Di Giovanni andrea Barotti ci sono pervenute tre lettere conservate nel fondo muratoriano della Biblioteca Estense di Modena266. Il marchese Ercole Bevilacqua, già corrispondente muratoriano, aveva incaricato il Barotti di contattare il dotto modenese affinché questi seguisse le vicende del fidanzamento tra il figlio Cristino e la marchesa Isabella Coccapani. I maneggi, puntualizza il Barotti nella prima lettera, erano stati già avviati anni prima, ma il marchese Luigi Coccapani li aveva interrotti a causa della giovane età della figlia. Il Bevilacqua riteneva che fosse giunto il momento opportuno per riaprire le trattative, inoltre, essendo sfumato l’accordo con un cadetto della casa Scotti, temeva che potessero subentrare altri pretendenti. Il Barotti, quindi, chiedeva al Muratori di perorare la causa del marchese Ercole presso il Coccapani; inoltre aggiungeva che il Bevilacqua sperava di recuperare i suoi possedimenti inondati dalle acque del Reno e che avrebbe rinunciato tutto a favore del figlio Cristino267.
Ferrara, 2 gennaio 1740
Il signor marchese Ercole Bevilacqua comanda il fare con V.S. illustrissima una parte, la quale se mai le paresse strana nella mia persona, ne dia la colpa al merito del Cavaliere, a cui non ho saputo non ubbidire.
Egli mi ha fatto la piena confidenza del carteggio da lui cominciato tre anni sono con V.S. illustrissima intorno alla sig. marchesa donna Isabella Cocapani per questo sig. marchese Cristino di lui figliolo e insieme della sospensione del trattato per la troppa gioventù della dama e per il giusto desiderio del signor marchese suo padre di accasarla sotto i suoi occhi come s’esprime la lettera di risposta di V.S. illustrissima. Ora però che il primo motivo, col tempo trascorso è cessato e che il sig. marchese Luigi può essersi assicurato che costì non sono partiti che convengano alla Dama sua figlia, si è dato a credere
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B.E.Mo, Archivio Soli Muratori, Giovan Andrea Barotti, F.52, fasc. 54.
Giovanni Andrea Barotti nacque a Ficarolo, un paese del ferrarese, il 30 dicembre 1701 da Giuseppe e da Brigida Brunetti. Seguì a Ferrara, presso il collegio dei gesuiti, i corsi di umanistica e filosofia e nel 1720 conseguì la laurea in utroque iure. Per ulteriori informazioni sulla vita del Barotti cfr. Italo Zicari, ‘Barotti Goivanni Andrea’ in D.B.I. vol. 6, Roma 1964, , pp. 485-487.
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Il marchese Ercole Bevilacqua era già imparentato con Luigi Coccapani in quanto sua figlia Eleonora aveva sposato il nobil uomo. Cfr. introduzione al carteggio Ercole Bevilacqua-L.A.M, ivi p. 107.
il sig. marchese Ercole che questo sia il tempo opportuno per supplicare di nuovo V.S. illustrissima della sua interposizione. Ha inteso che presentemente sia in piedi un trattato con un cadetto di casa Scotti ma perché potrebbe darsi che non avesse effetto, egli ha stimato buon consiglio il prevenire V.S. illustrissima perché sfumando il trattato suddetto non entrino in campo nuove pratiche prima della sua.
Doveva egli che principiò riassumere il carteggio per la confidenza e buona amicizia che egli professa a V.S. illustrissima ma senza esentarsi da quest’obbligo a cui sa di dover soddisfare, ha voluto valersi della mia persona o perché molte cose potrò dir io che a lui non converrebbe il dirle, o per buon genio che ha di darmi occasione di farmi merito appresso di lui e di tutta la sua casa. Non essendo concorso poco il credersi da lui, che V.S. illustrissima abbia per me una distinta bontà, cosa che io posso desiderare ma non presumere conoscendo di non avermela meritata.
Io non pretendo con le mie parole di impegnare V.S. illustrissima in quest’affare quand’ella ha già dati in altra occasione troppi segni della sua parzialissima considerazione ed amore verso il marchese Ercole e la sua casa, di maniera che le farei torto se non mi tenessi sicuro ch’ella mi impiegherà volentieri tutto se, perché il sig. marchese Luigi dia ascolto quando lo permetterà il presente impegno a parole di trattato e per favorire di poi la causa sino la suo termine. Dall’altra parte io non so temere che il signor marchese suddetto debba contrastare neppure un poco V.S. illustrissima una così onesta dimanda orche ad altri non l’ha negata. Trattandosi di famiglia a lui cara di cavaliere d’ottima indole e nome e di casa la quale senza le vicine speranze che ha di ritornare alle prime sue forze colla ricupera delle vaste tenute inondate da Reno nel recapito che si è per dare a quell’acque è comoda in modo da non mancare a tutte quelle convenienze che la condizione e sua e della dama può esigere, al quale effetto è risoluto il signor marchese Ercole di rinunziar tutto il suo al marchese suo figlio dovutogli per altro dopo la sua morte senza la minima diminuzione come primogenito.
Con questa buona fiducia che mi fa parere soverchio l’estendermi di vantaggio, finisco di trattenerla dichiarandomi con pienissima stima e rispetto…
Ferrara, 17 aprile 1741
In questo punto il marchese Bevilacqua mi manda a richiedere s’io abbia avuto notizia veruna di V.S. illustrissima circa l’affare a lei noto. L’oscurità in cui mi trovo mi necessita a incomodarla. Voglia Dio che V.S. illustrissima possa darmi risposta, per cui mi riesce di farmi merito appresso il Cavaliere. Mi perdoni questo necessario disturbo. Io son d’opinione che finirà presto e felicemente s’ella vorrà che così finisca ma conosco che sono un mezzo troppo debole perché si muova a volerlo efficacemente. Tutta la mia speranza è nel buon cuore di V.S. illustrissima da cui pure riconosco l’onore di professarmi con pienissimo rispetto…
Ferrara, 21 dicembre 1744
Nella mancanza del ministro di cotesto sig. Coccapani, avvenuta per la morte del sig. dott. Ciarlatini, il sig. Ambrogio Baruffaldi, nipote del sig. arciprete di Cento sapendo, non so come, la devotissima servitù verso di V.S. illustrissima mi ha strettamente impegnato a scriverle a suo favore. Ha potuto più in me l’intima amicizia che potesse al zio di lui che la cognizione del mio tenuissimo merito appresso V.S. illustrissima; di maniera che sono entrato in parola di soddisfarlo. Io non ardimento di sperare a mio riguardo ch’ella muova una parola per lui; io spero però a riguardo della onestà, capacità e buona riputazione dello stesso sig. Baruffaldi, qualità che costituendo un ottimo e raro ministro obbligheranno V.S. illustrissima per l’amore ch’ella professa al sig. marchese di proporglielo con tutta quella efficacia che può bastare perché lo accetti. Ch’egli sia tale io gliene fo fede e per tale il conosco quanti han notizia di lui. Questo è il motivo per cui la incomodo con questa mia. Non mi avanzo a pregarla de’ suoi buoni uffizi stimando io soverchie le mie preghiere dove concorrono motivi più gagliardi per farli. E con pienissimo rispetto devotamente mi professo…