• Non ci sono risultati.

Capitolo 2. Gli archivi: conservazione preventiva, valutazione dei rischi e princip

2.4 Gestione delle emergenze

2.4.2 La liofilizzazione del materiale archivistico colpito da bagnamento

Una delle metodologie più utilizzate per l’asciugatura di grandi quantità di materiale archivistico colpito da bagnamento è la liofilizzazione: questo metodo permette di rimuovere le particelle di acqua dal materiale preventivamente congelato, sfruttando il processo fisico della sublimazione. Per poter procedere con questa metodologia, però, è necessario aver implementato preventivamente, già in fase emergenziale, una serie di operazioni di predisposizione del materiale: innanzitutto libri, volumi e documenti dovranno essere suddivisi e imbustati, possibilmente singolarmente, in involucri di plastica adeguati alla conservazione opportunamente contrassegnati con le informazioni di base del bene contenuto, in particolare segnalando la sua posizione all’interno della collezione, e poi successivamente congelati, possibilmente a una temperatura di almeno -20 gradi centigradi88. A questo scopo, se l’istituto non ha la possibilità di predisporre di un container frigo o di un impianto di congelamento adeguato o abbastanza ampio da contenere i volumi danneggiati, sarà necessario individuare preventivamente le aziende a cui appoggiarsi per questa operazione. In ogni procedimento è necessario prestare la massima attenzione nel maneggiamento e nello spostamento del materiale, poiché l’acqua ne indebolisce in maniera sostanziale la struttura e lo rende estremamente esposto ai danni meccanici. Una volta congelati, i beni sono fuori pericolo e i processi di degrado dovuti ad attacchi microbiologici sono sospesi: è fondamentale ricordare, però, che il congelamento non uccide i microrganismi che si sono radicati sui materiali, ma ne sospende soltanto i processi di crescita e di sviluppo. Per questa ragione, è poi necessario procedere con le operazioni di disinfezione e di disinfestazione una volta concluso il procedimento di essiccazione.

Si è visto come la liofilizzazione sia un processo molto conveniente per l’asciugatura di una grande quantità di materiale colpito da bagnamento, soprattutto per quanto riguarda libri e volumi in carta e realizzati con inchiostri particolarmente solubili in acqua, in quanto non danneggia ulteriormente il materiale e permette di ottenere un adeguato prodotto dopo l’asciugatura. Ovviamente la liofilizzazione non permette di eliminare i danni causati dall’acqua prima del congelamento, come migrazione di inchiostri, indebolimento delle fibre e deformazione della struttura, ma permette unicamente di sospendere i processi di degrado nel momento in cui l’acqua presente all’interno di libri e documenti si ghiaccia.

88 CARAPELLE A., HENRIST M., RABECKI F., A study of vacuum freeze-drying of frozen wet papers, Centre Spatial de Liège, Université de Liège, 2001.

Il processo fisico che sta alla base del funzionamento della liofilizzazione è la sublimazione, che consiste nel passaggio delle particelle di acqua dallo stato solido direttamente allo stato gassoso: questo permette di eliminare completamente i processi di degrado della carta innescati dalla presenza di acqua allo stato liquido. La sublimazione avviene solo sotto specifiche condizioni, in corrispondenza di valori di temperatura e di pressione inferiori ai valori del punto triplo dell’acqua, il punto nel diagramma di stato dell’acqua, in cui sono simultaneamente presenti i tre stati, solido, liquido e gassoso, che si trova in corrispondenza dei valori di pressione di 6 millibar e di temperatura di 0 gradi centigradi89. Perciò, per evitare il raggiungimento dello stato liquido, è necessario mantenere all’interno del macchinario utilizzato valori uguali o inferiori a questi.

Il liofilizzatore ha al suo interno una camera, dentro la quale vengono inseriti i volumi preventivamente congelati, che permette il mantenimento di valori di pressione e di temperatura molto bassi, così da favorire il processo di sublimazione delle particelle di acqua contenute all’interno del materiale. Il processo di liofilizzazione è molto lento e graduale e per il completamento dell’operazione è necessario attendere qualche giorno: una delle problematiche principali legate all’utilizzo di questo procedimento nell’asciugatura di materiale archivistico e documentario è che risulta molto difficile stabilire con certezza il momento in cui la sublimazione delle particelle di acqua all’interno del materiale si è conclusa. I macchinari per la liofilizzazione sono spesso forniti di sonde di misurazione da inserire all’interno di qualche libro o volume a campione che ne permettono un controllo costante dei valori di temperatura e quindi possono essere d’aiuto nell’intuizione del momento giusto in cui arrestare il processo. Nella pratica, comunque, è consigliabile analizzare visivamente il materiale tra un ciclo di liofilizzazione e l’altro, in modo da avere la certezza di aver completato il procedimento di tutti i volumi e in modo da permettere la rimozione dalla camera di sublimazione dei materiali già completamente essiccati.

È fondamentale comunque tenere sempre bene a mente che, in condizioni normali, il materiale archivistico e documentario, essendo un materiale igroscopico, tende ad entrare in equilibrio con l’ambiente, e, per questo motivo, contiene sempre nella sua struttura una specifica quantità di particelle di acqua che gli permettono di mantenere le proprie caratteristiche meccaniche: una quantità nulla di umidità all’interno di libri e volumi ne causerebbe un serio danneggiamento delle fibre, minando in maniera sostanziale la loro resistenza agli stress. Per questo motivo, è bene interrompere sempre il processo di

89 CARAPELLE A., HENRIST M., RABECKI F., A study of vacuum freeze-drying of frozen wet papers, Centre Spatial de Liège, Université de Liège, 2001.

liofilizzazione prima di giungere all’eliminazione completa dell’umidità dal materiale trattato, in corrispondenza di un contenuto di acqua intorno al 4 - 5 per cento90.

La scelta dell’utilizzo del processo di liofilizzazione deve sempre essere sottoposta al parere di un restauratore esperto, perché non tutti i materiali possono beneficiarne: se da un lato rappresenta un procedimento ottimale per l’asciugatura di volumi e libri in carta di qualsiasi epoca, realizzati anche con inchiostri solubili in acqua, non si presta all’essiccazione, e può anzi rappresentare fonte di grave danneggiamento, di materiali realizzati in pelle, pergamena o tessuti.

Una volta concluso il processo di liofilizzazione, si può procedere a mettere in atto le varie procedure di ricondizionamento, ripristino e restauro dei singoli materiali asciugati, secondo le procedure standard di intervento.

2.4.3 Le procedure di ripristino e di ricondizionamento del materiale archivistico e