• Non ci sono risultati.

2.1 La Sicilia e le sue dominazioni

2.1.2 I Normanni

178 A. Costantino, Gli Arabi in Sicilia, cit., p.71. 179

AA.VV., L'arte siculo-normanna: la cultura islamica nella Sicilia medievale, in L'arte islamica nel

Mediterraneo, Palermo: Kalos, 2007, pp.15-25.

180 L. Golvin, Essai sur l’architecture religieuse musulmane, vol.III, Paris: Klincksieck, 1974, p. 192-

198. Cfr. Enrico Calandra, Breve storia dell'architettura in Sicilia, Torino: Testo & immagine, 1997, pp.23-24.

Università degli studi di Pisa Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere

67 Il termine normanno, si riferisce tradizionalmente tanto ai vichinghi, abitanti della Scandinavia nell'epoca compresa tra la fine dell’VIII e la metà del IX secolo, quanto ai loro discendenti che dal X secolo si stabilirono nel nord della Francia, dando origine alla regione che né prenderà il nome: la Normandia181.

Questi uomini partiti dalla Scandinavia, per via della sovrappopolazione ed anche per un forte spirito d'avventura, salparono verso il nord della Francia, saccheggiando numerose città; per fermare questa devastazione, i sovrani franchi operarono una politica pacifica permettendo lo stanziamento di questo popolo, attraverso pagamenti di tributi, nella zona a nord della Francia, la Normandia, dando il via ad una serie di eventi che porteranno alla formazione del Ducato di Normandia182 ed alla conquista della corona inglese183.

Mentre nel nord Europa i Normanni acquistavano potere, alcuni di loro cambiarono direzione puntando l’attenzione verso il sud Italia.

L’Italia meridionale al loro arrivo, fra il X e l’XI secolo, ostentava un’estrema frammentazione politica, in quanto sottoposta a tre diverse dominazione: longobarda, bizantina e saracena.

Come detto la Sicilia era in mano ai Saraceni che avevano costituito un emirato autonomo, intanto i Bizantini avevano unito sotto la loro gestione la Lucania, la Puglia e la Calabria, e per ultimi i Longobardi controllavano i ducati di Gaeta, Napoli, Sorrento e Amalfi, oltre al ducato Longobardo di Benevento, allora in forte declino.

I primi Normanni ad arrivare in Italia meridionale appartenevano a due clan, il primo era dei Drengor-Quarrel, mentre il secondo, per noi più importante, era costituito dai fratelli Altavilla184.

Questi gruppi di abili cavalieri riuscirono ad insediarsi nel territorio, grazie a saccheggi, alla forza ed alla capacità di mettersi al servizio dei potenti.

Dapprima riuscirono ad ottenere importanti posizioni sulla terraferma185 e solo dopo aver ottenuto forti consensi fu possibile procedere alla conquista della Sicilia186.

181 Hubert Houben, I Normanni, Bologna: il Mulino, 2015, p.7.

182 In diverse fonti si inizia a parlare di ducato di Normandia dal 1006 con Riccardo II che intraprese

una politica di alleanze matrimoniali anche con l'Inghilterra dando così la possibilità a Guglielmo noto,in un primo momento, come il Bastardo poi passato alla storia come il Conquistatore di concorrere per discendenza alla corona inglese. In, H. Houben, I Normanni, pp.11- 24.

183Il 14 Ottobre del 1066 il duca Normanno Guglielmo, grazie alla Vittoria nella battaglia di Hastings

contro Aroldo II, ottenne la corona reale inglese. In, H. Houben, I Normanni, pp.33-36.

184 Tommaso Indelli, Mezzogiorno normanno, in «Medioevo dossier: i Normanni in Italia», n.8,

Università degli studi di Pisa Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere

68 Importante, in questo moto di conquista, fu la figura di papa Niccolò II che, il 24 giugno 1059187, in occasione del concilio di Melfi, investì Roberto d’Altavilla, passato alla storia come il Guiscardo cioè l’astuto, del ducato di Puglia e Calabria e, in caso di trionfo sul dominio saraceno, anche della Sicilia. Il papa, infatti, auspicava ad una ricattolicizzazione nei territori del mezzogiorno.

Roberto, intenzionato a concentrarsi sui territori della terra ferma188, decise di ricorrere all’aiuto del fratello Ruggero che, investito del governo di Sicilia e di parte della Calabria con il titolo di conte, ebbe il compito di liberare l’isola.

La conquista della Sicilia prese avvio grazie ad alcuni moti interni che avevano portato forte squilibrio fra i signori locali. Uno di questi, Ibn al-Thumna, in lotta per il controllo dei propri territori, chiamò Ruggero I in soccorso, che arrivato sull’isola iniziò ad impadronirsene, dapprima con la conquista di Messina nel 1061, in modo da assicurarsi un ingresso sicuro sull’isola, e poi procedette con la presa definitiva di Palermo nel 1072. A questo periodo successe una fase di stallo per via di alcune rivolte iniziate sulla terraferma contro il Guiscardo, che Ruggero andò ad aiutare a sopprimere.

Negli anni seguenti e dopo la morte del fratello, il 17 luglio 1085, Ruggero potette riprendere la conquista della Sicilia terminata nel 1091 con la caduta di Noto189. Alla presa delle principali città, come Palermo, seguì una politica di integrazione e tolleranza nei confronti del popolo e di continuità delle strutture amministrative. Intanto, sulla terraferma, al Guiscardo erano successi i figli Boemondo, che s'impegnò in Oriente, e Ruggero detto Borsa, che si occupò dei territori italiani. Dopo la sia morte ad egli successe il figlio Guglielmo che, morto senza eredi, portò alla riunificazione dei territori del sud Italia sotto un unico signore: Ruggero II, figlio del Gran Conte Ruggero190.

185 H. Houben, I Normanni, cit., pp. 57-72. Cfr. T. Indelli, Mezzogiorno normanno,cit., pp.90-93. 186

Salvatore Tramontana, La Sicilia dall’insediamento normanno al Vespro (1061-1282), in Storia

della Sicilia, vol.III, Napoli : Società editrice Storia di Napoli e della Sicilia, 1980, pp.177-258. Cfr.

Henry Bresc, La conquista normanna, in Francesco Benigno e Giuseppe Giarrizzo, Storia della

Sicilia, Roma: Laterza, 2003, pp.83-86.

187 Annamaria Ambrosioni, Niccolò II, in Enciclopedia dei papi Treccani, 2000, http://www.treccani.it/enciclopedia/niccolo-ii_%28Enciclopedia-dei-Papi%29/. Data di consultazione: Ottobre 26, 2018.

188 H. Houben, I Normanni, cit., pp.64-65. 189 Ivi, pp.72-76.

190

Università degli studi di Pisa Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere

69 Ciò non fu ben visto da papa Onorio II che, convinto della propria sovranità sui territori dell’Italia meridionale, decise di dar vita ad una coalizione anti-normanna191; questa però ebbe vita breve sciogliendosi nel 1129, senza ottenere risultati e costringendo il papa ad investire Ruggero del ducato di Puglia, Calabria e Sicilia. Due anni dopo, alla morte di Onorio II, scoppiò uno scisma che vide l’elezione sul soglio pontificio di papa Innocenzo II e dell’antipapa Anacleto II; quest’ultimo sostenuto ed aiutato da Ruggero, che in cambio ottenne la corona regia di Sicilia, Calabria e Puglia, la notte di Natale del 1130, a Palermo192.

L’antipapa Anacleto II però non regnò a lungo, infatti, Innocenzo II grazie al re di Germania, poi imperatore nel 1135, Lotario III, riconquistò il soglio pontificio e, di conseguenza, scomunicò Ruggero.

Nel 1137 l’esercito di Lotario scese in Italia meridionale riportando una prima vittoria su Ruggero ma, morti l’imperatore e l’antipapa, Innocenzo si ritrovò solo a fronteggiare il rivale che, dopo essersi rifugiato in Sicilia, tornò sulla terraferma e sconfisse duramente il papa, il 22 luglio 1139193.

Per salvarsi Innocenzo dovette concedere la dignità regia sull’Italia meridionale. Grazie a Ruggero II e alla prosecuzione di una politica tollerante e d'integrazione, nel Mezzogiorno si instaurò uno dei regimi più efficienti ed evoluti dell’epoca, rimasto intatto fino al 1860 e ripreso, in seguito, dai suoi successori, in particolare da Federico II di Svevia.

Ruggero II morì il 26 febbraio del 1154 lasciando al suo posto, associato già dal 1151, il figlio Guglielmo I, passato alla storia come il Malo194 per via delle numerose ribellioni, aizzate da papa Adriano IV e sedate con pugno di ferro, ed anche per una cattiva amministrazione. Dopo di lui, dal 1166, il figlio Guglielmo II, detto il Buono195, regnò in modo pacifico, grazie alla reggenza della madre Margherita di

191 T. Indelli, I Normanni in Italia (XI-XII sec.), p.4.

http://www.r.moa.unina.it/4645/1/I%20Normanni%20in%20Italia.pdf. Data di consultazione: Ottobre

29, 2018. Cfr. S. Tramontana, La Sicilia dall’insediamento normanno al Vespro (1061-1282), cit., pp.205-235.

192

H. Houben, I Normanni, cit., p.96.

193 T. Indelli, I Normanni in Italia (XI-XII sec.), p.7.

http://www.r.moa.unina.it/4645/1/I%20Normanni%20in%20Italia.pdf. Data di consultazione: Ottobre

29, 2018.

194 Francesco Panarelli, Guglielmo I d’Altavilla, re di Sicilia, in Dizionario Biografico degli Italiani

Treccani, n.60, 2003, http://www.treccani.it/enciclopedia/guglielmo-i-d-altavilla-re-di- sicilia_(Dizionario-Biografico)/. Data di consultazione: Ottobre 29, 2018.

195Francesco Panarelli, Guglielmo II d’Altavilla, re di Sicilia, in Dizionario Biografico degli Italiani

Treccani, n.60, 2003, http://www.treccani.it/enciclopedia/guglielmo-ii-d-altavilla-re-di- sicilia_%28Dizionario-Biografico%29/. Data di consultazione: Ottobre 29, 2018.

Università degli studi di Pisa Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere

70 Navarra che riportò la serenità nel regno, e ad una amnistia generale che permise a molti ribelli degli anni precedenti di rientrare in possesso delle proprie contee.

Il regno di Guglielmo II ebbe una rilevanza culturale, diplomatica e politica straordinaria, accogliendo, al suo interno, esponenti provenienti da tutta Europa. L’interesse del sovrano, comunque, si riversò sulla politica estera, schierandosi contro Federico I Barbarossa nella lotta ai comuni196, fino alla pace di Venezia del 1177, per via delle rivendicazioni dell’imperatore sui territori dell’Italia meridionale. Guglielmo II, sprovvisto di discendenza, decise di far sposare la zia Costanza d’Altavilla figlia di Ruggero II, con Enrico VI Hohenstaufen, figlio di Federico I Barbarossa. Le nozze tra i due furono celebrale nel 1186, ma alla morte di Guglielmo II, la successione non venne rispettata, provocando una spaccatura che portò ad una guerra civile che lacerò il regno fino al 1194, anno in cui Tancredi di Lecce, difensore della successione normanna, morì lasciando ad Enrico VI, divenuto re, la sovranità sul territorio197.

Tuttavia la resistenza arrivò dal papato, insofferente nei confronti di una situazione che veniva avvertita come una sorta di accerchiamento territoriale.