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Il campanile della Cattedrale di Santa Maria di Messina

Dedicato un tempo a San Lorenzo Martire, l’antico Duomo normanno di Messina fondato, secondo il Krönig421, fra il 1130 e il 1140; fu consacrato nel 1197, anche se non era ancora ultimato nel 1210422, alla presenza di Enrico VI Hohenstaufen e della moglie Costanza d’Altavilla423.

Purtroppo l’originale struttura ha subito nei secoli numerosi danni a causa dei diversi terremoti che si susseguirono in quest’area e in tutta la Sicilia orientale a partire dal sisma del 1169, ma l’evento più rilevante fu il terremoto del 1783, che rase al suolo la torre campanaria e ancora il sisma del 28 dicembre 1908 che distrusse la cattedrale portando alla sua totale ricostruzione424.

419 E. Calandra, Breve storia dell’Architettura in Sicilia, cit., p.27. 420

AA.VV., L'arte siculo-normanna: la cultura islamica nella Sicilia medievale, cit., p.281.

421 W. Krönig, Il Duomo di Monreale e l'architettura normanna in Sicilia, cit., p. 154.

422 Stefano Bottari, Il duomo di Messina, Messina: La Sicilia editore, 1929, pp.21-22. Cfr. Messina,

tra Arabi e Normanni, XI-XII secc., in Alle radici della cultura mediterranea ed europea. I Normanni nello Stretto e nelle isole Eolie, cat. della mostra a cura di Maria Amalia Mastelloni, 1-31 ottobre

2002, Messina: Lipari, 2002, pp.54-60.

423 Ibidem. Cfr. Caio Domenico Gallo, Annali Della Città Di Messina Capitale del Regno di Sicilia

Dal giorno di sua fondazione sino a tempi presenti, vol.I, Messina: Francesco Gaipa, 1756, p.257.

424 W. Krönig, Il Duomo di Monreale e l'architettura normanna in Sicilia, cit., p. 153, S. Bottari, Il

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139 Non restano fonti sull’aspetto dell’originario duomo normanno, se non l’osservazione della cripta, tutt’oggi presente, e alcune notizie425

che attestano una forte somiglianza, in pianta, con il duomo di Monreale.

La città di Messina era in epoca normanna un importante porto commerciale ciò le permise di avere frequenti contatti con tutta l’Europa, in particolare con Calabria, Puglia, Francia meridionale e Inghilterra meridionale426 andando a toccare anche la vita artistica della città.

La cattedrale di Messina, esteriormente non era contraddistinta dai caratteri Normanni e nord europei in uso nelle grandi basiliche normanne palermitane ma, secondo alcune fonti427, questa si ispirava a modelli neo-paleocristiani dell’Italia meridionale con accenti romanici tipici della Puglia e della Calabria428; in particolar modo con l’abbazia di Montecassino e con il Duomo di Salerno.

425

Ibidem.

426 Amelia Ioli Gigante, Messina, Bari: Laterza, 1989, p.15. 427 Ibidem.

428 A. Zanca, La cattedrale di Palermo (1170-1946), cit., p.10. Cfr. E. Calandra, Breve storia

dell’Architettura in Sicilia, cit., p.34.

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140 Già in pianta si potevano vedere dei riferimenti ai modelli legati alla ricostruzione della chiesa dell’abbazia di Montecassino, operata dell’abate Desiderio nel 1066429

, e al duomo di Salerno, edificato a partire dal 1080.

429

W. Krönig, Il Duomo di Monreale e l'architettura normanna in Sicilia, cit., p. 161.

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141 L’abbazia di Montecassino, nel Lazio, è una fra le più antiche abbazie d’Italia.

L’aspetto contemporaneo, purtroppo, è l’esito della ricostruzione del 1366, dopo che la chiesa venne completamente rasa al suolo durante il terremoto del 1349430; ciò comporta la mancanza di tracce evidenti della costruzione precedente se non per la descrizione che ne fece Leone Marsicano431: articolata in tre navate, divise da due file di colonne, con transetto, sul quale si aprivano tre absidi, preceduta da un quadriportico e con campanile sul lato sinistro del prospetto principale432.

L'esecuzione venne affidata da Desiderio a maestranze amalfitane e lombarde433, forse per richiamarsi alle grandi basiliche romane, mentre per l’esecuzione della decorazione interna della cattedrale e del portico con pitture e mosaici furono chiamati per l’occasione, secondo quanto afferma Amato di Montecassino434, artefici da Costantinopoli e da Alessandria, che istruirono alcuni monaci impiegati nell’esecuzione delle stesse decorazioni.

Sappiamo che l’abate Desiderio fu una figura di rilievo nella situazione di aspro conflitto prodotto dall'insediamento dei Normanni, fu infatti la più attiva tra le personalità impegnata nella ricerca di un accordo tra il pontefice e i nuovi dominatori435; anche grazie a ciò non è da escludere che l’abbazia e il duomo di Messina ebbero dei contatti.

La cattedrale di Messina, difatti, mostrava somiglianze in pianta con corpo longitudinale di basilica a tre navate con transetto e fitta serie di colonnine con l’abbazia di Montecassino436

.

430 Francesco Aceto, MONTECASSINO, Abbazia di, in Enciclopedia dell’arte medievale Treccani,

1997, http://www.treccani.it/enciclopedia/abbazia-di-montecassino_%28Enciclopedia-dell%27-Arte- Medievale%29/. Data di consultazione: 12/04/2019.

431 Angelo Pantoni, Le vicende della basilica di Montecassino attraverso la documentazione

archeologica, Montecassino: Badia di Montecassino, 1973, pp.215–225.

432

F. Aceto, MONTECASSINO, Abbazia di, in Enciclopedia dell’arte medievale Treccani,

http://www.treccani.it/enciclopedia/abbazia-di-montecassino_%28Enciclopedia-dell%27-Arte- Medievale%29/. Data di consultazione: 12/04/2019.

433 L'Abbazia di Montecassino: storia, religione, arte, a cura di Bernardo D'Onorio, Giovanni Spinelli,

Roma: Autostrade, 1982, p.85.

434

Amato di Montecassino, Storia de' Normanni, in Fonti per la storia d'Italia, vol.76, Roma: Ciolfi,1935, p. 175.

435 Hubert Houben, Malfattori e benefattori, protettori e sfruttatori: i Normanni e Montecassino,

Cesena: Benedictina, vol.35, 1988, pp. 123-151.

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Figura 89: Montecassino, veduta aerea dell’abbazia.

Anche Salerno, come vedremo di seguito, si pone come riferimento non solo del Duomo di Messina ma di altre costruzioni normanne della Sicilia.

Riguardo l’originale campanile normanno della cattedrale messinese mancano dati certi; questo doveva occupare la posizione di quello attuale.

Esaminando la torre campanaria contemporanea, sia per sito di costruzione che per struttura architettonica, si riconosce una certa somiglianza con il campanile della cattedrale analizzato precedentemente.

L’originario campanile di Messina subì diversi danni nel corso dei secoli, colpito da un fulmine nel 1559, parzialmente rovinato a causa del terremoto del 1783, il senato della città decise di ridurne le dimensioni in altezza e coprirlo con una cupola, fino alla sua totale distruzione nel 1863437.

Grazie ad alcune fonti grafiche438 siamo a conoscenza dell’aspetto di questo prima del terremoto del 1783; a pianta quadrata, questo s’innalzava su sei ordini scanditi da fasce marcapiano, i primi due senza aperture mentre il terzo presentava una monofora centrale, sopra questa, i due ordini successivi erano aperti forse da trifore, e in alto, sopra una merlatura, i restanti ordini erano occupati da aperture; tutto era sormontato da una guglia centrale con pinnacoli ai quattro angoli.

437 Giuseppe La Farina, Messina e i suoi monumenti, Messina: Stamperia Fiumara, 1840, p.84. 438

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143 In un documento, del 1908 circa, l’arcivescovo Paino incaricò l’architetto Valenti e l’ingegnere Giannelli di progettare e realizzare un nuovo campanile439, l’attuale torre

dell’orologio astronomico, secondo l’antica conformazione con un’altezza di sessanta metri e coperta da cuspide con pinnacoli; ciò ci suggerisce una somiglianza, seppur leggera, fra l’attuale campanile e la precedente costruzione ormai persa.