CAPITOLO 3 – LA TARIFFAZIONE NEI RAMI DANNI
3.1 Aspetti peculiari del processo assicurativo
L’impresa di assicurazione svolge una particolare attività produttiva, rappresentata dalla sistematica assunzione di rischi mediante contratti di assicurazione. Il contratto stabilisce che l’assicurato ottenga una promessa di risarcimento condizionata al verificarsi di un evento, indicato nella polizza. Ovviamente l’impresa si accollerà i rischi degli assicurati dietro il pagamento di un corrispettivo, cioè il premio assicurativo.
Il premio è un esborso finanziario, è il compenso dell’assicuratore per la prestazione effettuata. La controprestazione non è tuttavia il pagamento del risarcimento, bensì una promessa di intervento nel caso in cui si verifichi l’evento condizionante. Gli assicurati ritengono così soddisfatte le proprie ragioni di credito, con la promessa di indennizzo da parte dell’assicuratore (Porzio, et al., 2011).
Da quanto appena detto, si può pertanto affermare che il premio è, per sua natura, il ricavo dell’attività assicurativa svolta dall’impresa, mentre i risarcimenti sono invece i costi connessi all’esercizio di tale attività, a cui devono essere inoltre aggiunti i costi di gestione e organizzazione, nonché gli oneri amministrativi.
Per maggiore chiarezza, la Tabella 6 illustra le voci di costo e di ricavo della gestione tipica di un’impresa di assicurazione.
La vendita del prodotto assicurativo avviene prima della sua produzione, quindi c’è un’inversione del ciclo produttivo, indotta dalla precedenza dei ricavi rispetto ai costi. Infatti, i premi, che sono riscossi anticipatamente e rappresentano i ricavi, maturano prima dei risarcimenti, che sono invece la voce di costo tipica. A differenza di quanto accade per una normale impresa, che produce beni o servizi nella quale il prezzo di vendita dei prodotti finiti viene calcolato sulla base dei costi già sostenuti, l’assicuratore non è in grado di definire con precisione, quando offre nel mercato i propri servizi i costi per la prestazione, futura e incerta. Devono pertanto essere effettuate delle stime.
TABELLA 6.COSTI E RICAVI DELL’INTERA GESTIONE TIPICA NEL SETTORE ASSICURATIVO
COSTI RICAVI Acquisto fattori tecnici immobilizzati Premi di assicurazione Provvigioni ed oneri vari per acquisizione di
contratti Risarcimenti da imprese di riassicurazione di contratti Somme corrisposte per danni liquidati e per
capitali e rendite scadute Ricavi per disinvestimenti fattori tecnici immobilizzati Premi di riassicurazione
Oneri finanziari Imposte e tasse
FONTE:SANTOBONI (A CURA DI)(2012-B), PAG.11
Schematicamente, il ciclo produttivo di un’impresa di assicurazione è rappresentato da: Acquisizione del premio:
1) trattativa;
2) stipula del contratto; 3) decorrenza della copertura; 4) emissione della polizza; 5) riscossione del premio. Risarcimento sinistro:
6) denuncia del sinistro;
7) accertamento e valutazione del danno; 8) liquidazione del danno;
9) pagamento del risarcimento (Santoboni, 2012-a).
La stima dei ricavi deve essere quindi effettuata sulla base di stime relative ai costi, che sono dotati di un certo grado di aleatorietà, poiché sono futuri e incerti.
L’efficienza della gestione dipende pertanto dalla qualità delle stime probabilistiche e dalla loro applicabilità al gruppo di rischi o ai soggetti assicurati. La corretta stima delle probabilità, da cui deriva la capacità dei ricavi di coprire i costi, dipende dal corretto funzionamento e dalla corretta applicazione delle legge di grandi numeri: più ampio sarà il campione di rischi omogenei e indipendenti osservati, più le frequenze stimate tenderanno a coincidere con le probabilità degli eventi. L’obiettivo per l’impresa è quello di riuscire ad applicare un premio “oggi” in grado di
coprire gli eventuali risarcimenti “domani”. I ricavi incassati devono essere inoltre in grado di garantire anche un’adeguata remunerazione del capitale dell’impresa, quindi non è sufficiente la sola copertura dei costi.
Tale attività rappresenta il fulcro della gestione tecnica, ovverosia la parte del processo di amministrazione che si occupa degli aspetti tecnico-attuariali del processo produttivo. La gestione tecnica è, per così dire, la gestione tipica delle imprese di assicurazione e si concretizza nelle attività di assunzione dei rischi, nella costituzione e gestione del portafoglio di rischi, nella cessione di rischi ad altre compagnie (riassicurazione), nell’ispezione dei sinistri e nella valutazione e liquidazione dei risarcimenti.
L’inversione del ciclo produttivo, oltre che ad influire sul conto economico, si riflette anche a sulla struttura patrimoniale dell’impresa.
La vendita della polizza, che prevede un’obbligazione di pagamento futuro, fa sorgere in capo all’assicuratore un debito stato-contingente nei confronti dell’assicurato. Grazie alla legge dei grandi numeri, il debito contingente si trasforma in un debito statisticamente certo per l’impresa di assicurazione. L’insorgenza di questo debito rende necessari idonei investimenti nell’attivo, per sostenere i valori di dette passività.
Il premio che l’impresa incassa anticipatamente dev’essere quindi investito affinché sia garantito l’equilibro economico-patrimoniale dell’impresa. La gestione patrimoniale è complementare alla gestione tecnica e consiste nell’investimento delle somme derivanti dalla riscossione dei premi, nell’amministrazione e gestione degli investimenti fatti e si occupa inoltre del loro eventuale disinvestimento. L’obiettivo è il raggiungimento di una composizione di portafoglio di attività che presenti un’adeguata combinazione tra rischio, rendimento e liquidità, in grado di far fronte alla caratteristiche del passivo e agli obiettivi di profitto prefissati dall’impresa (Porzio, et al., 2011).
Per poter raggiungere tale intento, gli investimenti devono necessariamente essere dotati di alcuni requisiti in termini di livello di redditività, livello di sicurezza e livello di liquidità e ovviamente un grado minimo di diversificazione.
La gestione patrimoniale deve garantire la solvibilità dell’impresa, concetto che si collega a quello di solidità patrimoniale, da intendersi come il possesso da parte dell’impresa assicuratrice di adeguati mezzi propri per far fronte agli impegni assunti, rappresentati dalle riserve tecniche.
L’ingente quantità di risorse liquide a disposizione dell’assicuratore, derivante dalla maturazione anticipata dei ricavi, deve essere investita da un lato per poter raggiungere l’equilibrio tecnico di base, ma anche per questioni di opportunità economica. Il livello di “essenzialità” dell’investimento varia a seconda del ramo di attività per cui l’impresa ha ricevuto l’autorizzazione. Infatti, per le coperture assicurative del ramo vita, che hanno una durata pluriennale, è fondamentale
che i premi incassati siano investiti e che il loro investimento produca un rendimento almeno pari al tasso tecnico applicato per la definizione del premio in polizza. In questo caso, quindi, l’investimento non è una semplice opportunità economica, bensì una vera e propria necessità; l’assicuratore che non investisse i premi rischierebbe di finire ben presto in una situazione di insolvenza o di incapienza delle risorse disponibili per far fronte alle ragioni creditorie dei terzi.
Nei rami danni invece, la brevità delle coperture, che generalmente hanno durata annuale o addirittura inferiore all’anno, non rendere necessario per l’impresa l’investimento dei premi raccolti per poter raggiungere l’equilibrio economico-finanziario. Tuttavia, la politica di mera custodia dei premi si rivelerebbe ben presto deleterio a causa degli scostamenti che possono essere accertati fra frequenze stimate ex ante e frequenze rilevate ex post. In questo caso, seppur non necessario, l’investimento è in ogni caso auspicabile per garantire la solvibilità dell’impresa.
La funzione tecnico-assicurativa e quella finanziario-patrimoniale considerate congiuntamente, definiscono l’attività assicurativa nel suo complesso, anche se sono formalmente distinte nel bilancio dell’impresa. Se da un lato l’incasso dei premi sfocia nella necessità di un loro investimento in attività reali o finanziarie, dall’altro tali investimenti hanno la funzione di garantire la capacità finanziaria dell’impresa, che deve dimostrare di essere in grado di far fronte ai futuri impegni a cui dovrà rispondere, derivanti dal verificarsi degli eventi assicurati.