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I. 1.4.2.3 La tomba di Victor e Marie Gamél: un monumento di rilievo storico culturale

I.2.1 Roma Camere con vista e biblioteche

La città che sicuramente rappresenta per Marie Gamél l’Italia è Roma, il luogo che, sin dai tempi della Guldalder, condensa in sé i caratteri dell’Italia e dell’Italianità, divenendo per sineddoche l’Italia stessa, sì che ‘descrivere i Romani’, pittoricamente e nei racconti di viaggio, equivaleva a ‘descrivere’ gli Italiani. Tuttavia, nei primi anni del Novecento, la situazione appare radicalmente mutata: Marie Gamél, come vedremo a breve, viaggia anche in altri luoghi, descrivendo realtà regionali e locali sconosciute prima dell’Unificazione politica, calcando le orme dei numerosi viaggiatori che si muovono, più liberamente, al di fuori dell’itinerario rigido del Grand Tour. Alla luce della produzione holteniana di cui siamo a conoscenza, compresi gli scritti e fatta eccezione per il libro

Nuvole (Skyer), di cui non conosciamo il contenuto, è significativo che Marie Gamél riservi

solo a due luoghi un intero libro, invece che un feuilleton o una cronaca: Roma e la Sardegna. Persino Firenze, benché amata, frequentata, studiata e intensamente vissuta, è il luogo di scritti di lunghezza relativamente breve, comparsi per lo più sulle riviste.

Roma e la Sardegna, dunque, rappresentano i due poli principali entro i quali si snoda l’intera produzione holteniana, e all’interno dei quali essa oscilla, rappresentando la prima la piena adesione da parte dell’autrice a una precisa tradizione letteraria danese su Roma, che dal viaggio illuministico di Münzer arriva fino alla Guldalder danese; la seconda, la sua voglia di esplorare terre nuove, incognite, intese quali possibilità di vivere la piena

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modernità della ‘nuova Italia’ ed esperire la libertà del viaggio in solitaria: in entrambi i casi, la cifra costante è l’unione dunque di tradizione e innovazione.

Inserendosi in una lunga tradizione danese di viaggio in Italia, Marie Gamél si appoggia a Roma al Circolo Scandinavo per Artisti e Scienziati (Skandinavisk Forening for

Kunstnere og Videnskabsdyrkere), d’ora in avanti chiamato, secondo la dicitura invalsa

nell’uso, “Circolo Scandinavo”, l’istituzione che costituiva il punto di riferimento di tutti gli Scandinavi nella Capitale, fondata nel 1860 allo scopo di dare sostegno anche economico agli artisti scandinavi presenti in Italia.451 Nell’ottobre del 1911, Marie Gamél risulta tra gli iscritti al Circolo in qualità di “autrice su un libro su Garibaldi”; il suo indirizzo romano è, secondo quanto indicato nel Registro delle Iscrizioni, “Via Gregoriana 12”, mentre quello del Circolo Scandinavo è “Via Campo Marzio 2/6”, luogo in cui dal 1906 aveva sede.452

In via Gregoriana 12 sorgeva Palazzo Zuccari, sede della Biblioteca Hertziana, fondata da Henriette Hertz (1846-1913) e specializzata nella storia dell’arte.453 Tra questi due indirizzi principali, ‘via Gregoriana 12’ e ‘via Gregoriana 42’, dunque, si snoda la vita romana di Marie Gamél; nei periodi in cui, presumibilmente, le case sono occupate da altri coinquilini, o per periodi relativamente brevi, ella soggiorna, come avviene a Firenze, nelle pensioni: in primis la Pensione Pinciana, in cima a via Veneto (Via Veneto 146), nota già all’epoca perché frequentata da scrittori e da una folta clientela straniera.454

Un altro indirizzo che compare in relazione ai soggiorni romani dell’autrice è “via Sistina 80”, al momento non meglio identificato. Abbiamo visto che, secondo una

451 Si veda Børge Janssen, Hundrede Aar i Rom: lidt historie om “Skandinavisk Forening for

Kunstnere og Videnskabsdyrkere”: 1830-1930, cit. Il sito ufficiale dell’istituzione, oggi Circolo Scandinavo/ Skandinavisk Forenings Kunstnerhus i Rom, con sede a Roma in via della Lungara 125,

è URL https://www.circoloscandinavo.it/ (ultimo accesso 01.02.2018).

452 III. Marie Gamél, lettera a Ranieri Ugo da Firenze, 14 maggio, anno non precisato, Collezione

Privata Sign.ra Paola Ugo, in Sara Severini, “Ella viene alla dolce festa dell’affetto per la nostra terra”, cit., pp. 571-572, e infra, pp. 197: poiché nell’originale il numero civico, di non chiara lettura,

era interpretabile ora come ‘2/6’, ora come ‘46’, e chi scrive scelse allora di intepretarlo come “2/6”, affermazione che viene ora emendata alla luce del presente dato, acquisito in seguito a quella pubblicazione, e che verrà inserito nella trascrizione della lettera riprodotta in extenso infra, ‘emendata’ rispetto alla prima proposta e contenuta ibid., ove il numero civico è “2/6”, anziché “46”: cfr. ibid., p. 571; p. 571, n. 49. Cfr. Tordis Ørjasæter, Sigrid Undset og Roma, Aschehoug, Oslo 1996, p. 104.

453 Su Henriette Hertz si veda Julia Laura Rischbieter, Henriette Hertz. Mäzenin und Gründerin der

Bibliotheca Hertziana in Rom, Pallas-Athene 14, Franz Steiner Verlag, Stuttgart 2004 e Storia dell’Istituto in Bibliotheca Hertziana-Max-Planck-Institute für Kunstgeschichte, URL

http://www.biblhertz.it/it/istituto/storia-dellistituto/ (ultimo accesso 01.02.2018). L’Archivio Storico della Biblioteca Hertziana si trova presso l’Archivio della Max-Planck-Gesellschaft a Berlin- Dahlem. Ringrazio il dott. Bernd Hoffmann per la consulenza e la preziosa assistenza durante la consultazione: la corrispondenza di Henriette Hertz con altri corrispondenti non ha restituito tracce di Marie Gamél Holten: cfr. inoltre infra, p. 164; p. 164, n. 461.

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testimonianza restituita dal Registro degli Iscritti al Circolo Scandinavo, l’autrice aveva segnalato quale indirizzo “Via Porta Pinciana 32 III Pensione Pinciana”: poiché, come si è detto, la Pensione Pinciana sorgeva in Via Veneto 146, ed era la Legazione di Danimarca a Roma ad avere sede in Via di Porta Pinciana 36, è probabile che Marie Gamél abbia qui identificato i due punti di riferimento per chi intendesse rivolgersi a lei, il consolato danese e la pensione in cui alloggiava, sbagliando il numero civico del primo.

Altri indirizzi, temporanei, emergono dalle lettere scritte a Ranieri Ugo (vedi

infra), da cui si evince che i domicili italiani di Marie Gamél si succedevano a ritmo serrato,

in maniera non troppo diversa da quanto avveniva in Danimarca.455

Una lettera inviata da Roma a Ranieri Ugo reca l’indirizzo “Via XX Settembre [4]”: poiché il 4 è seguito da “Maggio”, non è possibile stabilire se si tratti di un numero civico o del giorno del mese. Se si interpreti il 4 come numero civico, si ottiene un indirizzo che coincide con quello di un certo “prof. [Adolfo, ndr] Cinquini”, umanista e filologo che “ci fa compagnia da parecchi anni”, indicato da Giovanni Boine in una lettera ad Amendola come persona a cui rivolgersi qualora egli desideri affittare una casa a Toceno o a Craveggia, luoghi del Nord Italia verso cui Cinquini e la moglie migrano presto durante l’anno, recandosi in campagna: non è da escludere che Marie Gamél abbia affittato una casa romana presso i Cinquini, la cui signora, soprattutto, si occupava di questo genere di cose. Inoltre, Cinquini è figura vicina al vocianesimo, non è pertanto non è da escludersi un contatto di Marie Gamél con i vociani, benché attualmente non documentato; né è del tutto improbabile che all’origine di una conoscenza col professor Cinquini vi sia stato il comune interesse per gli antichi documenti italiani.456

Non siamo in grado di seguire tutti gli spostamenti e di conoscere i luoghi da cui Marie scrisse e osservò la Città Eterna: la documentazione del Circolo Scandinavo ci permette di seguirli soltanto fino al 1915, anno in cui, con l’amica Sophie Cappelen, ella prende alloggio in via Gregoriana 12.457

Sappiamo che frequentò Roma anche negli anni ’20, come ci indicano alcune tra le sue corrispondenze giornalistiche avanzate, quali, ad esempio, la cronaca Martiri di

455 I. Marie Gamél, Lettera a Ranieri Ugo, maggio, luogo e anno non precisati, Collezione Privata

Sign.ra Paola Ugo, già in Sara Severini, “Ella viene alla dolce festa dell’affetto per la nostra terra”…, cit., p. 565.

456 Lettera 153 (di Giovanni Boine a Giovanni Amendola), in Giovanni Boine, Carteggio. IV.

Giovanni Boine - Amici della «Voce» - Vari 1904-1917. A cura di Margherita Marchione e S. Eugene

Scalia, Prefazione di Giovanni Vittorio Amoretti, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1979, pp. 179-180, qui p. 179. Si veda ad esempio, di Cinquini, il suo Spigolature da codici manoscritti del

secolo XV, Tipografia G. Allasia, Aosta 1905.

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guerra, datata “Roma gennaio 1920”.458 Non sappiamo dove Marie abbia alloggiato durante i successivi soggiorni romani, e se altre ‘camere con vista’ si siano aggiunte a quelle già note; e neppure il nome di Marie Gamél compare nel libro di memorie della più celebre ostessa nordica presente a Roma nel primo Novecento, Marie Dinesen, che, curiosamente, come Marie Gamél, compì poco prima della guerra un viaggio in Sardegna: il suo libro di ricordi romani, che è una miniera di nomi e di persone che frequentarono quel luogo, non restituisce tracce della nostra autrice.459

Le case di Via Gregoriana 12 e 42 sorgevano, si è detto, in un punto strategico: in cima alla scalinata di Piazza di Spagna, il luogo da cui Marie Gamél Holten aveva osservato, in un giorno di primavera, il cielo e il mendico cieco di Roma ai piedi della scalinata descritti nella lettera inviata al «Nationaltidende» Primavera e oche selvatiche.460 In quella stessa via, dunque a pochi metri da via Gregoriana 12, sorgeva come oggi la

Biblioteca Hertziana. Sebbene una ricerca condotta nell’Archivio Storico di questa

istituzione, in particolare all’interno della corrispondenza intercorsa fra la fondatrice e lo storico direttore della biblioteca, Ernst Steinmann (1866-1934), come pure l’indagine sui

Registri dei Lettori non abbia restituito tracce di Marie Gamél, è probabile che, in ragione

dei suoi interessi antiquari e della passione archeologica di Marie Gamél, ella abbia frequentato assiduamente anche la biblioteca di Palazzo Zuccari.461

Anche la biblioteca del Circolo Scandinavo doveva essere luogo prediletto dall’autrice. Essa era stata fondata dal poeta danese Ludvig Bødtcher (1793-1874) nel 1883 col nome di Raccolta di libri dei danesi in Italia (De Danskes Bogsamling i Rom).462 Poco dopo, in seguito ad un lascito del governo svedese e norvegese, si agggiunsero a quel nucleo originario altri libri che andarono a formare la Biblioteca del Circolo Scandinavo, un patrimonio di 7000 volumi comprendenti la letteratura nordica degli ultimi 150 anni, tutt’ora conservata nella sede dell’istituzione.463

458 Maria Gamél n. Holten, Martiri di guerra, cit.

459 Marie Dinesen, Værtinde i Rom, Grafisk Forlag, København 1957. Su Marie Dinesen si veda Aage Dons, voce Marie Dinesen in DSD, cit., URL http://denstoredanske.dk/Dansk_Biografisk_Leksikon/Handel_og_industri/Hotelejer/Marie_Dinesen (ultimo accesso 01.02.2018)

460 Maria Gamél n. Holten, Primavera e oche selvatiche. Lettera al Nationaltidende, cit., p. 1. 461 Su Ernst Steinmann si veda lemma Steinmann, Ernst, in EITO, cit., URL http://www.treccani.it/enciclopedia/ernst-steinmann/ (ultimo accesso 22.12.2019).

462 Si veda Oluf Friis, voce Ludvig Bødtcher in DSD, cit., URL

http://denstoredanske.dk/Dansk_Biografisk_Leksikon/Kunst_og_kultur/Litteratur/Digter/Ludvig_B%

C3%B8dtcher (ultimo accesso 01.02.2018) e Jørn Moestrup, Esther Nyholm (eds.), Italien og

Danmark 100 års inspiration, G. E. C. Gads Forlag, Copenhagen 1989, p. 110.

463 Cfr. voce Collection in Circolo Scandinavo, cit., URL https://www.circoloscandinavo.it/about- 1/collections/ (ultimo accesso 01.02.2018).

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Tuttavia, come dimostra anche il caso di altri scandinavi presenti a Roma, era abitudine degli artisti nordici studiare in biblioteche cittadine diverse da quella del Circolo, e dunque specializzate, quali la Bibliotheca Hertziana, la Biblioteca Vaticana, e, come avviene in almeno un caso sicuro in relazione alla nostra autrice, la Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele di Roma, oggi nota come Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.464 Un documento conservato presso l’Archivio Storico della Delegazione Danese a Roma, redatto in lingua francese e inviato al Direttore della Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele dal segretario della Delegazione Danese a Roma, Oldenburg, concerne una richiesta di ingresso alla sala studio a nome della cittadina danese Marie Gamél, che viene da lui dichiarata persona nota alla Delegazione.465

Un’altra biblioteca per cui si è ipotizzata la frequentazione di Marie Gamél è la Biblioteca di Archeologia e di Storia dell’Arte (BIASA), ovvero la Biblioteca dell’Istituto di Archeologia fondato da Corrado Ricci, figura di letterato cui Marie Gamél sembra ‘legata’: tuttavia al momento non è ancora stato possibile verificare questa ipotesi.466

In ogni caso è lecito presumere che queste biblioteche italiane si siano rivelate, rispetto alla biblioteca nordica del Circolo Scandinavo, luoghi più adatti agli interessi di Marie Gamél Holten italianista, autrice di un libro di ricordi su Roma, cultrice di storia del papato e archeologia e lettrice appassionata delle antiche cronache medievali.

464 Si veda Jørn Moestrup, Esther Nyholm (eds.), Italien og Danmark 100 års inspiration, cit., p. 128. Il nome della scrittrice non compare tra gli utenti dell’Archivio Segreto Vaticano per gli anni compresi dal 1909 al 1935; non è stato invece ancora consultato il materiale cartaceo contenuto nell’Archivio della Biblioteca Apostolica Vaticana, in particolar modo i Registri dei Lettori e il

Registro degli utenti della Sala Studio.

465 Cfr. supra, p. 134, n. 357.

466 Come mi è stato comunicato dalla dott.ssa Perla Pedretti, che libero tuttavia da noi ogni responsabilità in merito a riguardo, né i Registri dei lettori né le Tessere degli utenti sono presenti nella sede della Biblioteca Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte (BIASA) Roma, a Palazzo Venezia; inoltre, l’archivio storico di questa Istituzione è conservato a Piombino, e non risulta dunque immediatamente consultabile per ragioni logistiche. In relazione a tale Istituzione sarebbe opportuno consultare il Fondo Ricci e il Fondo Giglioli, afferenti rispettivamente a Corrado Ricci e a Giulio Quirino Giglioli, figure con cui si presuppone, sulla base della produzione letteraria holteniana, un rapporto con la nostra autrice, letterario, epistolare, personale o tutte e tre le cose insieme: questi Fondi, conservati nella sede distaccata della Biblioteca (Sala della Crociera) in via del Collegio Romano 27, non sono stati consultati da chi scrive per ragioni di tempo relative alla presente ricerca. Non è tuttavia da escludere che l’incontro con Ricci sia stato di natura eminentemente letteraria, ed infatti egli non viene nominato negli scritti di cronaca, quali, ad esempio, Una nuova impressione da una città vecchia, un componimento che, almeno a livello concettuale. sembra ispirarsi all’opera a tematica fiorentina dell’erudito e storico fiorentino; quello con Giglioli, documentato storicamente dalla stessa Marie Gamél Holten, può bene essersi del resto risolto nell’arco temporale relativo all’occasione descritta: cfr. Maria Gamel n. Holten, Una nuova

impressione da una città vecchia, cit.; Maria Gamél n. Holten, L’Apollo di Veio, in «Illustreret

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