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1.2. Origine e sintomi della patent crisis

1.2.4. Brevetti e nanotecnologie

Le nanotecnologie appaiono alla maggior parte degli osservatori uno dei principali campi di innovazione del XXI secolo, con un interesse sempre più intenso da parte di centri di ricerca, stati e investitori.60 Una delle questioni più problematiche che il giurista deve affrontare in relazione a questo settore consiste nella definizione del suo specifico ambito di operatività. La tutela brevettuale che il sistema giuridico può garantire alle invenzioni dipende infatti dalla chiara e precisa demarcazione dell'oggetto coperto dall'esclusiva che un titolare può vantare sull'uso di una tecnologia. Innanzitutto secondo quanto stabilito dallo US National Nanotchnolgoy Initiative (NNI) per nanotecnologia si intende lo studio

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A. K. RAI, Fostering Cumulative Innovation in the Biopharmaceutical Industry: The Role of

Patents and Antitrust, in 16 Berkeley Tech. L.J. 813, 2001. Disponibile all'indirizzo: http://scholarship.law.berkeley.edu/btlj/vol16/iss2/8.

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Si veda a questo proposito l'interessante: G. V. OVERWALLE, Gene patents and collaborative

licensing models: patent pools, clearinghouses, open source models and liability regimes,

Cambridge University Press, 2009. Inoltre in merito al dibattito tra liability rules e property

rules in campo genetico, si veda: D. M. GITTER, International Conflicts over Patenting Human

DNA Sequences in the United States and the European Union: An Argument for Compulsory Licensing and a Fair-Use Exemption, in 76 N.Y.U. L. Rev. 1623, 2001, 1679.

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Una visione aggiornata circa le vaste potenzialità applicative delle nanotecnologie e il rischio che possano sconvolgere i meccaniscmi classici su cui si fondano le odierne economie di mercato, compresi gli inventivi all'innovazione, è offerta in: M. FORD, Rise of the Robots:

sull'interazione di materiali le cui dimensioni vanno da 1 a 100 nanometri. Tuttavia non c'è accordo unanime su questa definizione poiché alcuni ricercatori reputano opportuno ricomprendere al suo interno anche materiali di grandezze maggiori, in primo luogo la microscala. È però evidente come una definizione troppo ampia finirebbe con l'essere priva di utilità considerando che sarebbe sufficiente auto-qualificare come “nano” le proprie invenzioni per ottenerne la protezione apposita. Emerge subito chiara la particolarità di una tecnologia che è definita unicamente in base ad una grandezza di misura. Secondo quanto statuito dal Patent and Trademarks Office degli Stati Uniti, che nel 2004 ha previsto una nuova apposita classificazione per questa tipologia di invenzioni, le nanotecnologie possono essere definite come tutti quei ritrovati che “(i) related to research and technology development at the atomic, molecular or macromolecular levels, in the length of scale of approximately 1–100 nanometer range in at least one dimension; and (ii) that provides a fundamental understanding of phenomena and materials at the nanoscale and to create and use structures, devices, and systems that have novel properties and functions because of their small and/or intermediate size”.61 Anche la definizione adottata dal gruppo di studio istituito dall'EPO ne riproduce i tratti fondamentali.62

Il progresso in campo nanotecnologico è stato così rapido che tra il 1985 e il 2005 negli Stati Uniti sono stati emessi ben 3818 brevetti specifici e altre 1777 richieste sono ancora in fase di scrutinio. Il numero sta crescendo esponenzialmente e anche Unione Europea e Giappone stanno guadagnando quote di mercato (si veda Fig. 5).

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Disponibile all'indirizzo: www.PTO.gov/go/classification/uspc977/defs977.htm. 62

M. SCHEU e altri, Mapping nanotechnology patents: The EPO approach, in World Patent

Fig. 5 - Numero di brevetti per invenzioni nanotecnologiche emessi dall'EPO con

distribuzione per settori specifici.63

La grande attenzione che merita questa nuova tecnologia anche da parte dei giuristi è dovuta alle numerose implicazioni che esercita sui più disparati campi di applicativi (dalla salute all'elettronica passando per la biotecnologia e le scienze dei materiali). Si stima che la ricerca in questo settore già nel 2003 abbia superato 3 miliardi di dollari e non abbia mai mostrato segni di cedimento. A causa di questo interesse frenetico degli investitori e delle fertili potenzialità che le nanotecnologie stanno aprendo, si è generata tra i principali attori del settore una vera e propria corsa a chi brevetta per primo (patent race). A questo si aggiunge l'iniziale impreparazione degli Uffici brevetti ad affrontare l'analisi di richieste in questo campo che ha portato ad una vasta ammissione di tutele brevettuali soprattutto nei primi anni (1985-2003) e in particolare negli Stati Uniti. Analogamente l'Ufficio Europeo Brevetti sta valutando i comportamenti più

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consoni per affrontare nel modo migliore tale fenomeno.64 Inoltre le politiche di protezione della proprietà intellettuale dei centri di ricerca e delle università all'avanguardia in questo settore sono fortemente influenzate dall'alta considerazione che gli investitori riservano al portfolio brevetti e alla capacità di difendere dalla concorrenza le proprie invenzioni. In secondo luogo il timore che qualche altro soggetto possa brevettare un'invenzione (seppur minima) prima e utilizzarla quindi per rafforzare la propria posizione di mercato accelera ulteriormente questa patent race anche nel campo nanotecnologico.

Dal momento che le nanotecnologie hanno numerose applicazioni in campi diversi della produzione industriale il livello di complessità che il sistema genera per gli addetti ai lavori è molto elevato. Ad esempio, la ricerca di brevetti correlati ma relativi ad altre tecnologie può risultare particolarmente ardua, come nel campo delle invenzioni bio-farmaceutiche.

Dal contesto appena delineato sembra che i problemi denunciati da Burk e Lemley nel loro famoso saggio “The patent crisis and how courts can solve it” vengano amplificati dalle caratteristiche proprie delle nanotecnologie.

I legislatori devono saper far fronte a questa nuova frontiera dello sviluppo tecnologico dotando in prima battuta gli esaminatori degli Uffici brevetti delle specifiche competenze tecniche e interdisciplinari che questo nuovo campo dell'innovazione comporta. Inoltre le spinte sempre più vigorose a ricorrere alla tutela brevettuale lasciano ipotizzare come non sia lontano il giorno in cui il patent ticket affliggerà anche le nanotecnologie. A questo proposito il giurista deve lavorare d'anticipo e pensare ad istituti snelli ed efficienti che permettano alle imprese di affrontare le sfide e le esigenze del sistema economico odierno, anche nel campo delle nanotecnologie. Anche qui gli accordi di patent pooling sembrano poter fornire il giusto equilibrio tra incentivi all'innovazione ed esigenza di diffondere le informazioni.

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M. SCHEU e altri, Mapping nanotechnology patents: The EPO approach, in World Patent