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Capitolo 2. Gli archivi: conservazione preventiva, valutazione dei rischi e princip

2.5 L’assicurazione degli archivi

2.5.2 Assicurazione degli archivi storici

Nel Glossario divulgato dalla Direzione Generale degli Archivi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali99, l’archivio storico viene definito come «complesso di documenti relativi

ad affari esauriti, destinati alla conservazione permanente e alla consultazione da parte del pubblico per finalità di studio o non di studio (privati, amministrativi o legali)»: la questione principale da sottolineare è la cessazione totale della funzione pratica per gli enti che li hanno prodotti, e l'acquisizione di una nuova funzione che ricade completamente nell’ambito dei beni culturali, come documenti storici o comunque come oggetti con valore artistico-

98Clausola n. 2, ANIA (a cura di), Handbook furto, Società Editoriale Assicurativa, Milano, 1990.

99 Glossario della Direzione Generale degli Archivi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, consultabile al sito http://www.archivi.beniculturali.it/index.php/abc-degli-archivi/glossario (ultima consultazione il 30/10/2018).

culturale. Per questo motivo, i problemi di gestione che caratterizzano questo tipo di archivi, e di conseguenza le problematiche legate alla creazione di polizze per la gestione dei rischi a cui sono sottoposti, ricadono completamente nelle questioni relative all'amministrazione del patrimonio storico-culturale di una nazione. Agendo in questa dimensione, la problematica principale ai fini della sottoscrizione di una polizza assicurativa è l’attribuzione certa di un valore economico ai singoli documenti e all’intera raccolta: è necessario stabilire il valore economico di un documento storico la cui importanza dal punto di vista culturale è incommensurabile. Il valore economico del materiale archivistico e documentario, esattamente come accade per ogni bene culturale, non è derivabile dal prezzo dei materiali con cui è realizzato, ma la sua quotazione dipende dalla sua rarità, dalla portanza storica delle informazioni di cui è veicolo nonché dalla qualità della fattura con cui è realizzato.

La valutazione economica di un libro antico, per esempio, dipende dalla combinazione di diversi fattori, e può essere effettuata con certezza solo ed esclusivamente da professionisti ed esperti del settore. L'importanza del libro e delle informazioni di cui è veicolo è sicuramente uno dei parametri fondamentali nello stabilire il suo prezzo: è possibile che l'oggetto sia stato il protagonista di vicende storiche o che la sua produzione sia stata influente in qualche modo per la cultura umana, o ancora che le informazioni in esso contenute siano fondamentali per la storia del genere umano. A questo parametro si aggiunge ovviamente anche la rarità, cioè il numero di copie stampate o prodotte di quel libro o il numero di copie ancora in possesso di collezionisti e di biblioteche del mondo. La manifattura è un'altra variabile cruciale: i materiali con cui è fabbricato, le tecniche utilizzate per la scrittura e per la creazione di eventuali disegni, miniature, illustrazioni, e la copertina sono solitamente i parametri che vengono tenuti più in considerazione. L'eventuale firma, l'indicazione di provenienza, le annotazioni a mano, inoltre, se di rilevante prestigio e autorevolezza, possono rappresentare il motivo di un incremento notevole di prezzo. Infine, lo stato di conservazione rappresenta una delle variabili più influenti nello stabilire il prezzo di un libro antico: a parità di valore culturale e storico, un volume che si presenta in un buono stato di conservazione avrà una valutazione superiore a un volume che si presenta in un peggiore stato di conservazione. Per quanto riguarda la valutazione di una collezione di materiale documentario e di un archivio storico, le variabili di stima rimangono pressoché le stesse, ma a queste si aggiunge l’importanza storica e culturale che può avere una serie di volumi e documenti integra e completa: è possibile che una raccolta abbia un valore economico di per sé, la quale non deriva dalla somma delle valutazioni economiche dei singoli oggetti che ne fanno parte.

La sottoscrizione di una polizza, quindi, inizia dall’individuazione di questo valore, il quale verrà utilizzato per calcolare la somma assicurabile e il premio che il collezionista dovrà pagare alla Compagnia di assicurazioni. Le procedure di risk assessment, se effettuate con attenzione e meticolosità, sono sicuramente fondamentali all’assicuratore per l’individuazione dei rischi da coprire e di quelli esclusi, e per la valutazione delle probabilità con cui un evento calamitoso può manifestarsi sull’archivio.

Un’altra questione rilevante a proposito dei principi assicurativi applicabili alla dimensione dei beni culturali è che essi sottintendono una dimensione etica e morale imprescindibile nella gestione dei sinistri: la distruzione di un bene culturale è sempre un’immensa privazione per la civiltà umana, e, in nessun caso, il risarcimento economico per un danno sul patrimonio artistico rappresenta un compenso adeguato alla sua perdita. I beni culturali, infatti, per definizione sono unici e insostituibili e, per questo motivo, la perdita di uno di essi è sempre motivo di rinuncia a parte del bagaglio culturale e artistico del genere umano. La premessa fondamentale per la creazione di una polizza su un bene culturale posseduto da un soggetto, o da un ente, è la volontà di preservare l’oggetto dalle possibili cause di danneggiamento, ma anche e soprattutto la consapevolezza dell’unicità di esso e dell’impossibilità di sostituirlo con un altro pezzo, anche dello stesso valore economico: questo bisogno urgente di conservazione, nasce prima di tutto dalla necessità intrinseca alla natura umana di proteggere il frutto della propria cultura, e poi solo in seconda battuta dall’esigenza di un soggetto di salvaguardare un oggetto di sua proprietà.

«Questo compito che il riconoscimento dell'opera d'arte impone a chi lo riconosce come tale, si pone come imperativo categorico al pari di quello morale e in questo stesso porsi come imperativo determina l'area del restauro preventivo, come tutela, remozione di pericoli, assicurazione di condizioni favorevoli»100.