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L’alta borghesia di Copenaghen celebra se stessa: il milieu culturale e sociale dei protagonisti alla luce di una particolare ricorrenza privata

I.1.4 L’età adulta: Copenaghen

I.1.4.1 L’alta borghesia di Copenaghen celebra se stessa: il milieu culturale e sociale dei protagonisti alla luce di una particolare ricorrenza privata

Priva di titolo, la cartolina color carta da zucchero, appare costruita su un lato come una ‘finta banconota’ che riporta la dicitura “Venticinque anni” (Femogtyve Aar), e sotto, la scritta “La Reale Società di Tiro di Copenaghen 1902” (Den kongelige Skydebane i

København 1902), nome dell’associazione omonima che, dal 1443, si proponeva

203 La Cartolina per le nozze d’argento di Marie e Gamél Victor Gamél è conservata in Archivio

Privato Famiglia Gamél, III.1, ed è riportata in AMO col titolo Cartolina per le nozze d’argento di Marie e Victor Gamél.

204 Il discorso si intitola Per Ceresvej 17 alle nozze d’argento di Victor e Marie Gamél il 27 luglio

1902 (For 17. Ceresvej. Ved Victor og Marie Gaméls Sølvbryllup den 27. Juli 1902),

Centraltrykkeriet, Kjøbenhavn 1902, conservato ibid., riportato in AMO col titolo Per Ceresvej 17, titolo con cui lo di cita d’ora in avanti.

205 Per il concetto di sguardo “micrologico” ci si richiama qui all’esperienza di Siegfried Kracauer, legata soprattutto all’idea di discontinuità della realtà: una tradizione cui Ginzburg guarda nella sua riflessione sulla microstoria, specialmente contenuta nel saggio Microstoria: due o tre cose che so di

lei, cit., qui in particolare p. 261 e p. 261, n. 62. Applicando ora il concetto di “sguardo micrologico”

con cui, secondo l’interpretazione di Franco Cappa, Walter Benjamin ri-guarda la propria infanzia berlinese, con la funzione di “inserire nuovamente gli oggetti che destano la sua attenzione nello spazio simbolico e quindi anche storico-ideologico”: cfr. Francesco Cappa, Sillabario pedagogiko, in

Pedagogika Cultura, XXI, Infanzia e tecnologie, URL

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l’allestimento di feste danzanti, oltre all’attività di ‘sparare ai pappagalli’ (at skyde

papegøjen): gli uccelli cui si sparava non erano uccelli in carne e ossa, ma grandi figure

intagliate che li raffiguravano, sormontanti lunghe aste di metallo, cui si doveva mirare da una certa distanza.206 Dato l’elevato costo della quota associativa come pure dell’armamentario, appartenere a tale associazione era segno di particolare distinzione.207 Soprattutto a partire dalla metà dell’Ottocento, l’associazione copenaghense era frequentata anche dai sovrani e dalle persone della loro cerchia, come avvenne durante la ‘Reale Festa di Tiro agli uccelli’ (Kongefugleskydningen) del 21 agosto del 1901, cui aveva preso parte lo stesso Cristiano IX.208 La sede della compagnia sorgeva in quegli anni nel quartiere di Vesterbrø, nella Istedgade: un edificio massiccio e appariscente, circondato da una massiccia murata, “la cui facciata con le sue guglie e torri ricorda più di ogni altra cosa un castello medievale”, con “interni regali” in cui era possibile trascorrere “sublimi ore di pranzo”.209

Sulla festa e sul luogo in cui si tenne si possono al momento produrre solo ipotesi. In caso i due coniugi non siano mai stati soci dell’Associazione, è comunque possibile che la loro festa si sia tenuta in quella prestigiosa location, in quanto affittarla era possibile anche ai non iscritti all’associazione; per inverso, l’eventuale prova della loro appartenenza a tale istituzione implica che le festa descritta nella cartolina non sia stata necessariamente celebrata nella Istedgade, dal momento che i coniugi potevano averla organizzata in casa propria, ingaggiando un’orchestra privata o musicisti professionisti.210 Due elementi fanno propendere per l’ipotesi che la festa si sia tenuta proprio nella casa di Ceresvej 17: la presenza nella canzone a stampa Per Ceresvej 17 dell’espressione deittica

206 George Nellemann, voce fugleskydning in DSD, cit., URL http://denstoredanske.dk/Livsstil,_sport_og_fritid/Folketro_og_folkemindevidenskab/fugleskydning (06.01.2018). Si veda inoltre Det kongelige kjøbenhavnske Skydeselskab og Danske Broderskabs

Historie. Af N. P. Jensen, Nielsen og Lyndiche, Kjøbenhavn 1901.

207 L’usanza di “sparare ai pappagalli”, di origine medievale, dalla Francia si diffuse nei Paesi Bassi e in seguito nei paesi germanici, fino ad estinguersi. Ripresa dalle Compagnie di tiro (skydeselskaber) delle città e nata a scopo difensivo, tale tradizione si caratterizzava per la sua estrazione esclusivamente cittadina, nobile e altoborghese: cfr. Allan Tønnesen, voce skydeselskab in DSD, cit., URL

http://denstoredanske.dk/Samfund%2c_jura_og_politik/Etnologi/Etnologiske_termer/skydeselskab (06.01.2018).

208 Cfr. Det kongelige kjøbenhavnske Skydeselskab og Danske Broderskabs Historie, cit., pp.117-118 e p. 132.

209 Jørgen Larsen, Skydebanen på Vesterbro, in «Berlingske Kultur» 13 febbraio 2008, URL https://www.b.dk/kultur/skydebanen-paa-vesterbro (ultimo accesso 07.01.2018). La struttura ospita oggi il Museo della Città di Copenaghen (Københavns Bymuseum), mentre la Det kongelige

kjøbenhavnske Skydeselskab si è trasferita a Klampenborg, località a nord di Copenaghen famosa per

la massiccia presenza di cervi e daini.

210 Det kongelige kjøbenhavnske Skydeselskab og Danske Broderskabs Historie, cit., p. 13: chi affittava aveva l’obbligo di restituire tutto come trovato, ripagando gli eventuali danni.

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“questa casa” (dette Hus); la descrizione dettagliata ricorrente stavolta in un’altra canzone a stampa, scritta a 25 anni di distanza dalla prima, in cui questo evento viene ricordato.211

Riprendiamo ora l’analisi micrologica di questo reperto. La scritta “Venticinque anni” (Femogtyve Aar) è sormontata da due immagini fotografiche dei due coniugi, alla maniera araldica affrontati e separati da un bastone con due serpenti attorcigliati, sormontato da un berretto piumato simile a quello indossato dagli Alpini italiani: presumibilmente un’immagine della predilezione per i coniugi per le montagne, specie norvegesi, come dimostra la loro attività escursionista con la consociazione turistica di quel Paese, nonché della loro presenza in Tirolo (vedi infra). Il retro della cartolina riporta il menu del giorno, che prevede per ogni cambio di pietanza un accompagnamento musicale: elementi che, se osservati con attenzione, ci permettono di cogliere il milieu culturale e le scelte di gusto della coppia.212

Ogni momento culinario era scandito, dunque, da un suo “commento musicale”. La Suppe à la Douglas, Beycheville [sic], Oporto e Madeira, che aprivano la festa, erano accompagnati da La marcia trionfale degli spiriti della Ϸrymskviða, Op. 67 (1867–68) di J. P. E. Hartmann (J.P.E. Hartmann: Andernes Triumfmarche af “Thrymskviden”). La scelta del cibo e del tema musicale non era casuale, richiamandosi quest’ultima al noto poema eddico Ϸrymskviða, ‘Il carme di Ϸrymr’, che racconta del modo in cui Thor riuscì a rientrare in possesso del proprio martello, rubatogli dal gigante Ϸrymr, travestendosi da sposa e facendosi accompagnare dal fratello Loki, a sua volta travestito da damigella.213

La musica di Hartmann era seguita dal più classico dei valzer nuziali, il Valzer

nuziale (Brudevalsen) di Niels W. Gade.214 In entrambi i casi, suocero e genero l’uno

211 Cfr. la canzone Prova Generale di canto per la Festa del 27 luglio 1927 (Generalprøve paa Vise

til Festen den 27. Juli 1927), in Archivio Privato Famiglia Gamél, è riportato in AMO col titolo Prova Generale di Canto per la Festa del 27 luglio 1927; cfr. infra, pp. 141-142, n. 383.

212 Cartolina per le nozze d’argento di Marie e Victor Gamél, cit.

213 Il racconto dell’inganno di Thor e Loki ai danni del gigante Ϸrymr, il quale aveva posto come condizione per la restituzione del Mjöllnir di sposare Freja, è uno dei più popolari dell’intera Edda

poetica, un’opera per cui si rimanda infra, pp. 340-343. Il compositore Johann Peter Emilius

Hartmann (1805-1900) fu autore, prediletto dai danesi dell’Ottocento, di opere connotate in senso nazionale, con temi prescelti dalla storia patria (Olaf il Santo/Olaf den Hellige, 1838), dalle saghe nordiche (quali, appunto, il Ϸrymskviða) e germaniche (La Valchiria/Valkyrjen Op. 62, musica per balletto eseguito con Bournonville, 1861), fino alle ballate popolari (Axel e Valborg/Axel og

Valdborg, ballata popolare riscritta da Oehlenschläger in forma di tragedia in 5 atti): cfr. G. ST.

Bricka e S. A. E. Hagen, voce Hartmann, Carl Christian Ernst, in DBL1, cit., vol. VII, pp. 110-119,

qui rispettivamente p. 115; pp. 117-118.

214 Questa melodia ebbe una storia curiosa: quasi disconosciuta dal suo stesso compositore, fu inserita nel 1854 dal maestro di ballo August Bournonville in un suo balletto Un racconto popolare (Et

Folkesagn), andato in scena al Teatro Reale di Copenaghen. Da quell’esecuzione la melodia si

diffuse rapidamente, ed è oggi considerata parte integrante del patrimono culturale danese, irrinunciabile in ogni festa di nozze: Frederik Bjerre Andersen, Utilfreds Komponist smed

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dell’altro (Gade aveva sposato la figlia di Hartmann), i due compositori, e più che mai Hartmann, erano sentiti nel corso dell’Ottocento quali peculiarmente rappresentativi della cultura danese proprio in ragione del “loro grande senso del passato nordico”.215

Il programma musicale proseguiva con un’altra celebre melodia tradizionale danese, la serenata romantica Bagliore di fulmine a mezzanotte (Kornmodglansen ved

Midnatstid), scritto nel 1879 dal compositore Peter Erasmus Lange-Müller (1850-1926),

eseguita mentre ai tavoli era servito il rombo chiodato in salsa Joinville (Pigvar, Sauce

Joinville), innaffiato di vino renano, l’Hochheimer.216

La terza portata era costituita da carne di daino affumicato in gelatina (Daadyrryg; Gelée), accompagnato da champagne Georges Hermann Mumm (G. H. Mumm

Dry), sulle note finali di P. E. Lange-Müller, seguite da Deh vieni alla finestra dal Don Giovanni di Mozart (W. Mozart, Serenade af “Don Juan”).217

Le “verdure” di contorno (Gemyser) erano accompagnate da un vino d’eccezione, il “Château Margaux del 1893” (Chât. Margaux 1893), annata ricordata ancora oggi come storica per questo rinomato vino.218 Seguiva immediatamente un “pot-pourri dalla

Carmen” (Potp. Af “Carmen”), preludio della frutta esotica, l’ananas, frutto che si sposava

Brudevalsen ud nu er den dansk kulturskat, in DR Klassisk, URL https://www.dr.dk/nyheder/kultur/klassisk/utilfreds-komponist-smed-brudevalsen-ud-nu-er-den- dansk-kulturskat#!/ (ultimo accesso 07.01.2018). Per un profilo biografico di Niels Gade (1817- 1890) si veda G. St. Bricka e S. A. E. Hagen, voce Gade, Niels Vilhelm in DBL1, cit., vol. V, pp. 528-

540.

215 G. ST. Bricka e S. A. E. Hagen, voce Hartmann, Carl Christian Ernst, in DBL1, cit., vol. VII, p.

117. In relazione alla produzione creativa dell’autrice, questo sentiment emerge specialmente in due luoghi, geografici prima che letterari, rispettivamente la costa nordoccidentale danese e la Sardegna: il bozzetto Quando l’erica fiorisce, scritto dallo Jammerbugten, contiene infatti un riferimento “ai nostri progenitori, i Cimbri e dei Teutoni”: cfr. Marie Gamél, Quando l’erica fiorisce, cit., p. 1.

L’Isola Sconosciuta contiene due riferimenti, rispettivamente alla visita di Thor nello Jutenheim e ai

personaggi dell’Edda, cui i Sardi sono paragonati: cfr. Marie Gamel n. Holten, L’Isola Sconosciuta, cit., rispettivamente p. 40 e p. 32; sul paragone tra i Sardi e i personaggi dell’Edda, denso di significati poetologici per il taccuino holteniano, si veda in particolare infra, pp. 340ss.

216 Si veda Kornmodsglansen ved Midnatstid op. 10 n.5.; Peter Erasmus Lange Müller traeva ispirazione dalle intense atmosfere notturne di Holger Drachmann e dalla rielaborazione letteraria dei canti popolari slavi di cui fu autore, nella seconda metà dell’Ottocento, Thor Lange (1851-1915): tale rielaborazione permetteva al compositore di sciogliere in un sottofondo armonico cupo e pessimistico la Sehnsucht tipicamente romantica: Esther Barfold, voce Peter Erasmus Lange-Müller in DSD, cit., URL http://denstoredanske.dk/Kunst_og_kultur/Musik/Klassisk_musik/Danske_komponister_1830- 1900/Peter_Erasmus_Lange-M%C3%BCller (ultimo accesso 07.01.2018).

217 Don Juan, Serenata. Riferimenti a quest’opera si trovano anche nel libro sardo: cfr. L’Isola

Sconosciuta, cit., p. 127.

218 Questo vigneto di Bordeaux era stato decimato negli ultimi decenni dell’Ottocento dalla filossera, e il 1893 aveva costituito l’anno della sua rinascita: si veda Giulia Mengoni, Château Margaux: Una

storia ricca per un vino d’eccezione, in Millésima. Bordeaux, URL http://blog.millesima.it/2017/03/17/chateau-margaux-una-storia-ricca-per-un-vino-deccezione/ (ultimo accesso 07.01.2018).

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col motivo altrettanto esotico della zingara Carmen, impegnata nel primo atto dell’opera a ‘intonare’ le celebri note dell’Habanera.219

Questo momento costituiva una cerniera tra la prima fase del banchetto, incentrata sul pesce e caratterizzantesi musicalmente per il graduale passaggio da una musica danese, più patriottica e identitaria, a una straniera e legata ad altri paesi (dal romantico locale al romantico esotico), in un’evocazione e in un crescendo, presumiamo, di atmosfere lontane, presumibilmente celebrative della pratica di viaggio della coppia. Dopo l’ananas, che svolgeva una funzione analoga a quella del sorbetto, era la volta di un piatto forte come l’“anatra” (And), accompagnata da “composta di verdura” (Compot Salat) annaffiate da champagne Louis Roderer, un vino che negli anni ’70 dell’Ottocento troneggiava persino sulla tavola dello zar Alessandro II, per il quale la bevanda era stato appositamente creata; accanto a esso, veniva servito un altro vino, Carte Blanche.220

Il nuovo momento del pranzo era segnato musicalmente dalla “Marcia d’ingresso del Tannhäuser” (Indtogsmarche af “Tannhäuser”), che bene si accompagnava al piatto forte, l’anatra; il tutto era mitigato, al momento della composta, da un “Momento musicale di F. Schubert” (F. Schuberts Moment Musical), autore romantico caro all’autrice.221

A Schubert seguivano un “pot-porri da Il trovatore di Verdi” (G. Verdi:

Potpourri af “Troubadouren”) e le “Melodie di Bellman” (Belman: Melodier), mentre ai

tavoli era servito il primo dei due desserts, il “gelato alle fragole” (Is & Jordbær), accompagnato da birra (Ol) e da vino di Madeira (Madeira Dry).222

219 Nel linguaggio musicale si definisce pot-pourri un’opera letteraria o musicale composta con la fusione di pezzi eterogenei o anche frammenti di una stessa opera, che potevano essere eseguiti vocalmente o strumentalmente; in italiano un termine simile in senso musicale è rappresentato dalla parola ‘fantasia’: cfr. voce pot-pourri in EITO, cit., URL http://www.treccani.it/enciclopedia/pot- pourri/ (07.01.2018). Cfr. L’amour est un oiseau rebelle (Habanera).

220 Alla ricerca dell’opera da più di due secoli, in Louis Roederer Champagne, URL http://www.louis-roederer.com/it (ultimo accesso 07.01.2018).

221 Sulla cultura romantica dell’autrice cfr. infra, pp. 343ss.

222 Dato il tema de Il Trovatore, è presumibile che i momenti musicali prescelti siano stati quelli a tema strettamente amoroso, o le scene di allegria collettiva in cui compare l’elemento popolare e zingaresco. Le “Melodie di Bellman” devono presumibilmente identificarsi con i “Canti di Fredman” (Fredmans sånger), raccolta di 65 canzoni pubblicata dal compositore svedese Carl Michael Bellman (1740-1795) nel 1791 e rielaborazione del suo lavoro poetico Le lettere di Fredman (Fredmans

Epistler), raccolta di 82 testi e melodie pubblicata per la prima volta nel 1790 dal poeta svedese J. H.

Kjellgren: cfr. Thomas Bredsdorff, voce Fredmans Epistlar in DSD, cit., URL http://denstoredanske.dk/Kunst_og_kultur/Litteratur/Svensk_litteratur/Titler/Fredmans_Epistlar (07.01.2018). Profondamente radicate nel tessuto urbano della città di Stoccolma, come molti dei personaggi del ciclo (l’orologiaio, il militare Mollberg, la conturbante Ulla Winblad), le lettere, note come Epistole, tematizzano gli eccessi della nobiltà e dell’alta borghesia della capitale svedese, di cui erano massima espressione due figure divine provenienti dal mondo della mitologia rispettivamente

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Un generico “dessert” (Dessert) concludeva il sontuoso banchetto sulle note del celebre Champagnegalop di Hans Christian Lumbye (H. C. Lumbye: Champagnegalop).223

A un certo momento del banchetto, un Gamél, forse il noto Augustin, dovette essersi alzato in piedi per pronunciare il proprio discorso che precedeva la canzone Per

Ceresvej 17, il cui testo era stato precedentemente distribuito a tutti i presenti in forma di

opuscolo, affinché potessero accompagnare il canto: la melodia, indicata sul lato superiore della pagina, era la celebre For man sidder og kukkelurer (Perché si sta in casa a fare la

muffa).224 Nella convinzione che questo canto possa gettare ulteriore luce non solo sul milieu e sulla vita della coppia, ma fornire anche alcuni dettagli utili a comprendere la personalità dei due protagonisti, oltreché in ragione del suo valore intrinseco rispetto alla storia della cultura danese del tempo, si riporta di seguito integralmente il testo della canzone Per

Ceresvej 17:

“Là in Ceresvej, non lontano da dove Chr. Winther fa una curva, si trova una casa di incredibile bellezza:

muri rossi, sui quali si arrampicano i fiori, che d’estate risplendono a profusione. Il giardino, così spesso ricoperto di ghiaia,

il cortile, in cui si trovano una panca e un delizioso lavatoio; ogni cosa, dalla serratura fin giù allo staccato, riluccica

non c’è nulla di nero in questo posto che non diventi subito bianco!225

classica e nordica, Bacco e Astrild (l’equivalente di Eros), simbolo il primo della culminazione alcolica, il secondo di quella erotica: cfr. Thomas Bredsdorff, voce Carl Michaël Bellman in DSD, cit., URL http://denstoredanske.dk/Kunst_og_kultur/Litteratur/Svensk_litteratur/1733- 83/Carl_Micha%C3%ABl_Bellman (07.01.2018).

223 Lo Champagne-Galop (“Galoppata dello champagne”) di Lumbye, insieme al suo Telegraph-

Galop (“Galoppata del telegrafo”) e Kjöbenhavns Jernbane-Dampgalop (“Galoppo della ferrovia a

vapore di Copenaghen”) sono entrati a far parte del Canone Culturale danese per la categoria “Musica e partiture musicali” (Kulturkanon-Musik Partiturmusik): Merete Harding, voce

Kulturkanon in DSD, cit., URL

http://denstoredanske.dk/Kunst_og_kultur/Litteratur/Genrebegreber/Kulturkanon (07.01.2018). Lo

Champagne-Galop in particolare era stato composto ed eseguito nel 1845 in occasione della seconda

inaugurazione del Tivoli, il celebre parco di Copenaghen, luogo in cui dal 1843 il compositore eseguiva quotidianamente con la sua orchestra musica à la Strauss: cfr. Knud Arne Jürgensen e Merete Harding, voce H. C. Lumbye in DSD, cit., URL http://denstoredanske.dk/Kunst_og_kultur/Musik/Klassisk_musik/Danske_komponister_1830- 1900/Hans_Christian_Lumbye (07.01.2018); Luise-Skak Nielsen, voce Tivoli in DSD, cit., URL http://denstoredanske.dk/Livsstil%2c_sport_og_fritid/Underholdning_og_spil/Forestillinger_og_forl ystelser/Forlystelsessteder_og_-parker/Tivoli (07.01.2018).

224 Non è stato attualmente possibile identificare in maniera più appropriate questa melodia.

225 Per Ceresvej 17, cit., p. 1. “Christian Winther” è il nome d’una via di Frederiksberg non lontana da Ceresvej 17: essa prende il nome dal celebre Christian Winther (1796-1876), al secolo Rasmus Villads Christian Ferdinand Winther, scrittore e poeta danese celebre per aver creato, insieme a Ludvig Bødtcher e a Emil Aarestrup, una nuova forma di lirica amorosa; negli anni’ 20

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Basta suonare! (non certo aspettare, perché come spesso si vede, è la stessa ragazza ad aprirti all’ingresso).226

Subito alla tua sinistra compaiono i padroni di casa: la porta dietro alla donna si è dovuta bloccarla, quella volta che venne sistemato il nuovo caminetto. Era costoso, certo, epperò di straordinaria finezza, così che divenne ornamento adatto alla stanza; e sedercisi di fronte in inverno è un vero godimento.

Dappertutto nella stanza ci sono cose talmente famigliari e rare, che dalla prima occhiata divien chiaro a ciascuno,

che tutto è disposto con gusto;

basti solo pensare al modo in cui la signora ha decorato i muri della sala da pranzo. E avrai la stessa impressione, non appena salendo le scale vorrai trasferirti al piano di sopra. Qui la stanza da letto, degli ospiti, e il bagno (ove si trova la tinozza in cui Victor, una volta l’anno, fa il suo bagno caldo). Ma la cosa migliore di tutte sono certamente quei due cari, che dall’ ´87 in questa casa hanno fissa dimora, e hanno costruito una patria accogliente e felice non solo per sé, ma per tutti coloro

a cui vogliono bene, e che a loro voglion bene.

Colei di cui Marie diviene amica, colui che da Victor è chiamato amico;

colui il cui viso i due felici vedono intorno a sé durante il giorno,

e coloro che non è più possibile incontrare.

Ogni volta che si esce da questa casa, si sente subito che quei due non erano della stessa pasta di molti altri; c’era affetto, animo gioioso e buon umore:

ci si è sentiti sempre bene dietro la porta di quella casa ospitale. Notando in tutto il segno dell’agile mano di Marie,

si comprende come sia sempre lei lo spirito direttivo e tutore della casa,

dell’Ottocento era considerate il poeta nazionale danese; egli fu anche autore di un romanzo storico ispirato a Walter Scott, ambientato in Svezia, Il mercante di cavalli (Hesteprangeren, 1828), e fece parte a Roma del circolo di Thorvaldsen e del salotto dell’eccentrica principessa danese Charlotte Frederikke: cfr. Oluf Friis, voce Christian Winther in DSD, cit., URL http://denstoredanske.dk/Dansk_Biografisk_Leksikon/Kunst_og_kultur/Litteratur/Forfatter/Christian _Winther (ultimo accesso 30.10.2019): trattandosi di un poeta d’amore, l’autore di Ceresvej 17 ha deciso di personificare la via che gli è dedicata, attribuendo dunque a Winther la curva che invece compie la strada, che fa appunto angolo con Ceresvej 17, casa dei coniugi celebrati.

226 Deve trattarsi di una ragazza che lavora a servizio, presumibilmente Emma Jeanetta Svensdotter: cfr. infra, p. 117; p. 117, n. 304.

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mentre si resta impressionati dai molti, lunghi, eppure sagaci discorsi di Victor,

con il suo giocare finemente a l’hombre.227

Che in molti anni a venire possano i due avere ogni Bene! (perché che vogliano vendere la casa, è soltanto una diceria). Non si trova casa migliore per loro e noi,

ove si raccolgano così tanti ricordi.

Là, proprio là abbiamo imparato ad amarli, proprio questa casa è diventata cara agli amici! Per questo so anche, che non ci sarà opposizione,

se io con un grazie a Ceresvej 17 concludo questa canzone!”.228

227 Il gioco di carte L’Hombre (o Ombre) era nato in Spagna alla fine del XVI sec, per poi diffondersi