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Di Bertani Masini Nicolò ci sono pervenute solo sei missive ma supponiamo che lo scambio epistolare sia stato molto intenso soprattutto se consideriamo le 37 responsive del Muratori e il comune interesse per la gestione dei benefici ducali a Ferrara: allo storico modenese furono affidati il Priorato di Sant’Agnese e quello di Sant’Anna268. Nell’agosto del 1710, il commissario ducale Giuseppe Martinelli, lamentando col Muratori lo stato d’abbandono in cui versava l’archivio della computisteria a Ferrara, chiedeva di essere affiancato da un aiutante suggerendo al Duca un certo Nicolò Bertani di Reggio269; il commissario conosceva bene il giovane concittadino perché aveva già lavorato per lui come contabile e ne tesseva le lodi270. Purtroppo Niccolò, contrariamente a quanto aveva assicurato il Martinelli, non dovette dare una buona prova nel lavoro di amministratore, come possiamo intuire dalle missive qui analizzate, il Bertani era sempre in ritardo nel comunicare i conti dei debiti e dei crediti spettanti allo storico modenese e spesso si scusava per le inadempienze. Troviamo un’ulteriore conferma di tali mancanze nel carteggio tra il Muratori e Francesco Contarelli, commissario ducale dal 1731 al 1749, spesso l’erudito fa riferimento ai continui ritardi del Bertani nel fargli recapitare il resoconto delle spese e le entrate ricavate dagli affitti. Quando nel 1739 morì lasciò conti irregolari, mancanza di denaro e il Muratori dopo aver appreso le infelici condizioni finanziarie in cui versava la famiglia del computista decise di sgravare più di cento scudi dal pagamento dei debiti spettante agli eredi.

Ferrara, 11 agosto 1721

268

Tra i numerosi cespiti riservati alla Camera Ducale vi era un complesso di Benefici ecclesiastici che si erano accumulati in meno estense in seguito a permute, aprotezioni e a adonazioni. Il nucleo più cospicuo si raggruppava intorno alla Prepositura della Pomposa. Cessata l’Abbazia e trasferitisi i monaci in San Benedetto di Ferrara, il ricco beneficio fu commutato in una prepositura laica di giuspatronato estense. Ai duchi quindi sarebbe spettato il diritto di concedere i benefici annessi, consistenti nelle case dipendenti dalla ex abbazia esituati tanto a Ferrara che a Modena; ma la trascuratezza ed il conseguente disordine avevano fatto obliare questi diritti.

269

Il Bertani, contrariamente a quanto precedentemente affermato, non venne a Ferrara in veste di commissario ducale ma semplicemente come ragioniere.

270

Sin nel caduto luglio, ricevei il gentilissimo foglio di V.S. illustrissima de 25 a cui non feci la dovuta risposta per essere stato sorpreso da febbre e stato che mi ha tenuto obbligato al letto sin a sabato prossimo scorso.

Non mancherò, quando il tempo e la sanità me lo permetta, di renderla ubbidito della cognizione di questi lei crediti e debiti come [pure osserverà] nel libro se il sig. commissario siasi dato debito delle due avvisate portate.

Il sig. Camillo Scridelli anche questa mattina ha voluto pagare a questo sig. Commissario i denari 25 il quale per mancanza di tempo non le ha potuto ricevere come farà oggi doppo pranzo.

Il sig. vicario non sarà creditore di V.S. illustrissima sino al venturo s. Michele, onde a quel tempo si aggiusterà il lui conto contando sempre prima sopra ciò che darà per affitto della casa. Il Scardua, conduttore la possessione, mi dice essere indispensabile certi risarcimenti già noti a V.S. illustrissima altrimenti si […] pericolo che il fienile precipiti affatto. Sopra di che V.S. illustrissima possa risarcire ciò che crederà necessaria. Con che umilmente riverendola resto…

Ferrara, 1 ottobre 1721

In quest’ordinario pure mi trovo onorato dal stimatissimo foglio di V.S. illustrissimo in cui leggo l’aggradimento della medesima delle mie debolezze in proposito del conto trasmesso.

Sento come V.S. illustrissima abbia raccomandata la lei esazione all’illustrissimo sig. commissario Vecchi, che non è per anche comparso a Ferrara essendo ormai le 18 ore. Io però mi son presa la confidenza per ben servirla di ricevere denari mentre il Scardua, di lei affittuario, mi pagò scudi sessanta in [cuota] di sua condotta onde oggi mi prendo […] d’incamminarglieli dirigendoli a cotesto sig. Antonio […] dalle mani del quale avrà V.S. illustrissima la bontà di riceverli. Per la morte seguita dai mesi sono d’un mio fratello in Reggio, spero di dover presto aver l’onore di riverirla da vicino nel mio passaggio per costà. Con che dandomi ora quello di umilmente [traendola] resto…

Ferrara, 17 novembre 1721

Ecco che il questo ordinario invio annesso il conto d’esazione fatto dal fu sig. cavaliere Martinelli dopo l’ultimo saldo seguito tra V.S. illustrissima ed il medesimo che sia in Cielo. Mostra il detto conto debitori gli eredi Martinelli di scudi centoventicinque (…) 74 e di 8, il che mi ha dato a pensare di molti parendomi ch’io avvisassi V.S. illustrissima che il debito non era che di 125 ( circa?). Mi è poi sovvenuto quando io non m’inganni che, poco prima della morte del suddetto sig. Cavaliere, fossero a V.S. illustrissima fatti valere scudi cento, onde se ciò sussiste io ne sento tutto il piacere, immaginandomi, che gli eredi avranno compiti poi al restare loro debito.

Col primo ordinario manderò a V.S. illustrissima la nota e conto preciso de lei debiti per causa d’affitti scaduti a tutto settembre scorso non avendolo potuto fare per tempo, merito a ciascheduno conduttore bisognare fare il conto.

La supplico a degnarsi di compatire se io non l’ho scritta prima d’ora non avendo dagli eredi il libro che riguarda il detto priorato che due giorni prima della per costà dell’illustrissimo sig. Commissario nostro, come il medesimo gliene potrà fare la testimonianza. La supplico dell’autorevole lei protezione e dell’onore de suoi stimatissimi comandi in attenzione de quali facendole umilissima riverenza resto…

Ferrara, 24 novembre 1721

Sono infinitamente tenuto alla somma bontà di V.S. illustrissima che ha saputo tollerare il ritardato conto inviatole, finalmente, da me dopo una richiesta anticipata di più di cinque mesi. Non incolpi però V.S. illustrissima simil ritardo a mia trascuraggine ma bensì a poca buona sorte non avendo sentito, pochi giorni prima della partenza del sig. commissario, ritrovato il libro dei maneggi degli effetti di V.S. illustrissima. Cento filippi fanno di moneta di Ferrara cento scudi e V.S. illustrissima, come benissimo raccoglie nella gentilissima sua, resta creditore degli eredi Martinelli di soli denari 74 e d (denari 8. per tal spesa poi occorre in citare gli affittuari, sarà necessario darne debito alla partita di essi […] col pagamento successivo dall’uso soddisfatta . sarà però a V.S. illustrissima di notizia che i morosi debitori non soggiacciono, secondo l’uso del paese, alla spesa della prima citazione, quando pronti all’avviso pagano senza aspettare il 2°.

Si tale riflesso si lasciano da me scorrere due o tre anni negli usi di pochi baiocchi per non dovere colla spesa giudiziale della prima citazione, che importa soldi quattro se non fallo, il frutto di un anno. Mi continui la supplico, l’autorevole lei protezione e mi dia l’onore di doverla obbedire in ogni lei occorrenza mentre dandomi io quello di farle umilissima riverenza resto col soggiungerle che annesso le trasmetto il conto di lei conduttori e il risaltante loro debito, avvertendola però che questo del sig. Baroni non avrà sussistenza come vedo non essendo stato considerata in essa certo ristoro per mortalità d’animali seguita in detto possesso fatto sta secondo un laudo e di cui, forse, più V.S. illustrissima che io ne avrò informazione…

Ferrara, 21 dicembre 1721

Sin l’ordinario scorso, mi giunse il gentilissimo foglio di V.S. illustrissima da cui sentii le premure della medesima per l’ulteriore riscossione de lei debiti. Io l’assicuro di tutta la mia attenzione su tale proposta ma sin ora mi è riuscito di renderla obbedita mentre ancorché mi abbiano data buona intenzione (potrà darmene) il Scardua, non hanno sin ora corrisposto co’ fatti.

Non ho mancato di fare premurosa istanza al sig. arciprete Zerbini perché s’induchi a saldare il lui debito per l’affitto della nota casa ma dal medesimo non ho avuta per anche alcuna risposta.

Passai e ripassai per Modena ma con tanta fretta ch’io non potei render l’onore d’inchinarla come avrebbe portato il mio oblligo. Nell’andare a Reggio [risolsi] di farlo al mio ritorno a Modena ma restai deluso mentre essendo presentata ai presidenti della […] fuori di cotesta posta di S. Agostino con la fede di Reggio nella quale non erano stati posti o ascritti gli annessi che meco ci conduceva doppo lungo contrasto fin essi ch’eran chi di paure che io me ne tornassi a Reggio, chi che lasciassi fuori per gli annessi e chi (…) il bando e (…) e così visitare le robbe non fu poco ottenere la grazia di dovere transitare per [posta] senza fermarli. Ecco come mi è accaduta la disgrazia. Non mando nell’occasione delle imminenti Santissime feste di augurargliele colme di tutte le più vere e desiderata contentezza. Gradisca V.S. illustrissima questo atto del mio riverente ossequio che le professo mentre dandomi l’onore di umilmente riverirla resto…

Ferrara, 5 gennaio 1722

Non avendo avuta la sorte di potere esigere denari di ragione di V.S. illustrissima, ho procurato di esigere per il loro e però V.S. illustrissima annessi troverà quattro paoli che servono per quattro voci. Il primo intitolato Vittoria Vittoria, il 2° Vittoria Atonia, il terzo Vincenzo Antonio e il 4° Bernardino Antonio. Conche umilmente riverendola e pregandola a mandarmi l’avviso colle prime lettere resto…

IV