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camminare neLLe scarpe deLL’aLtro

di daniela Bernardini e Luigi puccini 1

1. Docenti di Lettere presso l’ITIS «G. Marconi» di Pontedera (Pisa).

La storia non è un patrimonio sociale condiviso. Le difficoltà da superare per rendere protagonista questa disciplina nella formazione dei giovani sono sempre molte

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ogni anno le classi quinte, ma non solo, partecipano a lezioni e conferenze tenute da docenti interni in collaborazione con l’università di pisa, in modo da supportare con lo studio scientifico la parte emozionale che emerge nei giovani al momento delle commemorazioni

te immanente e assoluto dove i giovani si smarriscono e i ricordi, non più tra-mandati di generazione in generazione, lasciano vuoti di memoria e relegano i singoli accadimenti in un magma indistinto. È un tentativo, inoltre, per usci-re dal nichilismo troppo spesso manifestato sui banchi di scuola, per ricercausci-re valori essenziali alla costruzione della felicità individuale e collettiva.

La sfida si presenta duplice: da un lato evitare il rischio della ritualità che annul-la annul-la specificità di ogni situazione storica, dall’altro cogliere il rapporto tra storia e uso pubblico della storia.

In particolare, la celebrazione del «Giorno del Ricordo», che recupera eventi to-talmente rimossi nel dopoguerra, tenta di sottrarre i fatti alle semplificazioni sbri-gative orientate da una parte a perpetuare l’oblio, dall’altra a denunciare l’oblio solo in funzione di obiettivi politici immediati.

Poiché i libri di testo di storia riportano poche righe per spiegare la questio-ne delle foibe e dell’esodo, questio-nel 2004 si avvertì l’esigenza di reperire materia-le scientifico da utilizzare per una seria e approfondita formazione storica de-gli insegnanti. La Regione Toscana rappresentò lo stimolo decisivo con il cor-so d’aggiornamento «Il confine orientale nel Novecento. Tra guerre, violenze, foibe, diplomazia» con il quale un nutrito gruppo di insegnanti veniva forma-to sui temi dei confini orientali italiani dalla fine dell’Otforma-tocenforma-to al trattaforma-to di Osimo secondo una concezione che vede protagonista della storia la popola-zione civile. Si trattò di una serie di incontri che sollecitavano la riflessione e la ricerca al di fuori dell’accademia, in un percorso doveroso verso i numerosi parenti degli infoibati che vivono nella regione e i tanti profughi che negli an-ni Cinquanta avevano qui concluso il loro peregrinare. Contemporaneamen-te, all’interno dell’Istituto, prese avvio un lavoro di reperimento e sistematiz-zazione di documenti e video presenti nei vari archivi, in collaborazione con le Regioni Veneto, Lazio, Toscana e le Associazioni nazionali e locali di pro-fughi giuliano-dalmati.

In accordo con i Consigli di classe e attraverso l’attività interdisciplinare dei do-centi di Storia, Lettere, Diritto e Informatica sono state elaborate in questi an-ni una serie di uan-nità didattiche su confian-ni italiaan-ni orientali, foibe e esodo basate su tre punti forza: percorso di studio, viaggi sui luoghi della memoria e incontri con testimoni, verifica e report dell’attività.

Ogni anno le classi quinte, ma non solo, partecipano a lezioni e conferenze te-nute da docenti interni in collaborazione con l’Università di Pisa, in modo da supportare con lo studio scientifico la parte emozionale che emerge nei giovani al momento delle commemorazioni. Le lezioni-incontro vengono generalmente realizzate utilizzando supporti multimediali: power point, film, video, e accom-pagnate dalla riflessione di esperti e studiosi.

I luoghi della memoria rappresentano l’altro elemento indispensabile alla cono-scenza in quanto consentono ai giovani, supportati dallo studio e dalla ricerca, di calpestare la terra dove si sono consumati tanti conflitti e di accogliere i

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da alcuni anni gli enti locali organizzano insieme agli istituti scolastici cittadini il «giorno del ricordo» e, parallelamente alla commemorazione, presentano all’intera cittadinanza il lavoro di ricerca storica effettuato da studenti e docenti mi ancora custoditi nelle comunità che la abitano. Gruppi di studenti e docenti

hanno visitato Gorizia, Basovizza, Pisino per rendere omaggio alle vittime del-le foibe ma,soprattutto, per oltrepassare i confini che in passato hanno deter-minato desiderio di attraversamento, accoglienza ma anche inospitalità, offesa, spaesamento, fuga.

I viaggi, così come gli incontri con i testimoni, fanno oggi parte di video realiz-zati dagli studenti che rappresentano veri e propri report della ricerca e materiale da diffondere per moltiplicare l’esperienza e fissare la narrazione tra generazioni. Da uno studente è nata l’idea di proporre ai compagni di alcune scuole medie del territorio le conoscenze acquisite, così i giovani si sono fatti trasmettitori del-la memoria con delle vere e proprie lezioni ai più piccoli. L’insegnamento pear

to pear e tutoriale ha offerto occasione di crescita per entrambi.

Da alcuni anni gli Enti locali organizzano insieme agli Istituti scolastici cittadi-ni il «Giorno del Ricordo» e, parallelamente alla commemorazione, presentano all’intera cittadinanza il lavoro di ricerca storica effettuato da studenti e docenti. L’intervento delle istituzioni diventa essenziale in quanto permette a queste ulti-me di affiancare la scuola nella trasmissione di fatti di un tempo in un altro tem-po con il fine di costruire una memoria pubblica che trasforma il lutto in lutto collettivo partecipato. L’interazione fra scuola, istituzioni, territorio consente di uscire dalla lettura politica di eventi come foibe e esodo per trovare una memo-ria maggiormente condivisa fra le parti politiche.

Per vivere appieno il «Giorno del Ricordo», così come tutte le altre date com-memorative, è infatti necessario rimuovere, attraverso la conoscenza che viene dallo studio della storia, le rigidità e le lacerazioni accumulate a livello indivi-duale e comunitario.

Accanto allo studio dei problemi connessi alle foibe e all’esodo, nei percorsi degli ultimi due anni, le unità didattiche sul «Giorno del Ricordo» si sono arricchite di nuovi contenuti attraverso il recupero degli aspetti positivi presenti sui confi-ni orientali: il groviglio di genti, i caffè, le forme letterarie italiane di forte inter-dipendenza con quelle slave, le famiglie miste, il plurilinguismo. Si tratta di ele-menti da evidenziare affinché, accanto alla tragicità dei fatti, siano messi in luce i valori condivisi da popolazioni differenti per consentire ai giovani anche una riflessione sulla convivenza fra etnie nell’Italia attuale.

«Camminare nelle scarpe dell’altro» è una più belle espressioni della scrittrice Nelida Milani, che ha vissuto a Pola i drammi dei confini. Disponendosi allo studio del passato e immergendosi nell’esistenza di tante persone, i giovani sono consapevoli di aver compreso l’agire storico e sentono il dovere di divenire co-struttori di una nuova umanità.

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ipotesi di Lavoro con gLi studenti deL triennio deLLa scuoLa secondaria di secondo grado di Latina

Èun dato di fatto che la maggioranza dei nostri studenti avverte una sorta di di-sinteresse nei confronti della storia, e tale situazione sembra spesso annullare tutti i tentativi degli insegnanti per attivare processi di conoscenza ed elaborazione del passato. I perché di questi comportamenti vanno individuati in molteplici fatto-ri: i profondi mutamenti verificatisi nelle società industriali del nostro tempo, i cambiamenti delle strutture mentali, del nostro stesso modo di sentire il passato e quindi il senso della storia. La cultura delle epoche precedenti nella conservazio-ne della memoria poggiava sulle famiglie, sulle tradizioni legate a cognomi più o meno famosi, comunque nella società la trasmissione dell’eredità del passato av-veniva di generazione in generazione per contatto diretto, perché nei momenti di aggregazione piuttosto frequenti, il passato era sempre di scena, attraverso la rie-vocazione dei parenti morti, o di fatti memorabili che i testimoni trasmettevano. Oggi, invece, il passato è quasi buttato via velocemente, poiché si sono ridotte le occasioni della trasmissione della memoria tra le generazioni, mentre gli stili di

daLLa conoscenza