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le tecniche virtuali e l’approccio interattivo impiegati in dbaS con finalità didattiche

L’aspetto didattico di DBAS costituisce una parte significativa nell’insegnamento di Ci- viltà Egee presso l’Università di Firenze. Infatti, anche nel corso di base, previsto per studenti che non conoscono minimamente le Civiltà Egee e, tantomeno, le problematiche ad esse legate, le lezioni ex-cathedra possono essere intervallate da brevi seminari che coinvolgono attivamente gli studenti e vivacizzano notevolmente le ore di lezione.

Per quanto riguarda la sezione del DBAS concernente i database, gruppetti di stu- denti si impegnano a studiare singoli sigilli o simboli o oggetti, indagando, attraverso le varie queries proposte, il maggior numero di dati possibili: da qui ricreano loro stessi delle nuove pagine di ricerca o, meglio, delle nuove schede, che talvolta vengono conser- vate negli archivi del database perché offrono visioni alternative o aggiuntive sul tema proposto. Ad esempio, partendo da un sigillo in cretese geroglifico (naturalmente in le- zioni precedenti ci siamo soffermati sulle scritture cretesi e gli studenti ne hanno potuto apprendere i primi rudimenti) tre-quattro studenti lo analizzano in dettaglio, trovando le

2 A fianco del progetto MUSINT è uscita anche una monografia (Jasink,Tucci, Bombardieri 2011). Fig. 5. La Home page di Creta

ricorrenze dei singoli simboli, riconoscendo quegli stessi simboli in altri sigilli, spesso disposti in modo da formare una stessa sequenza, ne studiano la provenienza, la forma, e altri aspetti: infine, in una successiva lezione presentano i loro risultati, analogamente ad altri gruppi di studenti, e le discussioni che ne derivano – elemento significativo perchè solitamente lo studente è sempre restio a fare domande – dimostrano come la lezione strutturata in questo modo abbia avuto successo e abbia coinvolto l’uditorio.

Per quanto riguarda la sezione dei tools, particolarmente significativa per il corso di Civiltà Egee risulta la parte definita Educational. Quando possibile, gli autori dei contributi presenti nel punto 2 («on-line University lectures»), che riguarda appunto se- minari fatti nel corso di vari anni accademici, tornano a discutere la loro ricerca, spesso aggiungendo temi nuovi. Gli studenti sono già stati preparati alla lezione da una lettura preventiva del testo, in modo che si crea ancora una volta la possibilità di interagire fra docente e studente. Il risultato porta spesso ad aggiornare il testo precedente, a creare nuove immagini e, nel caso di lezioni che concernono aspetti informatici, vengono pre- sentate nuove soluzioni. Ad esempio, sotto questo aspetto sono particolarmente interes- santi tre seminari sulle ricostruzioni multimediali di siti e oggetti. La prima3 presenta

ricostruzioni sia di siti che di personaggi di ambito egeo attraverso un’elaborazione tanto grafica che virtuale, che necessita una buona conoscenza sia del disegno a mano libera e su tavoletta grafica (Fig. 6) che delle tecniche rappresentative attraverso l’uso di software bi- e tri-dimensionali; la seconda4 e la terza5 riguardano la resa degli oggetti in model-

li tridimensionali, una attraverso il sistema fotogrammetrico, l’altra attraverso il laser scanner. Questi sistemi innovativi, usati ormai da qualche tempo ma che vengono con- tinuamente aggiornati, rappresentano un valido stimolo per gli studenti, ai quali viene soprattutto insegnato come ciascuno strumento non possa dare risultati attendibili se alla fonte non c’è un «operatore», cioè nel nostro caso un archeologo, in grado di preparare la fase iniziale dell’operazione con una approfondita conoscenza del dato da ricostruire, solo in un secondo momento, virtualmente. Il sistema museale MUSINT rappresenta in un certo senso la summa delle possibili lezioni a carattere innovativo e viene illustrato non solo all’interno dei corsi «tradizionali» sia di Civiltà Egee che di materie affini, ma anche su riviste e in convegni e seminari tenuti presso altre istituzioni (soprattutto nei musei, ma anche in altri centri letterari, sia in Italia che all’Estero)6. Naturalmente

l’aspetto «Educational» rappresenta soltanto una parte di questo progetto che per ora ha realizzato i primi due MUSINT (MUSINT e MUSINT II) ma su di esso il nostro team continua a lavorare espandendo sia i contenuti che le metodologie.

Conclusioni

Riteniamo che DBAS rappresenti un sistema che può garantire un effettivo raccordo fra l’insegnamento tradizionale e quello innovativo. Gli aspetti informatici su vari livelli

3 Lezione di P. Kruklidis su «Comunicare l’archeologia e l’architettura. Tecniche per la ricostruzione: dal reperto archeologico alla grafica multimediale». Si veda Educational nel progetto MUSINT II.

4 Lezione di S. Marziali su «Una riflessione sull’obiettività della fotografia per i beni culturali». Si veda Educational nel progetto MUSINT II.

5 Lezione di D. Cini su «Il rilievo 3D e le sue finalità nel settore dei Beni Culturali». Si veda Educational nel progetto MUSINT II.

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IMPIEGO DELLE TECNICHE VIRTUALI E INTER AT TIVITÀ NELL’ESPERIENZ A DIDAT TICA

scaturiscono solo da una solida base conoscitiva di letture archeologiche e storico-filolo- giche che precedono necessariamente gli apporti tecnologici. Ma tali apporti sono ormai un patrimonio costitutivo per l’innovazione degli studi sulla conoscenza dei beni cultu- rali. Il termine di digidactic tools che abbiamo coniato come neologismo per indicare l’interazione fra l’ambiente digitale e gli strumenti didattici e per spiegare l’importanza dell’adozione di risorse digitali nella didattica delle scienze letterarie (siano esse arche- ologiche, filologiche, epigrafiche, linguistiche o storiche in senso più generale)7 continua

a sembrarci appropriato.

bibliografia

Bombardieri, L., Jasink, A.M. 2014. Lo sviluppo di Digidactic Tools nella didattica museale tradizionale ed interattiva: casi studio di collezioni archeologiche toscane, Archeomatica 2: 22-26.

Bombardieri, L., Jasink, A.M. 2015 (with contributions by C. Bianca, G.A.Cecconi, R. Miriello, F. Michelazzo). What is a Digidactic Archive? New Digidactic tools for Epigraphy, Paleography and Philology in Florence, DO-SO-MO 11: 9-26.

Jasink, A.M., Baldi, M., Bombardieri, L., Carminati, F., Gonzato, F. 2006. Collecting Databases about Aegean Subjects on-line (DBAS Project), Kadmos XLV: 173-186.

Jasink, A. M., Tucci, G., Bombardieri, L. 2011. MUSINT. Museo interattivo delle Collezioni egee e cipriote in Toscana, Ricerche ed esperienze di museologia interattiva, Firenze.

Jasink, A.M. 2013. Experiments on Aegean virtual museology, in L. Bombardieri and alii (eds.), Identity and Connectivity, Proceedings of the 16th Symposium on Mediterranean Archaeology (SOMA), 1st-3rd March Florence 2012, Oxford: 1177-1182.

Jasink, A.M., Bombardieri, L., Dionisio, G., Tucci, G., Cini, D., Nunziati, W. 2012. Musint Project: towards a Digital Interactive Archaeological Museum, in V. Cappellini (ed.), Electronic Imaging & the Visual Art, Proceedings of EVA 2012, Florence 9-11 May, Firenze: 113-118.

7 Bombardieri, Jasink 2014 e 2015.

introduzione

La geomatica ricomprende le tecniche tradizionalmente utilizzate per documentare il territorio e i manufatti che vi insistono, quali la topografia, la fotogrammetria, la carto- grafia, oltre ai sistemi più recenti come il GNSS, i sistemi a scansione, il remote sensing basato su immagini satellitari, i GIS. All’evoluzione tecnologica è corrisposto un amplia- mento dei campi di interesse della disciplina, non più finalizzata solo alla descrizione morfometrica dell’oggetto di studio, ma anche alla gestione di fenomeni di varia natura, per i quali sia significativa la referenziazione spaziale: flussi di traffico, mutamenti cli- matici, deformazioni strutturali, ecc. Molti degli studi condotti in numerose discipline si avvalgono di dati geografici o, più in generale, spaziali, e la geomatica si trova spesso alla intersezione di diverse competenze. Il rilevamento inoltre oggi è in grado di superare il suo carattere «statico» che lo porta a produrre documenti metrici, collocati nel tempo, ovvero rappresentazioni valide in un istante della vita dell’oggetto del rilievo, ma che subito dopo ne raccontano una storia già passata, seppur con approssimazioni in molti casi accettabili anche per periodi lunghi. Il tempo è ormai una variabile da considerare sia in fase di acquisizione che di elaborazione dei dati.

Prima della «geomatica»: topografia e fotogrammetria all’Università di