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Di Giuseppe Lanzoni, medico ferrarese nato nel 1666, ci sono pervenute dieci lettere inviate al Muratori tra il 1699 e il 1729. La corrispondenza presenta lacune rilevanti soprattutto tra la penultima missiva, del 1714, e l’ultima, del 1729, scritta cinque mesi prima della morte del Lanzoni avvenuta il 1 febbraio del 1730; abbiamo un buco di 15 anni e inoltre mancano le responsive che il medico ferrarese dice di aver ricevuto dal Muratori295.

Fu il Lanzoni a contattare per primo il giovane modenese che all’epoca, nel 1699, si trovava a Milano in qualità di bibliotecario dell’Ambrosiana e, già famoso tra gli eruditi europei grazie agli Anecdota, si apprestava alla pubblicazione delle Rime accompagnate dalla Vita di Carlo Maria Maggi; sarebbero state date alle stampe nell’estate del 1700 proprio quando il Muratori era di ritorno a Modena chiamato dal duca Rinaldo I d’Este. Giuseppe Lanzoni, che oltre ad essere un medico di buona fama era ascritto a diverse accademie tra le quali quella degli Intrepidi, era dedito agli studi letterari e alla composizione poetica ed è intorno a questi interessi che si svilupperà tutta la corrispondenza. Il 15 ottobre del 1699, il ferrarese inviava al Muratori una bagattella da lui composta e con quel gesto sperava di essere annoverato tra i servi di colui che sarebbe diventato il riformatore della cultura letteraria italiana. Chiedeva, inoltre, che gli fossero inviate le copie degli Anecdota, delle quali aveva letto alcune anticipazioni sul giornale la Galleria di Minerva, e quelle delle Rime del Maggi, appena fossero state finite di stampare. Tra le lettere qui analizzate ce ne una, scritta il 18 ottobre del 1700, che è particolarmente interessante soprattutto perchè segna un evento importante: Giuseppe Lanzoni, che tenne anche la cattedra di filosofia all’università di Ferrara, parla al Muratori di un giovane laureato, suo pupillo, che si era già cimentato nella composizione di una storia sulla città di Ferrara e che aveva intenzione di scrivere anche una biografia sul Tasso; si trattava di Girolamo Baruffaldi e questa lettera testimonia che fu il Lanzoni a presentarlo allo storico modenese.

295

Ferrara, 15 ottobre 1699

So che la Virtù non va mai disgiunta dalla Cortesia laonde piglio ordine d’inviare a V.S. illustrissima la presente con una mia bagattella et assieme pregarla ad ascrivermi al numero de suoi servi quale bramo d’essere si come avevo la buona sorte di essere umilmente servitore de’ sig. Carlo Maggi e del sig. dott. Paolo Maria Terzago ambo in cielo. Il dolore che patisco per la perdita di quelli mi solleverà in gran parte quando mi vegga onorato della sua grazia e corrispondenza da me bramata come d’uno detto migliore letterati del nostro Secolo. Stimerei mia somma fortuna pure il poter esser graziato di sue degne fatiche stampate per poter con quelle arichire il mio povero museo e conservarle tra le cose a me più care. La prego intanto a compatirmi dell’ardire nato dal desiderio di farmeli conoscere…

Orig. BEMo.

Ferrara, 12 novembre 1699

Fortunatissimo al certo mi stimo, poiché dalla sua compitissima scritta li 26 del scorso e da me hieri solo ricevuta mi conosco onorato della sua grazia e mi do a credere che V.S. illustrissima m’abbi ascritto già al numero de suoi servi; la Repubblica letteraria gli havrà obblighi eterni per la raccolta di tutte le belle Rime e della Vita del fu sig. Carlo Maggi la qual’opera io con gran curiosità sto aspettando a fine d’arichire di questa gioia il mio povero museo si come al presente li serverà di prezioso ornamento le Rime del suddetto sig. ch’egli già mi favorì anni sono stampate costì in 12° dal Carlo Giuseppe Quinto nel 1688. mi capita fra mano una mia bagattella che per esser piccola mi piglio l’ardire con la presente d’inviargliela. Raccoglierò altre mie cose stampate e le invierò a V.S. illustrissima per quella strada che mi aditterà più sicura e comoda con sua compitissima lettera. Mi sarà poi gran favore se potessi restar onorato dalla sua gentilezza di qualche novità letteraria di queste sue parti et assieme d’un esemplare de’ suoi libri stampati in 4 tomi 1 e 2 col titolo d’Anecdota per de quali trovo fatta onorevolmente nella Galleria di Minerva tomo 3 part. 9°

a carte 289 per poter conservarli fra le cose a me più care per memoria di V.S. illustrissima e caso possa incontrar la buona sorte di restar favorito potrà inviarle a me diretti per mezzo de’ Condottieri a Bologna raccomandandoli colà da mia parte al sig. Giuseppe Baruffa mercante acciò egli me li mandi poi a Ferrara nella guisa che mi favorisca quando in Milano vivevano il sig. Maggi e il sig. dott. Terzago fisico dig.me quando questi signori mi honoravano di qualche libro di Costì; la prego intanto a parteciparmi l’onore di qualche suo comandamento acciò mi faccia conoscere...

Ferrara, 15 maggio 1700

Ieri mi capitarono li due libri dati alle stampe da V.S. illustrissima quali oggi faccio legare per goderli e riporli nel mio povero studio per memoria di sua persona. Intanto io la ringrazio vivamente e con tutto il cuore per si segnalato favore e me le protesto eternamente obbligato. Con prima occasione manderò a Bologna al sig. dott. Maliardi alcune mie bagattelle acciò egli poi le inviò a Milano a V.S. illustrissima o se intanto mi capitasse qualche occasione buona per Milano me ne valerà speditamente e qui per non portarla d’avvantaggio da’ suoi studi ed utili applicazioni resto al solito dichiarandomi d’essere…

Ferrara, 6 agosto 1700

Inviai già sono al sig. dott. Gregorio Maliardi di Bologna un invoglietto con entro alcune mie bagattelle acciò il suddetto fosse sicuramente captato nelle sue mani come credo sia a quest’ora successo. Mi do a credere che già siano terminate di stamparsi le opere del sig. Carlo Maria Maggi, sia già in cielo, mio già riverito padrone e uno de’ primi Letterati d’Italia quali vedrò con somma mia soddisfazione; se costì vi fossero altre novità, come vivamente la supplico; e qui con tutto il cuore riverendola resto al solito protestandomi d’essere…

Molto io mi rallegro che sia stata riconosciuta la virtù di V.S. illustrissima da cotesto Serenissimo con impieghi vantaggiosi e gli auguro dal Cielo sempre maggiori progressi. Io per anche non ho veduta la cassetta che deve inviarmi il sig. dott. Arisi di Cremona per il sig. arcidiacono Marsili ricevendola ne porgero avviso a V.S. illustrissima. Quanto a miei presenti studi le so dire che scriverei qualche cosa, ma l’esser stato fin ora in impiego pubblico con l’esser savio del nostro Maestrato e la professione medica et in oggi il bisognar legere medesima su lo studio, assistere a cattedre de’ scolari, addottorare giovini per poco riposo mi lasciano. Se però averò ozio scriverò qualche cosa, il giovine che vuol scrivere del nostro Tasso ha scritta l’Istoria della nostra città dopo il Sardi e Faustini e presto sarà finita di stamparsi et a suo tempo farò che il suddetto ne partecipi a V.S. illustrissima un esemplare, quest’opera l’ha divertito delle cose spettanti al Tasso ma suppongo che quest’inverno la ripigli. Vi soggiungo che vi saranno curiose osservazioni su la follia del suddetto insigne Poeta, questo giovine è scolaro e sacerdote, laureato in filosofia e ne sono stato io il promotore alla laurea e chiamasi don Girolamo Baruffaldi di cui già ella havrà letta la dissertazione de poeti ferraresi e col tempo promette altre cose erudite.

Suppongo che dal sig. dott. Maliardi già ricevette un mio invoglietto con entro alcune mie bagattelle che quest’estate pasata mandai a Bologna si come ella si degnò ordinarmi. Io la prego a riverire a mio nome in incontrandoli primo per strada li eccellentissimi sig.ri dott.ri Ramazzini, Torti, Ravini et il prete Bacchini tutti miei riverentissimi padroni e qui soscrivendomi resto al solito…

Ferrara, 27 marzo 1701

Ho pregato di nuovo il sig. marchese Cornelio Bentivoglio acciò voglia favorirmi di qualche sua composizione poetica e già mi ha promesso che me ne darà alcune et io suddetto le invierò a V.S. illustrissima. La prego però a notificarmi a che fine voglia servirsene mentre quando fosse per qualche raccolta io le servirei d’altri componimenti d’altri soggetti. Il sig. Baruffaldi m’ha detto che scriverà di pugno a V.S. illustrissima e gli ho detto che le invii una copia della sua Storia di Ferrara per esser al solito mi rassegno…

Io veramente mi credevo potere inviare a V. S.illustrissima li componimenti promesole del sig. marchese Bentivoglio ma a cagione del giovine che le deve copiare che ha tardato io non le mando al presente, s’assicuri però che, copiate che saranno, io le manderò subito a V.S. illustrissima. Sento il suo litteratio nobil disegno che al certo sarà gradito alla Repubblica de’ Letterati; Io le invio alcuni miei versi che or mi capitano fra mano e stimerei mia fortuna se la sua bontà dasse luogo frà gli altri ad alcuno d’essi qual più le fosse in grado. Io tengo appresso di me alcuni sonetti del Redi, Bellini, Villafranchi, marchesa Selvaggia Borghini; per se la posso servire mi comandi con libertà e qui con tutto il rspetto resto al solito…

Ferrara, 12 febbraio 1706

Tanto a bocca del nostro sig. Baruffaldi, quanto dalla sua gentilissima, intendo che V.S. illustrissima abbi memoria di mia persona honore che io per verun conto ho mai meritato per trovarsi in me infinite debolezze. La ringrazio adunque come devo e quanto posso del vero affetto che degna avere verso di me e assieme la prego a continuarmelo e all’occorrente impiegare la mia persona ove mi conoscesse e degno e abile godo poi anche in sentire che il dott. Baruffaldi siasi fatto honore perché io l’amo quanto me stesso e qui in fretta resto al solito…

Ferrara, 27 maggio 1714

Ardisco inviare a V.S. illustrissima un mio libro di cui la prego a compatirne gli errori col solito della sua compitezza, assieme compatirà l’ardire che mi sono preso di nominare in esso il nome di V. S. illustrissima per far nota al mondo la stima che io faccio del suo sapere; la supplico a presentare a mio nome l’altra copia all’illustrissimo sig. dott. Torti mio signore e riverirla da mia parte con che rassegnandomi mi protesto…

Rende infinite grazie alla generosa bontà di V. S. illustrissima per essersi ella degnata farmi aggregare all’accademia d’Urbino a cui ho già inviati i miei ringraziamenti dovuti; Siccome dunque quest’onore viene da lei, a lei io devo le mie obbligazioni che aggiunte a tante io non saprò mai come soddisfarle. Pregarò che la conservi sana lungamente a favore delle buone lettere e per mia consolazione mentre io sono e sarò…

XV