• Non ci sono risultati.

Di questo corrispondente ci sono pervenute 64 lettere, inviate tra il 1710 e il 1721, mentre delle responsive muratoriane non vi è traccia302.

Giuseppe Martinelli, avvocato di Reggio Emilia e professore di diritto civile, nacque nel 1675 e morì nel 1721 a Ferrara dove fu commissario del duca Rinaldo 303. Nel 1711 il Muratori divenne priore di Sant’Agnese e mantenne l’incarico per ben quarant’anni, ma prima di essere investito di quest’incarico si dovette far luce sui benefici ecclesiastici accumulati, in mano estense in seguito a donazioni e a permute, prima della devoluzione di Ferrara allo Stato Pontificio304; il duca Rinaldo I desiderava portare alla luce tali diritti dimenticati a causa della trascuratezza e del disordine sia del materiale archivistico che dell’amministrazione patrimoniale della Casa d’Este305. Il Muratori, già avvocato del duca nella spinosa diatriba con la Chiesa per il dominio di Comacchio, si occupò anche di questa causa che ebbe il suo sviluppo proprio in quegl’anni critici tra il 1710 e il 1711. In questo periodo lo storico modenese fu impegnato nella ricerca di antiche pergamene che potessero attestare il giuspatronato estense su quei benefici e il Martinelli che in quel periodo era già a Ferrara poneva il suo aiuto; la prima parte della corrispondenza verte sulla collaborazione tra il Muratori e il commissario ducale che, tramite alcuni fiduciari, faceva passare a setaccio gli archivi della città. Nel 1711 la vertenza tra l’Este e la Corte Romana ebbe un esito positivo che fu frutto di un compromesso raggiunto tra le parti; al duca veniva riconosciuta la facoltà di conferire i benefici ma venne creato un delegato pontificio per la giurisdizione spirituale; nello stesso anno il Muratori veniva compensato da Rinaldo, per il buon lavoro compiuto, con il priorato di Sant’Agnese e, quattro anni dopo, di quello di Sant’Anna entrambi a Ferrara; nel 1716 lo nominerà anche parroco di S. Maria della Pomposa in

302

BEUMo, AM, Martinelli Giuseppe, F. 71 fasc. 8 303

Girolamo TIRABOSCHI, Biblioteca modenese o notizie della vita e delle opere degli scrittori natii degli stati del serenissimo signor duca di Modena raccolte e ordinate dal cavaliere Girolamo Tiraboschi. tomo III, Modena 1783, p. 169.

304

I commissari estensi a Ferrara dovevano seguire: gli affari della Corte Estense di Modena col Legato Pontificio, dirigere l’amministrazione dei molti beni allodiali, tra i quali il beneficio di Sant’Agnese, in più informavano il duca di tutto ciò che accadeva di relativamente importante, in quella città.

305

Alla fine del XV secolo i monaci dell’abbazia di Pomposa, in seguito alle inondazioni che impaludarono il terreno, furono costretti ad abbandonare il monastero e a trasferirsi altrove. Gli Estensi concessero ai monaci, nell’Addizione Erculea, il terreno per costruire la chiesa di S. Benedetto stimando l’abazzia di Pomposa come prepositura secolare; così dicendo i duchi si aggiudicarono il diritto di concedere i benefici annessi al’ex monastero situati sia a Ferrara che a Modena. Cfr. Dante BALBONI, ‘L.A. Muratori priore di S. Agnese in Ferrara’ in Anecdota Ferrariensia, Città del Vaticano 1972, pp.158-168.

Modena306. Il resto della corrispondenza si sviluppa intorno all’amministrazione dei due benefici che procuravano continui grattacapi al Muratori: le continui discussioni con i vicari esigenti che, approfittando del buon animo del modenese, spendevano ingenti somme di denaro, per le riparazioni della chiesa, pretendendo che fosse il modenese a pagare tutto; infine gli affittuari delle case appartenenti al beneficio che tardavano nel pagamento dei conti. Il Martinelli, in quanto commissario ducale, aiutò il Muratori nella gestione di quest’affari fino al 1720 quando dovette abbandonare l’incarico a causa della cattiva salute che nel 1721 lo portò alla morte; gli succederà Vincenzo Vecchi.

Reggio, 18 aprile 1710

Non le diedi conto per lo scorso ordine della concessione datami perché mi riserbai di poter cercar altrove ciò che desidera sino a questa sera. In S. Spirito è la con saputa Istoria con la giunta ma di stampa del 1646. altri due amici l’hanno della stampa del 1556 ma senza la carta accennatami, onde essendo questi tre scudi qui soli ove si fa incetta di libri simili non spero più di servirla perché però alle volte questa mercanzia si trova ove meno si crede non mancherò d’attenzione. Intanto ella mi consoli della mala sorte provocata nell’esecutione di questo con altri e frequenti suoi comandi mentre con tutto l’ossequio mi rassegno.

Ferrara, 25 agosto 1710.

Non vi è costume di dar niuno di costa, mi venne solo in pensiero di pregarla del suo sentimento sopra i cavalli per esser succeduta la mia sperdizione in tempo dello scarto. Non mi ricordo più dell’invoglio accennatomi nella favoritissima sua perché mi sono passate tante altre cose per la mente che vi vorrebbe la memoria del girandolano. Nell’atto di partito da Modena vidi, appunto, il conte Affarosi ch’ira uscì per trattare al noto cambio. Ho dato un’occhiata all’archivio et è un caos da non uscirne se non con fatica, tempo et aiuto onde

306

Cfr. Dante BALBONI, ‘Un beneficio ferrarese al muratori dopo la contesa per Comacchio’ in Anecdota Ferrariensa, 1944-1967, Città del Vaticano 1972, pp.169-177.

essendovi anche bisogno qui d’un aiutante di computisteria ho pensato che sarebbe a proposito, per l’uno e per l’altro, Nicolò Bertani da Reggio che mi serviva di copista, giovine d’abilità in scrivaro e conteggiatura quieto e bravo. La supplico perciò a parlarne o Sua Altezza o a signori fattori a quali scrivo in questo ordinario il bisogno della computeria acciò che io ricava l’ordine d’elegerne uno e di fargli dar provisione. La supplico a porgere i miei ossequiosi rispetti al sig. marchese Coccapani e a credermi sempre.

Reggio, 24 settembre 1710

Sabato mattina fu da me in Ferrara il sig. dott. Baruffaldi così persuaso da amico comune con altri pretesti. Feci cadere il discorso sopra la ristampa dell’Istoria del Sardi con l’aggiunta del Faustini et egli mi disse che lo stampatore Barbieri aveva in animo di farla riveduta ma però lasciata pro ut […] anzi che l’aveva approvata per il sig. card. Vescovo ed ottenendone l’imprimatur dal inquisitore e la licenza dal Governo ma che poi m’era stata sospesa l’esecutione d’ordine di Roma. Ch’egli sta compilando l’Istoria Ecclesiastica di Ferrara ma che per esservi molte cose indispensabili da un istorico, ma che non sono di buon suono alle orecchie Romane dubitava assai o di simil fortuna o d’una solenne lastratura. Io gli espressi opportunamente i sentimenti suggeritimi da V.S. Illustrissima e vi trovai buonissima disposizione, ottimo cuore tutto ossequioso per la Serenissima Casa, anzi desidero di farlo apparire in ogni occasione. Mi soggiungo che mi avrebbe data l’incombenza di ricapitarle una copia della sua difesa del libro del detto marchese Orsi, ora finito di stampare et anche un’altra da passare col di lei mezzo a piede del Padrone Serenissimo e mostrò di partir soddisfatto. M’è sovvenuto essere qui in casa Vallisnieri, come erede della Vicedomini, un privilegio di cui è annessa copia. La quale la prego di osservare massime nelle parole postillate: è in carta pecora con appressovi sigillo in uno scatolino di legno, da una parte vi è l’arma Estense con intorno Alfonsus Estensis Monticali dominus, dall’altra parte la stess’arma più in piccolo con intorno Alfonsus Estensis. La prima inscrizione è di pugno di donna Laura. È ottimamente conservato. Martedì sarò in Modena per ricevere gl’ordini e poi tornare a Ferrara, starò in attenzione di riverirla per ricevere le istruzioni ch’avrà la bontà di darmi et avere il consaputo processo per retribuirlo. Intanto con tutto l’ossequio mi rassegno direttissimo et obbligatissimo servitore di V.S. illustrissima.

Ferrara, 20 ottobre 1710

Arrivai felicemente e dimani anderò alla Fratta e poi a Rovigo. Fra non molti giorni verrà il direttore dell’archivio e si comincerà a lavorare. Ieri mentre venivo qui il sig. marchese Mario Calcagnini s’incontrò nel sig. Baruffaldi e gli chiese la restituzione d’un giornale imprestatogli per valersene nella compilazione di questa Istoria Ecclesiastica d’onde venuti in discorso del contenuto del giornale il Baruffaldi disse: c’è quel cardinale Luigi che non era ne prete ne frate, non so che cosa fosse. A ciò il sig. marchese s’alterò e gli disse bruscamente che se avesse creduto che si volesse valere del giornale per scredito della Serenissima Casa non gliel’avrebbe dato. Riprese l’altro che voleva dire che quel Cardinale non aveva mai detto messa e che non si valeva ne di quella ne d’altra notizia se non d’esaltare le lodi della Casa e partirono non molto contenti uno dell’altro. Tanto mi disse il sig. marchese et io conto a Ella l’istoriella la supplico di qualche avviso dell’affare Marchetti se se ne parli o dorma e con tutto il rossore mi rassegno di V.S. illustrissima. Attenderò il processo di ritorno e la nota delle guide da provvedere.

Ferrara, 24 novembre 1710

Annessa avrà la risposta pervenutami del piego spedito a Lendinara. Farò le pratiche ingiuntemi nell’ultima di V.S. Illustrissima ricapiterò oggi in persona l’annessami per il buon vecchio mio particolarissimo amico quale mi è più per mezzo il p. abate Perinelli di reggimento. Qui delle notizie della Pomposa non sanno nulla se siano nell’archivio ma si […] solo al loro bollario, lo so perché ne ha fatta ricerca più d’una volta anzi avendo inteso che l’archivio non sia in ordine ho proposto per rassettarlo il p. don Mauro Vallisneri che avrebbe tutte le abilità desiderabili da monaci e da noi, quando si risolvessero bisognerà poi fare che il p. abate Calcagnini gliene da la permissione ma qua forse s’avranno de’ riguardi. Ho veduto le memorie favoritemi in proposito della Pomposa, sono ottime ma ora bisognerebbe ristringere le notizie ad indagare se i beni ch’ora gode la prepositura siano que’ stessi che furono assegnati a quel monastero nella fondazione perché se sono tali già sono eccettuati nel breve o lettere dichiaratorie del Papa rispetto alle altre esenzioni papali

et imperiali, si pretenderà che vi resti derogato in questa imposizione e si dovrebbe pigliar la materia di […] se si venisse a discorrere della convenienza o di sconvenienza di questa deroga onde l’altra strada sarà più breve e più piana da i padri Benedettini ho già avute le informazioni che mi potevano dare. Mirano le fiamme di ritorno e le trasmetto altro libretto caccia del nostro indefesso cacciator Agnelli che manda a V.S. Illustrissima altra sua preda. Presto anderò al rovinato Palazzo. Intanto supplicandola dell’onore di suoi stimatissimi comandi ossequiose mi rassegno.

P.S.

Oggi vengono ad onorare mia moglie diverse di queste dame principali e con queste la contessa Forni. La supplico d’avvertirmelo se devo riferirlo a S.A. e [….] se specificarle quest’ultima.

Ferrara, 9 gennaio 1713

Colla presentissima sua de’ 6, mi giunge la ricevuta che cammina a dovere. Non si stupisca se il sig. vicario non ha scritto per le Buone Feste essendo troppo occupato dalla riscossione di piccoli livelli spettanti al Priorato da chi dicendo spettare al Vicariato e da chi asserendosi […] di V.S. illustrissima che ha fatte dire due parole assai espressive soggiungendo che in caso che occorra gliele farò dire il sig. cardinale Vescovo. Non è buona la salute del Papa anzi se ne parla male, per questa causa non si fanno qui mascare non ostante l’uso in contrario e la dimora qui del marchese di Susa. L’iscrizione secondo l’annessa copia è stata levata dalla scolpita sopra una gran cassa di marmo bianco trovata sotto terra vicina a palazzo di Belriguardo ove si dice essere stata la città di Vicoenza ora villa detta Voghiera e contigua a quella di Voghenza. Sarei curioso della spiegazione della medesima mentre per quanto io l’abbia studiata col Dizionario degli Antiquari alla mano non mi è riuscito d’intenderli. Sono intanto con tutto l’ossequio.

P.S.

Mi rallegro con V.S. illustrissima sentendo essere stata lodata assai la Piena Esposizione dall[…] Favalli il quale non vi ha trovato altri difetti che qualche scappata come quella nel risponderci al passo di Celio Calcagnini.

Ferrara, 16 gennaio1713

Senza favorirmi sue, ricevo nel piego scrittomi l’iscrizioni da mettersi in questa Cattedrale per memoria del cardinale Ippolito. Sospendo di comunicarla al detto cardinale Vescovo et al P. Inquisitore per un dubbio venutomi, […] per mia balordaggine, non ve trovando il cognome del detto cardinale del Verme, ho dubitato lo sbaglio del copista, perché quando si voglia lasciare all’uso antico il cognome ci vorrebbe almeno il suo titolo tra pari che oggidì si metta il cognome esterno pure non esprimersi di che sia Duca per il Principe Serenissimo. Annessa avrà l’iscrizione tale quale m’è stata trasmessa, attenderò di sapere da V.S. illustrissima se io debba lasciarla cessare così e con S.A. non ne parlo se non dicendo che la comunicherò. Non ho alcuna nuova del paese, toltami quella delle mascare. Il p. vicario di S. Agnese è in collera col di lei esattore per avergli quelli intimato che non esigga livelli: vedremo che seguiti a fare. Le ratifico il mio immutabile ossequio con cui sono.

Ferrara, 12 febbraio 1714

Mi giunse la ricevuta degli […] e godo che siano stati puntualmente pagati. Farò diligenze e spero con frutto per servire a V.S. Illustrissima in proposito del libro del medico Parolini. Non ho inteso altro dal Vescovo di Comacchio col quale sarà sempre bene l’aggiustarsi. Non sarebbe male spesa una discreta ammonizione al p. Lubelli […] moderasse alquanto il buon ardore nel dire, perché potrebbe offendere […] delicatissime orecchie se seguita al modo suo. Qui il Carnevale va assai magro forse sarà più allegra la […] per il passaggio del conte di Galach. Sarei col più riverente ossequio.

P.S.

Sento da Reggio che sia gravemente infermo il buon vecchio Rubini di cui V.S. illustrissima fu a vedere i libri, le rinnovo però la memoria che questi dovrebbero esser lasciati a noi acciocché Ella se ne voglia in caso che qualche zelante suggerisse non esser a proposito per la Libreria Ducale.

Ferrara, 16 aprile 1714

Il libro è stato composto e fatto stampare a proprie spese da questa sig. Barili Latino e ciò a fuor di dubbio: pochi ne sapevano l’autore ma essendone stata data la colpa al dott. Baruffaldi, […] le lettere iniziali postevi nel fine per don Girolamo dott. Baruffaldi, egli per scusarsi ha pubblicata la verità: il conte Mosti ha pubblicato un suo scritto in lode d’esso P. et io lo […] a V.S. Illustrissima. Intendo ora benissimo il contegno che mi arrivava strano perché io non leggeva il raffredamento dell’avvisata amicizia. Il principio di giugno si può sperare anzi tener per certo l’aprimento dei passi per il principio di giugno. Ma che pro per la Fiera di Maggio? Dio voglia che i nodi che […] a sciogliersi dopo la pace si sciolgano in bene per chi ha la giustizia dalla sua. Vedrà la nuova di Commissario […] […] più le scriverò [intera frase illeggibile]. Ho fatto il mio complimento alla sposa e sono stato accolto gentilissimamente benché mi sia […] termini prescrittimi. [..rmiamo] a dubitare chi non si […] i legati questa sarebbe bene una gran disgrazia. Io rassegno il mio reverendissimo ossequio e resto.

Ferrara, 15 febbraio 1716

Le rinnovo le suppliche per i poveri due nostri [amorevoli] di Comacchio, l’uno e l’altro de’ quali sono in principio senza […] della nostra parte. È tornato il [Potassio] con tutte le solennità. Mi […] bene che della fondazione in qua non la trova che sia stato conferito il Beneficio a nomina nostra, avendola […] da buona […] a triennio e ultra. Non so se si farà difficoltà di ciò non scrivo nulla per ora, oggi intanto presenterò bene su chi siano i benefici di V.S. Illustrissima in differenti chiese, ciò fa chi […] bisogni con un'altra dispensa necessaria per goderne più d’uno […] ma lascia l[…] della pluralità ne scorsi termini. Non ho risposte dal Villa ne le spero in questa settimana. Eccole la nota dell’entrata dalla quale […] per certo che se devano denaro li spese mentre il punto sta in veder se il tutto basti all’[…] sostentamento del […] le rassegno tutto il mio ossequio e resto.

Ferrara, 17 febbraio 1716

Da uno dè’ sostituti di questa cancelleria vescovile intendo che V.S. Illustrissima sia stata nominata ad un beneficio qui vacante eletto nella chiesa di S. Anna di questa città all’altare della Serenissima Trinità di Iuspatronato del nostro Serenissimo Principe. Se mai Ella non ne fosse informata ho stimato bene passargliene la notizia e suggerisse nello stesso tempo esser necessario ch’ella faccia esser qui per il prossimo ordinario un mandato di procura ad accettare la nomina fatta di lei a ricevere l’instruzione e prendere il possesso del beneficio e potrà farlo in persona di questo p. Agostino Bassi padrone priore di S.A.S. per l’azienda delle entrate d’esso che credo ascendere a 50 scudi romani netti da spesa, Ella è in possesso dell’opera mia onde sopra vo non istendendomi, passo a rassegnarmi riverentissimo.

Ferrara, 2 marzo 1716

V’è molta diversità tra il vicariato e il beneficio ora vacanti perché quello è fondato con beni ducali e questo con beni smembrati da quelli del monastero di Pomposa e fatti propri del cardinale Ippolito il quale ne riserva il […] per se e suoi eredi e successori di qualsivoglia sorte. S’è trovata la provista di questo in persona di Pompeo Sarni, fatta da Urbano, in cui si asserisce vacato per morte di Francesco Nigrelli gesuita in Curia e per isbaglio d[…] illerum di gratianis e questa parte non ci fa alcun ostacola mentre ella sa restar atteste per quella volta i benefici che vacano in Curia. Resta a trovarsi la provvista di Nigrelli e questa stimo che sarà stata fatta a nostra nomina. Abbaiamo l’inscrizioni sopra a l’altare e due visite di vescovi che si riferiscono, insomma io spero bene e mi do d’attorno e se posso ottenere la dichiarazione […] di […] voglio prendere l’instituzione non potendosi perder nulla. Godo della spedizione dell[…] al quale le converrà far colà nuova scelta d’un barbiere o ne far residenza. Il povero Sancassani è per terra se non ha per l’ordinario prossimo un forte letter del […] al delegato giacché non possono esser più in tempo gli uffizi di Milano, ne fa un piccol motto a S.A.S. ma lascio a lei la cura di farsi il più si […] alla spedizione della […] da dirigersi a me che ad un'altra ch’è supplicata farà scrivere da cotesto p. Bassano Cattani al Galli […] agenti d’esso in Comacchio con raccomandargli quest’affare. Io fin ora sono ben avvisato che […] […] […] e spero d’esserlo per l’avvenire.

Ma chi […] io aggiungere alle nuove che da costà l’oculatissimo e vigilantissimo Zanovello? Il p. Predicatore e incontrato dalle quartani dalle quali ha il pretesto di stare continuamente alla casa paterna e male che sia divenuto […] perché bisognerà far nuova spesa di mitre o fare stringere le vecchie. Mi diceva in prossimi termini un nostro amico gran Ferrarese per dimandare! Il Zelanti combinando una nuova datagli da un visionario di Vienna con certi osservazioni astrologichi bensì suoi che non vanno falliti a prediche esaltazioni imminenti, Dio voglia che succeda. Mi continui la sua stimatissima grazia et affetto e mi comandi mentre riverentemente mi rassegno.

Ferrara, 23 marzo 1716

Il sig. cardinale […] dicendo al p. Santagata d’aver scritto qui che detto de’ lumi perché si ultimasse la faccenda, disse da Roma messo perché la lettera non canta così, ma solo che si faccia la giustizia et io ne ho mandata copia a S.A.S. Ieri portai un ristretto di confermazione al sig. cardinale vescovo co ricapiti autentici inseritene e lo trovai disposto ottimamente, mi rimise però al vicario quando fosse rimesso interamente in […] ponendo l’affare passasse per via della Curia. Ho trovata la Bolla approvatoria della fondazione e della riserva del […]

La smembrazione delle Valli e confini fattomi al […] nominato. L’inscrizione ch’è sopra l’altare ed in […] che credo assorbirsi, come diono i dottore l’ultimo stato di libero dall’antecedente di patronato, provato evidentemente. Ultimo che dirà il vicario e certamente avremo tutti gli arbitri del vescovo. Solleciterò e con frutto il pagamento intero