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la progettazione di un museo interattivo della ceramica argentata volsiniese

L’Università degli Studi di Firenze, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia per la Toscana e il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, sta lavorando alla proget- tazione di un museo interattivo all’interno del quale riunire non soltanto la collezione di

5 Il nome è stato attribuito in riferimento all’antica città etrusca di Volsinii. La sua identificazione con Bolsena è sicuramente attestata per l’abitato romano (Volsinii Novi) mentre è dubbio il riferimento per l’insediamento etrusco (Volsinii Veteres) che potrebbe essere identificato con la stessa Bolsena o Orvieto.

6 La collezione, acquisita dal Museo principalmente ngli ultimi anni del 1800, fu gravemente danneggiata dall’alluvione dell’Arno che colpì Firenze nel 1966. Il conseguente programma di recupero dei manufatti, la riorganizzazione museale e il correlato riallestimento delle collezioni comportarono lo spostamento quasi totale della collezione argentata nei depositi sotterranei del museo, mantenendo in esposizione solo cinque manufatti attualmente visibili al II piano nella sezione relativa all’arte etrusca.

7 Dionisio 2016: 109-162. E’ stato fondamentale il coinvolgimento in queste ricerche della Dott.ssa Giuseppina Carlotta Cianferoni che desidero ringraziare per i suggerimenti e i consigli che mi ha fornito nel corso degli studi inerenti la ceramica argentata.

IL FUTURO DEL MUSEO INTER AT TIVO 169

ceramica argentata volsiniese del museo fiorentino, della qualeabbiamo precedentemen- te dibattuto, ma anche i nuclei presenti nei Musei dell’Etruria sopracitati.

La creazione di un unico «contenitore» in cui inserire virtualmente le riproduzioni tridimensionali dei manufatti consentirà agli utenti, infatti, di visionare i reperti attual- mente non presenti all’interno dell’esposizione museale oppure di effettuare una serie di confronti tra produzioni vascolari provenienti da sedi museali e siti archeologici diversi o, ancora, di raggruppare i manufatti in base alla loro morfologia, al motivo decorativo oppure all’area di provenienza a seconda dell’interesse dell’utente.

Per quanto riguarda le modalità di acquisizione tridimensionale dei manufatti, si farà uso sia di sistemi fotogrammetrici che dell’impiego di laser scanner a triangolazione. Tali metodologie sono comunemente utilizzate dalle maggiori istituzioni museali, sia a livello nazionale che internazionale. Le riproduzioni virtuali che si possono ottenere dall’utiliz- zo di queste tecnologie innovative sono estremamente aderenti ai modelli fisici e dotate di un grado sempre maggiore di dettaglio, sia a livello geometrico che di texture.

In collegamento a ciò è opportuno ricordare in questa sede che, nel corso del 2013, l’Università degli Studi di Firenze, in collaborazione con il Laboratorio DreamsLab (De-

dicated Research Environment for Advanced Modeling and Simulations) della Scuola

Normale Superiore di Pisa ed il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, ha proceduto alla digitalizzazione di alcuni manufatti ceramici volsiniesi, caratterizzati da cattivo stato di conservazione, per lo sviluppo di studi di conservazione e fruizione virtuale delle col- lezioni museali. Le operazioni svolte hanno, infatti, consentito di ricostruire digitalmente l’originario rivestimento stagnato superficiale di alcuni reperti e di restaurare virtual- mente manufatti di cui non si conservavano che pochi frammenti, per i quali procedere con un restauro di tipo tradizionale non sarebbe stato possibile per la possibilità di incorrere in ricostruzioni troppo invasive o talvolta soggettive9.

Per quanto riguarda, invece, la struttura del museo interattivo, questa è stata ideata basandosi sulla precedente esperienza messa in atto per MUSINT. La home page iniziale consentirà di visualizzare le ceramiche secondo due modalità di fruizione diverse: • Distribuzione dei reperti in base alle collezioni museali

• Distribuzione dei reperti in base ai siti archeologici nei quali questi sono stati rinvenuti

In ogni sezione la trasposizione digitale dei manufatti ceramici sarà accompagnata da testi di approfondimento (ad esempio la genesi delle collezioni museali oppure la sto- ria degli scavi), immagini e schede descrittive, sia in italiano che in inglese. All’interno del museo è prevista anche una sezione dedicata alle indagini archeometriche messe in atto sul rivestimento e sul corpo ceramico dei manufatti argentati. Questo rappresenta una novità rispetto ai MUSINT finora presentati poiché consente di coinvolgere un pub- blico non soltanto e soprattutto di archeologici e storici ma anche di specialisti operanti nell’ambito delle scienze applicate alla conservazione dei beni culturali.

La progettazione del museo interattivo prevederà anche la creazione di un percorso didattico pensato appositamente per i bambini.

Il percorso sarà uno strumento estremamente utile poichè i suoi contenuti consenti- ranno la progettazione di lezioni di approfondimento da svolgere in classe e una migliore

9 Per approfondimenti sulle ipotesi virtuali ricostruttive dell’originale rivestimento stagnato delle ceramiche argentate e sul restauro virtuale ad esse applicato si veda Dionisio-Licari 2014.

comprensione e apprendimento dei percorsi museali da parte degli studenti delle scuole primarie e secondarie.

Oggi sensibilizzare gli studenti alla conoscenza del nostro patrimonio archeologico è un fattore sempre più sentito e portato avanti dalle istituzioni scolastiche: apprendere tramite il gioco e il divertimento, infatti, consente di assimilare contenuti storici ed ar- cheologici in maniera semplice ed intuitiva.

All’interno del percorso didattico le ceramiche argentate etrusche e la loro storia verranno presentate ai bambini tramite una serie di applicazioni interattive sia di ambito archeologico (giochi, quiz e storie animate che illustrino la tecnologia di produzione dei manufatti e il loro utilizzo) che conservativo (applicazioni dedicate al restauro virtuale delle ceramiche), grazie alle quali i bambini saranno in grado di familiarizzare col con- cetto di «conservazione», tramite la messa in atto di puliture, assemblaggio di manufatti frammentari ed integrazioni di parti mancanti. A seguito di spiegazioni semplificate, gli studenti avranno la possibilità di scegliere i materiali giusti da utilizzare (colla, bisturi, gesso).

Questo nuovo museo interattivo si presenta quindi con delle caratteristiche innova- tive che concernono l’archeometria e l’apporto delle scienze allo studio dell’archeologia. Inoltre, come già messo in atto dai musei virtuali precedentemente sviluppati, renderà possibile la fruizione di un patrimonio archeologico spesso non disponibile o poco cono- sciuto all’interno delle sedi museali.

bibliografia

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