• Non ci sono risultati.

I. 1.4.2.3 La tomba di Victor e Marie Gamél: un monumento di rilievo storico culturale

I.2.4 Luoghi altri La Sardegna

I.2.4.1 I realia sardi: le lettere a Ranieri Ugo

Gli unici realia del passaggio in Sardegna di Marie Gamél sono al momento le lettere inviate da Marie Gamél al giornalista e intellettuale sardo Ranieri Ugo (1857-1942), figura di spicco della vita culturale cagliaritana tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, e grande amico di Grazia Deledda.523

Poiché le lettere di permettono non solo di documentare la storicità del viaggio sardo, quanto di conoscere almeno alcune delle tappe visitate dalla viaggiatrice, comprese quelle riferentesi a luoghi non menzionati nel libro (Caprera), riteniamo opportuno farle precedere alla narrazione del viaggio storico che in parte raccontano; a questi realia si aggiunge la recensione di Ranieri Ugo a L’Isola Sconosciuta, libro che, immediatamente dopo la pubblicazione, la viaggiatrice gli aveva spedito dalla Danimarca in dono e segno di ringraziamento.524

L’unico riferimento ad una persona reale, nonché dato cronologico che è possibile inferire da L’Isola Sconosciuta holteniana, è quello al soggiorno tempiese di Grazia Deledda nel 1911, per lo più noto ai biografi deleddiani per essere stato l’ultimo nell’Isola per la scrittrice: all’autrice de L’Isola Sconosciuta che alloggia presso l’albergo Scala di

Ferro a Tempio Pausania, viene “assegnata la camera in cui l’anno prima aveva soggiornato

522 Si veda ad esempio Miryam Cabiddu, La Sardegna vista dagli Inglesi (i viaggiatori dell’800), ESA, Quartu Sant’Elena 1982.

523 Per un’analisi della figura storica di Ranieri Ugo si veda Franco Secci, Notizie su Ugo Ranieri, reperibile online all’indirizzo http://www.comune.sestu.ca.it/notizie-ugo-ranieri (12.02.2018). La famiglia Ugo risiedeva a Sestu, città che ha intitolato all’intellettuale la sua Biblioteca Comunale. Le lettere di Marie Gamél sono di proprietà della signora Paola Ugo, nipote dello scrittore e giornalista, la quale le ha subitamente messe a disposizione di chi scrive, peraltro acconsentendone, con il beneplacito della Presidente della Società di Studi Genealogici Holteniani, avvocato Lise Holten, alla pubblicazione: si veda Sara Severini, “Ella viene alla dolce festa dell’affetto per la nostra terra”…, cit., cui qui ci si permette di rinviare.

524 Si ricordi che i realia ora presentati sono stati reperiti nel corso della prima fase della ricerca dottorale.

187

Grazia Deledda…”.525 Ora, osservando questo dato da un’angolazione emica, quale sottende la lettura da noi proposta dell’opera letteraria holteniana, esso sembra rompere solo in parte una precisa strategia stilistica, quella di eliminare ogni possibile riferimento temporale, per porre la Sardegna in una cornice di atemporalità e in una situazione di allocronia. I lettori danesi, e a ben vedere neppure gli italiani, non conoscevano infatti il dato storico relativo al soggiorno tempiese di Deledda, uno degli ultimi nella sua isola natale.526 Tale assenza di punti di riferimento cronologici indusse chi scrive, almeno in una prima fase della ricerca, a credere quale possibile l’ipotesi che il taccuino sardo di Marie Gamél Holten fosse stato un

divertissement: ipotesi incoraggiata dalla scelta dell’editore danese di stampare sulla pagina

del titolo la dicitura L’Isola Sconosciuta di Marie Gamél Holten, con un’intelligente operazione commerciale che mostra come questo viaggio avesse dato inizio alla scoperta di una dimensione nuova, interiore, aprendo dunque uno spazio anche in senso figurato.

Il taccuino sardo contiene invero alcune tracce di storicità: le cartoline e riproduzioni fotografiche dell’epoca presenti al suo interno sono infatti segni di una cultura materiale, e per natura dunque oggetti legato allo scorrere del tempo. Rintracciare dunque l’origine di queste fotografie e/o cartoline, avrebbe potuto chiarire aspetti storici del taccuino e/o relativi alla sua autrice: la data di pubblicazione di una cartolina, ad esempio, come il nome dell’autore dello scatto, o il ricorrere di un’immagine in una pubblicazione precedente o coeva al taccuino potevano suggerire un legame e una contingenza temporale rivelatori della storicità dello stesso libro, escludendo così l’ipotesi del divertissement.

Poiché le cartoline e le immagini costituiscono quello che, in senso genettiano, è definito paratesto, in mancanza di prove della storicità del viaggio sardo era necessario, adottando un metodo deontologicamente non ineccepibile, tuttavia in questo caso l’unico possibile, ricercare tali prove presupponendone l’esistenza.

La ricerca, dunque, si è articolata in 4 fasi: 1) presupposizione della storicità del taccuino sardo; 2) raccolta, alla luce di uno scandagliamento dell’intero paratesto (in senso genettiano) de L’Isola Sconosciuta, di tutti i dati storici possibili ritenuti utili: luoghi e date di pubblicazione delle cartoline, nome degli autori degli scatti; 3) se e quando identificati, la ricerca in contesti analoghi a quello del taccuino di viaggio delle ricorrenze di queste immagini; 4) la ricerca all’interno di archivi privati o pubblici di realia holteniani, al fine di

525 Marie Gamel n. Holten, L’Isola Sconosciuta, cit., p. 119.

526 Sulla prospettiva emica ed etica si veda supra, pp. 24-25, n. 51. Sull’allocronia nella descrizione del diverso, si rimanda a Johannes Fabian, Il tempo e gli altri. La politica del tempo in antropologia, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli 2000: pur non costituendo un pilastro metodologico della presente ricerca, chi scrive ha tenuto costantemente presente la lezione di Fabian nel corso della lettura del viaggio sardo di Marie Gamél Holten.

188

verificare eventuali legami reali o intellettuali esistenti tra Marie Gamél Holten e la personalità in questione. Questa procedura è stata condotta ove possibile, e in particolare su due fotografie: quella raffigurante una coppia di coniugi in costume a cavallo, scatto del fotografo nuorese Sebastiano Guiso, oggi di proprietà degli Archivi Alinari; quella raffigurante la madre che tiene in braccio il bambino, circondata da altri, stante in piedi sulla soglia di una tipica abitazione sarda, scatto di Ranieri Ugo.527

La fotografia di Ranieri Ugo, in particolare, era comparsa, prima che ne L’Isola

Sconosciuta, in un articolo dal titolo Alla scoperta della Sardegna. I primi Argonauti,

reportage scritto in ricordo della visita nell’isola del poeta e pittore Cesare Pascarella (1858- 1940), amico di Ranieri Ugo, pubblicato nel 1909 su «La Lettura».528

L’archivio della signora Paola Ugo, nipote dell’intellettuale contattata da chi scrive a seguito della scoperta del reportage, ha restituito 5 lettere inviate dalla viaggiatrice danese all’intellettuale sardo, garanzia della storicità del taccuino.529

Le lettere, non datate, richiedevano una prima collocazione: il riordino del corpus è stato tentato sulla base di dati interni alle missive, posti di volta in volta a confronto con quelli desunti dalla produzione holteniana noti al momento del reperimento delle lettere, in una fase liminare alla presente ricerca, il 2013, ovvero: 1) la data della prefazione, a firma della traduttrice, della traduzione deleddiana Dopo il Divorzio, “Roma ottobre 1911”; 2) il 1909, data di pubblicazione del reportage sardo di Ranieri Ugo contenente la cartolina riprodotta ne L’Isola Sconosciuta, terminus ad quem per l’emissione dell’immagine; 3) la presenza, all’interno dell’Archivio Storico del Comune di Cagliari, dell’unico esemplare

527 Cfr. Marie Gamel n. Holten, L’Isola Sconosciuta, cit., rispettivamente p. 59 e p. 47. Per quanto riguarda il fotografo Sebastiano Guiso, si sono contattati gli eredi diretti, nella persona della signora Andreina Guiso, sua consorte: al momento non sono attestati contatti epistolari tra il fotografo nuorese e la viaggiatrice danese, né l’archivio privato ha restituito tracce della signora Guiso conserva realia relativi a Marie Gamél. Si ringrazia il signor Graziani Rocchigiani per aver mediato l’incontro con la signora Andreina Guiso, e la signora Andreina Guiso per la gentile accoglienza nella sua casa di Nuoro.

528 Ranieri Ugo, Alla scoperta della Sardegna. I primi Argonauti, in «La Lettura. Rivista Mensile del Corriere della Sera», dic. 1909, fasc. 12, pp. 1007-1014; per la fotografia in particolare p. 1013. Ranieri Ugo fu amico di Cesare Pascarella, oltreché di Gabriele D’Annunzio e di Edoardo Scarfoglio, e li aveva accolti nell’Isola nel 1882 in qualità di inviati del «Capitan Fracassa»: Francesca Mulas, D’Annunzio, Scarfoglio, Pascarella e la Sardegna. Appunti di viaggio tra cronaca

e letteratura. Presentazione di Corrado Piana, Biblioteca di Sardegna, Cargeghe 2007. Per Ranieri

Ugo, direttore de «La Piccola Rivista» e firma culturale de «L’Unione Sarda», si veda Franco Secci,

Notizie su Ugo Ranieri, cit.

529 L’edizione completa delle lettere è contenuta in Sara Severini, “Ella viene alla dolce festa

dell’affetto per la nostra terra”…, cit. Il testo delle lettere è riportato in extenso nel presente capitolo,

e appare inoltre emendato in alcuni punti rispetto alla lettura proposta in Sara Severini, “Ella viene

alla dolce festa dell’affetto per la nostra terra”…, cit., saggio cui si rinvia costantemente nel

189

originale de L’Isola Sconosciuta presente in Italia.530 Questa copia, di proprietà dell’avvocato Antonio Ballero, noto Ciccitto, figura di spicco della Cagliari dei primo Novecento e amico di Ranieri Ugo, reca la dedica, in parte danneggiata durante le operazioni di rilegatura, “L’Avvocato Ranieri in grato ricordo”: non è da escludere l’ipotesi che essa fosse la copia de L’Isola Sconosciuta già posseduta da Ranieri Ugo, inviatagli a suo tempo dall’autrice da Copenaghen a mezzo posta.531

Sulla base, dunque, degli elementi testé elencati, si è proceduto al pre- ordinamento e alla creazione di un corpus su cui tentare una datazione dei viaggi sardi storici di Marie Gamél. Questa ipotesi di datazione, proposta in una fase in cui ancora poco o nulla si conosceva della nostra autrice, è oggi verificabile sulla base dei realia reperiti in seguito, quali i dati desunti dai Registri degli Ingressi a Frederiksberg, luogo di residenza dell’autrice in Danimarca, o dal Libro dei Soci del Gabinetto Scientifico Letterario “G. P.

Vieusseux”, come pure quelli emersi nel confronto con la coeva produzione giornalistica e le

traduzioni letterarie.

Dalle 5 lettere superstiti si evince una corrispondenza che doveva essere cospicua e continuata nel tempo, protrattasi, presumibilmente, almeno fino al 1914, anno successivo alla pubblicazione de L’Isola Sconosciuta, dunque oltre due anni dall’ultimo viaggio sardo di Marie Gamél Holten.532

530 Ibid., p. 562.

531 Il libro, che reca il timbro “Libreria Ballero”, fu rilegato dalla Legatoria di Trois Costantino in vico Manno, a Cagliari. Sollevandole da ogni responsabilità in merito, si ringraziano la Dott.ssa Mariella Pes e la Dott.ssa Francesca Desogus dell’Archivio Storico del Comune di Cagliari per le informazioni relative a questa edizione, che non ho visionato di persona, nonché la Sig.ra Angela Casu per ulteriori chiarimenti relativi alla sua collocazione. Si veda inoltre Sara Severini, “Ella viene

alla dolce festa dell’affetto per la nostra terra”…, cit., p. 562, n. 30. L’avvocato Antonio Ballero,

noto Ciccitto, non deve essere confuso con l’omonimo pittore nuorese Antonio Ballero, amico di Grazia Deledda, la cui pittura ebbe un’influenza sulla tecnica narrativa deleddiana, nonché, presumibilmente, su quella di Marie Gamél Holten autrice del libro di viaggio sardo: cfr. infra, pp. 427ss.

532 Come ebbe modo di spiegare a chi scrive la signora Paola Ugo durante alcune conversazioni nella sua casa cagliaritana, l’intera corrispondenza può essere andata perduta nel ’43, in seguito ai bombardamenti di Cagliari, o nel ’46, anno della disastrosa alluvione di Sestu. L’archivio privato di Ranieri Ugo, comprendente anche le lettere di Marie Gamél, era stato integralmente pre ordinato da un amico della famiglia Ugo, il prof. Leo Neppi Modona: anche le lettere di Marie Gamél erano state pre ordinate sulla base di criteri interni dallo studioso, che non conosceva la viaggiatrice danese. Gli originali delle missive, che ho potuto osservare di persona, presentano segni a matita, nello specifico date e annotazioni ad esse relative, presumibilmente apposte dallo studioso e dalla signora Ugo nel tentativo di riordinarle. Il prof. Neppi Modona non disponeva, allora, del taccuino di viaggio holteniano: egli per primo recuperò la recensione a L’Isola Sconosciuta pubblicata da Ranieri Ugo su «L’Unione Sarda», scritto da cui egli partì per datare le lettere successive. La datazione da noi proposta sulla base di elementi nuovi, che erano ignoti al prof. Neppi Modona e alla signora Ugo, conferma, con la sola eccezione dell’ultima lettera (vedi infra), la datazione proposta dal Leo Neppi Modona e Paola Ugo. Verso il lavoro di Leo Neppi Modona e della signora Paola Ugo, dunque, chi

190

La prima lettera è stata presupposta tale perché una seconda lettera, scritta da Tempio, fa riferimento all’unico elemento di storicità presente nel libro: nel taccuino sardo, infatti, Marie Gamél dice di aver soggiornato a Tempio “nella stessa camera in cui, l’anno scorso, aveva trovato alloggio Grazia Deledda”: questo soggiorno deleddiano, meglio noto ai biografi della scrittrice sarda, permette di interpretare l’espressione “l’anno scorso” (ifjors) come 1911, e dunque di collocare il soggiorno tempiese di Marie Gamél nel 1912. La missiva tempiese contiene a sua volta un riferimento a “l’anno scorso”, epoca in cui Marie Gamél fece la conoscenza di Ranieri Ugo a Cagliari. Pertanto, la missiva da Tempio deve collocarsi successivamente alla lettera scritta da Firenze e immediatamente dopo il soggiorno cagliaritano. Cagliari è, dunque, la prima tappa sarda visitata dalla viaggiatrice nel 1911, seguita da Nuoro; Tempio Pausania viene dunque visitata nella “seconda primavera”, che si colloca, considerando la data di pubblicazione del libro sardo, nel 1912. Si tratta di due primavere, presumibilmente nate sotto due egide diverse: la prima, quella in cui compare la figura di Ranieri Ugo e si colloca la visita a Cagliari e Nuoro, legata alla traduzione del romanzo deleddiano Dopo il Divorzio; la seconda, più personale e intima, legata a luoghi che esulano dalla ‘geografia deleddiana’ che, come nota Maria Giacobbe, si identifica esclusivamente con la Barbagia, e per di più, con la Barbagia di Nuoro, frutto della spinta di Maria Gamél Holten a fare ritorno nell’Isola per scrivere il proprio libro di viaggio sulla Sardegna, esperendo così la propria isola, diversa e non limitata da e a quella deleddiana, come ella stessa dichiara esplicitamente al destinatario nella seconda lettera (vedi infra), ove il proprio intento poetico si manifesta a chiare lettere.533

Dalla II lettera emerge, come si è detto, un elemento nuovo della biografia holteniana: l’attività di Marie Gamél come pittrice, confermata dalla testimonianza dello stesso Ranieri Ugo, che, presentando ai lettori de «L’Unione Sarda» “un nuovo libro sulla Sardegna”, definisce l’autrice “scrittrice e pittrice di valore”.534

scrive ha contratto un ingente debito di gratitudine. Avendo taciuto di questa vicenda, più per inesperienza che per volontà, nel saggio pubblicato su «Archivio Storico Sardo» contenente l’edizione delle lettere, si spera con la presente nota di aver posto fine a questa ingratitudine. Inoltre, nell’articolo pubblicato su «Archivio Storico Sardo», non si sono segnalate le annotazioni apposte a mano dal prof. Neppi Modona sulle missive, cosa invece deontologicamente necessaria quanto opportuna.

533 Maria Giacobbe Harder, Grazia Deledda, Introduzione alla Sardegna, Bompiani, Milano 1974: la scrittrice sarda chiarisce come la Barbagia di Grazia Deledda sia identificabile unicamente con “la sua Barbagia”, e non con altre zone dell’Isola: cfr. ibid., p. 55. Si veda inoltre Sara Severini, Una

viaggiatrice danese in Sardegna: l’isola sconosciuta di Marie Gamél Holten, cit., pp. 64-65, p. 82 n.

26.

191 Figura 18.

Paesaggio estivo lacustre in un bosco nei pressi di un lago, Olio su tela 1918, 110x176 © Artnet.com./©Bruun Rasmussen Auctioneers of fine Arts, per gentile concessione.

Il quadro, a firma di “Marie Gamel”, è stato acquistato all’asta da un privato a Copenaghen nel 2001

Di questa attività, non rimangono allo stato attuale tracce, a eccezione di una, sebbene flebile: un quadro a firma di “Marie Gamél”, del valore stimato tra le 8000/10000 corone (tra i 1000 e i 1300 euro), è stato venduto dalla casa di aste artistiche Bruun Rasmussen di Copenaghen nel 2001 per il valore di 6000 corone (800 euro).535 Il quadro si intitola Paesaggio estivo lacustre con bosco (Sommerlandskab med skov ved en so), e risale al 1918: la casa d’aste, contattata da chi scrive, non possiede dati ulteriori sulla pittrice, e dunque non è al momento certo che si tratti della viaggiatrice e poligrafa Marie Gamél Holten oggetto del presente lavoro.536

535 Il quadro era ed è tuttora visibile sul portale ARTNET, alla voce Marie Gamel: cfr. URL http://www.artnet.com/artists/marie-gamel/sommerlandskab-med-skov-ved-en-so-

xBB59_HAD13CXXwe-tUaEw2 (ultimo accesso 05.02.2018). Si ringrazia Artnet nelle persone di Kate Hyman, la quale ha cortesemente fornito le informazioni relative alla casa d’aste che ha organizzato la vendita del quadro, la Bruun Rasmussen Auctioneers of Fine Arts di Copenaghen, che si ringrazia a sua volta nella persona di Martin Hans Borg per le informazioni, ove possibile, relative alla vendita, nonché per la gentile autorizzazione a riproporre l’immagine del quadro (inviata ancora a chi scrive dalla stessa Casa d’Aste) nella presente dissertazione.

536 Anche la ricerca sul portale di arte internazionale artprice.com, eseguita da Martin Hans Borg della Casa d’Arte Bruun Rasmussen Kunstauktioner, non ha prodotto, in relazione a Marie Gamél,

192

Tuttavia, come nota Martin Hans Borg della stessa casa d’aste Rasmussen, si tratta di un nome raro; pertanto, liberandolo da ogni responsabilità in merito, affermiamo che può trattarsi della nostra autrice proprio in virtù dello stile e dell’ambientazione, tipicamente danese nella presenza del bosco e del lago, come anche degli effetti di luce, oltreché del titolo, e perché l’immagine pare rievocare quella dell’impressione di viaggio holteniana

Quando l’erica fiorisce.537 Si tratta di un’immagine che si lega intimamente alla terra danese, e rivelatrice di un aspetto che diviene caratterizzante l’intera poligrafia holteniana: “una composizione a largo respiro, probabilmente un ‘non luogo’ con il cromatismo dei ricordi che dominano ogni umana esperienza”, così descrive il quadro presumibilmente holteniano l’artista tudertino Fiorenzo Bacci, autore della statua di San Francesco che contempla il sole collocata a San Damiano, ad Assisi.538

La lettera III risale al maggio dello stesso anno: subito dopo Tempio Pausania, raggiunta ancora una volta Golfo Aranci, Marie Gamél fa ritorno nel Continente, passando per Firenze, per poi raggiungere Roma.

La IV lettera è scritta dopo la pubblicazione de L’Isola Sconosciuta, ed è successiva alla recensione al libro pubblicata da Ranieri Ugo su «L’Unione Sarda»: l’autrice doveva certamente conoscerla in quanto, come si evince da una lettera successiva, ella scrive a Ranieri Ugo per ringraziarlo della copia de «L’Unione Sarda» contenente la recensione da lui firmata con lo pseudonimo “Prof. A. Rubek”.539

La V lettera si colloca all’inizio dell’anno 1914, subito dopo il ritorno di Marie Gamél dall’Italia, dopo la riunione del Circolo Scandinavo cui ella aveva presenziato accanto a Marie Helms e a Lorentz Dietrichson: infatti, in essa ella dichiara che sarebbe partita per l’Italia a fine settembre. Il riferimento ai “moltissimi lavori” si spiega forse alla luce della pubblicazione della traduzione danese delle Noterelle di Abba, e,

alcun risultato. Si ringrazia Martin Hans Borg per le ricerche d’archivio e le informazioni relative al quadro; da parte di chi scrive non si sono fatti tentativi per risalire al nome dell’acquirente del dipinto (una presa di visione del quadro potrebbe, attraverso l’identificazione della firma con quella autografa visibile sulle lettere, chiarirne in modo definitivo la maternità).

537 Marie Gamél, Quando l’erica fiorisce, cit.

538 Intervistato da chi scrive in merito alla statua di San Francesco d’Assisi in contemplazione, collocata a San Damiano, Assisi, un soggetto che ritorna anche nello scritto holteniano Due

monasteri nei dintorni di Firenze, Bacci ha espresso questo giudizio vedendo il quadro della nostra

autrice; si ringraziano sia Fiorenzo Bacci che la figlia Francesca per l’autorizzazione a riportare questo pensiero espresso in un contesto privato, quale lo scambio di mail. Su Fiorenzo Bacci, “lo scultore del real-dinamismo”, si veda Fiorenzo Bacci. “Lo scultore del real-dinamismo”, URL http://www.fiorenzobacci.it/ (ultimo accesso 10.11.2019); Maria Gamél n. Holten, Due monasteri nei

dintorni di Firenze, cit.

539 Come chiarisce la sign.ra Paola Ugo, nipote dell’autore, il nonno era solito firmare con vari pseudonimi i propri scritti giornalistici.

193

presumibilmente, degli articoli scritti per il «Nationaltidende» (Primavera e oche