.

Dipartimenti materno infantili Criticità

Frammentazione e inappropriatezza assistenziale nell'area materno-infantile.

Obiettivo

Formalizzazione di Dipartimenti funzionali Ospedale-Territorio (cura e diagnosi in ospedale; sul territorio: consultorio, prevenzione e promozione, cure primarie, riabilitazione). Interventi integrati con i Servizi Sociali di Ambito e Comuni.

Azione

Procedere ad una revisione dei Dipartimenti materno infantili in modo da garantire lo sviluppo pieno delle funzioni territoriali (rete dei Consultori e delle Unità Multidisciplinari dell’Età Evolutiva) e l’integrazione con i servizi sociali. Dovranno in particolare essere realizzate le seguenti azioni:

- diffusione e qualificazione dell'offerta delle visite domiciliari post-parto nelle zone (collegamento ospedale-consultorio);

- interventi di promozione della salute (sessuale e psichica della donna e delle/gli adolescenti) e prevenzione IVG;

- valutazione del grado di soddisfazione degli utenti e della scuola rispetto ai servizi offerti;

- qualificazione delle relazioni con le Unità Multidisciplinari Età Evolutiva, costituite da professionalità dell’area sociale e sanitaria, sempre più impegnate ad operare come “servizio integrato territoriale”;

- integrazione dei pediatri di libera scelta.

Dovrà inoltre essere assicurata una particolare attenzione a tematiche quali i disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia, obesità, eccetera), forme di dipendenza (in raccordo con il Dipartimento delle dipendenze e Dipartimento della salute mentale) nonché alle problematiche relative allo sviluppo della sessualità.

Nel documento deliberazione n. 62 (pagine 114-119)