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Il campanile dell’Abbazia di Santo Spirito di Caltanissetta

Di difficile datazione, l’abbazia di Santo Spirito a Caltanissetta, ha suscitato l’interesse di numerosi studiosi su questo argomento.

Primi fra tutti, Barra e Mastellone347 ipotizzarono l’inizio dei lavori di fondazione nel 1093, anno in cui venne fondato anche il vescovado di Agrigento con alle sue dipendenze l’abate di Santo Spirito. Il Di Marzo 348

attribuì l’edificazione dell’abbazia allo stesso periodo, sotto la supervisione di Ruggero I e della moglie Adelasia. Queste tesi però non trovarono accordo nel Mulè349 che, nei suoi studi, ipotizzò un’origine araba dell’edificio, già esistente quindi all’arrivo dei normanni. Il Punturo350, appoggiato successivamente da Lojacono351, concentrando i suoi studi

347

Michele Barra, Domenico Mastellone, Ragionamento per la riduzione al regio demanio di

Caltanissetta, Palermo, 1793, pp.1-31.

348 Gioacchino Di Marzo, Delle belle arti in Sicilia dai Normanni alla fine del sec. XVI, vol.II,

Palermo: Salvatore Di Marzo editore, 1859, p.135.

349 Giovanni Bertolo Mulè, Caltanissetta e i suoi dintorni, Caltanissetta: Atesa editrice, 1877, p. 19. 350

Biagio Punturo, Nisa o Nissa e l'odierna Caltanissetta, appendice: il monumentale tempio di Santo

Spirito presso Caltanissetta, Caltanissetta: Stabilimento Tipografico Ospizio Provinciale di

Beneficenza Umberto I, 1901, p. 277.

351 Pietro Lojacono, L'Abbazia di Santo Spirito presso Caltanissetta, in «Palladio», vol.IV, Gennaio -

Giugno 1954, p.77.

Figura 67: Caltanissetta, Abbazia di Santo Spirito, veduta dell’ingresso principale,

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116 sul fonte battesimale, datò la costruzione tra il VII e l’VIII secolo; mentre altri studiosi tra cui il Di Vita352, il Di Stefano353, il Krönig354 e il Dell’Utri355, si trovarono concordi nel datare l’abbazia tra il 1086 e il 1110.

Consacrata nel 1153 dall’Arcivescovo di Bari, come attestava una lapide oggi scomparsa, all’interno della chiesa356, su richiesta del conte Monte Caveoso, venne poi affidata ai padri Agostiniani divenendo abbazia solo nel 1361357.

Data la preesistenza di una torre araba, la chiesa, seppure orientata secondo l’uso comune, non presenta una facciata ad ovest, ma l’ingresso principale così come il campanile, vennero collocati sul fianco settentrionale dell’edificio.

Nel corso dei secoli, durante alcuni restauri, il complesso subì delle modifiche come l’eliminazione nel 1904 di un portico a tre arcate358

.

La conformazione della chiesa rimanda alle grandi cattedrali normanne con aspetto fortilizio, qui suggerito sia dalle feritoie, strategicamente e regolarmente distribuite

352 Antonino Di Vita, Appunti sulla Abbazia di Santo Spirito presso Caltanissetta, in «Siculorum

Gymnasium», nº 1, 1949, pp.110-111.

353 Guido Di Stefano, Monumenti della Sicilia normanna, Palermo: Società Siciliana per la Storia

Patria, 1979 (I ed. 1955), p.33.

354 Wolfgang Krönig, Monumenti d'arte in Sicilia, Palermo: Flaccovio editore, 1989, p. 407. 355 Felice Dell'Utri, Abbazia Normanna di S. Spirito, Caltanissetta: Lussografica, 1990, p.4. 356

L’Italia romanica: La Sicilia, a cura di G. Cassata, cit., p.311.

357 Salvina Fiorilla, Santo Spirito tra latifondo e abbazia, in La Sicilia bizantina storia, città e

territorio, atti del convegno, a cura di Marina Congiu, Caltanissetta 9-10 maggio 2009, Caltanissetta:

Sciascia, 2010, pp. 91-111.

358

Anna Tiziana Amato, Daniela Vullo, Caltanissetta, Caltanissetta: Lions Club, 1988, p.16.

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117 lungo la base del campanile e sul lato occidentale dell'edificio, sia dalle anguste finestre a sesto acuto che si distribuiscono uniformemente lungo il massiccio perimetro murario dell'abbazia e che, in caso di necessità, potevano servire per difendersi.

Osservando l’edificio ci rendiamo immediatamente conto di trovarci di fronte ad una costruzione munita di strutture atte alla sua difesa proprio per il mantenimento della torre araba, a pianta quadrata, con aperture lungo il prospetto occidentale, feritoie nel primo ordine, strette aperture al secondo e finestre al terzo, e con merlature alla sommità.

Anche il campanile, di forma trapezoidale, richiama funzioni difensive. Questo scopo è evidenziato dalle quattro feritoie che aprono la base della torre campanaria, uniche fonti di luce per l’angusto vano interno a pianta rettangolare; a questo si accede tramite una porticina con arco a sesto acuto, situata alla destra dell’antico fonte battesimale, occupante il posto canonico del portale d’ingresso.

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Figura 71: Caltanissetta, interno, veduta dell’ingresso del vano alla base del

campanile.

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120 La cella campanaria, invece, formata da doppie monofore su ogni lato dal quale si intravedono le campane, è raggiungibile attraverso un secondo ingresso sul lato settentrionale della cantoria; questa non risale all’antica costruzione medievale ma è frutto dei successivi restauri359 nel quale si cercò di restituire all’edificio l’originaria bellezza medievale. Queste ricostruzioni sono visibili sia dall’esterno, grazie alla diversa disposizione dei materiali, che all’interno, in quanto lo spessore murario della cella risulta ridotto rispetto alla base del campanile.

L’abbazia di Santo Spirito di Caltanissetta è un esempio di eccezionale rilievo in cui convivono, come abbiamo visto, diversi stili che vanno dall’arabo, al normanno, fino al romanico.

359 Giuseppe Giugno, La ricostruzione della Chiesa di Santo Spirito dopo l’incendio del 1691,

“Archivio Nisseno”, Anno IV, n. 8, Luglio-Dicembre 2010, p.161.

Figura 73: Caltanissetta, interno, veduta della cantoria con l’ingresso alla cella

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