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Capitolo 2. Gli archivi: conservazione preventiva, valutazione dei rischi e princip

2.4 Gestione delle emergenze

2.4.3 Le procedure di ripristino e di ricondizionamento del materiale archivistico e

A seconda del tipo di danno subìto, sarà necessario intervenire sui beni essiccati attraverso l’utilizzo di diverse tecniche: nel caso in cui i materiali siano stati coinvolti in un allagamento di acqua pulita e gli interventi di congelamento e liofilizzazione siano stati condotti a regola d’arte, è probabile che non ci sia necessità di ulteriori procedimenti di ripristino e si possa procedere direttamente con la ricollocazione di essi nel locale di conservazione preventivamente risanato e ricondizionato. È molto raro, però, che i materiali danneggiati da bagnamento non presentino ulteriori danni su cui è necessario intervenire, come deformazioni delle pagine, indebolimento delle fibre, attacchi fungini o microbiologici oppure depositi di sporco o di fango e sabbia.

Nel caso di materiale danneggiato a seguito da bagnamento che non presenta tracce di attacchi microbiologici, le procedure più comuni da mettere in atto saranno quelle di pulitura e spianamento: le procedure di pulitura si distinguono in due macro-categorie, a seconda che avvengano a secco, oppure attraverso l’uso di solventi appositi. Le tecniche di pulitura a secco consistono nella depolveratura delle carte attraverso l’uso di pennelli a setole morbide, i quali permettono di rimuovere i detriti di sporco senza intaccare la superficie del materiale,

90 CAPOLONGO A., BARRESI A. A., ROVERO G., Soaking and freeze-drying of paper simulating water- damaged documents for salvage of archival materials, Pp. paper O-8.4-006/1-/3, 4th European Congress of Chemical Engineering (ECCE-4), Granada, 2003.

tramite aria compressa, oppure tramite l’uso di spugne apposite, naturali o artificiali che non rovinano le fibre di carta91. Per esempio, per la pulitura delle carte danneggiate da particolato

o fuliggine si utilizzano delle spugne a base di gomma naturale vulcanizzata che, se strofinate con delicatezza praticando dei movimenti circolari, si sbriciolano e rimuovono le particelle di sporco. Tutte le operazioni di spolveratura devono sempre essere realizzate mediante l’utilizzo di Dispositivi per la Protezione Individuale appropriati e appoggiandosi su tavoli aspiranti muniti di filtri HEPA92 (dall'inglese High Efficiency Particulate Air filter) che permettono l’eliminazione repentina delle polveri rimosse dai materiali.

Le tecniche di pulitura mediante l’uso di solventi, invece, devono essere differenziate a seconda dei materiali di composizione del patrimonio danneggiato e scelte con cura esclusivamente da restauratori esperti a seguito di prove ed esperimenti pratici su campioni delle carte da pulire per assicurarsi che il solvente e il materiale di fabbricazione della carta siano compatibili. La tecnica più elementare è il lavaggio delle carte in acqua distillata, che permette di rimuovere le macchie scure solubili e qualche residuo acido; si è inoltre studiato come il lavaggio possa contribuire a ristabilire i legami di idrogeno danneggiati nelle carte eccessivamente essiccate e friabili. Ovviamente questa tecnica può essere messa in atto solo su quei materiali realizzati con inchiostri non solubili in acqua: per quanto riguarda gli inchiostri solubili in acqua, è possibile predisporre le carte al lavaggio attraverso un pretrattamento, ma si tratta comunque di un procedimento rischioso per cui spesso è meglio valutare un’opzione differente. Le altre tecniche di lavaggio contemplano l’utilizzo di solventi differenti dall’acqua, come solventi organici, i quali sono perfettamente sicuri per l’utilizzo sulla carta ma possono causare danneggiamenti agli inchiostri, e solventi inorganici, in particolare quelli utilizzati per sbiancare la carta. Lo sbiancamento della carta è un procedimento molto rischioso e va utilizzato solo in casi limite in cui non sia possibile procedere con un processo di lavaggio più blando: questa tecnica, infatti, tende a indebolire le fibre di cellulosa e può causare la decolorazione anche degli inchiostri, determinando un danno di gran lunga maggiore. Per questa ragione è necessario sempre testare l’agente di sbiancamento, prima di agire sul documento vero e proprio, su un oggetto realizzato con un materiale simile, per poter controllare con precisione gli eventuali danni causati dall’interazione tra le due sostanze93.

91 KATHPALIA Y. P., Conservation and restoration of archive materials, UNESCO, Parigi, 1973, p. 86-89. 92 Secondo la norma del Comitato europeo di normazione EN 1822-1:2009 relativa a “High efficiency air filters (EPA, HEPA and ULPA) - Part 1: Classification, performance testing, marking”.

Nel caso contrario di materiale archivistico essiccato su cui sono riscontrabili attività microbiologiche o entomologiche in corso, sarà necessario procedere con le attività di disinfezione e di disinfestazione, applicando i procedimenti consoni al tipo di materiale in questione. I processi di disinfezione possono essere fisici o chimici: per quanto riguarda i processi fisici, le tecniche più utilizzate sono quelle di congelamento a determinate temperature prestabilite per uno specifico limite di tempo, oppure di soffocamento degli agenti degradanti tramite la collocazione del materiale all’interno di una camera anossica, la quale permette la rimozione totale dell’ossigeno. Per quanto riguarda le metodologie chimiche di disinfezione, si tratta ovviamente di tecniche di utilizzo di specifiche sostanze chimiche che permettono l’eliminazione degli organismi e l’eliminazione di eventuali uova o spore. Tendenzialmente i materiali che sono stati sottoposti a disinfezione, dovranno poi subire gli opportuni processi di pulitura e depolveratura di eventuali scorie e depositi rimasti sui materiali trattati94.

Le carte che sono state danneggiate da bagnamento o da eccessivi livelli di umidità relativa, quasi sicuramente presentano deformazioni della struttura e alterazione delle loro caratteristiche meccaniche: per questo motivo, spesso, è necessario procedere allo spianamento delle carte. Anche lo spianamento è un procedimento che può avvenire tramite l’utilizzo di diversi mezzi, fisici o chimici, a seconda dell’entità del danno e della tipologia di materiale da trattare. Lo spianamento chimico avviene attraverso l’immersione del bene in un bagno di sostanze chimiche specifiche che permettono naturalmente l’allineamento delle fibre di cellulosa: questo procedimento è particolarmente invasivo e necessita di studi e test adeguati prima di essere messo in atto. Lo spianamento fisico è il più comune e necessita di diversi strumenti, a seconda che si agisca su pieghe e grinze di singole pagine o su deformazioni di interi volumi: per quest’ultima tipologia di danno si utilizza una pressa, un macchinario opportuno che, sottoponendo il volume a una pressione molto elevata, permette di riportarlo alla sua forma originaria; per quanto riguarda lo spianamento di singole pagine, invece, deve agire manualmente un restauratore esperto, il quale, attraverso l’uso di strumenti specifici come la stecca d’osso, applica delle piccole pressioni sulle grinze e effettua dei movimenti molto delicati verso l’esterno della piega, lisciando la pagina in questione95.

94 GALLO F., Il biodeterioramento di libri e documenti, Centro di Studi per la Conservazione della carta, ICCROM Centro Internazionale di studi per la conservazione ed il restauro dei beni culturali, Roma, 1992, p. 99-105.