La chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio fondata tra il 1143 e il 1185476, per volere dell’ammiraglio del Regno Giorgio Antiocheno al servizio di Ruggero II, deve la sua
475 Il cocciopesto è un materiale edilizio utilizzato come rivestimento impermeabile per pavimenti sia
interni che esterni, ma anche per il rivestimento di pareti. È composto da frammenti di laterizi (tegole o mattoni) minutamente frantumati e malta fine a base di calce aerea. Opus signinum
https://dianti.it/boutiquedellacalce/index.php/calce-uso/il-cocciopesto. Data di consultazione: Ottobre 05, 2018.
476 Ernst Kitzinger, The mosaics of St. Mary's of the Admiral in Palermo, Washington : Dumbarton
Oaks research library and collection, 1990, pp.15-16.
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158 più comune denominazione alla presenza prossima di un monastero benedettino femminile, fondato nel 1193 da Goffredo ed Eloisia Martorana477.
La chiesa della Martorana accoglie al suo interno una mescolanza di stili che vanno dal bizantino, al normanno fino alle aggiunte barocche, creando un contrasto nella visione d’insieme.
Il campanile, situato posteriormente alla facciata barocca sul lato occidentale della chiesa, è l’elemento meglio conservato della primitiva struttura, anche se la sommità, dove sorgeva una cupoletta, venne distrutta durante il terremoto del 1726478.
La torre campanaria, a base quadrata, si articola in alzato su quattro ordini; i primi due, com’è noto dalle notizie riportate dal viaggiatore Ibn Jubayr479, erano già completati nel 1184480, mentre lo ritroviamo finito e operante in un altro documento del 1333481.
Il primo ordine funge da portico all’accesso occidentale alla chiesa ed è formato da tre arcate ogivali poggianti ai lati su colonne con capitelli corinzi. È separato, tramite un fregio decorato a tarsia policroma con motivo a balaustra482, dal secondo ordine. Quest’ultimo è occupato, sui tre prospetti esterni, da una bifora acuta poggiante su colonnina centrale con capitello decorato a motivi vegetali e ghiera con bugnato a guanciale483, incorniciata da fasce con diversi motivi geometrici su ogni prospetto,
come il motivo a cuori e spade484 nella bifora settentrionale o il motivo a trifoglio in quella occidentale. Nelle lunette restano le tracce di tondi anch’essi decorati originariamente con tarsie policrome oggi andati perduti.
Tutto intorno troviamo una decorazione con stelle ad otto punte o stella polare, simbolo associato alle divinità femminili e, con il Cristianesimo, alla Vergine Maria485.
477 G. Bellafiore, La civiltà artistica della Sicilia dalla preistoria ad oggi, cit., p.34. Cfr. G. Di
Stefano, Monumenti della Sicilia Normanna, cit., pp.32-34.
478 E. Calandra, Breve storia dell’Architettura in Sicilia, cit., p.31. 479
Francesco Gabrieli, IBN JUBAYR, in Enciclopedia dell’arte medievale Treccani, 1996,
http://www.treccani.it/enciclopedia/ibn-jubayr_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Medievale%29/. Data di consultazione: Luglio 01, 2019.
480
E. Kitzinger, The mosaics of St. Mary's of the Admiral in Palermo, cit., p.52.
481 Giuseppe Patricolo, La Chiesa di S. Maria dell'Ammiraglio in Palermo e le sue antiche adiacenze,
vol.I, in “Archivio storico Siciliano”, Palermo, 1877, p.147.
482 E. Kitzinger, The mosaics of St. Mary's of the Admiral in Palermo, cit., pp.58-59.
483 Maria Katja Guida, Monumenti Normanni Solennità e Fasto, Palermo: Regione siciliana,
Assessorato dei beni culturali e dell’identità siciliana, Dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana, 2015, p.21.
484 E. Kitzinger, The mosaics of St. Mary's of the Admiral in Palermo, cit., pp.58-59.
485 Jean Chevalier, Alain Gheerbrant, Dizionario dei Simboli: miti sogni costumi gesti forme figure
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159 Nei due ordini superiori s’innestano, agli angoli, delle torrette cilindriche con colonnine dai capitelli fogliati; qui ogni prospetto è aperto da una bifora a sesto acuto poggiante su colonnina centrale con capitelli fogliati, al quale si sono aggiunte due colonnine laterali che fungono da appoggio alla ghiera decorata, nel terzo ordine con bugnato a guanciale mentre nel quarto con motivo a guanciale alternato a conci piatti decorati con quadrifogli.
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160 Questi ultimi ordini sono riccamente decorati con motivi a rombi, a zigzag, con stella a sei punte e infine con trentasei piccoli pannelli, non tutti ancora visibili, raffiguranti otto differenti variazioni della croce greca486, simbolo di unione fra cielo e terra e della passione di Cristo487, richiamante il rito greco in uso nel periodo normanno. Come detto precedentemente, a seguito del terremoto del 1726, il campanile rimase sprovvisto della copertura e l’ultimo ordine subì delle alterazioni in altezza risultando così il più basso tra i quattro.
486 E. Kitzinger, The mosaics of St. Mary's of the Admiral in Palermo, cit., pp.59-60.
487 Maurizio Chelli, Manuale dei simboli nell'arte. Il Medioevo, Roma: Edizioni dell'Università
Popolare, 2004, pp.107-108.
Figura 102: Palermo, particolari del terzo e quarto ordine del campanile della
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161 All’interno, accedendo dalla cantoria, il campanile è costituito al primo piano da una volta a crociera che lo separa dal piano superiore; al terzo ordine, invece, troviamo un solaio di legno sostenuto da semplici travi, assente nell’ordine superiore.
Una volta che si osserva il campanile della Martorana si riescono ad identificare gli elementi nella struttura e nelle decorazioni, riscontrabili nei campanili di alcune costruzioni dell’Italia continentale, in particolare i campanili di delle cattedrali di Salerno e Caserta Vecchia.
Ruggero II, prima del 1131, si recò a Salerno, dove venne incoronato principe della città, questa celebrazione rese possibili gli scambi artistici tra le due aree e rende possibili i rimandi del campanile della cattedrale di San Matteo al campanile della Martorana.
Il duomo di Salerno medievale, di cui resta oggi solo il portico, fu realizzato nel 1080488 per volere di Roberto il Guiscardo e dell’abate Alfano I489, primo arcivescovo della città e monaco benedettino che s’ispirò all’abbazia di Montecassino490 per la costruzione della cattedrale, riprendendo la suddivisione in tre navate terminanti nelle tre absidi e con quadriportico d'accesso.
Il campanile di Salerno a base quadrata, collocato nell’angolo sud-est del quadriportico, venne edificato, secondo una lastra incastrata sul lato ovest di questo, verso la metà del XII secolo dall’arcivescovo Guglielmo di Ravenna venuto da Capua nel 1137491.
Poggiante su uno stilobate originariamente interrato, la torre di Salerno mostra al primo ordine degli angoli alveolati con all’interno colonne di spoglio con capitelli decorati a motivi vegetali; subito sopra la cornice marcapiano, il secondo ordine è occupato da bifore cieche poggianti su colonnine, mentre nei successivi due ordini si aprono ampie bifore con colonnine centrali su ogni prospetto.
La cella campanaria, come nelle torri di Cefalù, è di dimensioni ridotte rispetto agli ordini sottostanti e si modifica con forma circolare, decorata con una serie di archetti ciechi, di cui quattro aperti verso l’interno, tutti poggianti su colonnine di marmo sul quale s’impostano degli archi incrociati a tutto sesto.
488 L’Italia romanica, La Campania, a cura di Mario D’Onofrio, Milano: Jaca Book, 1981, p.239. 489 Pietro Morpurgo, Alfano di Salerno, Santo, in Enciclopedia dell' Arte Medievale Treccani, 1991, http://www.treccani.it/enciclopedia/alfano-di-salerno-santo_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-
Medievale%29/. Data di consultazione: Aprile 13, 2019.
490 L’Italia romanica, La Campania, a cura di M. D’Onofrio, cit., p.239
491 «Temporibus magnifici regis Rogerii Willwlmus episcopus apostolo Matthaeo et plebi dei», L.
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163 La cella campanaria è riccamente decorata con tarsie policrome, come nella Martorana, presenti qui nelle ghiere degli archetti e negli archi incrociati; sopra questi è inserita un’ulteriore decorazione a fascia con stelle a sei punte in tufo giallo, contenenti al centro una piccola stella in tufo grigio e, subito sopra, una cornice leggermente aggettante sulla quale poggiano le mensole e la cupola a sesto rialzato. Anche il campanile del Duomo di Caserta Vecchia, edificato nel 1234492 dal vescovo Andrea, può essere messo in relazione alla Martorana e ad altri campanili siciliani. La cattedrale iniziata nel 1113 dal vescovo Rainulfo, come suggerito dall’iscrizione nel portale destro in facciata493, venne terminata nel 1153, anche se nel Duecento subì una nuova campagna di lavori che ne modificarono l’aspetto494
. Il campanile, in posizione leggermente avanzata sulla destra della facciata.
492 Giuseppe Tescione, Caserta medievale e i suoi conti e signori, Napoli: La Diana, 1965, p.40. 493 «Post patris excessum Raiunulfi pontificatus», L’Italia romanica, La Campania, a cura di M.
D’Onofrio, cit., p.181.
494
Ibidem.
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164 La torre si articola su cinque ordini; in basso il primo ordine è caratterizzato da un portico con arco ogivale, come nella Martorana; al secondo ordine troviamo una teoria di archi ciechi intrecciati poggianti su colonnine con, al centro, una piccola bifora; infine i due ordini superiori sono aperti da una bifora su ogni prospetto, poggiante su colonnina centrale con capitello decorato.
La cella campanaria è formata da un elemento a base ottagonale con torrette cilindriche agli angoli; tutto il setto murario è decorato da arcate cieche intrecciate poggianti su colonnine di spoglio, analoghe alla Martorana, e con al centro piccole aperture a sesto acuto tutto poggiante su una fascia marcapiano.
Le tarsie policrome ad archi intrecciati sono da ricondurre secondo il Bertaux495 all’arte musulmana, anche se nelle sue analisi notava delle differenze tra questi elementi siciliani o musulmani e quelli di Salerno e Amalfi, più ricchi di allegri giochi di luce e ombre496.
Secondo il Toesca497gli archi intrecciati insieme al paramento policromo del campanile rimandano alle strutture siciliane di fine XII secolo; per il Calandra498 gli stessi caratteri sono legati al palermitano; mentre per il Venditti499 rappresentano l’introduzione dell’arte siciliana in Campania.
Le medesime soluzioni artistiche si possono ritrovare anche nei campanili di Amalfi e Gaeta, successivi rispetto alla Martorana.
Il primo, edificato verso il 1180500, mostra nella parte superiore influssi dei precedenti esemplari meridionali.
Anche qui, infatti, nella cella campanaria di forma cilindrica, s’innestano agli angoli delle torrette a sezione circolare con archi intrecciati leggermente acuti, motivi a stella, floreali e geometrici simili alla chiesa palermitana.
Secondo il Kalby501 le differenze e le similitudini nei campanili di queste aree sono da ricercarsi nella provenienza dei modelli di riferimento, non si sa infatti se questi elementi siano nati in Campania e poi portati dai Normanni o dai Benedettini in Sicilia o viceversa.
495 Émile Bertaux, L'art dans l'Italie méridionale, vol. V, Parigi: Albert Fontemoing, 1904, p.620. 496 L. Kalby, Tarsie ed archi intrecciati nel romanico meridionale, cit., p. 12.
497 P. Toesca, Storia dell’arte italiana: Il Medioevo, cit., p.616. 498 E. Calandra, Monumenti nella costa di Amalfi e Stile tirreno, p.136. 499
Arnaldo Venditti, L’architettura bizantina nell’Italia meridionale, Campania, Calabria, Lucania, vol.I , Napoli: Edizioni Scientifiche Italiane, 1967, p.648.
500 Matteo Camera, Memorie storico-diplomatiche dell'antica città e ducato di Amalfi, vol.I, Salerno:
Stabilimento tipografico nazionale, 1881, pp.24-26.
501
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165 Al di fuori dell’Italia, il campanile della Martorana, richiama esempi dell’Inghilterra Normanna; in particolare il campanile della cattedrale di Ely, posto nella facciata occidentale, mostra similitudini con il campanile palermitano.
La torre, difatti, in entrambe le chiese svolge la funzione di portico d’accesso, anche se in Ely non è aperto.
La costruzione normanna di Ely ebbe inizio a partire dal 1081 sotto l'abate Simeone ma la torre fu terminata solo nel XIII secolo502; questa replicava una torretta sulla crociera del transetto maggiore, crollata nel 1322, e si contrapponeva ad una coppia di torrette angolari poligonali poste su ciascuno dei due bracci del transetto503. La torre di Ely, a pianta quadrata, fu successivamente preceduta da un portico d’accesso, o galilea, di due campate504
.
Le assonanze in alzato con il campanile della Martorana sono visibili nei contrafforti angolari a sezione ottagonale, nella scansione della parete con archetti acuti che si
502 Philip Lindley, ELY, in Enciclopedia dell' Arte Medievale Treccani, 1994, http://www.treccani.it/enciclopedia/ely_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Medievale%29/. Data di consultazione: Luglio 03, 2019.
503 Corrado Bozzoni, La cattedrale di Ely, 2015, pp. 31-32.
file:///C:/Users/user/Downloads/La_cattedrale_di_Ely.pdf. Data di consultazione: Aprile 13, 2019.
504
Ibidem.
Figura 105: Ely, portico della galilea, nella facciata della cattedrale della Santa e
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166 ripetono su ogni ordine e nella cella campanaria, qui ottagonale, nei cui angoli si innestano quattro torrette scalari.
Nonostante queste similitudini non ho rintracciato fonti su un possibile collegamento tra le due costruzioni ma è chiaro che le due aree ebbero forti contatti grazie ai sovrani normanni ed ai loro collaboratori.