La creazione del Duomo di Monreale, con lo scopo di divenire chiesa dinastica, ebbe inizio nel 1174 per volere di Guglielmo II542, negli anni in cui la potenza del Regno normanno era al suo massimo splendore.
Guy de Maupassant descrisse la cattedrale come «ciò che si può vedere di più completo, di più ricco, e di più impressionante»543.
541 Ivi, p.197.
542 W. Krönig, Il Duomo di Monreale e l’architettura normanna in Sicilia, cit., p.15.
543Guy de Maupassant, Viaggio in Sicilia, Palermo 1977, pp.63-64. Cfr. Lisa Sciortino, Monreale: il
duomo, i mosaici, il chiostro, Palermo: Sime book, 2017, p. 13.
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187 La scelta del sito d’edificazione è legata ad una leggenda secondo cui la Vergine, apparsa in sogno a Guglielmo II, indicò al re il punto in cui rinvenire un grande tesoro da donare alla creazione di una splendida chiesa a lei dedicata544.
La cattedrale di Monreale realizzata sulla cima del monte Caputo, in modo da osservare e controllare la zona circostante, ospitò dal 1176 una comunità di cento monaci benedettini provenienti dall'abbazia di Cava de' Tirreni, in Campania545. La costruzione fu presumibilmente completata verso il 1185, anno in cui venne collocata la porta bronzea di Bonanno Pisano nel portale principale, comunque il termine della cattedrale fu fissato, secondo il Kröning, prima della morte di Guglielmo II avvenuta nel 1189546.
Osservando il duomo di Monreale riconosciamo lo straordinario valore artistico dell’edificio dominato da un forte eclettismo dovuto alle diverse maestranze, francesi, campano-salernitane, piacentino-emiliane, veneto-lombarde e bizantine, che parteciparono tutte insieme ai lavori di costruzione condizionandosi a vicenda547. Nel corso dei secoli la cattedrale ha subito diversi interventi che ne hanno modificato l’aspetto, in particolare dell’interno; come il restauro del 1498, per volere del re Ferdinando II, o gli interventi voluti dal cardinale Farnese e operati dai fratelli Giovanni e Fazio Gagini nel 1547548.
I più rilevanti fra questi lavori furono eseguiti nella seconda metà del XVIII secolo, per volere di Monsignor Francesco Testa, e nel XIX secolo, a seguito dell’incendio del 1811, in cui numerose parti dell’edificio, tra cui i tetti delle navate laterali e i mosaici interni, furono danneggiate549.
Come nel duomo di Cefalù, anche qui ritroviamo la facciata dominata da due massicce torri a pianta quadrata poste ai fianchi di un portico settecentesco, realizzate da maestranze latine e arabe e rimaste incompiute per la scomparsa del sovrano550.
544
Leggenda raccontata da Francesco Testa arcivescovo della cattedrale dal 1754 al 1773. Francesco Testa, De vita et rebus gestis Guglielmi II Siciliae Regis Monregalensis Ecclesiae fundator, in L. Sciortino, Monreale: il duomo, i mosaici, il chiostro, cit., pp.12-13.
545
Maria Andaloro, MONREALE, in Enciclopedia dell' Arte Medievale Treccani, 1997,
http://www.treccani.it/enciclopedia/monreale_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Medievale%29/. Data di consultazione: Luglio 07, 2019.
546 W. Krönig, Il Duomo di Monreale e l’architettura normanna in Sicilia, cit., p.15.
547 M. Andaloro, MONREALE, in Enciclopedia dell' Arte Medievale Treccani, 1997, http://www.treccani.it/enciclopedia/monreale_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Medievale%29/. Data di consultazione: Luglio 07, 2019.
548 L’Italia romanica: La Sicilia, a cura di G. Cassata, cit., p.198. 549 Ibidem.
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188 I campanili, simili a torri di difesa, hanno un impianto imponente; della torre settentrionale resta oggi visibile solo il blocco murario sopra il quale si sarebbe dovuta innalzare la torre campanaria vera e propria formata da un corpo più stretto, come dimostra la torre meridionale.
La torre nord, a sinistra della facciata, è scandita in alzato su tre ordini; i primi due sono aperti da un’alta feritoia per ordine, queste non in asse fra loro, divise dall’ordine superiore tramite una fascia marcapiano decorata con motivo a rombi in intarsio policromo, questa si pone come basamento per la monofora centrale ad ogiva inserita nell’ordine superiore.
La parte sommitale del campanile, con le campane inserite nel XVI secolo551, sfoggia una merlatura ormai danneggiata.
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W. Krönig, Il Duomo di Monreale e l’architettura normanna in Sicilia, cit., p. 33.
Figura 129: Monreale, prospetto ovest del campanile settentrionale e prospetto sud
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189 Il prospetto settentrionale del campanile, con un ingresso esterno che permette l’accesso al vano di base, mostra in alto un orologio istallatovi nella metà del Seicento552.
Il campanile meridionale più alto del precedente ha, come in Cefalù, un corpo di dimensioni ridotte in alto e si articola su cinque ordini. I primi tre sono simili alla torre nord, con due monofore nel blocco inferiore divise tramite la cornice marcapiano in tarsia policroma, anche qui con motivo a rombi, da quella del terzo ordine più grande e a sesto acuto.
Sopra questo primo parallelepipedo si innesta il secondo, più piccolo, articolato su due ordini; il primo di questi è aperto da una grande arcata a sesto acuto, mentre il secondo e ultimo ordine mostra una bifora poggiante su una colonnina centrale con, nella lunetta, un piccolo oculo forse un tempo decorato a traforo.
Il campanile termina oggi con una copertura piana con pinnacoli posti ai quattro angoli del quadrato di base, ma un tempo era provvisto di un’alta cuspide andata
552 Lisa Sciortino, Monreale: il sacro e l’arte. La committenza degli Arcivescovi, Palermo: Plumelia
edizioni, 2011, p.15.
Figura 130: Monreale, prospetto est del campanile settentrionale e prospetto est del
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190 distrutta, purtroppo, a causa di un fulmine nel 1807553.
Alle torri e con esse ai camminamenti sui tetti ed alle gallerie interne, costruite nello spessore di muro colleganti la facciata principale con l’abside, si accede tramite due ingressi posti all’interno della cattedrale, ai fianchi della controfacciata.
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W. Krönig, Il Duomo di Monreale e l’architettura normanna in Sicilia, cit., p.143.
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191 La cattedrale di Monreale, al pari delle cattedrali palermitane analizzate, riprende modelli provenienti dalla Francia e dall’Inghilterra normanna.
Alle costruzioni già trattate in relazione alle cattedrali di Cefalù e di Palermo, si possono aggiungere altri edifici religiosi in cui sono presenti richiami ed analogie. Tra questi la cattedrale di Durham, iniziata nel 995 circa e consacrata nel 1133.
Questa fa parte delle grandi cattedrali anglo-normanne che per conformazione, con impianto basilicale a tre navate terminanti con altrettanti absidi, torre d'incrocio e per le due imponenti torri gemelle ad occidente554, mostrano forti analogie con gli edifici religiosi della Sicilia normanna non per i contatti diretti, ma perché si ispiravano a modelli comuni provenienti da Cluny.